Al n.1 MiticoLiga. Come la settimana scorsa. Vi ho già detto che le canta tutte allo stesso modo, vero? Okay. E’ la medesima cosa che posso dire di Michele Bravi, vincitore iersera di X Factor. A me è sembrato cantarle piatte e quasi afone come Keith Richards. A suo modo però la sua vittoria è un momento interessante, per la prima volta non vince qualche pentatleta della voce. Evvedi che allora ci ha l’X Factor, qualunque cosa sia. Sicuramente ce l’ha per le ragazzine che ieri sera ambulanzeggiavano ogni qual volta si faceva il suo nome. E’ vero che ho letto (da sssinìstra) dei tweet acuminati nei confronti degli Ape Escape, e che io a mia volta ho maltollerato il dannato ukulele di Violetta. Quindi forse è stata una vittoria ineluttabile. Ma di fatto la longa manus delle bimbeminkia in libera uscita dalle colonie Defilippiche ha ora anche il controllo di XF, che prima si tendeva a considerare territorio adulto. Sicché il Paese è tra il martello dei forconi e l’incudine delle bimbeminkia. Lasciate che vi dica: wow.
Al n.2 One Direction. Come la settimana scorsa. Li ho visti ieri sera al Forum di Assago. Se devo dirvi la verità, ho sentito urlare molto più forte per altri gruppi. Comunque
1) non mi fanno schifo.
2) Non mi piacciono.
3) Non è a me che devono piacere. E mi vien da dire,
4) non è a me che devono fare schifo.
Gruppi simili polarizzano un casino di odio, è come se svolgessero questa funzione sociale. Ed è odio che – ma pochi tra gli haters sono disposti ad ammetterlo – non è diretto verso di loro. Ma verso i fan. E non è che MiticoLiga abbia problemi dissimili. O MiticoVasco. O Laura Pausini, toh. Ma insisto, uno studio da me effettuato su un campione (me) dice che un artista o un gruppo è odiato soprattutto per i suoi fan. Il fanatismo a prima vista sembrerebbe un effetto collaterale piacevole per un artista, ma i Beatles nel ’66 smisero di suonare dal vivo perché le ragazzine in delirio gli erano diventate intollerabili. E i Rolling Stones hanno raccontato (ad esempio in Crossfire Hurricane) che a metà anni 60 la loro routine era salire sul palco e cercare di indovinare se il concerto sarebbe durato più di 15 minuti, duante i quali a volte Jones e Richards sulla chitarra suonavano Popeye the sailor man per puro cippirimerlo, tanto nessuno li sentiva a causa delle grida. Ora, gli One Direction in questi giorni stanno suscitando i deliri delle teenagers, ma anche una gara a chi scrive le saracche più cruente, velenose e sprezzanti, con grosso successo social.
Sinceramente, non vedo come un gruppo simile possa far danno.
E poi le ragazzine – fin dai Beatles, appunto – hanno un sesto senso che né i critici musicali né i blogger hanno mai avuto.
Al n.3 Mario Biondi, con Mario Christmas. Lui è veramente impagabile. Credo tra l’altro che i suoi dischi di Natale vendano più dei suoi dischi normali. Evidentemente li sa fare. Se poi qualcuno si sente di sminuirlo dandogli del Bing Crosby – che diamine, vorrei che qualcuno desse a ME del Bing Crosby.
(segnarsi, per giorni migliori, battute molto tweetstar su Bing Crosby, Bing Stills, Bing Nash e Bing Young)
Al n.4 Laura Pausini. Sono stato a Bari, al Medimex. Facevo da moderatore in un panel. Grasse risate degli amici all’accostamento tra il sottoscritto e il concetto di moderazione. Invero non so perché me lo abbiano chiesto, non è il tipo di cosa per cui di solito chiamano me. Specie per un argomento tipo App vs Album, nuove opportunità per proporre musica. Continuo a pensare che volessero qualcun altro che ha rinunciato. Comunque, come su qualsiasi argomento di cui abbia una conoscenza esigua, ho pontificato in lungo e in largo. Ma il Medimex mi rimarrà dentro per un momento catartico. Lo showcase dei torinesi e indiessimi Incomprensibile FC. Dodici minuti in cui mi sono divertito tantissimo, con questo ibrido di funky e industrial, e testi che non riuscivo a intelligere. Poi, è successo qualcosa al computer suonato da uno dei quattro. E lì il gruppo si è inabissato. Il concerto è finito lì. Non erano pronti a fare intrattenimento che non fosse prestabilito. Troppa fiducia nell’elettronica, come tutti noi. Oppure, mancanza dell’X Factor. Aha!
Al n.5 Mika. Ieri sera il suo duetto con Morgandeibluvertigo è stato impietoso. Perché uno dei due ci è nato, intrattenitore. L’altro è nato monzese – ed è la cosa più gentile che possa dire di lui. No, okay: il problema è che lui pretende la nostra attenzione, come quei ragazzini scemi delle medie; al Forum non perdeva occasione per girarsi verso il pubblico e gesticolare, mettersi in mostrina. Ma è brutto da parte mia infierire: penso semplicemente che gli stiano dando gli psicofarmaci sbagliati. E che qualcuno dovrebbe dargli una mano. Non che finora non ne abbia ricevute, eh.
…E va bene, basta pietismo – infierisco (già che son qua): la verità è che penso che Morgandeibluvertigo sia artisticamente insulso, e lo sia sempre stato.
