AMARGINE

Sesso e ragazzine – TheClassifica episodio 12/2021

Prefisso. Mentre più in alto la cremosa crema dei miei colleghi dibatte su Floating Points e Pharoah Sanders, quaggiù nel mezzo del mainstream viviamo un periodo strano. Dopo anni di wrestler maschioni e rappusi, nella classifica FIMI dei presunti album stiamo osservando un avvicendamento (rapidissimo) di prodotti rappresentativi di tutte le fasce di acquirenti. La presa ferrea del maschio 14enne sul mercato è sempre consistente, ma possiamo dire che non è tutto quello che succede. In due mesi abbiamo avuto in prima posizione, con turni rigorosamente stabiliti dalle tre megaditte della musica, Michele Bravi, Mace, Gazzelle, Jake La Furia ed Emis Killa, Il Tre, gli Amici di Maria, Ermal Meta, e in questa ennesima settimana dell’interminabile post-Sanremo sono stati Madame e Maneskin a fare i numeri grossi per contendersi

Il numero uno. E l’hanno portata a casa i Maneschi, apparentemente grazie a qualche cd venduto in più rispetto alla Madama, più forte nello streaming – ma i parametri tendono ancora a premiare il caro vecchio tondino, del resto con quel che costa. Poi, credo che già domani Massimo Pericolo riporterà i maschi pubescenti al governo del Paese, proprio come succede in politica. Ma il fenomeno Maneskin è talmente peculiare che finisce per significare tante cose insieme. Intanto, penso che la maggior parte delle persone con più di 30 anni abbiano una specie di istintiva, divertita e un po’ imbarazzata simpatia per i Maneskin, altrimenti non si sarebbero imposti tanto a XFactor quanto alla Kermesse (ma penso che avrebbero vinto anche tra gli Amici di Maria). Malgrado la voce abrasiva di Damiano David e la scelta di un rock grezzone e molto Virginradio (che nel mio ambiente viene generalmente irrisa ma è una delle prime dieci radio della nazione), finiscono per essere più commestibili per le orecchie di chi ascolta musica da almeno un decennio, rispetto alla orgogliosa distruzione della musicalità messa in atto dai PRODUCER con il loro straordinario tocco di Mida. Non va sottovalutato però un fatto:

(mi scuso per il linguaggio explicit in arrivo)

i Maneschi rimettono un sex-appeal intricato ma multiforme al centro di tutto, che è una cosa che storicamente il pop e il rock hanno sempre cercato di fare, mentre il rap e l’urban (pardon) hanno sempre risolto la faccenda millantando la propria attitudine a mostrare il proprio bigolino a tutto il quartiere mentre mamma li contempla orgogliosa. E non parliamo dell’indie, che da anni decanta la triste sensibilità del proprio triste bigolo.

C’è una smaccata componente di boy-band (con femmina: bonus) nel successo dei Maneschi, però non solo. Teatro d’ira vol.1, il minialbum (sette pezzi nuovi più Vent’anni che era uscita alla fine del 2020) (poi ovviamente arriverà la seconda dose) è una collezione di slogan che Gucci e Achille Lauro dovrebbero prendere in considerazione se vogliono finalmente vendere un disco.

(ok, lo so, non è detto che lo vogliano, finché trovano il lacché Amadeus che al fotomodello concede lo status di Superospite della Kermesse, alla fine il loro lavoro lo hanno fatto)

Viva la siga. E cionondimeno, anche se è evidente che devono lottare con tutte le loro forze per spremere strofe decenti dai loro diari adolescenziali (“Loro non sanno di che parlo, voi siete sporchi, fra’, di fango. Giallo di siga fra le dita, io con la siga camminando”) (…la pigrizia di insistere due volte nella stessa strofa sulla SIGA) (con la esse) (l’emblema del ribellismo quattordicenne) (non a caso tutti i manager raccomandano il tabagismo ai loro cantanti, e i produttori mondiali di tumori a partire da Philip Morris esultano commossi) non si può negare che tra gli scarabocchi venga sempre fuori la frase a effetto, che in gioventù avrebbe fatto effetto persino a dei cinici tagliagole come voi, che vi sapevate diversi da LORO.

Resto della top 10. Detto di Madame al n.2, al n.3 ci sono Dimartino e Colapesce con I mortali². Il che significa, podio tutto per la Kermesse. Che non ricordo nemmeno più quando è stata, e d’altra parte non sono nemmeno del tutto certo che sia finita, forse se accendessi la tv stamattina scoprirei che Fiorello è ancora impegnato in qualche gustosa gag inserita tra il novantesimo e il novantunesimo cantante in gara nella terza serata. Debutta al n.4 Justin Bieber (vedete, anche qui – girls, girls, girls) ed entra al n.5 il discoanniversario della settimana, La voce del padrone di CapireBattiato, non se ne fanno più eccetera. Traccheggia al n.6 Mace, e devo ammettere che non avrei pensato di trovarlo ancora così in alto dopo sette settimane; debuttano al n.8 Lana Del Rey, che ogni tanto ricompare tipo Jasmine Trinca o Valeria Bruni Tedeschi, sapete quelle entità periodiche alle quali bisogna dare i David di Donatello. Si affaccia al n.8 Ghemon, del quale inizio a sospettare che abbia più estimatori che ascoltatori, e non so se cogliete la sfumatura, credo che lui la colga. Al n.9 Capo Plaza, e al n.10 Harry Styles con il suo bel testone (…girls, girls, girls). Caspita, che top ten variegata. Giovani e Maestri, ITALIANI e stranieri, rappusi e hipster, maschi e femmine, kermessi e playlisti. E guardate cosa succede tra i

