AMARGINE

Non si esce vivi dagli anni ’10. – TheClassifica 12/2024

C’è qualcuno qui che si ricorda di Vice?
Vi ricordate come ci diceva che avremmo incontrato un futuro tutto pieno di Dark Polo Gang, in giorni di sole?
Vice!! VIIICE!!!! Che ne è stato di te?
C’è qualcun altro, qui, che si sente come me?

Ben poco, affé mia, è sopravvissuto di quell’epopea di vezzosi figucci alternativi, oggi dispersi come grumi nel grande mediabudino. Di quei titoli interminabili, e intrisi di postgonzismo (“Ci siamo iniettati in vena la bumbum cream rassodante ma guardateci, non siamo più cretini di prima” o “Questo disco insulso e scemo cambierà per sempre la vostra vita perché ve lo diciamo noi, stupendi sabotatori con le barbine pettinate”). Ma ecco che mi ritorna in mente, angelo caduto in volo. Perché una delle poche cose in cui Vice si era gettat* a corpo mort*, non con i ghignetti saccenti di prammatica bensì con afflato e speme febbrili, fu la Dark Polo Gang, ragazzi-copertina della trap almeno quanto Sferoso Famoso. La ghenga birichina, se non la ricordate (e non vi biasimerò per questo) era un ensemble della Roma-bene ad altissima viralità su cui la ben finanziata testata indie-chic aveva puntato fortissimo – ma è rapidamente implosa tra droga, pochezza di argomenti, droga, sopravvalutazione del proprio talento, droga, e forse anche un po’ di tempistiche sbagliate.
(un po’ come Vice, volendo)

E tuttavia, dopo Simba La Rue (Warner), Kid Yugi (Universal), Tony Boy (Warner), in questo 2024 siamo riusciti a trovare una settimana per mandare lassù in vetta anche un ex Ganghero. Fermi, non smettete di leggere qui pensando “Ma rieccolo con queste robe da adolescenti – dai, basta, ho più di 30 anni”. No, rimanete ancora un po’: ne ha più di 30 anche lui, il…

Il numero 1. Nicolò Rapisarda in arte Tony Effe, oggi ormai 33enne ex birbante del Polo della Ganghità, è il secondo Tony che nel 2024 debutta al n.1 della classifica dei Presunti Album, a riprova che le masse di ascoltatori ITALIANI non fanno odiose preferenze ma amano tutti i Tony, che siano Effe o siano Boy, che siano Little o siano Accesi. Il suo Icon consta di 17 brani, ed è così ripieno di rapper ITALIANI di successo che la casa discografica non era del tutto convinta di farci entrare anche Tony Effe. Come è d’uopo in ogni album rappistico, ci sono più ospiti d’onore che nei gran varietà di Gino Bramieri che guardavano i nostri nonni, è un moderno piccolo mondo antico in cui sfilano Sferoso Famoso, Geolier, Simba La Rue, Ghali, Lazza, Capo Plaza, Tedua, Rose Villain, Bresh, Gué (Pequeno), Side Baby & Pyrex (ex Gangheri) nonché Emma, Takagi & Ketra.

Non vi elencherò invece la tipica cornucopia di straordinari prodücerz. Tutti ovviamente dotati del tocco di Mida. Malgrado i quali (o forse a causa dei quali) di passabile c’è veramente pochissimo, e tra le cose apprezzabili ci metto il flow biascicato e coatto di Rapisarda, che se non altro è distinguibile da quelli, sempre più identici, dei reucci di questo decennio. Invero, non sarei onesto se dicessi che è un disco tremendo, scemo e inutile. Ho sentito di peggio. Specie da parte di trappisti più giovani di Tony Effe.

Certo, il mio problema è il metro di giudizio: dopo quattro pezzi a me risulta uguale a milioni di robe che (me tapinone) ho già sentito – e questa sensazione si insinua anche a causa degli ospiti, sempre gli stessi, quasi tutti impegnati a dire le stesse cose e citare gli stessi brand. Per dire: la traccia d’apertura di Icon, intitolata Vero Tony Vero Sosa, gira attorno a quella che da vent’anni è la favola preferita da milioni di ragazzetti ITALIANI, che sognano di morire nella propria piscina crivellati di colpi e strafatti di cocaina come in Scarface. Come ogni favola, è consolatoria (“Voi puntate il dito ma non sono io che sono un nefasto cretinazzo, è colpa di questa sozza società!”) e motivante, come insegnano i film Disney: se vostro figlio crede intensamente in questo sogno, un giorno felice verrà freddato da qualche snitch che lui credeva essere un bro.

