AMARGINE

I dolori del giovane Mahmood – TheClassifica 8/2024

«Ce l’ho fatta, mamma! Sono in cima al mondo!!!».
(White Heat/La furia umana, 1949)

Mi sento come Bart Simpson. Quando tutti i suoi amici e familiari sono a fare a palle di neve, e lui deve studiare e li guarda triste dalla finestra. Tutti i miei amici e colleghi stanno parlando dei CCCP (lol) featuring Scanzi (lol) a Berlino (lol). E si tirano pareri tutti felici, e fanno pupazzi di pareri e pattinano sui pareri. E io invece sono qui a fare i compiti e a parlare, banalmente, dell’artista che in questo momento è semplicemente

Il numero uno. Ora come ora, la querelle nazionale su chi abbia realmente vinto La Grande Kermesse sembra indicare non GeolierAngelina Mango, bensì la terza via, Mahmood. Che dopo tutto ha cose in comune con entrambi: la street cred della rapperia ma anche la capacità di balletti tiktokkanti del pop urbanissimo. Mahmood è al n.1 delle charts dei sedicenti singoli con la fatidica Tuta Gold, e primo nella classifica dei presunti album con Nei letti degli altri. Che consiste in 30 minuti quasi esatti messi insieme con dieci canzoni, tra le quali il singolo è lo specchietto delle allodole in cui noi allodole ci specchiamo un po’ più che nel suo “album più empatico di sempre”. Perché la hit ballettosissima è tutt’altra cosa rispetto alle altre nove canzoni dolenti e piagnucoline, nelle quali la musica è affidata alla luccicante mosceria di ben dodici prodücerz italiani (detto col SORRISO 🙂), incaricati di rendere “internazionale” tutta questa empatia un po’ straziata del 31enne del Gratosoglio – che saluto con un sorriso 🙂. (ci siete mai stati? Lasciate che ve lo dica, al confronto vivere in Comasina è tipo vivere a Manhattan)

Il bersaglio “internazionale” sembrano i mercati europei e i Gratosogli e le Comasine francesi, tedesche e spagnole – e le carte in regola ci sono anche grazie al patois di Alessandro Mahmoud, che in ogni strofa infila almeno cinque parole in inglese come vermetti che si dimenano su un’esca (“Ti ricorderai dei giorni in tenda, quella moonlight”). I vermolini del resto sono un po’ ovunque, dal gold della tuta ricolma di cellulari (un sogno per un’intera generazione) fino alle gnagnere ereditate dal rap game italiano sul quartiere e la strada e il fumo (…ogni due strofe Mahmood deve uscire a fumare, immagino sia per non far sentire soli i bro e i fra). E ovviamente – sia detto con un SORRISO (eccolo 🙂) – sulla mamma, immancabile: il pantheon dell’hip-hop italiano brulica di mamme di maschi che riscattano infanzie tristi (c’è anche qualche sparuto papà, ma possiamo tutti concordare che suscita meno empatia). Che sia un disco totalmente contemporaneo non c’è dubbio. Ma appunto, è così contemporaneo, né un passo avanti né uno indietro nè uno, ancora più utile, di lato, da non aggiungere niente alla contemporaneità. Come milioni di altri prodotti, ne attesta (sospirando) l’immanenza. Salverei alcune rime (ma per voi Mahmood vorrebbe “le ali di Pegaso” oppure di Icaro, “per essere capito quando cade giù”?) in questo rapidissimo giretto di letto in letto, ma mi spiace dover ammettere che solo quando entra in Paradiso mastro Tedua col suo vigore di rappéro, riesce a spazzare il languido torpore che rischia di inchiodare l’ascoltatore tra le lenzuola gold e i cuscini gold. In ogni caso, il singolo è già di platino, quindi possiamo facilmente immaginare come si intitolerà, tra quattro mesi, la versione deluxe con nove prodottissimi minuti in più.

