Laura Pausini con l’album Fatti sentire si trovava al n.1 in Italia il 16 marzo, subito dopo le elezioni. Dopo nove mesi di Governo del Cambiamento, Laura Pausini si trova con Fatti sentire ancora al numero 1. Certo, è pur vero che in questi nove mesi solo due persone più anziane di lei sono salite sul gradino più alto del podio, e sono Mina ed Eros Ramazzotti: di fatto, qualcosa è cambiato, nelle charts hanno preso il potere tutti questi giovani ministri che un paio di anni fa non avevamo mai sentito nominare (e qualcuno pure adesso, eh). Se si eccettua un paio di rapper senatori (Eminem, Gué Pequeno) il 2018 ha portato la classifica degli album FIMI verso i 20enni. Un po’ con le cattive, forse, ma chi sono io per discutere il rimodellamento volontario di un intero comparto industriale. Se il cambiamento nella percezione dato dalle nuove metodologie gli porta anche soldi, hanno ragione loro.
In ogni caso ci vorranno ancora due settimane prima di avere la visione definitiva: la settimana che si chiuderà il 21 dicembre ci porterà il dato non roboante ma non trascurabile sui compact disc più regalati per Natale. Va sottolineato che il primato della diva è stato ottenuto ai danni dell’ex numero 1 Marco Mengoni, che pure si è sbattuto non poco nella seconda settimana di vita del suo Atlantico: si è manifestato in firmacopie a Pontecagnano Faino, a Bari, a CIttà Sant’Angelo, a Perugia, a Ravenna – mentre Lady Pausa non ha fatto alcun instore. Le è bastato schioccare le dita, perché i fan comprassero la nuova versione di un disco che la settimana precedente si trovava al n.56; lui si accomoda al n.2.
Ma per ora vi rivelerò un paio di cose delle quali solo un vero ossessivo può accorgersi. La prima è che ci sono due album che sono tornati in testa alla classifica a fine anno in edizione speciale dopo esserci stati a marzo: sono quelli di Benji & Fede e Laura Pausini, a dimostrazione che puoi vendere lo stesso prodotto due volte allo stesso pubblico qualunque sia la sua età: l’importante è il rimodellamento, il senso di avere qualcosa di DELUXE.
(faccio un esempio del tutto a caso – quanta gente ha la sensazione che l’attuale Grande Capo dell’Italia sia in fin dei conti un soggetto nuovo, quando sono già 15 anni che il lazzarone ormai miliardario è stato eletto al Parlamento Europeo?) (la verità è che quello al n.1 adesso è il Salvini DELUXE)
Ma non finisce qui! Se comunque volessimo sostenere che Benji&Fede e Lady Pausa sono stati al n.1 con prodotti diversi, io rilancio e vi dico che possiamo aggiungere agli artisti che hanno ottenuto questo risultato anche Irama (il 1 giugno con Plume, il 19 ottobre con Giovani). Ed è un risultato che è stato ottenuto solamente da artisti Warner. Immagino che se non siete addetti ai lavori la cosa non vi susciterà particolari curiosità. Non so darvi torto, l’ho fatto notare solo per riaffermazione machista del mio signoraggio sulle charts italiane, per intimidire la concorrenza. Sì, sono il rappuso delle classifiche.
Resto della top 10. Va detto che sono scattati diversi reboot natalizi (e non vengono tutti da Warner): Possibili scenari per pianoforte e voce di Cesaretto Cremonini torna al n.3 (dal n.42 di Possibili scenari), mentre Rockstar (Popstar edition) di Sfera Ebbasta si accomoda forse un po’ più basso del previsto, al n.4 (la sua versione gennaio-novembre, Rockstar, era n.14). Con l’approssimarsi delle Feste la top 10 alza la sua età media: dietro a Salmo (n.5) e ai Maneskin (n.6) tengono botta Mina, Eros Ramazzotti, i neoentrati Coldplay con il Live in Buenos Aires, e Giorgia.
Altri argomenti di conversazione. Gli album che escono dalla prima diecina lo fanno in modo un po’ rovinoso: Capo Plaza passa dal n.7 al 22 (ma era lì da un bel po’, a onor del vero), Renato Zero dal n.6 al 25 e Gazzelle dal 9 al 34 (ambedue erano usciti invece sette giorni prima), mentre la versione DELUXE di Carl Brave scende in sette giorni dal n.10 al 39.
Tra gli album che escono dalla top 100, Liberté di Loredana Berté, dopo 10 settimane, Ernia dopo 11, Travis Scott (ex n.1) dopo 18 settimane, il live di archivio di Neil Young dopo una.
Debutto al n.21 per la ristampa di Ma cosa vuoi che sia una canzone di MiticoVasco, al n.29 per LP (un po’ basso, eh), 68 per Van Morrison e 73 per Gigi Finizio.
Gli album con oltre 100 settimane di militanza in classifica sono sempre tre: Hellvisback di Salmo (149 settimane), The dark side of the moon (110), VascoNonstop (109).
Sedicenti singoli. Torna al n.1 Salmo, stavolta con Il cielo nella stanza (feat. Nstasia), togliendo il primato a #HappyBirthday di Sfera Ebbasta; Salmo e Sfera si dividono la top 10 eccetto per i Maneskin di Torna a casa (n.3) e Anastasio che scende al n.4. In tutto questo, dopo tre settimane di permanenza, La verità di MiticoVasco è uscita dalla top 100. Curiosamente, è il brano più trasmesso dalle radio italiane secondo EarOne. Questo ci dice un sacco di cose: che il POPOLO la sta già sentendo per radio, non ha bisogno di sentirla in streaming. Che il POPOLO di MiticoVasco è più legato alle radio che allo streaming. Che il POPOLO non ne può più di sentirsi martellare da La verità per radio, quindi la rifugge su Spotify e soci.
Qualunque sia la vostra personale sensazione, vi faccio presente che su YouTube invece il video è andato bene (3,6 milioni di visualizzazioni). Quindi ok il gap tecnologico ma non del tutto, no? Certo, c’è da dire che su YouTube puoi VEDERE il Komandante. Lalalalalala, fammi vedere!!!
Miglior vita. In classifica ci sono undici album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di Off-White x Nike Air Force 1 “Black” & “Volt”, le tanto attese colorways al prezzo di 170 euro. Alla testa del manipolo i Queen, con la colonna sonora di Bohemian rhapsody al n.11 ma anche la Platinum collection al n.13. Però non crediate che la fascinazione per i cari estinti sia solo degli anzyani, c’è XXXTentacion in classifica con due album.
Pinfloi. Wish you were here RIENTRA al n.86. Entra, esce, entra, esce, entra, quanta indecisione, a riprova che il languore per l’assenza di un’opposizione è intermittente. Sale di una posizione The Wall (n.44), piccola impennata di The dark side of the moon verso il n.37, in corrispondenza con l’atteggiamento più conciliante del governo – e quindi anche del POPOLO – nei confronti dell’Europa. “With, without. And who’ll deny it’s what the fighting’s all about?”