È qualche ora della notte in qualche posto nel Forum di Assago e sto ballando una qualche musica dance per fighetti che vivono la loro fighettitudine in maniera quasi dolorosa (…perlomeno spero). Potrebbe essere Dimitri from Paris, una di quelle robe tese a rappresentare una leggerezza piena di gusto che 9 volte su 10 risultano, in ogni tempo, di una tristezza pesante come la comare dei Soliti Ignoti. Però ballo lo stesso! Perché altrimenti vorrebbe dire che non mi sto divertendo. Nel modo più assoluto, non ricordo più con chi sto ballando – ma ricordo invece molto bene che a un certo punto mi rendo conto che dietro di me ci sono Oliver Bierhoff e Jens Lehmann. Tedeschi, rispettivamente centravanti e portiere del Milan. A un certo punto Bierhoff, uno di quei ragazzi tedeschi gentili e intelligenti davanti ai quali noi italiani non sappiamo bene cosa dire, dice (gentilmente) due robe nell’orecchio a Lehmann e gentilmente si allontana con la moglie o fidanzata bonona.
Lehmann, a Milano da poco, in pochi giorni perderà (se non lo ha già perso in quella settimana) (non chiedetemi troppo) il posto da titolare per far posto a un energumeno psicopatico, che oggi probabilmente è in gattabuia. Questi a sua volta perderà il posto da titolare poche settimane dopo per far posto a un giovane nostalgico di Mussolini. Che aiuterà il Milan a vincere un campionato insperato. Jens Lehmann, in tutto questo vortice di destini, rimane lì a ballare da solo, tutto elegante e malinconico, con una bottiglia di birra in mano e una specie di ghirlanda colorata intorno al collo.
Tuttora quell’immagine, per qualche motivo, mi tormenta.
Per i non calciofili: Lehmann come portiere era più dotato di Sebastiano Rossi e Christian Abbiati che gli portarono via il posto, e ha avuto una notevole carriera. È stato portiere della Germania, ha vinto un campionato tedesco col Borussia Dortmund, un campionato inglese con l’Arsenal, e quell’anno avrebbe vinto col Milan, seduto in panchina. Aggiungiamo anche una coppa Uefa con lo Schalke 04 parando rigori ai giocatori dell’Inter in finale.
E tuttavia, ho questa immagine di questo prestante ragazzone completamente fuori posto e spaesato. In teoria era tutto perfetto: un calciatore giovane e bello, una delle capitali della società dello spettacolo, un evento pieno di glamour. Cosa non andava? Perché era lì che ballava mesto e solo?
Ve lo dico io cosa non andava: gli anni Novanta.
(…no, non è vero) (sto sentenziando per sembrare più interessante) (non ho proprio idea, di cosa non andasse) (sta di fatto che di lì a poco me ne andai a vedere se c’era qualche posto dove magari valeva la pena di essere – ancora più che al mitologico after-show dove tutti, tutti volevano essere) (ma ora basta con l’introduzione in piano sequenza) (torniamo agli Mtv European eccetera 1998, che avevamo lasciato a metà) (e come nella prima parte, seguo i miei appunti)
“Zucchero e Renzo Rosso (Diesel) a premiare gli italiani. Zucchero fiacco, voglia zero”.
(nei giorni successivi, Zucchero si lamentò dicendo ai giornali che gli artisti italiani erano stati trattati come straccioni) (cosa mai gli avrà dato questa impressione)
Premio ai Bluvertigo. Mah. Morgan sul palco dice che fatti non fummo per viver come bruti. Forse lui un po’ sì. Poi carino, manda un saluto al suo papà (morto, credo)”.
