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Si può odiare Cesare Cremonini? – TheClassifica 49/2024

Ben ritrovati! Come state? Tutto bene? Siete turbati quanto me dal caso Mammucari-Fagnani? Anche voi niente, eh? Ma ditemi: nel vostro caso è più a) snobismo b) aperta aridità interiore, o c) miopia nel non cogliere il peso di questo evento e le sue ovvie ripercussioni sulle dinamiche sociali e i rapporti di forza tra esseri umani e produzione? Nel mio caso, è che d) non riesco a trovare il tutto minimamente interessante. Però vedo invece che se ne parla tantissimo, spasmodicamente, e mi guardo intorno e sono tutti migliori di me, come diceva tanti anni fa DeGregori, che apre il

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  1. Chissà cosa se ne fa Francesco De Gregori dei soldi che gli dà Enel per mandare in continuazione quella che oggi mi sembra sempre più una dichiarazione di eterno amore per gli idrocarburi. Chissà cosa se ne fa Giorgio Gaber dei soldi che gli dà Autostrade per l’Italia per La libertà che è partecipazione (statale?). Sono affarissimi loro, sì. Ma la cosa buffa è che secondo me nessuno dei due lo ha fatto per soldi. La verità è che ora grazie a quei due spot che grondano melassa sulla vecchia imprenditoria partecipata ITALIANA le altre canzoni del loro repertorio avranno una possibilità anche presso gente che non arrivava nemmeno più a La donna cannone. Che ansia, però. Che paura di sparire, persino loro, come tutti – io stesso forse domani a quest’ora non sarò esistito mai, come diceva tanti anni fa De Gregori o forse no, forse era Gaber, forse era l’irreprensibile Guardian, forse era Mammucari, forse è ora di passare al punto n.
  2. Passato un buon Capodanno? Perché l’anno è finito quando lo decidono Spotify, Apple, YouTube e Amazon, che come tanti maestri Canelli spostano avanti di un mese l’annata e ci dicono cosa ci è piaciuto nel 2024. Tanto, figurati se a metà dicembre esce uno grande e grosso tipo Marracash col nuovo album. Nah. Quando mai. Poi, al punto n.
  3. Passiamo da Capodanno a Natale, a ritroso, À rebours, in devoluzione. Quale canzone di Natale ha trionfato nel Natale 2024? È ovvio che sappiamo già anche quello. Ma al punto n.4, conviene affrontare subito…
  4. Il Giubileo di Cesare Cremonini. Che è

IL NUMERO UNO. Primo nella classifica dei presunti album con Alaska Baby, primo in quella (molto più difficile, per un 45enne) dei sedicenti singoli con la clamorosa hit Ora che non ho più te, primo nella graduatoria degli oggetti di plastica, i vinili e i cd e le vezzose cassettine. Ma non è tutto qui, in fondo tutti sono capaci di andare al n.1 in Italia, purché ITALIANI, s’intende. In questo momento Cremonini sembra Gianni Agnelli negli anni ’80, tutti si guardano bene dal metterlo in discussione.

…Non guardate me, me ne guardo anch’io, guardate.

D’altra parte, chi ha mai avuto da ridire su Zésaretto? Non è mai stato divisivo in alcun modo, ha le stimmate del leader della sinistra gradito alla destra, o viceversa. Come se non fosse mai sceso dalla sua Vespa Special, in 25 anni si è sempre mosso col suo sorriso gentile e perennemente giovane a velocità costante e mai imprudente e mai polemicante (e mai realmente incupito da nulla) – e non credo ci sia qualcuno in questo Paese di haters che gli voglia male, a differenza, che so, di Max Pezzali, altro alfiere dell’anninovantismo ma ben chiuso nei suoi anni 90. Al contrario, l’album di Cremonini incontra qui ed ora consensi incontrastati, per la forma e per la sostanza, e l’ho visto spesso descritto come una sorta di rivincita presente e futura dell’anima nobile ma vituperata della musica italiana nei confronti di pop e rap algoritmici.

