AMARGINE

Polemistan 5 – Le migliori polemiche del settembre 2017

Che invidia. Con tutto l’impegno che ci mettiamo noi musichieri, ma anche i vicini di stamberga dell’editoria, della cultura, e persino i rettiliani Netflixiani, ecco che la polemica più bella di settembre l’hanno avuta gli estinguendi per eccellenza: i cinefili. E questo grazie al Mullah dei critici, Goffredo Fofi, che mulinando il suo mazzafrusto si è scagliato contro il nuovo album di Hans Zimmer, Dunkirk (quello accompagnato da un videoclip di Chris Nolan di un’ora e tre quarti) e i suoi apprezzatori:
“Gli pseudocritici del web, vittime consenzienti della stupidità programmata dai poteri (web = ragnatela, in cui il capitale contemporaneo cattura e divora o, al meglio, castra i moscerini che siamo) ma la perdita di senso dell’esperienza, e in questo caso dell’esperienza estetica e prima ancora morale, va combattuta con tutte le (poche) armi che si hanno a disposizione”.
Michele Silenzi, sul Foglio, ama tutto quello che odia Fofi, da Dunkirk a La la land, e sdegna: “La recensione di Fofi svela l’ideologia in cui sguazza certa cultura”.
(quando leggo “certa cultura” penso che sia mancato il coraggio di scrivere “certa sinistra” – però lo scopo è farli sembrare sinonimi, non è vero?)
È una bellissima polemica da Armageddon critica, un po’ come se Castaldo (…perché Bertoncelli è gran faina e non lo farebbe mai anche se lo pensa) indirizzasse i suoi strali verso le recensioni delle mie consimili vittime consenzienti – io a dire il vero mi sento parte di un sottoinsieme: non sono vittima consenziente, sono vittima tonta. Se ho dato il consenso a qualcosa qui è perché ho firmato da qualche parte dove c’erano le crocette tipo i contratti da sedici pagine delle banche – “Ne metta una qui, e una qui, e una qui, e un’altra qui, un’altra e poi ancora due e poi un’altra e abbiamo finito”. Però mi scuote un brivido a quelle parole: “La perdita di senso dell’esperienza estetica e prima ancora morale va combattuta con tutte le armi a disposizione”. Perciò ECCOMI, Goffredo, a prendere indefessa posizione sulle polemiche musicali del mese. E al primo posto, ci sono senz’altro
1. I Rolling Stones a Lucca: è polemica – n.1 (High tide and green grass): sono vecchi.
Ah, davvero.
Wow. C’è gente attenta, in giro.
Okay.
2. I Rolling Stones a Lucca: è polemica – n.2 (Through the past, darkly): suonano male.
Questo è già più interessante. Ma anche qui: vi accorgete NEL 2017 che Keith Richards va per conto suo perché lui è lui? Lo fa dal tour del 1982, e quel sant’uomo di Ron Wood diventa scemo a mettere toppe. E comunque: la sua compiaciuta debosceria non è uno degli aspetti per cui smaniate per lui e avete comprato la sua autobiografia? E dai, su.
3. I Rolling Stones a Lucca: è polemica – n.3 (Jump back): pagare 115 euro per vedere DEGLI ALBERI.
(non nel senso delle vecchie quercie sul palco) (proprio alberi, alberi infiniti e lucchesi, tra palco e realtà)
In un’intervista un po’ incauta al Tirreno, Mimmo D’Alessandro ha spiegato che per vedere meglio bastava pagare di più. «Era un concerto rock, non una prima alla Scala. Forse chi si lamenta non è mai stato a un evento di questo tipo. Chi è appassionato di questi eventi arriva prima per prendere i posti migliori e non si sposta neppure se l’ammazzi. Ad andare in bagno non ci pensa proprio. Se uno non è abituato può starsene a casa e guardare l’evento su Youtube». Francesco Prisco, sul Sole 24 Ore, pare solidale e stigmatizza il tipico esposto del Codacons: “Ci sarebbe da dire che in tanti anni che seguiamo concerti, tantissime volte ci è capitato di non vedere il palco”, si vanta.
(e qui potrei rievocare Fofi e la faccenda della perdita di senso dell’esperienza).
Però a me questa idea di concerto come momento feroce di selezione darwiniana piace molto, penso sia un aggiornamento importante delle teorie Debordiane sulla Società dello Spettacolo: lo show non vi deve PIACERE (pah!): oscuro è il Suo disegno e misteriose sono le Sue vie.
Ma a proposito di show ed epifanie,
4. Il tour di Jovanotti si ferma ad Acireale e non a Eboli, rovinando un titolo che da solo avrebbe dato fama e ricchezza a milioni di titolisti. Il punto è che fa tipo novanta concerti al nord, dieci al centro, e poi una scorribanda lontano dall’Italia: Zurigo, Vienna, Acireale. Al sud mancano gli spazi, sarebbe la giustificazione. Dato che fa 10 concerti per 12mila persone a sera a Milano e otto a Firenze per 7800 persone a sera, potrebbe trovare un posto da 4000 persone a Bari (che c’è) e stare lì un mese. Oppure un posto da 100 persone a Manfredonia e starci 120 giorni. Oppure fare delle performance romantiche a Gallipoli, 6mila concerti per coppie innamorate col solo repertorio amoroso, i numerosi singoli in cui esaurisce petrarchescamente il concetto di “aaohaaohaahh”.
5. Non ho rinvenuto alcuna polemica sui Macchianera Awards (MIA17). Qualcosa non va.
6. Il 18 settembre l’Istituto Comprensivo Pirandello di Taranto ha ospitato la cerimonia di apertura dell’anno scolastico alla presenza di Sergio Mattarella (è il Presidente della Repubblica). C’erano Ermal Meta e Michele Bravi (dite anche voi con me: “Quando andavo a scuola io queste cose non succedevano”) e c’era un balletto di bimbi sulle note di Despacito, e soprattutto sulle parole di Despacito: “Fammi oltrepassare le tue aree di pericolo fino a farti urlare”. Ma considerando che non c’è tormentone estivo gradito ai bambini che sia privo di momenti birichini, dalle “ragazze col grilletto facile” dei due Comunisticolrolex al “Diplomiamoci in hangover!” di Baby K, e che davanti al Presidente cantare Pamplona (“In Italia non funziona un cazzo!”) sarebbe stato poco meglio del labirinto logico inespugnabile de L’esercito del selfie (“Mi manchi nella lista delle cose che non ho”): tutto sommato hanno scelto il male minore.
7. Liam dice che Noel negli Oasis è stato poco più che un suo utile assistente. Sì, è stato bello commentare perché non c’era niente di più sanguoso – ma già sapendo che non è una polemica: è Liam.
8. Tiziano Ferro pubblica la foto di una scritta su un muro con un verso di una sua canzone. “Il fatto che qualcuno scelga una mia frase per urlare il proprio amore su un muro mi commuove sempre. Per un attimo mi sembra quasi che i social network non abbiano rovinato tutto”. La pagina Facebook RomaFaSchifo lo smentisce più rapidamente che può, pubblicando lo scatto e gridando a Ferro: “Maledetto!” per il deturpamento. La gente si accoda sacristando perché giustifica l’imbrattamento dei muri. TZN rimuove la foto, si scusa, poi gli torna la melanconia per la tirannia dei social. “Io non ho il carattere per fare questa cosa, e vi dirò di più: quando ho scelto di fare questo lavoro non mi hanno detto che sarebbe andata così. Non ho firmato per questo. Non ho la tempra per potermi confrontare con le opinioni di tutti, tutti i giorni”.
Titti, tieni duro ancora un po’, sono gli ultimi anni in cui serviranno delle popstar: i prossimi anni saranno degli YouTubers, però non quelli lobotomizzati di oggi – no, verranno scelti direttamente dai partiti, e i partiti verranno scelti dall’ALGORITMO.
9. Lady Gaga a Madonna. “Io l’ho sempre ammirata qualunque cosa dica di me, ma se non le vado a genio me lo dica in faccia, e non dalla tv”.
(…un momento. Non è la stessa cosa?)
Comunque, “Io sono italiana e sono di New York, quindi, cioè, se ho un problema con qualcuno, io te lo dico in faccia”, conclude con il più classico dei “So’ sincera” tronistici. Beninteso Madonna sarebbe italiana anche lei, però di Detroit, è tipo Roma vs Torino, e a schiettezza si sa chi vince, ché a Detroit sono falsi e cortesi.
10. E per finire: Baglioni! Non solo direttore artistico! Ma anche CONDUTTORE di Sanremo 2018!
Ebbene, io ho solo una cosa da dire in proposito, una sola e definitiva,
e vigliacco se me la ricordo.

