AMARGINE

Dogopardi alla riscossa. Nel senso del riscuotere. – TheClassifica 3/2024

«Pensando a quello che facciamo con il rap, mi viene spontaneo un paragone. I Dogo secondo me fanno lo stesso lavoro dei cronisti di guerra. Un cronista va nelle zone calde, si guarda intorno, elabora ciò che vede e scrive un pezzo, un reportage. Allo stesso modo noi raccontiamo il nostro mondo, la strada, che è il posto dove siamo cresciuti».
(Jake La Furia, da La Legge del Cane, ADD Editore, 2013)

«Zio, zio! Spiega la vita. Spiega com’è».
(Paolo Conte, Lo Zio, da Appunti di Viaggio, RCA, 1982)

❥ Tutti vogliono vedere i Dogodogodogodogo. Perlomeno, a Milano: 10 (dieci!) date prenotate al Forum di Assago, per un totale di 120mila biglietti. E visto che tutti vogliono toccare i Dogodogodogodogo, hanno aggiunto San Siro. Non sarei nemmeno sorpreso se aggiungessero un’altra data. O altre due.

❥ Un pensiero ad andarci quasi quasi ce lo farei pure io. Se non fosse per questa cosa che le autocelebrazioni dei top seller italiani a San Siro (ma anche, per chi non può, all’Arena di Verona) non sono quasi mai concerti ma somigliano più a spettacoloni alla Carlo Conti con tutti gli amichetti famosi, in cui ognuno invita i suoi Pieraccioni e Panarielli. Forse a Roma succede un po’ meno. Però a Campovolo ho visto Ligabue affiancato da Loredana Bertè e poi da Gazzelle. Perché come sempre, “Tutto è perduto, fuorché l’ospite d’onore” (Marcello Marchesi).

❥ Quello che è certo è che tutti vogliono la foto con i Dogodogodogodogo. Lo dicevano dodici anni fa, nel loro sesto album. Con il quale per la prima volta in carriera andavano al…

NUMERO UNO. Era un mondo pre-streaming. E pre-molte cose. Questa è la classifica di quella settimana del 2012, se volete dare un’occhiata. Sembra cent’anni fa. E lo sono. 😊 Noi siamo il Club è l’unico album rap tra i primi dieci. Oggi si fa fatica a trovare un album che NON sia di rap italiano tra i primi dieci.

❥ In quell’album i featuring erano Datura, Ensi, Il Cile, J.Ax, Giuliano Palma (per P.E.S, ovviamente), Power Francers, Carlo Lucarelli perché i giovani guardavano la tv. Come dicono tutti, il featuring non è più quello di una volta. Nel nuovo album si sono limitati a tre, scelti tra quella che il Corriere della Sera chiamerebbe Royalty. Per le royalties.

❥ C’è Elodie Di Patrizi, che nel 2012 aveva 22 anni e alle spalle una bocciatura da X Factor e una da Amici. Qui canta un pezzo su Milano (il che è abbastanza bizzarro, non so perché. Ma lo scrivo col sorriso 😊).

❥ C’è l’ex di Elodie, Marracash, a festeggiare 20 anni di frequentazione della Dogo Gang. Come nel featuring sull’album di Sferoso Famoso, ha portato la traccia al n.1 dei singoli. Marra Rizzo in questo periodo è come Sean Connery nella fase in cui fa l’attore non protagonista sapendo che appena entra in scena tutti smettono di guardare gli altri, fossero pure Harrison Ford o Wesley Snipes, Kevin Costner o Cristopher Lambert.

❥ E per finire, immancabile, il vecchio pibe de oro di Spotify, Sferoso Famoso, che da un anno ci parla solo di bro, droga e pistoline – e d’accordo, sarà anche quello che gli dice il suo management per continuare a restare nel cuore dei bambini, ma a me fa l’effetto di un Jovanotti improvvisamente convertitosi al true crime.

