AMARGINE

Sanremo: interessi di conflitto

Facciamola breve, perché non sono qui per difendere Claudio Baglioni, né per difendere RaiUno*, né Sony o Friends&Partners, né soprattutto per difendere Sanremo, che deploro e depreco.

Facendola breve,

1) La prima accusa rivolta a Baglioni è che, nel fare la lunga lista di troppi nomi per il Festival 2019, abbia favorito Friends & Partners. Questa, per farla definire a qualcun altro, è descritta da Rockol come “l’agenzia leader nella promozione delle attività dal vivo degli artisti italiani”. Lo è davvero? Prendendo i nomi italiani e confrontandoli con quelli del suo principale competitor, LiveNation, non esiste paragone (minuscolo). Però proviamo a farlo, questo confronto. NB: manca un elenco ufficiale, quindi mi scuso per eventuali errori o rapporti terminati. Accolgo volentieri correzioni. Nel frattempo accludo questi elenchi a titolo indicativo perché secondo me, qualcosa indicano.

LiveNation:
Vasco Rossi, Tiziano Ferro, Negramaro, Cesare Cremonini, Marco Mengoni.
F&P:
Laura Pausini, Ligabue, Il Volo, Elisa, Renato Zero, Zucchero, Biagio Antonacci, Emma Marrone, Gianni Morandi, Alessandra Amoroso, Claudio Baglioni, Francesco De Gregori, Francesco Renga, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Mario Biondi, Luca Carboni, Modà, Pooh, Fiorella Mannoia, Elio e le Storie Tese, Giusy Ferreri, Paola Turci, Nek, Achille Lauro, Nino D’Angelo.

La conclusione che mi sento di tirare: non è facile oggi fare un festival della canzone italiana senza incappare in Friends&Partners. Non è una cosa che possa farci piacere. Ma ora come ora è così.

Punto 2.

2) Baglioni è altresì accusato di aver portato troppi artisti legati alla sua stessa casa discografica, la Sony. Questo il conteggio:

Indipendenti: 8
Sony: 7
Warner: 5
Universal: 4

Se confrontiamo gli artisti italiani sotto contratto o distribuiti da Sony con quelli legati ai suoi due competitor, Universal e Warner, il paragone (minuscolo) è ammissibile. Ovvio che anche in questo caso sto per sottoporvi degli elenchi (e anche in questo caso sicuramente incompleti, in quanto ricavati rapidamente dai rispettivi siti internet – del resto mica mi manderebbero i loro roster). Anche qui uno degli elenchi sembra un bel po’ più lungo. Così a occhio.

UNIVERSAL: CarlBrave, ErosRamazzotti, DarkPoloGang, Max Gazzé, CesareCremonini, NoyzNarcos, FrancescoGuccini, Elisa, FabriFibra, Marracash, CarmenConsoli, Niccolò Fabi, Zucchero, Negrita, GionnyScandal, Michele Bravi, Caparezza, SferaEbbasta, PaoloConte, Rovazzi, VascoRossi, EmmaMarrone, SideBaby, Madman, GuéPequeno, Jovanotti, VegasJones, Luché, LoStatoSociale, TizianoFerro.
WARNER: Irama, LoredanaBerté, Ligabue, Annalisa, CapoPlaza, CristinaD’Avena, Shade, Mr.Rain, Benji&Fede, LauraPausini, PaolaTurci, FredDePalma, Thomas, MaxPezzali, EmmaMuscat, Ensi, VinicioCapossela, Nek, Baustelle.
SONY: Giorgia, Fedez, FiorellaMannoia, BabyK, GiusyFerreri, MarcoMengoni, Anastasio, Biondo, Subsonica, Maneskin, AlessandraAmoroso, Tiromancino, EnricoNigiotti, UrbanStrangers, Riki, AchilleLauro, LucaCarboni, DearJack, Briga, LorenzoFragola, MarioBiondi, Tedua, FabrizioMoro, ErmalMeta, Einar, LucaBarbarossa, OrnellaVanoni, Noemi, EnzoAvitabile, FrancescaMichielin, Nitro, LorenzoLicitra, GianniMorandi, SergioSylvestre, GiannaNannini, FrancescoRenga, Laioung, Lazza, Decibel, ChiaraGaliazzo, GigiD’Alessio, Samuel, Litfiba, Dente, FrancescoDeGregori, J-Ax, Calcutta, BiagioAntonacci, Salmo

Di nuovo: accolgo volentieri correzioni.
Ma per quante imprecisioni possano avere questi elenchi, credo che possiate anche voi giungere alla medesima conclusione del punto 1).
Ovvero: non è facile fare un cavolo di festival del cavolo della canzone italiana del cavolo, senza impicciarsi con Sony.

Quello che penso io? Nella Mia Umile Opinione se Baglioni fosse uno squalo (e non so se lo sia) (ma l’eventualità mi interessa quasi quanto mi interessa sapere chi vincerà Sanremo) anche notando come Sony sembri avere più italiani delle altre due, poteva essere più furbo e democristiano. Perché là fuori è pieno di iene, di roba che Striscia, e altre creature schifose. Alcune delle quali, per mancanza di termini migliori, definiremo giornalisti. Comunque, se proprio – per qualche motivo che sono troppo radical-chic per indagare – avete a cuore quella interminabile farsetta cantata, tenetevi buona quella quota-indipendenti.

Grazie per l’attenzione.

* Non scrivo “Rai” ma proprio “RaiUno”, perché pare di capire che sia in corso un attacco dall’interno della stessa Rai.