3 Risposte a “Polemistan 5 – Le migliori polemiche del settembre 2017”

  1. Salve signor Madeddu, sono forse uno dei pochi cui tanti anni fa acquisto’ il libro 24.000 dischi e di cui ne posseggo ancora tale volume. Scopro per caso il suo sito e finalmente dopo tanti anni posso esprimerle la mia piu’ totale ammirazione per il suo coraggio nel recensire i dischi che riguardano la sezione italiana.Ma come cazzarola ha fatto ? Solo una persona con coraggio infinito puo’ ascoltare tutta la discografia di Gianni Morandi o i Nomadi per poi recensirla., questi, ovviamente sono soltanto alcuni nomi-esempi, e’ puro sadismo ascoltare e recensire gran parte della discografia italiana, mamma santa, e’ come assistere ad una autopsia di un proprio familiare. E poi perche’ delle recensioni di Tommaso Iannini in quel libro non si capisce una mazza ? Perche’ Cesare Rissi ( si, si chiama Rizzi ma adoro pronunciarlo alla bolognese ) usava in continuazione i termini “arguto” e “testo base” ., “testo base” e “arguto” ? Sa che il Giardiniere di Fabi e’ un po’ la copia spudorata di Cow degli Sparklehorse ? In non-trepidante attesa di una sua risposta le porgo i miei saluti. Saluti.

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