Premiare i Bluvertigo (con Altre forme di vita, per di più) era una cosa proprio da Mtv. Lo so che qualcuno di voi ha un ricordo indulgente delle loro canzonucce grondanti wannabeismo – ma ormai siete grandi, lo dovete accettare: erano il nome meno rilevante, a tutti i livelli, tra i candidati di allora (MiticoLiga, MiticoVasco, Articolo 31, 99 Posse). Ma i Bluvertigo erano esattamente quella roba che Mtv voleva comunicare in quel momento: il sorrisino complice e saputo, la voglia di luminescente modernità. Erano i primi vagiti di un’arte di tirarsela ancora molto primitiva e sicuramente pre-social, ben rappresentata in quegli anni anche da un sacco di giovani scrittori e scrittrici e da non pochi registi. Una caratteristica importante
(..vi sto annoiando?) (ancora poche righe, poi arrivano i R.e.m.)
dicevo: una caratteristica importante di quel breve, semi-eccitante periodo, cari bambini, è che l’establishment sembrava coltivare l’underground, l’alternativa. Ovunque ti girassi, c’era una grande rete tv o radio, o una grande casa editrice o discografica che lanciava giovani carismatici e sfidanti. Mica c’erano gli youtuber o le tweetstar. E tuttavia non sono stati solamente i social network, a cambiare il mondo. Ogni tanto mi chiedo oziosamente cosa sarebbe stato degli anni Zero se qualcuno non fosse venuto con due (anzi, tre) aerei a scuotere per un po’ quest’area di mondo che si compiaceva di se stessa.
Essendo ozioso, non mi rispondo.
“Cantano i 5ive. Neanche male. C’è una chitarrista che randella. Ma forse fa finta. Pubblico in visibilio”.
Oh, devo confessarlo, i 5ive mi piacevano. Voglio dire, nel tourbillon di boy-band di quell’epoca, loro li potevo apprezzare più di quegli altri che si sdilinquivano (..anche se i miei preferiti erano i rivali tossici dei Take That, gli oggi sepolti East 17). Comunque i 5ive non ce l’hanno fatta perché tentavano di essere rudi e rock – ma amici, la lezione che tutti abbiamo imparato dalle boyband è: aggiungi zucchero.
Vale ancor oggi, per tutti. Soprattutto per quella specie di cantautori inglesi che ha sostituito le boyband. Ed Sheeran non dovrebbe suonare la chitarra, dovrebbe suonare un gattino.
“R.e.m.: Free your mind. Si dilungano. Il dj serbo parla in serbo. Devono aver pensato lasciamolo fare che è una cosa folk”.
Il FreeYourMind era il premio per chi si batteva di più per i diritti umani! Restando sottinteso che Mtv si batteva più di tutti. Partirono col darlo ad Amnesty International e Greenpeace (…ci devono aver pensato su un sacco), poi lo diedero a Bono e Gorbaciov e Bob Geldof, finché nel 2010 non lo diedero a Shakira.
E lì dev’essere successo qualcosa. Subito dopo hanno smesso di darlo.
Ma non mi sento di collegare la cosa a Shakira, dai.
È che alla fine i diritti umani sono così anni 80, no?
“Armani e Gaultier per Best Group (cancellato) Best POP. Giorgione non benissimo, vestito male e impacciato. Candidati All Saints Aqua ANCORA EAGLE-EYE CHERRY??? Imbruglia, forse qualcun altro? Armani non sa l’inglese. O non ha voglia. Che provinciale, Armani – brutta figura all’estero (haha) Vincono All Saints. Per non essere da meno delle Spice hanno lasciato anche loro una Melania a casa incinta”
Boh, qui non ho molto da chiosare. Ma con bella continuità con le All Saints, ecco arrivare sul palco
“RAMMSTEIN. Du hast. Pubblico piuttosto impaurito”
Sul palco dove erano stati gli Aqua, rendetevi conto. Non so, forse sono io che esagero, perché stravedo per loro. Forse i Rammstein alla fine sono gli Aqua del metallo, e a me secca considerare l’ipotesi. Sta di fatto che anche se oggi l’accostamento mi provoca disagio, all’epoca non mi sembrò così strano che fossero anche loro nella baracconata. Voglio dire, in quel momento non c’era più alcun dubbio che Mtv fosse l’equivalente ventenne del Circo di RaiTre: c’era stata una fase nei primi Novanta in cui sembrava fare – come posso chiamarla? – controcultura
(forse potevo scegliere una parola migliore)
e flirtava con il grunge e l’indipendenza. Ma nei primi anni Novanta anche Deejay piazzava nella normale programmazione i Soundgarden o i Blind Melon o gli Stone Temple Pilots. Che epoca bizzarra assai.
