AMARGINE

TheClassifica 71. Mainstream, posto che esista (feat. Clementino)

Ehi. Bentornati. State bene? Dai, forse finalmente abbiamo superato tutto quello che c’era da superare, l’Expo è iniziata, l’estate è qui, insomma anche tutto il virale e tutto il definitivo e tutti i diversi pareri che ci aspettano saranno più light, no? Insomma, c’è Clementino al n.1, con Miracolo!. Potremmo prenderlo come un segnale.
Ma voi sapete chi è Clementino? Vi interessa? Non vi interessa perché è local? Che è una cosa che presumibilmente sapete: è napoletano e il suo flow scivola nel dialetto due volte su tre.

Ma questo non è così interessante. La cosa interessante è da dove viene, e dove vuole andare. E ancora più interessante è la risposta del pubblico. Per provare a capire, l’ho portato qui. Non il pubblico: Clementino.

Ciao Clem, come stai?
Ciao, eccomi, sono Clemente Maccaro, sono nato a Nola come Giordano Bruno e sono il rapper meno cattivo che c’è in Italia.
Effettivamente non hai l’aria ostile.
Vabbuò, vengo da 13 anni da animatore turistico nei villaggi, mi vestivo da Pokemon e mi facevo picchiare dai bambini, ho fatto teatro, provini per fiction e anche la comparsa, sono colonizzatissimo. E ho un carattere vivace, che mi accompagna sul palco. Dici che non posso fare rap?
No, però hai fatto un disco molto easy. Anche se in realtà hai fatto due dischi. La versione deluxe di Miracolo! contiene il cd con il rap tosto, con tutti i featuring e le tematiche da strada. Però quella normale no, è piena di Giamaica, ragamuffin, rocksteady, fumo, canzoni d’amore. C’è pure Alessandro Siani.
Il primo cd secondo me può sentirlo pure mio padre, ci sono i pezzi più radiofonici, più mainstream. il cd 2 ha dentro tutti i featuring, con tutti i pezzi grossi dell’hip-hop. Chi manca? Toh, ecco, Caparezza.
Manca anche Fedez.
Ah, davvero? (espressione sagace)
Ma quindi l’idea è essere sia hip-hop che mainstream?
Guarda, io facevo tutti i centri sociali d’Italia, dicevo no al mainstream. Ma non siamo cambiati noi, è cambiato il pubblico. È chiaro che pure i ragionamenti sono cambiati. Però quello che dicevo in ‘O vient era underground, parlava di migrazioni, di come partn e bastiment’. Ed è andato in classifica. Ora mi è venuta da fare Luna che è una canzone d’amore, cosa devo fare, non la faccio? È commerciale, non è commerciale, può darsi, io mi sento come un attore che fa teatro, un Gigi Proietti, che va a fare la serie tv perché ha bisogno di farsi vedere da tutti. Io mi sono scocciato di farmi vedere solo nei centri sociali solo da chi fa freestyle, io voglio che mi senta anche mio zio per radio, che mi vedano a Pechino Express con mio fratello, va benissimo, se viene fuori come sono davvero. Il vero miracolo è entrare nella mente delle persone con la musica, senza barriere tra mainstream e underground. E allo stesso modo, a Napoli fanno sia Gomorra che Un posto al sole – se c’è qualcuno che si aspetta che la realtà sia solo come una delle due si sbaglia di grosso. C’è qualcosa di tutte e due, e tanto altro. Napoli è una, ma è…
Mille colori.
…è tante cose. Allo stesso modo, l’hip-hop è uno, ma è tante cose. Alla fine, un pezzo o è bello o è brutto.

…Okay, grazie, Clem. Ora devo pontificare.

Dunque. Stavo parlando della risposta del pubblico, ricordate? Si è verificato un fatto un po’ increscioso con Clementino. Ha fatto un singolo, Luna, che prendeva le mosse da Kalimba de luna di Toni Esposito. Testo romantico. Commerciale, secondo il senso comune. Beh, non è entrato nella top 50. Su Spotify ha 100mila visualizzazioni, su YouTube un milione. Meno de Lo strano caso di Iena White (il vecchio soprannome di Clementino), il brano di hip-hop più ortodosso nel già citato bagno di easytudine del cd1. Il video di Luna aveva il mare e la sabbia. Il video de Lo strano caso mostra Clementino che gira per le strade con una mazza da baseball.
‘O vient, di visualizzazioni ne ha 12 milioni.

