AMARGINE

Milano, Mtv Europe Awards 1998. I doni della morte

(vi do subito il primo riferimento al sesso che mi viene in mente, così non dite che vi ho fatto aspettare troppo)

Il primo riferimento al sesso che mi torna in mente degli Mtv Awards del 1998 al Forum di Assago è una mia collega ubriachissima che mi viene incontro barcollando.

“Made, aiutami”. “Cosa succede?” “Io stasera devo scopare”.
(ammetto che provai un forte senso di confusione. Non ero COSI’ in confidenza)
La guardai, dissi: “…Con me?”
(Non mi piaceva tanto) (però, oh. Sapete com’è)
“No. Con un cantante porcatroia. Ce n’è un milione. Chi mi posso fare?” 

Nel casino di musica, luci colorate e mediapeople che passavano gridando ebbri di gioia in quella parte di Forum che ora non ricordo che parte fosse, le dissi parole molto sagge.
“L’importante è che sia un cantante. Non ripiegare su un discografico o un giornalista o un addetto stampa”. “Va bene”. “…Guarda che se ti fai fare da un giornalista e lo vengo a sapere, dopo lo dico in giro”, minacciai. “No, non lo dire in giro”. “Basta che non lo fai”. “(sottospecie di conato) (gesto di scusa) (non so se per il conato o per la dichiarazione seguente)…L’ho fatto mezz’ora fa”.
“E scusa adesso sei qui così? Che giri in cerca di un cantante?” “Va beh, oh. Gliel’ho preso in bagno”. “Ma perché me lo racconti????” “È quello che ti sta sulle palle”. “Non è un grande indizio, potrebbe essere chiunque”. “Secondo te Robbie Williams stasera ha già scopato?” “Tutto è possibile”. “Eh. Come è vero quello che dici… MAAAD!!!” “Oh!!! ****** per favore sto LAVORANDO!!!”
Con un’espressione che sembrava autenticamente esasperata, ****** mi rispose: “…PERCHE’???”

Mi duole dirvi che il dialogo finì così. Non l’ho più rivista per qualche settimana, non ne abbiamo più parlato; oggi è mamma, non sono nemmeno sicuro che leggendo queste righe si riconoscerebbe perché era veramente brilla, come quasi tutti – ubriachi di alcoolici, di celebrità, di appartenenza, di EVENTO.

Io no.

Vedete, non ho esattamente una fama irreprensibile, però quando lavoro sono affabile quanto un alligatore. E siccome lavoro in un ambiente dotato di un cospicuo numero di miserabili, traggo un gelido, sadico piacere quando posso prendermi un vantaggio su di loro in termini di lucidità complessiva, e approfittarne.

…Va beh, senza esagerare. Per esempio, quando il collega che conoscevo appena andò a drogarsi con * (noto cantante italiano) e distratto dalla eccitante opportunità lasciò il portafogli – bordeaux e un po’ ricurvo – sul seggiolino vicino al mio, lo presi in custodia e glielo consegnai a fine serata anche se lo conoscevo appena e lo reputavo già allora un pompelmo parlante.

Potreste chiedervi se ho finito con queste frattaglie di deboscio. 
Per ora, sì. E quindi.

Mtv Europe Music Awards, Assago (Mi), novembre 1998.
Credevamo fosse l’inizio. Credevamo che finalmente l’impero ci stesse aprendo i suoi cancelli. Finalmente anche noi, cresciuti nella convinzione di essere provinciali buoni solo a far maccheroni e braghe, venivamo presi in considerazione dal Grande Brand del Fighismo Mondiale! Oh, c’era da buttarsi in terra gridando “Non siamo degni!!!”
E di gente in terra, poi, ne avrei vista.

Ma com’era cominciato tutto?
C’erano 4000 spettatori paganti. E credo trentamila persone presenti a vario titolo. Ed erano un po’ ovunque: ogni due per tre attorno a me scoppiavano discussioni che cominciavano con le parole “Scusa, questo posto è mio – vedi il biglietto?” e finivano con reciproci inviti a praticare attività sessuali vanamente stigmatizzate dalla Bibbia. C’erano gli invitati dagli sponsor, gli invitati perché famosi, gli invitati perché lo avevano chiesto come favore personale (qualcuno, persino a ME), gli invitati dei fan club, gli invitati per scrivere. Molti di questi ultimi adottarono una tattica non stupida, oggi lo devo ammettere: guardarono lo spettacolo su una piccola tv dietro le quinte, pronti a saltare addosso alla celebrity di passaggio. Ma per intervistarla, non per farcisi la foto. Tenete conto che è il 1998 e non esistono twitter, facebook, l’iPhone, i selfie, instagram, l’ironia del web, i commenti di chi ne sa di più. Nel 1998, NESSUNO ne sa di più. Peraltro forse internet è ancora a pagamento (avete letto bene) e quindi potrebbe esserne provvisto un milione di italiani (ma probabilmente sono generoso).
Forse esiste una foto (stampata) di me e altri in quella serata, ma vattelapesca chi ce l’ha. Ma dovete capire che all’epoca i mediapeople non erano i principali cacciatori di briciole di vip: quella sera bastava essere lì per testimoniare che ce l’avevamo fatta. IMG_2411