“RZA and Ultra Naté sul palco per premiare Best Rap. Candidati Pras, Missy Elliott, Busta Rhymes, Puff Daddy, Beastie Boys”.
Due cose, qui. In quel periodo pre-Eminem, il rap americano pareva in declino. I suoi esponenti più in vista parevano marionette senza alcuna reale credibilità che facevano a gara a chi ostentava più catenoni. Poi, iniziò a riprendersi perché i suoi esponenti più in vista parevano marionette senza alcuna reale credibilità che facevano a gara a chi ostentava più catenoni.
(credo di non poter essere più didascalico di così)
Vinsero i Beastie Boys. A me sapeva di premio alla carriera, oppure al ritorno dopo tanti anni di uno dei gruppi più coccolati dall’emittente. Nella Mia Umile Opinione però Hello Nasty era fiacco, specie perché veniva un’eternità dopo Ill Comunication (SABOTAAAAGE!!!)
“All Saints. Cantano Lady Marmalade. Insulse come sempre”.
Le All Saints facevano la corsa sulle Spice, aggiungendo – saggiamente – un elemento di porcaggine che quelle altre tenevano più a bada, visto il successo globale e il consistente seguito tra le bambine piccole. Le All Saints erano veramente insulse, eppure so che molti tra voi se le ricordano, il che depone qualcosa a favore dell’industria pop di quegli anni. In ogni caso non vidi l’esibizione: approfittai del loro momento per fare un giro e vedere se da qualche parte c’era della epocale decadenza che avrebbe reso immortale l’EVENTO.
E so che fa molto WTF dopo queste parole, ma credo fu in quel giretto che incontrai La Pina.
Ehi, non guardatemi così. Vi sto raccontando la mia serata.
Voi chi volevate che incontrassi, sentiamo.
Comunque, La Pina all’epoca era una rapper, e aveva fatto anche un bel disco, e insomma era un personaggio rilevante.
(se siete amici suoi e la state avvisando di quello che sto scrivendo, a parte che siete degli infami – e comunque non è che sto dicendo “adesso invece”) (sto dicendo che all’epoca era sulla mappa della musica italiana. Adesso, no)
Ad ogni buon conto, la sto facendo più lunga di quello che è stata. Le chiesi: “Ti diverti?” Mi rispose: “Beh, è meglio che stare a casa”.
Ci tenevo, a mettere questo scambio. Secondo me fu una risposta abbastanza significativa.
Intanto, là dentro premiavano il migliore Dance Act. Vinsero i Prodigy. Che dissero: “Grazie, ma non capiamo perché ci premiate, quest’anno non abbiamo fatto niente”.
Poi le Cleopatras, che credo fossero un gruppo teen della tv inglese, ovviamente ignote qui ma molto care ai nostri bwana badroni di Londra, premiarono il Best New Act; i candidati erano un po’ gli stessi delle altre categorie – c’era di nuovo Eagle-Eye Cherry, vera eminenza morbida di quella complessa parte di secolo. Vinsero i 5ive, e credo che siano rimasti nel parcheggio del Forum da quella sera.
(no, non è vero, sono andato su Wikipedia a vedere. Se ho capito bene, quello bello oggi ha una catena di ristoranti in Australia)
Comunque a un certo punto ricominciano gli appunti.
“Jenny dice che i R.e.m. sono la sua ispirazione spirituale. Ne saranno fieri. Daysleeper. Un po’ moscina per il tipo di serata”.
Non so, magari invece cantandola diedero una grande ispirazione spirituale anche ad altri. Ma quella sera risultavano abbastanza incongrui in quel mondo che solo 5 anni prima avevano completamente preso in mano.
“Best song, presentano Skunk Anansie e Cranberries. Skin: ‘Milano!!! In culo alla balena! Speriamo che non caghi!'”
Questo fece molto ridere, finalmente. Bisogna dire che non solo Skin parlò più italiano della presentatrice, ma anche di tanti ospiti italiani – e rilasciò affermazioni ben più condivisibili di quante ne abbia dette finora ad X Factor. Premiarono Torn di Natalie Imbruglia, che vinse su All Saints, Cornershop, Savage Garden e Robbie Williams. Di Natalie Imbruglia posso dirvi che alcune fonti me la segnalarono intenta a limonare prima con un multiforme italiano, poi con una star straniera. Non faccio nomi perché malgrado tutto ho una certa simpatia per l’italiano, e non vorrei che la sua signora ci rimanesse male.