Sentite. Non mi piace affatto rimanere immancabilmente giù dai carri dei vincitori, alla lunga vi garantisco che è esasperante. Però quello che non mi torna completamente di Alaska Baby è quello che è considerato il suo maggiore pregio: è ambizioso. Spesso mi sembra più ambizioso che bello, votato a una certa ostentata magniloquenza sonora che Zésare, prendendo molto sul serio il suo ruolo di artista (se non da sempre, direi almeno da Maggese) spende senza risparmio nelle sue tracce (è uno che si è tatuato Freddie Mercury, d’altronde). Intendiamoci, ben venga. Oltre tutto, più lo sento e più mi convinco che i suoi testi potrebbero essere anche recitati con flow da rapper: vibrano di un linguaggio e un’emotività totalmente contemporanee, pur non sbracando mai. Non è il suo stile – del resto non so voi, ma io sono persuaso che anche quando si taglia un dito con un foglio di carta Cremonini, sanguinando, sorrida. Però a tratti mi viene il dubbio che il Cremonini di oggi si stagli all’orizzonte anche grazie all’abbondanza di cretinismo sonoro premiato dal fatturato. Aspettavo da lui un disco che lo mettesse nel pantheon e mi togliesse l’orrendo sospetto che dalle sue vecchie marmellate cariñose avessero preso vita, come in Allegro non troppo di Bozzetto, i Pinguini Piacioni. Non mi ha del tutto convinto ma è pur vero che non c’è niente di simile in giro, quindi gli porgo i miei rispetti.

SUPERCLASSIFICHE. Secondo Spotify, Ipmetupte di Geolier è la canzone più ascoltata in Italia nel 2024, davanti a Come un tuono di Rose Villain e Gué Pequeno.

Come un tuono è la canzone più ascoltata su Apple Music, davanti a Tuta gold di Mahmood.

(…lo so cosa state pensando) (ma non finisce qui)

Tuta gold di Mahmood è la canzone più ascoltata su Prime Music di Amazon.

Mi fermo qui, per ora mi limito a irretirvi con questo, perché a differenza degli algoritmi, io – come anche la FIMI, che saluto – l’anno lo chiudo il 1 gennaio, ed è da quel momento che mi sbilancio con la tradizionale ANALISONA (il famoso e più volte imitato Rapporto aMargine). La redazione sottopagata che lavora per la #visibilità sta preparando tutti quei brutti grafici, e ci vuole il suo tempo, abbiate pazienza e per ora contentatevi di seguirmi al punto successivo.

RESTO DELLA TOP TEN. Alle spalle di Cremonini c’è proprio Geolier con la sua Deluxe edition del disco di quest’anno, mentre al n.3 entrano i Sangue Misto con la Deluxe edition del loro disco di 30 anni fa. Al n.4 c’è Olly il rapper buonino, e al n.5 la Deluxe edition di Taylor Swift per The Tortured Poets Department. Nel resto della top 10 tutta santamente ITALIANA, un po’ di rappusità a caso: Lazza, Anna Pepe, Nayt, KidYugi, CapoPlaza.

SEDICENTI SINGOLI: Qui invece alle spalle di Cremonini non demordono Olly & Manga (Angelina!) con Per due come noi; chiude il podio Islanda dei Pinguini Piacioni. Lo vedete, lui l’Alaska, loro l’Islanda. È questo, che mi preoccupa.

AND SO THIS IS CHRISTMAS: La purezza sovranista della top 10 dei singoli è turbata da Mariah Carey, che sale inarrestabile al n.7 ovviamente con All I want for Christmas is you, mentre Last Christmas, complice forse anche il Whamageddon, si ferma sulla soglia, al n.11. Entra al n.23 Michael Bublé con It’s beginning to look a lot like Christmas, mentre sale micidiale Jingle bell rock, che irritava pure il suo interprete, il compassato Bobby Helms, ed è ora al n.27.

ALTRI ARGOMENTI DI CONVERSAZIONE: Escono subito di classifica, dopo una sola settimana, Marilyn Manson e l’X Factor Mixtape che era trionfalmente entrato al n.63. Sento da mesi dei gran peana per questa edizione del programma, può anche darsi che i giudici facessero ridere più degli anni scorsi – ma io sono qui per parlarvi di classifiche e anche quest’anno non vedo tra i primi 100 nessun singolo che provenga da lì. Vi terrò informati come faccio coi giovani

PINFLOI. Risale in top 40, e precisamente al n.38, la Deluxe edition di The dark side of the moon. Spero che vi siate mossi per tempo e abbiate ordinato il maglione con cui divertire amici e parenti alla cena di Natale. Confido che non abbiate avuto dubbi su quale scegliere tra questi quattro. A me sembra una scelta così ovvia: tutti e quattro.

Grazie per aver letto fin qui, a presto.

2 Risposte a “Si può odiare Cesare Cremonini? – TheClassifica 49/2024”

  1. Dai però, Madeddone, non puoi buttarmi lì ,a bruciapelo , senza nemmeno introdurre l’argomento , una citazione di Allegro non troppo! La lacrima fa capolino..

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