Cosa? Sanremo? Davvero? Cosa posso dirvi che già non sapete? È stato straordinario, ricolmo di canzoni magnifiche e progressive (con l’accento sulla i) e almeno una quarantina di vincitori morali, almeno secondo i settantamila principali opinionisti italiani. Non li ho letti tutti per pigrizia (e snobismo, ovvio) ma tirando le somme mi pare di capire che ha vinto Amadeus che ha fatto gli ascolti, ha vinto Fiorello che si è vestito da prete e da Maria De Filippi, ah che ridere, ha vinto Rula Jebreal ma anche l’albanese Alketa Vejsiu, ha vinto Diodato e la sua canzone tutta piena di delizie, ha vinto Gabbani perché ha perso (ma con stile), hanno vinto i Pinguini Tattici Nucleari perché hanno portato tanta vitalità, e Piero Pelù perché ha portato tanta energia, ed Elettra Lamborghini perché ha portato tanta fiesta che c’è sempre bisogno, e Raphael Gualazzi perché ha portato tanto pappappero, e Achille Lauro perché ha portato i vestiti, e Rancore perché ha portato la strada, e Fasma perché bella raga ha spaccato, e gli Eugenio in Via Di Gioia perché non sono stati capiti, e Ghali perché ha fatto lo show, e Levante perché ha fatto la storia (perlomeno quella con Diodato), e Myss Keta perché piace ai mediapeople, e Peppe Vessicchio perché è tornato, e Bugo perché se n’è andato, e Dua Lipa perché è scappata via subito ed Elodie perché uuhchefiga (nel senso della coolness, evidentemente. Ok, forse non solo). E ha vinto Irene Grandi perché la grinta, e Tosca perché il pathos, e Benigni perché la poesia, e i Ricchi e Poveri perché il trashone buffo, e Simona Molinari perché la classe, e Ornella Vanoni perché se la tira come se fosse Dardust (ok, un po’ meno), e Tiziano Ferro perché era ha cantato novanta canzoni ma tutte vibrannntiiii, e Sabrina Salerno perché anche il silicone era meglio una volta, e Mara Venier perché carucciona la ziona eccetera, e Morgan perché gli arriveranno dei soldi dei quali farà buon uso, e ha vinto la modernità pop che ci farà fare bella figura all’Eurovision Festival, quella trasmissione importante quanto il SuperBowl – no, quanto SEI SuperBowl, e ha vinto la Sala Stampa perché ancora una volta si è opposta al televoto, bravi raga, tutti e quarantamila, ci avete salvati da noi stessi – se solo riusciste a farlo anche nella realtà. Tanti vincitori, tutti felici, me per primo. Ma soprattutto ha vinto Sanremo, ha vinto veramente. Perché come il diavolo, ha convinto la gente di esistere. E ora, se permettete,
Il numero uno. Dubito che la Storia si ricorderà chi era in testa alla classifica degli album nella settimana di quel Festival di Sanremo fantastico. Beh, in testa alla classifica dei presunti album c’era J-Ax, la storia del rap italiano. E in testa alla classifica dei sedicenti singoli c’era Shiva, che del rap italiano è il presente (facciamo il presentino).
Anche l’album ReAle di J-Ax è una specie di festival. Ci sono Luca Di Stefano, Annalisa, Boomdabash, Chadia Rodriguez, Max Pezzali, Paola Turci, Sergio Sylvestre, Il Cile, Takagi & Ketra, Enrico Ruggeri, Jake La Furia, Il Pagante. Come nel festival ci sono le gag, tipo i racconti “da zio” sulla scuola o sullo spritz, e come nel festival, ci sono i #temiimportanti. Ci sono il femminicidio, la legittima difesa, la canzone sul figlio tanto sospirato, le riflessioni sui meccanismi del successo e del rap. E non sono trattati in modo banale, J-Ax non è una persona banale.
La musica di ReAle però lo è. Tanto.
E personalmente trovo che appesantisca tantissimo l’ascolto – sicché mi ritrovo con dei testi che evidentemente valgono più di quelli di Sfera Ebbasta, ma soffro tantissimo nell’ascoltarli. Però ho anche un sospetto. La musica senza nerbo non è solo una scelta per ammiccare a orecchie boomer, come pure dimostrerebbe buona parte degli ospiti, e qualche pezzo #ironico tipo Per sempre nell’83, ricalcata grassamente (nel testo e nello spirito) da 1985 dei Bowling For Soup. No, è un altro tipo di dubbio che mi viene fin dal primo brano, Mainstream (la scala sociale del rap). Il testo è brillante, la musica pensata con Takagi & Ketra non lo è affatto, ma se ascoltate, è cadenzata in modo grottesco, come se il ritmo volesse evocare l’atto di salire una scala. Questo lo sto scrivendo il 13 febbraio, il video di questo pezzo non è ancora uscito, ma chissà se non sarà proprio questo il canovaccio. Perché J-Ax è talmente un boss di YouTube (Ostia Lido, prodotto estivo banalone, ha ottenuto più di 60 milioni di visualizzazioni) che compone già pensando in quei termini, così come una volta si diceva che un pezzo era composto “per le radio”. Alla fine sarebbe semplicemente una dimostrazione del fatto che J-Ax è uno che sa esattamente dove tira il vento, tant’è che a Comunisti col Rolex, definizione prontamente adottata nella dialettica di certe correnti politiche, non ha fatto seguito, che so, Fascisti col Vangelo. E non è affatto un caso. Il Paese ReAle, lui lo conosce bene.