Sedicenti singoli. Abbiamo lo stesso podio dei presunti album, ma al contrario, in modalità satanicamente corretta, con i tre kermessi, messi in ordine inverso: al n.1 Dimartino e Colapesce con la Musica leggerissima, al n.2 la Voce di Madama, al n.3 Zitti e buoni dei Maneschi. Il regno di terrore sanremese si estende al n.4 (Francesca Michielin e Fedez) (che tra l’altro, pochi lo sanno, è diventato di nuovo papà) e al n.5 Irama (che tra l’altro, pochi lo sanno, ha partecipato a Sanremo anche lui). Ma in effetti anche al n.7 (Coma_Cose) e 8 (Annalisa) e 9 (Fasma & GG). Non ricordo un altro Sanremo così persistente negli ultimi vent’anni. Me ne dovrò fare una ragione, evidentemente anche alla fine di questo secolo questa nazione sarà eternamente fascista e kermessa.

Nonbenissimo. Sì, va bene, Kermessekermesse, però se hai ottocento concorrenti e una top 100, qualcuno dovrà pure essere scagliato via col sedile eiettabile. E infatti escono dalla classifica dei sedicenti singoli Ghemon, Gio Evan, Bugo, Gaudiano, Max Gazzé, Francesco Renga, Loredana Berté. Per contro, abbandonano la comitiva dei presunti album Selena Gomez (dopo una sola settimana), ma soprattutto Gli Amici Bro di Maria, n.1 solo tre settimane fa, e ora già accantonata come gli acquisti fatti nelle televendite. Sono tentato di ripetere quest’ultima frase per evidenziarla, ma penso che basterà fare una breve pausa e guardarmi intorno con aria significativa. Sempre tra i presunti album, rimangono in classifica ma accusano severi tracolli a Piazza Affari l’ex n.1 Ermal Meta, che passa dalla vetta al n.23, in malo modo; Aiello e Fulminacci che dalla prima diecina discendono al n.25 e 30. E il nuovo de Lo Stato Sociale è al n.86, ma immagino che ne siano in qualche modo soddisfatti, sicuramente dimostra qualcosa che io non so. Volevo anche dirvi che oltre a non essere più in top ten tra gli album, Sferoso Famoso non è più nemmeno, in nessuna forma, nella top 30 dei sedicenti singoli. Il suo ruolo, strano a dirsi, è stato preso dai Pinguini Tattici Nucleari, in proprio ma anche nei richiestissimi featuring, da Ernia (Ferma a guardare, n.14) a Madame (Babaganoush, n.21). Già che c’erano, Ernia e Madama hanno completato il triangolo facendo un featuring tra loro (è Nuda, al n.31). Che charts promiscue, vero?

Altri argomenti di conversazione. In effetti sono usciti un sacco di dischi! E qualcuno è andato male, forse non erano segnalati nelle Nuove Uscite, forse non erano in target con noi giovani, sta di fatto che i Duets di Sting mancano la top ten e si accontentano del n. 15, e Loretta Goggi con la ristampa di Il mio prossimo amore (anniversario!) (era l’album di Maledetta primavera) (lo dico anche se sono certo che lo sapeste già) entra al n.31. Ora mettetevi comodi, sta per partire la litania degli album in classifica da più di 100 settimane. Per fare qualcosa di diverso, vi ragguaglierò prima sui singoli più longevi: Blinding Lights di The Weeknd (69 settimane) davanti ai Pinguini Tattici Nucleari con Ridere (49 settimane). Tra i presunti album invece ci sono diversi over 100 e sono Fuori dall’hype dei Pinguini Tattici Nucleari (103 settimane), Billie Eilish con il suo debutto (due anni! 104 settimane. Bella, Billie), Re Mida di Lazza (108), Post Punk di Gazzelle (121), Salmo con Playlist Live (124), Diari aperti segreti svelati di Elisa (126), 20 di Capo Plaza (153), Ultimo con tutta la sua discografia ovvero Colpa delle favole (103) Pianeti (160. Però è a rischio, è sceso al n.94) Peter Pan (163), e su tutti l’inutile Segnetto ÷ di Ed Sheeran, uscito 212 settimane fa. A maggio, per decisione presa dalla casa discografica che pubblica entrambi, toglierà il record di 220 settimane consecutive ai

Pinfloi. The dark side of the moon scende (con la sua amara ma composta eleganza) dal n.31 al 37, mentre The wall slitta (latrando rancorosamente) dal n.51 al 66. Sono abbastanza sicuro che c’entri l’accostamento a Putin della settimana scorsa, guardacaso appena l’ho fatto ecco che i russi sono corsi a comprare dei nostri segreti militari (si vede che il telefono di Salvini era occupato) e la sezione commenti di questo blog è stata invasa (non scherzo) da bot cirillici che mi spammavano cirillosamente. Quindi, cambiamo prudentemente trend topic, passiamo ai diritti del calcio. The dark side of the moon è evidentemente Dazn, col suo passo lento e pensoso e lento e ragionato e lento – ma senza isterie e narcisismi patologici; The wall è sicuramente Sky, con i suoi ego gonfiati in modo maniacale. Mentre certamente Wish you were here è TIMvision, e la sua missione è portare infelicità alle masse. E una volta stabilito questo vi saluto e ringrazio di aver letto fin qui, alla prossima settimana.