(in compenso, tra qualche giorno i duecentomila mediapeople che daranno significato all’EVENTO di quest’anno faranno saltare satelliti e fibre e wireless di tutto il continente, occhio alle schegge di tweet e ai selfie vaganti, potreste esserne vittime inconsapevoli)

(a margine: questo qui di fianco sopra gli appunti della serata è l’invito. Morbido e coccoloso. Ho messo un dettaglio di contemporaneità personale così non pensate che l’ho preso su qualche blog. E poi lo so che gli oligofrenici tra voi cercano il dettaglio scemo in ogni foto, già aspetto dispieghi di sagacia sul pavimento)

Ma com’era cominciato tutto?
Un anno prima era nata Mtv Italia, e della presentazione, una delle prime cui mi recai per il mestiere che più o meno faccio, ricordo il fatto che tutti quanti guardavano il giovane direttore designato nella speranza che imponesse loro le mani e mondasse le loro vite da ogni sofferenza. Siccome ero nel giro da poco, chiesi agli addetti stampa: “Ma cosa faceva prima?” “Il vicedirettore di Canale 5”. “E prima ancora, di che orto campava?” “Boh”. “Ma come, boh???” “Chiedilo a lui”. “Va bene, magari mi prende come addetto stampa”. “Madeddu non mi rompere le palle”.
Però non riuscii a chiedere. Il giovane direttore, dopo aver parlato pochissimo e sorriso praticamente mai, vide un laghetto nei dintorni, e seguito dagli sguardi di mediapeople innamorati guadagnò l’uscita per andare a camminarci sopra prima che io potessi fargli domande.

Ma com’era cominciato tutto?
Due anni fa ho ritrovato i miei appunti. Non è così strano: tengo in casa molte cose. Se volete, potete venire a controllare. Iniziano così:

“Faithless. Clima molto club, molto strano come inizio. Li conosce qualcuno fuori da UK???”. 

Nel mio piccolo, un po’ ci avevo preso. Già il tema visuale della serata era molto Austin Powers/James Bond: molto brit, a inaugurare l’era in cui la discografia europea era stata assegnata d’ufficio al controllo delle sezioni londinesi delle major. Nemmeno un duomino, per dire, o una dannata pizza. Jenny McCarthy (che gli immaginifici colleghi rapidamente avevano ribattezzato “il gran troione”) non si imparò una singola parola di italiano per compiacerci. Aprì con “Chao, Melano”, poi dritta fino alla fine in inglese. I suoi autori non tentarono nemmeno di farla sembrare spiritosa. In ogni caso il pubblico gridava istericamente per qualsiasi cosa dicesse: erano finalmente parte del media grande. Ma ok, torno agli appunti.

“Best Male, viene premiato da George Michael molto classy, sa cosa stanno pensando tutti, sorride. Vince Robbie Williams, va lì tronfio e divertente, dice “Damn right, too!”
(battuti Eagle-Eye Cherry, Ricky Martin, Puff Daddy, Will Smith)

“Best Group: presentano Donatella versacci, per una volta non solo inguardabile, ma anche inascoltabile. Pintu (Del Piero, ndr) carino ma impacciatissimo. Il miglior gruppo sono le Spice Girls. Sono venute qui in 2 da 5 che erano. Sono qui le 2 tranquille”.
(battuti Beastie Boys, Backstreet Boys, Spice Girls, All Saints, Garbage) (sì, i Garbage)

“Madonna. Capelli neri, tutta nera. Canta male. Dal vivo. The power of goodbye”.
Lei era reduce da Frozen, il disco che le salvò la carriera, grazie al quale entrò nella fase dell’onnipotenza. In quell’occasione cantò quel tipo di canzone che piace solo a lei e alle paze, paze madonnare. Molti fecero smorfie per le note non prese, come se non l’avessero mai sentita dal vivo. Comunque un collega più anziano di me si girò e ci disse: “Se la gioca col mio setter irlandese”. Il giorno dopo, il suo giornale sottotitolò “Madonna porta un po’ di magia nel Forum”.
Al pubblico comunque non interessava, gridavano tutti. E gridavano, e gridavano.
POI, quando si andava in pubblicità, la telecamera staccava, tutto si fermava, e non gridava più nessuno.
Era un po’ surreale e un tantino brutale. Ma d’altronde, l’orgasmo era riservato alla diretta.