Resto della top 10. J-Ax è stato al n.1 per due settimane, e nella seconda ha retto all’impatto di Shiva, ovvero Andrea Arrigoni (Legnano, 1999), il cui EP Routine è pubblicato da Sony proprio come ReAle e proprio come il n.3, ovvero 23 6451 di ThaSupreme. Abbiamo quindi un podio con tre modalità di rappismo, nonché un podio tutto Sony, dove non erano così felici da quando hanno buttato fuori Rudy Zerbi. Al n.4, si cambia: c’è Marracash. Altra modalità di rappismo, ma perlomeno è della Universal, come tutti gli altri dischi in top 10 – eccezion fatta per Ultimo, l’unico indie (n.8). Altra cosa che vi posso dire sulla prima diecina è che c’è uno straniero (orrore!) ed è Eminem (però d’accordo, è un rapper), e c’è una donna (orrore!) ed è Elodie (però d’accordo, nel suo album ci sono Gué Pequeno, Lazza, Low Kidd, Marracash, Fabri Fibra, Gemitaiz, Ernia) (e tutto questo vorrà dire qualcosa). In ogni caso, non c’è solo rap nelle parti alte della classifica. Ci sono anche Brunori Sas al n.5, e Tiziano Ferro al n.10. Cioè gli unici album che ho oggettivamente stroncato negli ultimi tre mesi. E anche tutto questo vorrà dire qualcosa.
Sedicenti singoli. Shiva feat. Capo Plaza (con Chance) supera Shiva feat. ThaSupreme (con Calmo), e ThaSupreme feat. ThaSupreme, con Blun7 a Swishland. Shiva – il 21enne di Legnano, ricordate? – piazza 4 singoli tra i primi dieci. Peraltro anche qui il podio è tutto Sony! E dire che il pezzo più ascoltato in USA, The box di Roddy Ricch, sarebbe della Warner, ma qui è solo n.40. Tra i sanremesi Me ne frego di Achille Lauro entra al n.11, ma è lecito presumere che non gli importi. Poi c’è Andromeda di Elodie al n.36, Fai rumore di Diodato n.41 e Anastasio n.65, ma teniamo conto del fatto che sono stati ascoltabili solo da martedì¸ e che nessuno tra i concorrenti di mercoledì sera (o giovedì notte) è entrato in classifica. Quindi, non traete conclusioni tranne una: Sanremo è la nostra memoria condivisa – eccetera.
Altri argomenti di conversazione: Louis Tomlinson, ex OneDirection, entra al n.12. Altre nuove entrate, sostanzialmente, non ci sono. Posso invece aggiornarvi sui dischi inamovibili: Peter Pan di Ultimo (n.18 in classifica) compie due anni esatti di fila in classifica, mentre Pianeti di Ultimo (n.26 in classifica) li compirà la settimana prossima; Rockstar di Sfera Ebbasta vanta 107 settimane in top 100, laddove Ed Sheeran, con ÷ è in classifica da 153 settimane. In ogni caso l’album da più tempo in classifica (tre anni e tre mesi) è un disco di quasi cinquant’anni fa, ma non voglio spoilerare, e poi in fondo voi siete giovani e la vita è lunga e oggi c’è del tempo da ammazzare. A proposito:
Miglior Vita. Solo quattro album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di rigori per la Juve. Pochi, e metà sono dei Queen. Momentaneamente Nevermind ci ha lasciati, ma noi sappiamo che risorgerà, anche se gli manca la costanza dei
Pinfloi. The dark side of the moon, in classifica da 170 settimane consecutive, si riprende dopo un mese la consueta leadership su The wall: si porta infatti al n.53, scavalcando il fratello minore al n.54. Perché? Beh, ho letto un articolo interessante, sapete quegli articoli che spiegano in sole seimila righe tutti i motivi per cui il giornalista è in fissa con un cantante e quindi dovreste esserlo anche voi – beh, diceva che questo sorpasso è dovuto al fatto che al Trial di un ex ministro gradasso l’opinione pubblica preferirà sempre un Great Gig in the Sky, anche con cantanti mediocri, ci pensiamo noi a illuderci che siano celestiali, diceva l’articolo.
Che poi, in effetti, era questo articolo – che finisce qui. Grazie a chi è giunto quivi, a presto.