Ma nemmeno lui, perché non so se l’ha mai saputo, che la Imbruglia poi gli ha preferito quell’altro.
E poi io arrivo fin qui, ma metti che lei ha finito la nottata con un terzo.
Questo per farvi capire che è vero che io non ci sono tagliatissimo, ma i gossip di quella serata erano convulsi e concitati, c’era molta voglia che succedessero cose. Non importava quali. Bisogna anche dire che tutta una nuova generazione di guitti del giornalismo (tipo io) si stava affacciando a un mondo nel quale, ci veniva detto, le star e i giornalisti si aprivano gli uni agli altri (o viceversa). E l’EVENTO pareva venire a noi con un sottinteso inequivocabile: “Ora o mai più”. Quindi credo ci fosse anche un po’ di eccitazione solidale nel racconto che voleva un giornalista sui 40 anni intento a recensire una delle Tutte Sante su una scalinata del Forum. Ricordo che una mia amica, all’esclusivo, irripetibile, indimenticabile afterparty (di cui non ricordo quasi nulla) mi parlava del consesso in questione come di una specie di momento di verità umana. “È successo davvero”. “Ma li hai visti?” “No, ma lo SO. È successo davvero”. “Chi lo dice, lui?” “No, ma fidati, è successo davvero”.
“Best video, dà il premio Sarah Ferguson: ‘Sono molto felice di essere qui stasera’. Nominati Aphex Twin, Garbage, Beastie Boys, Massive Attack, Eagle Eye Cherry ovviamente. Premio ai Massive Attack. DelNaja non le dà la mano – fa marameo. ‘Qualcuno si sta facendo una cazzo di risata. Bravi. Forza Napoli… Vaffangul’. Entusiasmo”.
(non so se per il Napoli o per il vaffangul)
A quello che si capì in seguito, gli organizzatori avevano fatto casino con i premianti: la duchessa ripudiata avrebbe dovuto premiare i serbi della radio e invece qualcuno ci aveva ripensato (sapete, una duchessa, i diritti umani. Fa brutto, no?) e aveva chiesto di farlo ai R.e.m. – solo che a quel punto bisognava pur far qualcosa della duchessa. E pare che Robert Del Naja ci avesse preso: gli italiani erano in ambasce, era passato un giornalista tipo del Daily Mail e aveva suggerito: “Fatela premiare i Massive Attack, sono suoi amici” – per poi andarsene ghignando. Venendo da Londra era un bwana badrone di noi sclavi pezenti, e lo accontentarono. I maltrattamenti alla duchessa furono una delle due-tre cose che i giornali brit segnalarono della serata.
A questo punto i miei appunti rivelano un’ingiustificabile inadeguatezza personale di fronte all’eccitazione generale e alle grida entusiaste della gente autenticamente felice che urlava tutto il proprio amore per ogni celebrità celebrata e per la celebrazione della Celebrità
(e poi, taceva come un battaglione di morti durante le lunghe pause pubblicitarie)
Ecco le ultime stanche righe.
“Ronaldo e coso dei Bluri per l’ultimo premio Signoredio grazie – Miglior Album, tra R Williams Massive Attack Madonna Beastie e pure le All Saints, ma chi le ha candidate. Vince Madonna. Dice che sua figlia la ispira – che palle. E che William Orbit è un genio”.
(sì, ho scritto i Bluri) (erano per me, gli appunti, mica per voi) (ora i fogli si chiudono con queste scarne parole)
“Robbie Williams, Millennium. Alè”
“La cretina grida Mehlano, we came we saw we parteeied. Arrivedewrci”
“Ancora Robbie Let me entertain you. Lunga, tirata, ++++”
“Finito. Gente verso le uscite senza dire niente”
…Pochi minuti dopo, in un altro dei luoghi del Forum che potremmo identificare con le parole “nonricordodove”, vidi Ronaldo. Dirò la verità: non vidi molto di lui, perché c’erano venti persone, tutti maschi, ritengo tutti mediapeople, che gridavano “Ronal-RonAL-NALDOOO-Roniiiii-Forzain-Ronal-RO-Ronaldoooh-grandeRonniiiII-ForzainteeeEE”. Lui sorrise e fece ciao con la mano in mezzo a tre tipi grossi e vestiti di scuro con dei walkie-talkie, che lo fecero uscire.