In ogni caso molti, a partire dal mio capo, mi dissero che in tv tutto era sembrato avere un gran ritmo.

“Busta Rhymes. Intermezzo comico. Se ne può fare a meno”.
All’epoca in Italia non se lo filava nessuno e lui era molto ridicolo, vestito come un power ranger, però ricordo che avevo cambiato postazione, e vicino a me tre modelle americane saltavano e si sbracciavano e sbraitavano come se fosse arrivato Elvis portato in carriola da John Lennon.

“Best Rock video. Boato per Marilyn Manson. Non per Garbage, FLC (ndr: Fun Lovin’ Criminals), Rammstein. Un po’ per Smashing Pumpkins. Grosso boato per Aerosmith. Che vincono. Videomessaggio di tre secondi. La gente canta”.
Questo è uno dei ricordi più nitidi e in fondo carini che ho, perché quando partì I don’t wanna miss a thing, il pubblico, per l’unica volta nella serata, credo, si unì spontaneamente. Era un pezzo che in quel momento era trasversale. E la gente la voleva cantare. Musica, capite? Canzoni!
Oh, no.
Lo stupido pubblico doveva solamente adorare, ADORARE.
Adorare lo show. 
Sicché il troione (pardon) interruppe l’idillio annunciando Doltchi en Gabani e Ronan Keating per il premio al Best Female Video. Ora, Doltchi en Gabani a quell’epoca erano due che facevano vestiti, e non ancora due maestri del pensiero e dell’eccellenza e della filiera. Così, riscosse più consenso il leader degli scarsi Boyzone, spintissimi in quel momento dalla stampa britannica, persino da Q Magazine, che cercava di renderli simpatici e scavezzacolli.

“Dal pubblico Ronan, Ronan. Tra le canzoni ci sono Torn e Titanic. Però a premiare sono D&G e l’hanno fatta venire fin qui, quindi mica possono premiare qualcun altro”.
(ndr: vinse Madonna. Sapete, She’s Madonna)
“Thank my record company, WEA, Mtv, my fans”. E se ne va.

“Jenny: You want Passion, politics, you want great r’n’r, you got it, it’s the manic street preachers”.

Notate la assoluta mancanza di sale nelle presentazioni della McCarthy? Ve l’ho detto, nello scorso secolo eravamo pre-ironici. Comunque, aneddoto sui Manic Street Preachers.
(mi spiace, vorrei averne uno su Madonna) (magari per la seconda puntata me lo invento, tanto mica potete smentirmi)
Tra una pausa pubblicitaria e l’altra, visto che duravano quanto un album di Battiato, correvo nel backstage a controllare se mi ero perso qualche gossip. Incrociai quello lungo dei MSP, Nicky Wire. Mi riconobbe perché qualche mese prima avevamo parlato a lungo di calcio – era l’epoca in cui il calcio inglese scopriva gli italiani che qui avevano finito, tipo Zola o Attilio Lombardo. Insomma, gli dissi: “Ti diverti?” 
Lui rispose: “Be serious”.
Poi mi guardò come per chiedere scusa, per dire qualcosa di meno sentenzioso. Alzò le braccia veramente lunghe, una delle quali reggeva un grosso calice; annuì e mi disse:
“Only one thing worse than being here. Only one thing in the universe worse than this ugly, miserable, crap… Not being here”.
Allargai le braccia anch’io. Le allargò di nuovo anche lui.
E poi fu portato via da un severissimo discografico italiano che mi guardò con solerte disprezzo.

“B*witched e uno degli Ace of Base a premiare il Northern Select – vince Eagle-Eye Cherry, perché è svedese (haha)”.
(scusate, ma non esisteva il LOL)
Confesso di non aver alcun ricordo di questa scena, probabilmente mi sono appuntato il tutto ma ero ancora dietro le quinte. Non ricordo nemmeno bene chi fossero le B*witched e perché volessero imporcele. Dopo tutto, avevamo la nostra parte di sfigati. Anche se il pop italiano all’epoca non andava così bene. Era il decennio di MiticoVasco, MiticoLiga, Litfiba. Laura Pausini non era ai massimi (era succube di Giorgia, oh sì) e Jovanotti era nel suo secondo declino; Tiziano Ferro era ancora giovane e pingue. Invece ricordo abbastanza bene gli AQUA!!! Era il loro grande momento, e proposero una medley dei loro maggiori successi – e che ci crediate o no, non durò 2 secondi. Anzi, fu interminabile. E fu abbastanza imbarazzante.