(…e alè: con questo, pure Mahmood e i suoi estimatori me li sono giocati) (ehi, chissà come mai nessuno mi fa più fare recensioni) (dehehihohu) (ok, passiamo ad altro) (anzi no)

RESTO DELLA TOP 10 (Sedicenti Singoli). La classifica delle canzoncine è più interessante di quella dei presunti album – e il bello è che è interessante perché non succede nulla. Ma proprio nulla – sapete, il Nulla Che Avanza della Storia Infinita? La top ten è la fotocopia di quella della settimana precedente: sono 15 giorni che gli ITALIANI ascoltano, esattamente con la stessa frequenza, Tuta Gold di Mahmood, Ip’meTup’te di Geolier (mi chiedo come abbia fatto con gli hashtag sui social, perché #IpmeTupte sembra swahili), Sinceramente di Annalisa (n.3), La noia di Angelina Mango (n.4), Casa mia di Ghali (n.5), Tu no di Irama (n.6), Un ragazzo una ragazza di The Kolors (n.7), che ritroviamo nello stesso ordine da due settimane. C’è solamente una microvariazione tra il n.8 e il n.10, dove Rose Villain, Alfa e Gazzelle rimescolano le posizioni – ma le dieci canzoni preferite dagli ITALIANI sono sempre quelle. Le prime nove incidentalmente sono anche le prime nove della playlist stabilita da Spotify, solo una non ce la fa ed è Onda Alta di Dargen D’Amico, uscito anche dalla top ten degli album. Chissà se ha detto qualcosa che non va. Deh, mettiamo anche qui un SORRISO antipolemiche. 🙂

ALTRI ARGOMENTI DI CONVERSAZIONE. Continuano a salire i Ricchi e Poveri, al n.14 con Ma non tutta la vita. Lo avreste mai detto? Io, mai nella vita. Su YouTube, il n.1 non è Mahmood ma Annalisa. Peraltro la piattaforma video, da poco entrata nei conteggi su cui si basano le classifiche FIMI, ha riscoperto La rondine di Mango (Pino), e potrebbe persino farla entrare nella propria top 10. Non la pensa così Spotify, dove la canzone, essendo roba da boomer, è uscita dalla top 30. Beh, è un utile argomento per iniziare a osservare le differenze di utenza tra le due piattaforme, e la evidente simpatia della classifica per quella verde della quale due delle major sono comproprietarie. Su, menzionate questa circostanza durante il vostro prossimo aperitivo, invece di parlare sempre di Fedez e Ferragni. (detto col sorriso? Ma ovviamente. Lo vedete? Non ancora? Eccolo 🙂)

Se poi non vi basta, ho un asso nella manica. Un nuovo record che conferma che l’eccellenza della musica ITALIANA viene riconosciuta in tutta Italia.

Non c’è nessuna canzone straniera in top 30.
(nessuna)

La prima a spuntare timidamente in fondo alla top 40 è Beautiful Things di Benson Boone, al n.37.

Non so se voi facevate parte di quelli che tanti anni fa guardavano La Sacra Kermesse perché c’erano I Grandi Ospiti Stranieri, e non potevano fare a meno di notare la differenza tra le nostre melodrammatiche cantilene e la loro musica. Beh, oggi non capita più. Sicuramente il divario tra quello che facciamo NOI (Us…) e quello che fanno LORO (…and Them) è diminuito. Ma Nella Mia Umile Opinione, soprattutto per colpa LORO. Però credo sia una spiegazione parziale. In realtà se non ci fossero i russi (che saluto con un sorriso 🙂) a fomentare il dibattito sulla politica internazionale coi bot e sovvenzionare generosamente giornali e deputati come negli anni di Stalin e Nilla Pizzi, quello che succede fuori dai Sacri Confini di fatto non ci interessa, nemmeno quando li varchiamo per andare in vacanza (perché dopo tutto, non siamo così interessati a farci spremere in alberghi e stabilimenti balneari ITALIANI). E sicuramente non interessa ai discografici, non interessa al pubblico, che anche quando va a fare la spesa viene rassicurato che anche le lattine di birra vengono allevate in pascoli di lattine ITALIANE, dove le lattine vengono trattate con umanità e sono orgogliose di andare a ubriacare bambini ITALIANI.