❥ Il nuovo prodotto dei Dogo dura meno di 35 minuti. Non è molto. Lo allungheranno a un’ora nella versione DeLuxe, ovviamente. È il RAP GAME italiano, e molte delle regole le hanno fissate loro, ancora prima che lo chiamassimo tutti rap GAME. Il che rende abbastanza buffo il fatto che un leit-motiv ricorrente sia lo svilimento del rap contemporaneo. Ma d’altro canto, lo ribadiscono nei loro ultimi album anche Gemitaiz e Salmo e Noyz Narcos. Invero, nessuno di loro sembra particolarmente alternativo, se mi permettete questo modo di esprimersi grottesco. Visto con un piede fuori dalla porta, è come sentire Bob Seger che rivoleva l’Old Time Rock’n’Roll nel 1978. Canzone che in realtà conosco grazie a Tom Cruise in Risky Business, e così spero di voi. 😊 Ma hanno forse nostalgia di qualcosa, i tre Amigos?

❥ Nah. Non funziona così. I Dogo per primi ci hanno insegnato che o si fa i soldi o si muore, Euros o Thanatos (una delle rime più spettacolari degli anni Dieci. Nella Mia Umile Opinione). E ancor oggi insistono che la priorità è “fare i Milly”. È uno dei tanti loro insegnamenti che hanno fatto scuola. Insieme a un’idea di gangster glamour che in Italia proprio non esisteva. Il cinismo, le risate alle proprie battute (anche quelle scarse, tipo le risate finte delle serie tv). Tutto questo c’è ancora. Tutto questo, quando è cominciato? Minchia, boh. 😊

❥ I Dogo (tenetevi forte, ora) non sono più quelli di Mi Fist.

❥ I Dogo (non tenetevi particolarmente forte, ora) sono sempre quelli che non sono più quelli di Mi Fist.

❥ Qualcosa è cambiato in questi 12 anni, ma non molto. Perlomeno non in questa reunion – nei dischi solisti, già di più. Ma qui andava messa un po’ per forza di cose l’ostentazione di una saggezza disillusa da zii vissuti – o da vecchi fra’ (questo è un rilievo filologico: nel 2012 non ci si chiamava ancora bro’). Ma la sensazione è che sia messa al servizio del GAME – che sempre e comunque, come ogni videogioco del Nerdistan, ti premia se fai le mosse che devi fare. Tutti gli ingredienti sono accuratamente presenti e bilanciati. Le lezioni di vita, la rivendicazione del proprio status di pezzi da novanta, la tessera di Amici della Strada (la Fidaty del rap), le citazioni da film, da altre canzoni (Don Joe addirittura riprende i Supertramp, in un’apoteosi di boomerismo chiaramente orgoglioso), da libri (ohibò). È un bizzarro mix di imprevedibilità prevedibilissimo: a intervalli regolari arrivano fiammate, frecciate, pacche sulla spalla, a volte anche sorrisi bonari. E tutto strappa una complice approvazione. Siamo stati sorpresi esattamente come ci aspettavamo. Un gioco di prestigio magari un po’ artefatto, che ricorda un po’ un film per l’appunto: un giocattolone compiaciuto e pacchiano intitolato Now you see me – significativamente tradotto in Italia col titolo I maghi del crimine. Prestigiatori ipercool che performano un abile e sollazzevole dispiego di illusionismo per gente cui viene ripetuto di non illudersi. E sapendo che non c’è molto di meglio in giro, noi si ottempera. Sempre con un sorriso. Eccolo: 😊

RESTO DELLA TOP 10. È stata una settimana stranamente ricca di uscite, con quattro nuove entrate in top ten: il venerabile terzetto milanese, poi Biagiantonacci n.3 – alle spalle di Sferoso Famoso, del quale è un po’ l’erede. Podio completamente milanese, avete notato? Poi non venite a raccontarmi che l’Italia odia Milano perché fa le cose milanesi, eccetera. C’è del madonninismo anche al n.4 con il n.1 della settimana scorsa, Simba La Rue, seguito dal nuovo Realtà aumentata dei Subsonica (n.5). Al n.6 c’è Tedua col suo album della primavera scorsa, al n.7 si infila l’unico straniero: 21Savage, caraibico britannico cresciuto ad Atlanta. Per concludere questa diecina fieramente maschia, al n.8 c’è Gemitaiz, al n.9 Calcutta, al n.10 Geolier. Quanta urbanità, vero? E dire che una volta qui era tutta via Emilia e West.