Dove voglio arrivare? Forse, al fatto che zio, la strada per arrivare allo zio è complicata. Diventare il Jovanotti di Napoli, o il Fiorello del rap (lo dico solo, banalmente, per la faccenda dell’animatore turistico) è una buona idea, ma essere trasversali oggi non è così facile come sembra. E forse, paradossalmente, era meglio rimanere un po’ più saldamente sulla strada. Non lo dico in senso di rimprovero, non ho preferenze per una versione impegnata, o Gomorrista, non sia mai. Sto parlando solo della prima apparente reazione del gentile uditorio. Poi boh, magari in effetti passare su Rtl 102.5 è così essenziale, che io guardo il dito, ma dovrei guardare Luna, e il suo anelito a un diverso posizionamento, anche a costo di perdere credibilità “da strada”.
Ma certo, per quanto riguarda il concetto di “commerciale”, beh, direi che la conclusione è una. Non esiste più quel bel commercio di una volta.

(“Mi piace la ritrovata sobrietà di questa rubrica: subito sulla musica, bando alle svolazzate pindariche, alle bizzarre smanie per dimostrare che il n.1 in classifica rispecchia il momento del Paese” “Mi fa piacere, sai che tengo il tuo parere in considerazione pantagruelica”)

Clementino, dicevo, cerca il grande centro – come Renzi.

(“…Lo sapevo. Ritiro tutto quello che ho detto” “LOL. L’ho scritto apposta, dai” “Quindi non lo pensi?” “Beh, un po’ sì. E’ difficile, difficile, difficile capire dove si trova questo famoso mainstream” “Ma esisterà davvero?” “Questa è una buona domanda” “Ah, se vuoi te la rifaccio” “Tanto non rispondo” “Come sarebbe a dire? Allora che ci stai a fare?” “A rilanciare la domanda. Rilancio, condivido, ritwitto. Ritwittare è meglio che fottere” “Ma cosa fai, i giochini verbali anche tu?” “Non divagare. Rilancio la tua domanda. Esiste davvero, il mainstream? O è la Grande Illusione? Come il Miracolo Italiano? Miracolo!” “Ecco che pindareggi. E io che ci ero cascato” “Mai fidarsi” “Sante parole” “Tanto non rispondi, hai detto” “Funziona così. È la modernità” “Arieccola. Va beh, allora torniamo alla classifica. Come va avanti, chi c’è al numero due?”)

Al numero 2, c’è MiticoLiga, con Giro del mondo, l’ennesimo album live. Pochi giorni fa è stato ufficialmente annunciato che il 19 settembre MiticoLiga tornerà a festeggiare se stesso e i suoi mitici fan a Campovolo. Presumo ne verrà ricavato un ulteriore live. Almeno in dvd. È una progressione, un canone, un sogno di infinito: Gödel, Escher, Bach, un’eterna ghirlanda brillante.

In una altrettanto brillante mobilitazione mainstream

(lo so, di nuovo quella parola) (…esiste davvero?)

dopo MiticoLiga troviamo Jovanotti, Antonello Venditti, Il Volo, e il live di Fabi Silvestri Gazzé – che debutta al n.6, facendo meglio di The magic whip dei redivivi Blur.

(questa è la faccia con cui mi sento di commentare il fatto che un live di Fabi Silvestri Gazzé venda come e più di un album dei redivivi Blur)
(unici stranieri in top 10 comunque)

Completano la top 10 J-Ax, TZN Ferro e Marco Mengoni. Che bello trovare sempre i soliti nomi, come dei vecchi amici al pub.
Siccome è un mese che non TheClassifico più la classifica e mi manca un po’ il passo, PASSO direttamente alle rubrichine finali. Pinfloi, i cari estinti, eccetera.

Altrove. In Usa, la sudista Zac Brown Band dà il cambio ai sudisti Alabama Shakes al n.1. Nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, al n.1 i Mumford & Sons, sudisti di Londra (da noi, n.68). Al n.1 in Germania, il rapper Weekend. Le basi dell’hip-hop tedesco, se non le conoscete, sono esattamente come ve le aspettate: molto più sintetiche e popmelodiche delle nostre americanate. Al n.1 in Francia, il vecchio Francis Cabrel, il Bennato francese (in realtà più per lo stile che per le parole, un po’ più degregoriane volendo. La generazione comunque è quella). Al n.1 in Ungheria, i brizzolati metallari Ossian con Lélekerő spodestano i Blur. Ho sempre un debole, per le charts ungheresi.

Pinfloi. The endless river n.38 (e ho la sensazione che siano solo vinili), The Wall n.78, The dark side of the moon addirittura n.100. Tenete conto che è stata la settimana del 1 maggio, dei cortei NoExpo, pioveva, insomma, The wall davanti riflette palesemente siffatto contesto.

Miglior vita. Solo sei album di artisti deceduti o gruppi facenti capo a un artista deceduto. Solo UN album di Pino Daniele nella top 100. In compenso al n.1 c’è Clementino, nel cui disco c’è Da che parte stai, un pezzo con Pino Daniele. Bingo.