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Ultimo, ma che ti gridi? – ClassificaGeneration, Stagione III, ep. 12

Ok, è di nuovo al numero 1. E ha tre album tra i primi 15. Cosa devo fare, ascoltare anche quello nuovo? Veramente volete questo da me?
Immagino di sì. Ma perlomeno riprendiamo il discorso da dove lo avevamo lasciato due mesi fa. Ecco la sintesi del ClassificaGeneration del 26 febbraio, quando in vetta alla classifica dei presunti album si trovava Peter Pan: Se vi ricordate tutto, saltate pure.

– La voce di Ultimo non è da ragazzetto da talent, non è levigata (ogni tanto fatica a prender le note che impone a se stesso) perché non si rivolge strettamente al mercato più giovane. Ne ha ascoltata tanta di musica, il giovane Moriconi – e credo conosca tutti i trucchi più redditizi del periodo aureo (in tutti i sensi) di Venditti, Baglioni, Dalla e DeGregori. Ma con la stessa voracità ha mandato a memoria il Manuale del Cantautore Facile Da Capire;

– all’Università della Vita, proprio come il Capo dell’Italia, ha imparato che metà del pubblico è defilippizzata e si aspetta, anzi pretende che ogni forma di comunicazione – l’arte, la politica, la televisione, whatever – scenda tutti i gradini possibili fino al piano terraterra, e guai a voi che provate a salirne un paio. E una volta stabilito che gli ultimi sono i primi (quindi, a che pro stimolarli a diventare, che so, quintultimi) li mette a loro agio con frasi intensamente banali;

– Ultimo è l’evoluzione della poesia da autogrill, di quel vuoto di suggestioni tra il rap e il pop che Giuliano Sangiorgi dei Negramaro aveva intuito e sul quale i Modà hanno fondato il loro regno di terrore. Ultimo è atteso da un sold out all’Olimpico di Roma e altri nei palazzetti, e ai suoi elettori parlerà di stelle e pioggia, di sogni e di sognatori che sognano di volare, volare come Peter Pan – perché questo è il sogno del POPOLO.
Subito dopo i soldi.

Bene. Ora può cominciare la puntata di oggi. Sigla.
(“Poropopò”)

Per quanto mi riguarda, l’album Colpa delle favole è inascoltabile. Se vi piace la musica italiana e ne avete ascoltata una quantità decente, non ha senso perdeci tempo: è una fotocopia senza toner di pagine a loro volta scolorite di Baglioni, Masini, Cocciante, Venditti, Zero. Ho scelto questi nomi perché è tutta gente che a un certo punto, se voleva risultare convinta e convincente si metteva a gridare come faceva Wanna Marchi. E se Ultimo inizia piano, già sai che finirà inveendo contro ‘sta vita su un’ottava superiore, invitando le masse a sfogare i propri Tararararà, tararararà. Perché il pop italiano di questo secolo è l’apoteosi dello sbraito, lo hanno capito la Pausona, Elisa e altre popstar degli anni 90 che hanno visto che Negramaro ed Emma non erano lì per caso. Se soffri, gridi. Se ami, gridi. Se sei contento, gridi. Se piove, gridi. Forse però l’idea che il POPOLO ha da gridà, nasce con Marco Masini: Ramazzotti per esempio non lo ha mai fatto, pur essendo uomo della gente, e MiticoVasco non ha mai avuto nell’impatto vocale la sua forza (anche se pure lui si è adeguato e ci ha lavorato).