(…e che gli stiano dando gli psicofarmaci sbagliati)
Ma vederlo tronfio delle sue canzoni mi intriga sempre molto, più o meno quanto mi intriga Gasparri, perché quando sai di aver di fronte qualcosa di inattaccabile non è che lo puoi liquidare in due parole, devi prendere atto che la Natura ti sta dando scacco: Gasparri e Morgan sono la sfida, e tu devi rispondere con uno scarto evolutivo o soccombere da fallito e da invidioso.
Al n.6, Mina con le sue canzoni di Natale. Tra le quali, il duetto con Fiorello.
C’è qualcosa di Fiorello che mi insospettisce. Ogni tanto penso che oltre a prendere i voti dei repubblicani perché piacione, prenda quelli dei democratici perché pensano: è (nazional)popolare ma sotto sotto ci pare di intuire che rema dalla nostra parte. Ci sperano. Metti che Renzi va male, si punta su di lui.
Al n.7, Fedez. La prima volta che l’ho incontrato ero in un ritardo furibondo perché (dehehihohu) venivo dalla conferenza stampa di The Voice Of Italy. E’ una cosa che mi ha imbarazzato tutto quest’anno. Poi l’intervista l’ho fatta, e lui si è subito mostrato per il ragazzo trés smart che è. Mentre chi abbia vinto The Voice Of Italy non ne ho veramente idea. Il che mi riporta a X Factor. Non ho dubbi che sia una delle migliori trasmissioni, non solo musicali, viste in Italia. Però ha più di un difetto, e cominciano ad essere visibili come toppe su una mongolfiera.
(“Ma che esempio è?”) (“Oh, ho fretta e non mi veniva nient’altro”)
Il più importante è strutturale, ovvero se per due mesi dai a dei giovani dei brani leggendari, e poi come inedito da incidere gli dai dei pezzi scritti da autori non precisamente rodati
(insomma, con tutta la simpatia possibile: Cris Lavoro)
li stai mandando sul palco in mutande. In secondo luogo, X Factor parte a 100 all’ora e arriva andando a 40, appesantito come Philippe Mexes – e i più bolliti sembrano i giudici.
Al n.8, il live a Roma dei Muse. Che un ottavo posto sembra pure poco per essere la fan base dei Muse quello che è, cioè intensamente Museruola, e in special modo sulle sciabolate morbide che il terzetto sciorina dal vivo. E poi uno fa il calcolo – erano lì in 60mila, vuoi che almeno metà non comprino il disco?
Beh, no.
Al n.9 Ora, di Gigi D’Alessio.
Al n.10 Zucchero, con la rimasticatura live del suo pastrugno in salsa cubana. E a me Zucchero sta pure simpatico, però oh. Non so cosa dire. E’ già passato da Fabiofazio, a ‘sto giro? …Mah. Dai, oh. Cioè, nella penisola c’è gente che è entrata in un negozio e ha detto “Uh! Il nuovo disco di Zucchero! Affé mia, debbo averlo!” E voi ed io stiamo pure qui a discutere.
Escono dalla top 10 CapireBattiato ed Antony (eh, beh), dal n.7 al n.19, e il repackage di Gue Pequeno, dal n.10 al n.35. Non ci entra nemmeno – ma non simulate stupore – Britney Spears, che entra al n.14.
Dischi natalizi. benone il già citato Biondi (n.3 ma anche n.45 col disco del Natale scorso riciclato), benino Mina, non bene Giovanni Allevi (n.24) e Michael Bublé (n.27), bene Frate Alessandro (chiunque ei sia), fa che può Mariah Carey (n.47), male, voless’Iddio, Il Volo (n.59), male Bing Crosby & Frank Sinatra (n.67), malone Celine Dion (n.89)
Ragazze GUARDALAFOTO. Katy Perry al n.30, Gaga al n.31, Miley Cyrus al n.52. Mentre esce dalla top 100 Adele, il cui 21 ci era rimasto 149 settimane, quasi tre anni della nostra vita (e della sua), e della quale non avete mai visto gallery su Corriere.it.
Pinfloi. The Wall n.62, The Dark Side of the Moon n.72, The Best Of Pink Floyd n.88.
Infine. Pure Heroine di Lorde che entra al n.43. E adesso, io non ho la controprova che avendo in mano una delle possibili star di quest’anno, i boss della Universal di Londra (dove tuttoèfigo, dove succedonolecose, dove iltalentovieneapprezzato, dove c’èlavoro), i quali decidono cosa dobbiamo ascoltare noi stupidi europei, abbiano fatto bene a rimandare l’uscita del disco di 4 mesi rispetto agli Usa o all’Australia dove il disco è entrato in top ten a caterpillar dopo l’estate sul traino del megasingolo Royals. Ripeto, non ho la controprova che gli italiani nel 2013, coi mezzi del 2013, avendo potuto di riffa o di raffa ascoltare tutto l’album essendo già uscito ovunque a settembre, non abbiano ritenuto pleonastico andare a comprare il cd a dicembre.
Però potrebbe essere. E sarebbe la controprova che per dirigere una casa discografica devi essere divertentone come Rudy Zerbi e avere nella testa più fecola di patate che musica. E sarebbe la controprova di quanto sia scemo io a tentare di fare dei soldi nell’indotto di un mondo che corre verso l’abisso gridando Yi-haaaaa!!!!
Magari mi pentirò di questo spropositato accostamento, ma per un attimo ho intravisto un Mordecai Richler proporsi fra le righe…Lui è veramente impagabile…Oltre a questo…potrebbe essere davvero increscioso possedere una scrittura tanto autonoma, in grado di oscurare anche il più piccolo pensiero
Uh la là.
Sì, pentitene prima che sia tardi.