SEDICENTI SINGOLI. I Club Dogo oltre al n.1 della classifica dei presunti album si prendono il n.1 della classifica dei cosi tondi col buco (cd/vinili), e il n.1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 di quella dei sedicenti singoli. I Dogui lasciano per strada solo gli ultimi due posti della top 10 dei singoli (a reggere all’urto sono stati Mida con Rossofuoco, n.9, e MoneyLove di Massimo Pericolo feat. Emis Killa, n.10). Vi starete chiedendo qual è il featuring che ha fatto la differenza sul podio – e anche stavolta è quello con Marracash per Nato Per Questo, che va al n.1 davanti a Milly, che ospita Sferoso Famoso; al n.3 si è piazzata la prima traccia, C’era una volta in Italia, che non ospita ospiti. Fun Fact!: Le uniche 3 tracce dei Club Dogo che non sono entrate in top 10 sono anche le ultime tre dell’album. Il che ci dice che noi giovani dopo 25 minuti ci annoiamo di qualunque cosa – ragion per cui passiamo, sorridendo, 😊 ad altro.

ALTRI ARGOMENTI DI CONVERSAZIONE. È uscito dalla classifica dei presunti album dopo 18 settimane Guts di Olivia Rodrigo. È tuttora in top 20 in USA. Da noi, due settimane in top 10 quando è uscito (a settembre) ma nemmeno un piccolo disco d’oro. Va beh, è straniera e pure femmina, che vuole da noi. Potrebbe essere l’ultima volta vista la posizione nella classifica dei sedicenti singoli (n.97) ma anche questa settimana Pastello bianco dei Pinguini Ciccini batte il proprio record di permanenza in classifica: 124 settimane, mai visto prima d’ora in Italia. Siccome temo che non la sapreste cantare attorno al fuoco, vi ricordo l’incipit: “E se m’hai visto piangere sappi che era un’illusione ottica, stavo solo togliendo il mare dai miei occhi. Perché ogni tanto per andare avanti sai, avanti sai, bisogna lasciar perdere i vecchi ricordi”.
Eventualmente, potete aiutarvi col cuscino che vi ricorda di lasciar perdere i vecchi ricordi. O con la t-shirt che vi ricorda di lasciarli perdere. O la bag in cui mettere, con un sorriso 😊 i nuovi ricordi.

A proposito di tempo. Il contingente degli album con oltre due anni di militanza continuata nella classifica degli album si è bruscamente ridotto a dieci titoli, dopo aver sfiorato i 20 nel 2023. Tutto è iniziato, curiosamente, quando è stata annunciato l’ingresso di YouTube nel computo dei computi. Chissà se tutto questo ha indotto le altre piattaforme a svecchiare le playlist. Non so, sono ipotesi oziose, tanto quelli a noi non vengono a dire niente. Comunque, buon per me che ci metto meno a elencarli. Vicini ai cinque anni – e al record di Playlist di Salmo – ci sono Re Mida di Lazza (n.44 in classifica) e Fuori dall’Hype dei Pinguini Piacioni (n.34). Non capisco perché non abbiano ancora fatto documentari su queste pietre miliari della musica.
Ve li ho messi in ordine di anzianità, guardate che bello. Due sono di Marra, due dei Pinguini, due di Sferoso. Notare che nove su dieci sono nella metà alta della top 100.

PINFLOI. The Dark Side Of The Moon è al n.5 della classifica dei cosi rotondi (dietro a Club Dogo, Biagiantonacci, Subsonica e Gemitaiz) e al n.28 di quella generale. Approfitto della loro ospitalità per notare che è rientrato in classifica I/O di Peter Gabriel, al n.59. Era rimasto in classifica cinque settimane – in sostanza, solo il mese di dicembre. Ammetto di non aver avvertito un particolare desiderio di sentirlo, nemmeno per rispetto. Però non sapevo che ci fosse dentro così tanto Brianìno. Nessuno me ne ha parlato. Ne deduco che rientri tra i circa ottomila album che i seguaci del supremo magogenio cercheranno di cancellare dalla Storia tra i circa sedicimila che lo coinvolgono. Cosa che lo rende interessante – vado a sentirlo. 😊 Forse vi saprò dire. Nel frattempo, grazie per aver letto fin qui. A presto.