Poi ricordo poco altro, però mi pare di ricordare – sì, ecco, ricordo cinque-sei colleghi anche loro si e no al primo impiego che mi vennero incontro gridandomi “YEEEEE!” e “Andiamo!” “Andiamo alla festa!” “Andiamo!” e andai con loro. Ma non ricordo proprio nient’altro, e ammetterete che mi sono ricordato abbastanza. Non ricordo quando andai a casa, e con chi.
Penso che andai a casa, comunque. Non so. Non mettetemi pressione.
…Bene.
Stasera gli Mtv European Awards o come si chiamano si tengono di nuovo a Milano.
Ci saranno tutti gli Aqua e le All Saints di quest’epoca.
Direi che non ci saranno i R.e.m. e i Massive Attack di quest’epoca.
Già da stasera, nel piccolo della mia angusta TL, inevitabilmente piena di mediapeople – che diamine, lo sono anch’io – mi aspetto un bombardamento di foto e di tweet e di hashtag tipo quello su Tom Hanks in Salvate il soldato Ryan. Di fatto, anche se stavolta non vado nemmeno dipinto (anche perché non mi invitano, lol) le grida di isteria sovreccitata e di adorazione orgasmica mi arriveranno a casa. Però è il 2015, quindi saranno grida di adorazione orgasmica ironica.
Fine.
…Ah, no, aspettate.
Ricordo un’ultimo gossip.
(non è vero, non me lo sono ricordato adesso) (lo avevo nel mio Winchester fin dall’inizio)
Torniamo all’afterparty.
(se qualcuno che sta leggendo era presente anche lui, intervenga se ha elementi da portare alla ricostruzione)
CRASH!
Rumore inequivocabile di bottiglia che si spacca. Grida tipo “Ooh, ooh!!” E poi più forti: “Foock’n’ wgsmclr brewkk yeuh!!!” “Gotche schlebbur mutha” “Oooh, FERMATELI!!!”
Il rissone, amici.
Ma non dove stavo io (e Jens Lehmann). Bensì dalla parte opposta del grande nonsodove, vicino a dei grandi tendaggi che, ricordo, si muovevano impetuosamente. Queste le ricostruzioni che riuscii a collezionare.
1) botte tra i 5ive e i fidanzati delle All Saints;
2) botte tra Gavin Rossdale dei Bush e Robbie Williams;
3) “botte tra negri” (…mi spiace, me l’hanno venduta così) (se ricordo bene, uno dei sospetti era Pras Michael) (Busta Rhymes ci risultava troppo un buffone per fare brutto con qualcuno)
4) botte tra Damon Albarn e Robbie Williams;
5) botte tra un discografico italiano e il fidanzato di Jenny McCarthy;
6) botte tra un presentatore italiano e il fidanzato di Jenny McCarthy;
7) botte tra un giornalista italiano e il fidanzato di Jenny McCarthy;
8) botte tra un discografico italiano, un presentatore italiano, un giornalista italiano e Robbie Williams. E almeno qui, mi piace pensare che ci fosse dentro anche Eagle-Eye Cherry, visto che veniva infilato ovunque.
Ho sempre pensato che la versione più attendibile fosse la 2). Dopo tutto, me l’aveva riferita un giornalista. (beh, in effetti, anche le altre sette) In ogni caso, sui giornali non si lesse nulla di tutto questo.
I media non ne parlano mai, di queste cose.
Favoloso. Peccato tu non ci sia stato quest’anno, qualche bella storiella acida ( ma ironica, ca va sans dire) ci sarebbe stata bene. Ora faccio un fotomontaggio di Ed Sheeran che suona un gattino, e’ perfetto
occhei.
ma tu, chi ti sei trombato?
Io e lei siamo d’accordo di non fartelo mai sapere, per non farti soffrire.
i tuoi modi eleganti di rispondere “tua mamma” non smetteranno mai di stupirmi…
o forse si, quandanche cominciassi a ricordamene.