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Nitro Ebbasta – Classifica Generation, cap. XII

Nitro con l’album No comment ha passato la settimana al n.1. E tutti hanno passato la settimana (in effetti, il mese) a parlare di Sfera Ebbasta. Che ok, sarà numero uno nel giro di poche ore e l’evento verrà accolto con enfasi tonante dai media tutti – ma bella sfiga per Nitro, no? Si potrebbe dire: è inevitabile, Nitro viene dal clan di Salmo, che potrebbe essere l’artista di successo più ostentatamente ignorato d’Italia, quindi a lui tocca la stessa sorte; viceversa Sfera è la voce piagnucolina della gioventù e il Paese, ci dicono, ha bisogno di strafogarsi di giovinezza, primavera di bellezza.

Il piccolo dettaglio è che Gionata Boschetti in arte Sfera Ebbasta ha compiuto 25 anni, e Nicola Albera in arte Nitro li deve ancora compiere.

Ma possiamo convenire che il lucente mondo dei media, dagli asserviti agli alternativi, ha stabilito che il primo dà voce ai teenager, anzi, c’è chi incoraggia apertamente i genitori ad ascoltare Sfera se desiderano capire il figlio 16enne che veleggia sereno verso la terza bocciatura. Che cosa attribuisce una superiore autoritas al giovane uomo di Cinisello? I testi? Quelli di Nitro sono due spanne sopra – una spanna se la prende lui, l’altra se la toglie Sfera (“In faccia un AK, tra le gambe un mitra, boom, pah, sparo alla tua tipa… Sembro scemo, quanti ne ho fottuti, ahaha, genio, genio i soldi son cresciuti, ahah!”) (…sono dieci anni che ci facciamo le risatine indulgenti su queste declinazioni della lobotomia, se vogliamo continuare fino al 2060 per me va anche bene, in fondo più le nuove leve sono citrulle, più ho speranze di guadagnarmi da vivere nei prossimi decenni). 
Scartati i testi, la differenza la fa per il 20% il glamour (ché Sfera si agghinda in stile Priscilla regina del deserto, e l’altro pare Kid Rock) ma per l’80%, il genere.

O anche: “Quella famosa trap che piace ai giovani”.

Perché dopo anni a insistere che “il rap piace ai ragazzi”, la trap epatisce il borghese mostrandogli che esiste qualcosa che gli piace ancora di più, un flavour supergiovane che si pone come barriera per separare i vezzeggiatissimi, temutissimi, misteriosissimi teenager e noi e voi barbogi destinati all’esclusione, a non capire le meraviglie del nuovo.

(anche il nazismo e RLT 102,5 sono stati nuovi, e ovviamente nelle rispettive epoche, vedendoli rampare migliaia di opinionisti li hanno difesi da chi “non capiva”) (questo giusto perché il dogma di questa fase storica, nella musica come in politica, è che il nuovo pretende di essere accettato in toto e a pelle di leone giusto perché nuovo, come nella moda) (non a caso)

Il dibattito infuria sul grado di parentela tra i due generi, per qualcuno la trap è uno spin-off del rap, ma le orecchie non sono così convinte. Specie ascoltando i due 25enni in oggetto: confettoso e pieno di autotune birichino il quasimilanese, più ruvido e reminiscente di dna metallaro il quasivicentino. Così spudoratamente contemporaneo il primo, da far suonare vintage il secondo. Insomma c’è persino più differenza rispetto a quando i gruppi punk (costruiti su chitarra basso e batteria) disprezzavano i Led Zeppelin (costruiti su chitarra basso e batteria).