“Aqua. Tremendi. La Universal sta chiedendo troppo”. 

Non scrissi altro. Non pontificavo molto allora, vero? Però mettetevi nei miei panni, stavo rimbalzando nel Forum come un pallone da basket – mentre quasi tutti i colleghi erano in pieno rito dionisiaco. Comunque, forse con gli Aqua e forse quella sera iniziò a consumarsi lo scisma musicale tra 13enni e ventenni, perché fino a quel momento anche le persone con diritto di voto erano un target della musica pop: se avevate vent’anni allora non potete dirvi estranei a nessuno degli artisti che ho citato. Gli Aqua radiofonici erano ancora plausibili. Ma vedendoli, si prese atto che non erano difendibili. E guardacaso, nel giro di pochissimi anni Mtv, dopo aver tentato di salvare capra e cavoli (TRL di giorno e Massimo Coppola la sera tardi) decise che la TV va bene, ma della Music se ne sarebbe più o meno lavata le mani – e questo prima dell’avvento di YouTube a rilanciare il concetto di video. In base a qualche evidente intuizione avantissima, iniziarono a trasmettere programmi che erano una sfida al concetto di evoluzione darwiniana, imperniati sulle vicende di giovani che avrebbero dovuto essere soppressi. L’intuizione pagò: passarono dall’1,3% all’1,29% di share.

LA PROSSIMA SETTIMANA: L’AFTER PARTY!!! LE STAR E I MEDIAPEOPLE!! E I CALCIATORI!!! WOWWW!!!

Sì, non riesco a far stare questa roba in una sola puntata.
Quindi vado velocemente con

“Best Pop. Busta e EagleEye per il clash of titans delle boy-band (ndr: Boyzone, Aqua, 5ive, Backstreet Boys, Spice Girls. Essendoci queste ultime in gara, non c’era dubbio). Le due tornano sul palco. Parlano persino meno di prima. Mel C ringhia “Spice Girls FOREVER!!!”.
(ndr: si sciolsero l’anno successivo)

Poi leggo sugli appunti: “Premio ai migliori tedeschi. Vincono due tedeschi”.

Mtv per mostrare la sua magnanimità nei confronti del continente europeo aveva dei premi locali, e quello per la Central Europe andò a un disco dell’attrice Franka Potente (relativamente nota all’epoca per Corri Lola, Corri) che non corse a Milano a ritirarlo. Si presentarono invece due tipi vestiti da contadini. E non so perché, incappai nelle loro figure un po’ desolate – e tendenzialmente ignorate – più volte nella serata. Li premiarono Nek e Saffron dei Republica. Lei è durata due-tre anni. Lui vende dischi da più di venti. Bella lì, Neviani.

Qui c’è una parte dei miei appunti che sono dovuto andare a verificare, perché all’epoca non mi era sembrata rilevante. Oggi lo è.

“Pras Michael canta Ghetto supastar. Abbastanza divertente. Si butta sulla folla”.
(poi, aggiunto dopo)
“Dalla Columbia fanno notare che che ha usato come coriste le Destiny. Boh”.

Le tipe non erano così celeberrime, da noi: erano tre sgallettate r’n’b che avevo intervistato una mattina, sfattissime e poco loquaci, in un albergo di piazza della Repubblica: Kelly Rowland, Michelle Williams, Beyoncé Knowles. Se c’è qualcuno tra il pubblico oggi che era lì quella sera, un appello: erano loro, quelle sul gruppo di divani bianchi preclusi ai bianchi (eh!) all’after party? E nel caso, chi era quella vestita di bianco che stava sotto un tipo vestito di nero che aveva le sue mutandine in testa?
…Ve l’ho già detto che non esistevano gli iPhone, vero? Si potevano ancora fare certe cose.
Oh, non guardate me. Io stavo lavorando. E pensando a quando, un giorno, avrei descritto a voi cotanta Suburra.

COMING UP NEXT: R.e.m., Bluvertigo, Prodigy, Ronaldo, Natalie Imbruglia, risse leggendarie e il giornalista che con una delle All Saints fece cose santissime su una scalinata. O perlomeno, questo ci raccontò.

SECONDA PARTE – quella col party e le scene di debosceria: https://www.amargine.it/in-prescrizione/milano-mtv-europe-awards-1998-i-doni-morte-parte-seconda/

Una risposta a “Milano, Mtv Europe Awards 1998. I doni della morte”

  1. ti prego!!! non farci attendere troppo per la seconda parte! m’immagino già duffissimi aneddoti sul PirataMorgandeiBluvertigo

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