Ma il mio metro – e temo, anche il vostro, è sbagliato. Per la gran parte dei portatori di acne ITALIANI maschi in modalità rap game, il fatto che NON ci siano idee nuove e complicate e NON si vada da nessuna parte NON è un problema. Casomai, è un bonus. Ed è una cosa che l’iconico Tony sembra sapere bene: il suo Icon è un disco con lo sguardo rivolto nello specchio retrovisore, piombo fuso in uno stampo anni 10 che nessuna Nuova Scena rap abbandonerà facilmente. Intendiamoci, l’idea che la musica vada sempre avanti come la Scienza o come i tram è un’illusione farlocca e strampalata tramandataci dagli anni 70 e limitrofi. Ma è chiaro che Effe, come tanti (troppi) altri suoi colleghi, si sta rivolgendo a un pubblico di puristi rappusi il cui immaginario, con buona pace dell’idea che i conservatori siano solo i boomer, ha il freno a mano tirato almeno quanto quello dei loro genitori che tuttora palpitano per CCCP, Morganetto o Afterhours, o quello dei nonni che si avvinghia a Bruce Springsteen il Bof o a David Bowie il Ducabianco.

Però devo dargli atto di aver tirato fuori un cappello dal coniglio in una delle tracce – forse sobillato da Tedua. Siccome attorno a ogni rapper ci sono decine di laureati in comunicazione il cui sogno era essere pagati per usare la parola iconico, ecco che in Dopo le 4 c’è l’unione tra marketing e sputo di riflessione. Ovvero:

A proposito del piacere di tutt*, mi spiace non poter dedicare tre righe al fatto che ho scoperto che Effe stava con Mega, cioè Elisa Todisco da Carlino (Udine), influencer e concorrente di reality nota come Taylor Mega, già partner di Sferoso Famoso e Briatore (“il mio prototipo di uomo”, ha detto in un’intervista al Fatto Quotidiano). Tutto questo – lei compresa – mi era ignoto. Ma a questo punto ho la percezione di esistenze così imbecilli per le quali l’unica via d’uscita sana è una valle di droga. E mi ritraggo in buon ordine.

Resto della top 10. Sul podio Kid Yugi (n.2) e Rose Villain (n.3), restano fermi dov’erano già sette giorni fa, a differenza di Mahmood che ridiscende al n.4. Si scambiano di posto Sferoso Famoso (n.5) e Annalisa (n.6), mentre entra in classifica al ragguardevole settimo posto Vasco Brondi con Un segno di vita. Tra il n.8 (Club Dogo) e il n.10 (Geolier) c’è il n.9 degli Ac/Dc con l’edizione del 50 esimo anniversario di Back in Black mentre l’edizione del 50esimo anniversario di Highway to Hell si ferma al n.18. E voi vi chiederete: ma come, hanno tutti e due 50 anni? No, nessuno dei due – sono gli Ac/Dc che festeggiano 50 anni di carriera.

Altri argomenti di conversazione. Re Mida di Lazza festeggia invece 5 anni e un mese di classifica, ci è entrato nei fatidici anni ’10 (il 1 marzo 2019, per l’esattezza) e questa settimana eguaglia il record di presenze consecutive di Playlist di Salmo. Alle sue spalle, con più di 4 anni di classificanza ininterrotta, Fuori dall’hype dei Pinguini Piacioni (259 settimane), Persona di Marracash (229 settimane), After Hours di The Weeknd (209 settimane). Seguono, altri lungodegenti sui quali faremo il punto – ma non oggi. Re Mida di Lazza comunque rientra nella grande fetta di torta della Universal (37 titoli in classifica), che precede Sony (30) e Warner (21). Pensate, ci sono anche 12 titoli su 100 distribuiti da piccole vivacissime realtà indipendenti.

Sedicenti singoli. Lazza festeggia altresì un’altra settimana al n.1 nella classifica dei sedicenti singoli, nella quale la sua 100 Messaggi precede Tuta Gold di Mahmood (n.2) e Sinceramente di Annalisa, che scavalca Ipmetupte di Geolier. Per Tony Effe, due tracce in top 10: al n.7 grazie ai featuring con Sfera Ebbasta e Geolier, e al n.10 featurando Lazza e Capo Plaza. Nelle charts delle canzoncine, la presa della Universal sulle orecchie ITALIANE è ancora più ferrea, con 43 titoli ma davanti a Warner (27), mentre Sony è terza (18). E pensate, anche qui ci sono ben 12 titoli su 100 distribuiti da piccole vivacissime realtà eccetera. E con questo, è il momento dei

Pinfloi. The dark side of the moon sta visibilmente declinando verso la parte bassa della classifica: due settimane fa era al n.45, la settimana scorsa al n.46, oggi è al n.47. Inizio a preoccuparmi e anche a sentirmi in colpa, perché nel mese di marzo ha compiuto 51 anni un sacco di volte ma non gli ho mai fatto gli auguri nonostante tutti glieli facessero da tutte le parti. Andrà a finire che per farmi dispetto uscirà (lentamente) dalla classifica. E quando accadrà, cosa farò? Cosa userò per riempire gli spazi vuoti dove noi ci parlavamo? Come riempirò le parti finali? Come completerò il muro?
(…grazie per aver letto fin qui) (a presto)

Una risposta a “Non si esce vivi dagli anni ’10. – TheClassifica 12/2024”

  1. Agghiacciante quanto vero lo scenario descritto, complimenti per la lucidità e la capacità di mostrare i nessi.
    (Da non mettere nel commento) Mi piacerebbe fare due chiacchiere in privato via e-mail o organizzare una conferenza su questi temi, come contattarla?
    [email protected]

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