Ma in generale Ultimo sarebbe il peggior giallista del mondo, bastano i primi 10 secondi per capire come finirà la canzone. Il picco è in Fateme cantà, che inizia con un perentorio “Poropopò” perché sia chiaro a tutti che sta arrivando la baglionata più ovvia: lo stornello dolceamaro. Ciò che non capisco, visto che negli album precedenti una certa abilità compositiva si percepiva (benché nascosta benissimo come Waldo) è se la pochezza di questo disco sia calcolata, cioè uno sforzo deliberato di rivolgersi agli Ultimi (ma ultimi dal punto di vista del gusto, delle aspettative nei confronti della musica: gente che non sa riconoscere canzoni decenti magari perché vessata dalla vita, che ne so io) o se il 23enne cantautore sta pagando la fretta di sfruttare intensamente il suo momento di popolarità incontrastata. Il suo pubblico lo ama qualunque cosa dica, e se non ha niente da dire non gli importa, in fondo non avere idea di cosa dire non ha mai impedito a nessuno di twittare assiduamente, o di diventare ministro delle Infrastrutture.
Peraltro qualcosa dice: che nessuno credeva in lui, che le critiche sono brutte, che il successo è falso come Simona Ventura, che comunque lui resta uno del POPOLO. Sostanzialmente quello che 500 milioni di rapper italiani ci dicono da 10 anni (mancano solo Rolex e bitches).
Ed è quello che il POPOLO approva e condivide. PoropoPOPOLO.

Resto della top 10. Sono stato lungo su Ultimo, lo so, ma d’altro canto tre album nei primi 15 sono roba d’altri tempi, è quasi mania tipo Duran Duran. Comunque, Coez scende al n.3, perché al n.2 sale (dal n.79) Ernia, con l’edizione aggiornata di 68, album uscito sei mesi fa e andato al n.1 per poi uscire dai radar con una certa velocità. Entra al n.4 Booriana di En?gma con i Kaizén, ulteriore dimostrazione del curioso strapotere di Olbia sul mercato italiano. Scende al n.5 Billie Eilish, e completano la prima diecina Rkomi, MiticoLiga, Peter Pan di Ultimo, Salmo e la colonna sonora di Bohemian rhapsody. Escono dalla top 10 Fiorella Mannoia e Lazza. Ah, precisazione per i 999ennials: quello nella foto è Ernia.

Altri argomenti di conversazione. Al grande salto in alto di Ernia al n.2 fanno un po’ da pendant i grandi salti in basso di Quentin40 (dal n.11 al 43) e Myss Keta (dal 12 al 51). Ingresso al n.12 per i Pinguini Tattici Nucleari e al n.21 per Federico Baroni. Escono dalla top 100 Viva da morire di Paola Turci, Perle di Dodi Battaglia e Alma di Enrico Ruggeri dopo tre settimane, Uomo! di Mondo Marcio dopo 4, Disponibile anche in mogano di Rovere e Togliatti Boulevard di Clavdio dopo una, il live di Ermal Meta dopo dieci. Gli album da più tempo in classifica? Eddài, lo sapete che sono sempre quelli: Hellvisback di Salmo (166 settimane), The dark side of the moon (127), Ed Sheeran (110).

Sedicenti singoli. Anche qui Coez cede il primato, e nello specifico a Calma di Pedro Capò feat. Farruko (godibile tormentone estivo che mi auguro non confondiate con Con calma, godibile tormentone estivo di Daddy Yankee feat. Snow, confonderli dimostrerebbe che vi manca il polso della contemporaneità). Ultimo non va male: sei godibili tormentoni estivi in top 20, il primo è Rondini al guinzaglio al n.5. Continuo invece a non vedere il singolo di Laura Pausini e Biagio Antonacci tra i primi cento, ma sono sicuro che è colpa del leak denunciato da Laurona, perché altrimenti eh.

Miglior vita. Ci sono nove album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di Canadair; Nevermind dopo averci preoccupato qualche settimana fa scendendo al n.99 è risalito al n.46 dove è giusto che stia – on a plain, potremmo dire.

Pinfloi. The Wall oscilla di una posizione, scendendo al n.57, mentre The dark side of the moon ne guadagna dieci e va al n.33, evidentemente grazie al selfie del buco nero – tra l’altro palesatosi mentre a Milano c’era il Fuorisalone, perché ha capito che bisogna fare sistema.