L’era delle classifiche spotifate sta per finire, e succedono cose strane. Nelle ultime tre settimane, senza motivo apparente, alcuni presunti album che gli adolescenti italiani ascoltavano ossessivamente settanta volte la settimana, sono spariti dalla classifica FIMI senza tante storie come le stelle in quel racconto di Arthur Clarke (un tipo che la gente leggeva nel secolo scorso). È sicuramente del tutto normale che dopo due, tre, quattro, cinque anni l’armata brufolosa si stanchi contemporaneamente dei long seller di Salmo, ThaSupreme, Ernia. Aggiungo anche Oro Blu di Bresh e Salvatore di Paky che sono durati solo un anno e mezzo, ma sono usciti anche loro. Come anche Blu celeste di Blanco (118 settimane). Tutti album che erano stati a
Il numero 1. Nella classifica prenatalizia X2VR ha lasciato la vetta a QVC10. Che bei titoli, come modelli di automobili, come trapani, come caldaie, come pezzi di ricambio. Comunque, per chi si fosse messo solo ora in ascolto: X2VR è il gran gala di Sferoso Famoso, nel quale invita ospiti famosissimi affinché facciano quello che lui non sa fare (e siccome non sa fare veramente niente, ha dovuto invitare tanta gente). QVC10 invece è il mixtape di Gemitaiz – altrettanto pieno di ospiti, tutti rigorosamente bro’: femmine, nemmeno per sbaglio, metti che hanno qualcosa di interessante da dire su questi maschioni virilissimi che fanno brutto da mattina a sera. È il decimo mixtape della sua serie Quello Che Vi Consiglio, QVC per gli amici. Ne ha pubblicati 10 dal 2009 a oggi, ma sapete, non sono considerati realmente album. Ormai non ricordo più perché. So solo che se un mixtape è brutto, noi teste rap ci diciamo con aria sapiente: “Sì va beh, però è un mixtape, bro”. E per questo motivo non è un grosso problema dire che QVC10 è musicalmente presentabile (e anche qualcosa di più), ma i testi sono penosi e imbarazzanti. Magari i 12enni più stupidi possono trovarli fighi e mitici ed epici, ma già i loro coetanei meno tardoni potrebbero trovarli imbarazzanti. E credo che anche tra i 13enni, solo quelli più tonti possano apprezzare robe che Gemitaiz non avrebbe scritto dieci anni fa, quando aveva cose da dire. E sono sicuro che lui stesso sappia che tra i 14enni, solamente quelli molto rimbecilliti dalla droga e felici di esserlo apprezzino tutti i cliché già sentiti mascherati da rapgame che ripete in queste 22 tracce (durata totale: un’ora), nel quale rispetto a 10 anni fa non solo non cambiano i brand (Rolex, Dior, Lambo, Just Cavalli) ma a volte nemmeno i nomi dei calciatori (Totti, Messi, Materazzi). Comunque per tutto il mixtape Gemitaiz si vanta di quanto vende la sua mmmmerda, e quindi chi sono io per dirgli di fare un disco decente visto che con essa va al n.1? Ci era andato (da solo, senza Madman) già tre volte in carriera, ma questa è la prima volta che lo fa con un mixtape invece che un album. E quindi bel colpo per lui, vuol dire che il suo pubblico risponde presente. Poi, siccome pochi degli ospiti si sono sforzati di dire qualcosa, invece di elencare loro cito i prodücers: Mace, AdMa, Yung Snapp, Ombra, Sine, Mixer T, DJ Shocca, DJ 2P, Frenetik&Orang3, Ombra, PK e Il Tre. Alcuni di loro risollevano il disco. Anche se resta un problema tra i
Sedicenti singoli. Perché il 35enne Davide De Luca da Roma in arte Gemitaiz fa il grosso tra i presunti album, ma non piazza nemmeno una traccia nella top 10, dove MoneyLove di Massimo Pericolo feat. Emis Killa regge ANCORA all’attacco in forze di Mariah Carey. Il podio, identico a quello di sette giorni fa, è chiuso da 15piani di Marracash, in teoria ospite di Sferoso Famoso, che in realtà ben si guarda dal disturbare il maestro al lavoro. E di questa accortezza gli rendo merito. Che non si dica che non gli faccio mai complimenti.
Resto della top 10. L’album di Sferoso Famoso slitta al n.2, quello di Renato Zero al n.3. Oltre a Gemitaiz c’è un’altra novità in top 10, ed è Il Concerto di Venditti & DeGregori, che entra al n.8. Il resto delle posizioni privilegiate è occupato da Calcutta (n.4, in rialzo), il Natale 2011 dell’unico straniero, Michael Bublè (n.5), Massimo Pericolo (n.6), Tedua (n.7), Elisa ad Abbey Road (n.9), Salmo & Noyz Narcos (n.10).
Altri argomenti di conversazione. Esce dalla prima diecina Geolier, non un grande smacco per un album uscito 50 settimane fa. Tra i cento album più ascoltati dagli ITALIANI, 46 sono distribuiti da Universal, 27 da Sony, 20 da Warner. C’è una folla di stranieri (3) e di femmine (3) nella top 20 degli album, evidentemente il Natale e la bontà che lo circonda ha convinto gli ITALIANI a dare a queste minoranze una possibilità. Come accennato all’inizio, lo squadrone degli album in classifica da tanti anni si sta assottigliando di colpo, come se i dinosauri si stessero estinguendo. Sono rimasti solo dieci titoli presenti da più di due anni consecutivi in classifica, e sono tutti in discesa (uhm). Li guida Re Mida di Lazza, pubblicato 251 settimane fa, davanti a Fuori dall’Hype dei Pinguini Piacioni (246 settimane consecutive). Evviva per questi dischi meravigliosi che definiscono la nostra epoca. Ultimo argomento di conversazione:
CANZONI SOTTO LA NEVE (seh, come no). In realtà annaspano un po’ tutte tranne le portaerei, All I Want For Christmas, Last Christmas, Happy XMas; perde 3 posizioni la boiata Jingle Bell Rock, escono Springsteen, Elisa, e persino Do They Know It’s Christmas? Unica ITALIANA rimasta, Annalisa. Doppia presenza per Rockin’ around the Christmas Tree, forse per la parola Rockin’, che fa sentire gli ITALIANI irriverenti e giovani. Ma i buoni sentimenti natalizi naturalmente ci portano ai
Pinfloi. Con grossa sorpresa di questa rubrica i Rolling Stones non solo resistono in classifica ma salgono al n.23, mentre i Beatles perdono un pezzo: la raccolta rossa, quella delle canzoni più vecchie di quelle vecchie, esce dalle prime cento posizioni. In compenso, dopo tanto tempo, spinto dal clima di speranza quasi palpabile attorno a noi, rientra The Wall! E va bene, è al n.97, però come non coglierlo come un invito a tuffarsi verso i nostri simili con fiducia e letizia? Nel frattempo, The dark side of the moon sale dal n.25 al n.16, ma noi wallisti non lasceremo che il sereno, pacificato prismone rovini il nostro Natale di paranoia e angoscia, anzi: alla fine, il fatto che la gente lo preferisca non è che un mattone nel muro.
Grazie per aver letto fin qui. A presto.