Ma anche riconducendo la trap al rap, Nitro e Sfera restano lontani in stile e carattere quanto potrebbero esserlo Picasso e Dalì, oppure Hemingway e Aldo Busi, oppure (giusto perché non pensiate che li sto paragonando dal punto di vista della rilevanza artistica, ché poi lo so che appena fuori di qui vi parte un “Ahaha, quello scemo paragona un cicisbeo di Cinisello a Salvador Dalì”) lontani quanto possono esserlo Barzagli e Icardi, o Skriniar e Dybala: il maverick vecchio stampo e la soubrette deliziata di se stessa ma innegabilmente bravina nel suo mestiere.

E in fondo la cosa più subdola da parte degli adulti che si gingillano con tutto questo per motivi di sociologia o di co-branding, è stabilire che Sfera sia il capo dei giovani tutti, ignorando quanti tra loro hanno pur sempre mandato al n.1 Nitro, uno che dice “Non voglio pensare, tanto io non mi sopporto, per non farlo mi rapporto e parlo con persone stupide – ma portami via da questa apatia, ti prego portami via da questa apatia”.

Poi oh, se vi fanno schifo tutti e due a me non cambia la vita.

Resto della top 10. L’uscita più attesa, Francesca Michielin, si accomoda subito dietro Nitro. E per completare il podio più Sony ma soprattutto più supergiovane di questo decennio (…forse i nuovi sistemi di conteggio iniziano a fare quel che gli è stato chiesto?) salgono al n.3 i Maneskin, per la soddisfazione della scuola X Factor che ne piazza due su tre. Il podio della settimana scorsa slitta esattamente di tre posizioni: n.4 Ed Sheeran, n.5 MiticoVasco, n.6 Jovanotti. Entra al n.8, immediatamente alle spalle di Mina&Celentano, la divetta di Havana, Camila Cabello, fuoriuscita dalle Fifth Harmony (X Factor Usa) proprio come Harry Styles è fuoriuscito dagli One Direction (X Factor UK). Non so voi ma io trovo il suo nome e cognome ipnotici, mi colpirebbero di meno Ambra Elia o Lorella Parisi. Al n.9 resistono gli U2 e al n.10 si conferma Coez.

Altri argomenti di conversazione. Escono dalla top ten Negramaro (n.11), Cesare Cremonini (n.14) e, molto rapidamente, la Dark Polo Gang (n.19) (a proposito di fenomeni supergiovani). Entra al n.13 il nuovo album di Cosmo, comincia la discesa di Riki capo degli Amiki (dal n.11 al n.23). Rientra in classifica, al n.79, Made in Italy di MiticoLiga, in occasione dell’uscita del film. Tre album hanno superato le cento settimane in top 100, e sono The best of TZN (164 settimane, ora al n.54), A head full of dreams dei Coldplay (111 settimane, n.57) e Hellvisback di Salmo (102 settimane, n. 47).

Miglior vita. Ecco i Cranberries irrompere al n.12 con la raccolta, superando i Linkin Park (n.16), per un totale di 11 album di cantanti o gruppi guidati da cantanti che hanno lasciato questa valle di candidati alle politiche. E ora passiamo senza indugio ai

Pinfloi. The dark side of the moon scende di quattro posizioni fino a un interlocutorio n.28, mentre The wall sale al n.36: la combinazione delle due circostanze è interpretata positivamente dalle agenzie di rating, in fondo descrive una nazione che cerca in se stessa gli intimi motivi per cui è pervicacemente ingarbugliata; inoltre Wish you were here perde dieci posizioni e scende al n.61, ed è da questo che possiamo trarre motivi per avere una limitata fiducia nel futuro.

I sedicenti singoli. Sempre Perfect di Ed Sheeran al n.1, con Havana di Cabello Camila che sale al n.2; anche qui, al n.3 i Maneskin con Chosen. Mancano la top 10 il succitato Nitro (n.11 con Chairaggione), ma anche il singolo di Takagi&Ketra&Elisa&TommasoParadiso&Berlusconi e la mancano pure Il Pagante e la stessa Michielin. Ma si sa che i giovani preferiscono gli album allo streaming, e anche il profumo della carta agli smartphone e la radio agli youtubers.