(no, mamme ITALIANE, non preoccupatevi: i VOSTRI bambini non lo faranno mai, né bere né drogarsi né fare cose antipatiche alle loro amiche che comunque se l’erano cercata)

A margine. La canzone da più tempo in classifica è Come vuoi di Geolier, sedicente singolo entrato in classifica 59 settimane fa, attualmente al n.33. Gli mancano solo 68 settimane per battere il record italiano di sempre: Pastello Bianco dei Pinguini Coccolosi, che venti giorni fa, dopo 126 settimane di permanenza, ha dovuto abbandonare questa valle di risate, vittima dei trenta singoli sanremesi.

RESTO DELLA 10 (Presunti Album). Nei Letti Degli Altri ha debuttato al primo posto nella classifica dei presunti album FIMI, dove Annalisa mantiene il n.2 col suo disco di cinque mesi fa addizionato della hit festivaliera, mentre la playlist Sanremo2024 ha iniziato a scendere (n.3). Rimangono saldi in classifica i boss del rap ITALIANO: Sferoso Famoso al n.4, Geolier al n.5 (con un album uscito 59 settimane fa), Club Dogo (n.8), Tedua (n.9). Fanno capolino due componenti della sterminata griglia di concorrenti della sterminata grigliata di Amadeus: sono Clara con Primo (mi aspetto che musicalmente sia l’opposto di Ultimo) e Alfa il bravo ragazzo che piace alla Generazione Z e ha letto Fromm, Crepet, Platone e Saffo, con il suo disco intitolato Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato.
(oooh!) (cuoricini) <3 <3 <3
Infine al n.10, c’è Vultures 1 di Kanye West e Ty Dolla $ign, che disturba la santa italianità della top 10. 

Altri argomenti di conversazione – stavolta per i presunti album. Esce subito dalla top 10 Loredana Berté, ora al n.18 con il suo album intitolato Ribelle
(chissà a chi allude)
e con lei altri due dei novantanove milioni di concorrenti del Festival: Dargen D’Amico (n.11) ed Emma Maroon (n.14). Escono del tutto dalle prime cento posizioni della classifica gli album del misterioso Maninni, il fruttuoso sodalizio Renga & Nek, Biagio Antonacci e Subsonica (entrambi dopo 5 settimane. Salutate gli anni 90!). E Midnights di Taylor Swift dopo 69 settimane.

Poi vi devo informare che ci sono dieci album, sempre quelli, in classifica da più di due anni, e ce n’è uno che sta per compiere cinque anni di presenza in classifica senza interruzioni: gli manca un mese per eguagliare Playlist di Salmo. Ora come ora occupa il n.33 in classifica, quindi direi che non dovrebbe aver problemi a stabilire un nuovo record. Sto parlando del primo della seguente lista. Ma anche il secondo non scherza.
(tra parentesi, le settimane di presenza)

Re Mida di Lazza (260)
Fuori dall’hype dei Pinguini Carini (255)
Persona di Marracash (225)
After Hours di TheWeeknd (205)
Famoso di Sferoso Famoso (170)
Ahia! dei Pinguini Ciccini (168)
Rockstar di Sferoso Famoso (165)
Taxi Driver di Rkomi (147)
Noi, loro, gli altri di Marracash (118)
Materia (Prisma) di Marco Mengoni (116)

C’è anche un artista non ITALIANO, avete notato? In ogni caso, tutti rigorosamente maschi. Ma del resto chi in Italia riesce ad ascoltare una femmina per cinque anni? Ha fatto fatica pure Fedez. 🙂 Ma a proposito di stranieri, non so se per caso avete notizie dei…

Pinfloi. The dark side of the moon ha un momentaneo calo di pressione, dal n.42 al 55. Dovrebbe prendere quelle pastiglie che si prendono a una certa età. Forse sto dicendo una scemenza, quelle pastiglie servono proprio per far calare la pressione. Beh, ma del resto chi sono io per insegnare le pastiglie ai Pink Floyd. Grazie per aver letto fin qui. A presto.