Buongiorno. So cosa state pensando: “Ehi, ma – veramente? Dopo soli due giorni dall’ultima TheClassifica siamo già qui a baloccarci di nuovo?”
C’è un motivo. Era un po’ che non vi sommergevo di cifre, dati e proclami.
E così, senz’indugio, ecco il menu della puntata.
1. Cose che succedono, fra’.
2. Olly. Vi ricordate, sì? Di nuovo n.1. Nei presunti album e nei sedicenti singoli.
3. Questo episodio sarà estremamente tecnico. Con tutte le sentenze che bisogna nascondere sotto il tappeto. Tipo che siamo una nazione che premia la musica cretinetta purché sovranista, ma in fondo che importa, il comparto comparta e il prodotto prodotta, i discografici e i manager si stanno arricchendo e tutti vogliono scrivere di musica. Ogni tanto persino io.
4. …Non vi ricordate di Olly, vero? Eppure è il dominatore della nazione. Uffa, è sempre la stessa storia, con voi. Seguite il mainstream sbagliato.
5. Dài! Olly!!! Quello che sembra Jovanotti ma anche Max Pezzali. Quello che sembra un manga, e duetta con la Mango. Il rapper buono, che non suggerisce agli adolescenti che spararsi in faccia tra loro sia meglio che seguire influencer e creator.
6. A proposito di Jovanotti e Pezzali. Secondo voi i 90 sono i nuovi 60?
7. Non ne ho idea. A me ragionare per decenni è sempre parsa una pratica assai citrulla.
8. Però è innegabilmente divertente. Permette di fare il tifo come per le squadre di calcio. I 70 sono in forma, no, ultimamente? Ok, si sa, contro i 20 non c’è mai partita, era così nel secolo scorso ed è così in questo, il blasone alla fine conta.
9. Lo vedete anche voi. Io mi sto battendo eroicamente per non parlare degli 883, però ho la sensazione che non si parli d’altro. Ieri mattina una radio che si rivolge alla Generazione Z Generazione Futuro ha mandato in onda un’ora di 883. Io non so.
10. Ma come vi dicevo! Edizione estremamente tecnica e con numerosi numeri. Ma col sorriso! Eccolo. 🙂 Pronti?
Il numero 1. Olly Olivieri da Genova torna al n.1 anche tra gli album – occupa la prima posizione tra i singoli grazie a Per Due Come Noi, duetto edificante con Angelina Mango che sta imponendo la sua spietata legge da due mesi. Perché insisto che Olly è un po’ Pezzally? Dovreste sentire “E’ festa”, sorta di incrocio tra Tieni il tempo e Ciao mamma (guarda come mi diverto). O dovreste leggere il testo de Il Campione. “Ma dimmi che ne sai (Ma che ne sai?), tu che non sbagli mai, tu che non sei come noi che combiniamo solo guai, ahi-ahi-ahi-ahi, ahi-ahi-ahi-ahi. Ma noi cresciuti con canzoni senza età, le canteremo più forte, più forte, per chi non ce la fa. Perché il campione si vede qua, la-la-la-la-la”.
Spero che basti.
Eia eia trallallà. C’è un album straniero tra i primi 20, è quello dei Cure (per gli intimi: The Cure), al n.9 dopo i fasti del n.2 della settimana scorsa. Per fortuna gli altri 19 sono capolavori santamente ITALIANI.
Ci sono ben 15 artisti stranieri nella top 100 degli album. Non vi sembrano troppi? Quand’è che faremo qualcosa? Vogliamo aspettare che siano sedici??? Cosa aspettiamo a chiudere del tutto le frontiere? O vogliamo continuare a permettere a chi non ha puro sangue tricolore di insozzare i nostri ritornelli? E cosa aspetta questo Governo a imporre che i rapper inneggino solo a brand ITALIANI? Auto italiane, pistole italiane, droga italiana. E poi, cosa aspetta il Ministro – beh, sapete quale: lo scemo di Milano che ha sposato la banchiera – a imporre che le megamultinazionali delle canzoncine adottino nomi ITALIANI? Se vogliono lavorare QUI, che si chiamino L’Universale, La Guarneria, La Sogni. Qualcuno glielo dica, durante la Milano Music Week. E anche i brand, chiamiamoli brandi. O brandə, così sono contenti anche a sssinìztra e ci fanno un bel sorriso. Eccolo. 🙂
E quanto a voialtrə. Tra i cento album più venduti in questo momento ci sono ben dieci album di donne femmine, a riprova che non è vero che siamo una nazione patriarcale.
