Occuparsi di classifiche di vendita o di ascolti nella settimana di Sanremo è nel contempo subdolo e patetico. Non voglio annoiarvi, perché ormai abbiamo deciso tutti insieme (ricordate quella sera? En passant, mi dovete ancora i soldi per la pizza, che non è la prima volta che mi fate il numerone, eh) che Sanremo è il Carnevale, la trashatona liberatoria della quale questo Paese così compunto e mai sopra le righe ha bisogno per guardare serenamente nell’abisso. E l’abisso, come ci ha sempre raccontato Nietzsche, se ne compiace. Chi più sereno di lui?
Cercate di capirmi, non è facile ridimensionare il Festival senza sembrare snob. Però rimango veramente incantato nel vedere tutta ‘sta Oktoberfest ma senza che si venda una birra. O quasi. L’anno scorso, solo uno ha venduto dei dischi, ed è Ultimo – e non era nemmeno uno dei venti concorrenti big. Due anni fa, solo uno ha venduto dei dischi, ed era Gabbani. Tre anni fa, edizione vinta dagli Stadio, Francesca Michielin ha superato le 100mila copie col singolo, che forse non ricordate nemmeno come si chiamava (Nessun grado di separazione). Nessun altro. In soldoni, non va diversamente da X Factor e Amici: uno su X ce la fa. Si tirano gli spaghetti sulla parete, e quello che rimane appiccicato ha vinto – non necessariamente quello che vince la gara. Nelle annate fortunate, fanno il botto in due, tre. Così, per le cifre che muove Sanremo, è veramente bizzarro che un intero comparto si mobiliti come fa la discografia italiana, per non parlare dei millequattrocentoquarantatre giornalisti accreditati (non sto inventando).
Le classifiche che vado a commentarvi sono uscite dopo tre giorni (su cinque) di Festival. Forse è ancora presto. Certo, una volta di serate mica ce n’erano cinque. Però va bene, non voglio guastare feste a nessuno, mi fa piacere che tutti si divertano pazzerellamente e mi limiterò ai dati.
Tra gli album, Fedez tiene. E tira un sospirone di sollievo. Paranoia airlines conserva il n.1 davanti a Madman, il cui MM vol. 3 entra al n.2 – e non al 3, dove scende Playlist di Salmo. Mentre Ensi debutta al n.6, Ultimo rimane al n.4 con Peter Pan, ma rientra in top 10 con Pianeti (dal n.15 al 10). Il superospite Mengoni passa perentoriamente dal n.10 al ben più prestigioso n.8. E questo è l’unico effetto di Sanremo sulla classifica degli album. Nella prima decina pascolano ancora comodamente i Queen (n.5 la Platinum collection, n.7 colonna sonora di Bohemian rhapsody).
Tra i singoli, Fedez cede. Torna al n.1 Coez con È sempre bello. Dietro al tormentone estivo Calma di Pedro Capò feat. Farruko (n.2) e a Sweet but psycho di Ava Max, debutta al n.4 Gang shit, brano della Dark Polo Gang – e se volete la mia opinione, a ‘sto giro quel titolo è fin troppo generoso con loro. Ultimo (toh!) entra alle loro spalle, al n.5, con I tuoi particolari. Sfiora la top 10 un altro concorrente di Sanremo, è Irama, al n.11 con La ragazza dal cuore di latta. Poi troviamo Senza farlo apposta di Shade & Federica Carta al n.29. Fanno tre nella top 30. Da qui in poi forse vi è più comodo che ve li metta in fila.
n.33 Achille Lauro, Rolls Royce
n.43 Simone Cristicchi, Abbi cura di me
n.48 Loredana Bertè, Cosa ti aspetti da me
n.56 Nigiotti, Nonno Hollywood
n.67 Daniele SIlvestri feat.Rancore, Argentovivo
n.71 Boomdabash, Per un milione.
n.77 Arisa, Mi sento bene
n.81 Mahmood, Soldi
n.84 Il Volo, Musica che resta
n.94 Francesco Renga, Aspetto che torni.
Quattordici su ventiquattro sono comunque entrate, anche se davanti a un piazzamento sotto al n.30 un discografico tende a praticarsi dei tagli sulle braccia.
Ma intanto, mentre il mondo guarda altrove, Fedez esce del tutto dalla top ten e la sua TVTB con la DPG passa dal n.1 al n.17. Holding out for you, con Zara Larsson, scende dal n.13 al 38. Prima di ogni cosa dal n.29 al 75.
Poi basta.
Quattordici brani di Madman sono in classifica. Oh, sono quattordici come quelli di tutto Sanremo.
Altri argomenti di conversazione. Torniamo agli album. Dalla top ten escono subito e anche con veemenza Adrian Celentano (dal 9 al 22) e gli Afterhours (dal 6 al 29). Escono dalla classifica Bowland (dopo 7 settimane), il live degli Skunk Anansie (dopo una), l’album di Nada (dopo due settimane) e i Tre Allegri Ragazzi Morti (una settimana). Fanno il loro ingresso al n.24 Murubuto, al n.27 Massimo Volume e al n.34 Frenetik & Orang3.
Risalendo dal n.50 al 35, Hellvisback di Salmo festeggia tre anni puliti di permanenza; lo seguono The dark side of the moon (117), Vascononstop (116) ed Ed ed Sheeran (100). Il cui album ÷ (Divide per gli amici) è piantato al n.43, rigido come se fosse passato a
Miglior Vita. Con la Queenmania così regnante, in classifica ci sono nove album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di ambasciatori. Nevermind è stabile, e la sua oscillazione minima dal n.65 al n.67 non preoccupa gli investitori, è giusto avere fiducia, passeranno questi chiari di luna e questi scuri di luna.
Pinfloi. The dark side of the moon, in linea con le previsioni del Governo, guadagna 11 punti – dal n.56 al 45, mentre il più pessimista The wall scende dal n.67 al 72. Purtroppo c’è anche una brutta notizia, Wish you were here sale dal n.98 all’86, per ricordarci che non dobbiamo mai abbassare la guardia.