Sedicenti singoli. Le canzoncine straniere sono 13 sulle 100 in classifica. Ehi, non è colpa di nessuno se solo noi ITALIANI facciamo musica che vale la pena ascoltare. In top 30 ci sono solamente due dannati forestieri, e sono Karol G, al n.11, e il duo Lady Gaga/Bruno Mars al n.18. C’è una sola nuova entrata in top 20 ed è Tiziano Ferro, che ha provato a farsi trainare da Elodie e ha raggiunto il n.9. Ottimo momento per i 40enni: Zèsare Cremonini è ancora sul podio a due mesi dall’uscita, ora è n.2. Ma a proposito di n.2. Vi starete chiedendo che ne è stato del punto n.1? Quello intitolato
Cose che succedono. Il mese scorso ho preso un treno per andare da una grande città piena di rap a una città più piccola ma pienissima di rap. Non c’era molta gente. A un certo punto, in uno dei paesotti intermedi, sono saliti tre ragazzi direi tra i 17 e i 19 anni. E siccome il treno era vuoto, la loro conversazione mi ha avviluppato per dieci minuti in cui mi è sembrato di essere in un film o una serie attenta ai giovani. Vi riporto un passaggio integrale. “Ma no, fra’, non ha senso fra’, te lo giuro fra’, sincero fra’” “Ma guarda che me lo ha detto lui, fra’” “Non esiste fra’, stai attento fra’, ti sta tirando in mezzo perché è disperato fra’. Cosa stai mangiando, fra’, dai qua un po’” “Oh, mollami, fra’” “Sarai un infame eh, fra’”. Se era una parodia dei loro coetanei, li ringrazio. Se non lo era, li ringrazio lo stesso. Perché le utopie e le religioni sono finite, ma i cliché (e le preposizioni) sono tra noi, e loro è il futuro. So quel che dico, io faccio parte di una generazione di lampeggianti imbecilli il cui proclama per il futuro – detto col sorriso: eccolo 🙂 – è “Meritiamo l’estinzione” (…ma è solo il proclama, non il progetto. Quello, rimane uno solo: fare soldi senza farsi troppe domande). Bòn: a proposito di conversazione:
Altri argomenti di conversazione. Cinquantasei (56) canzoncine sono joint-venture tra almeno due artisti. Effettivamente è notevole che ben 44 titoli siano di qualcuno che rivendica di aver tutto da solo – anche se poi magari la sua base si deve allo straordinario produzer che col telefonino ne ha scaricata una già pronta e l’ha rallentata ulteriormente perché fosse più noiosa ancora. I re dei singoli ora come ora sono Kid Yugi, che ne ha 12 in top 100, davanti ad Anna che ne ha 9 (due dei quali, tutti da sola), Geolier e Lazza che ne hanno 8 (Geolier, 3 da solo, mentre Lazza ne ha 2 a proprio esclusivo nome). Poi, Olly che ne ha sei.
Gli 883 salgono a 4 singoli in classifica, come Sferoso Famoso, che però è presente solo con interventi in brani altrui, all’interno dei quali puntualizza che ha molto successissimo, bravo Sferoso.
Dicevo degli 883. Con un deca è al n. 61, Come mai al n.72, Hanno ucciso l’uomo ragno al n.75, Nord Sud Ovest Est al n.100. Non sono molto in alto, no. Diciamo che alcuni adolescenti sono incuriositi. Ma non esageratamente: non lo definirei un ritorno con vendetta tipo Kate Bush con Running Up That Hill dopo Stranger Things.
Un’altra prova che il comparto scoppia di salute è che le tre megamultinazionali ci danno tutta la bellezza di cui abbiamo bisogno. Universal ha 37 prodotti nella classifica degli album, Warner ne ha 28, Sony 24.
Solo undici vengono da altrove. Cioè dalle tre indipendenti: Believe (5 titoli), Self (4) e Artist First (2). Avete voluto l’indipendenza? No, in realtà no. Quando mai. 🙂
Non si esce da questa top 100. In settimana ci sono state solo sette nuove entrate in classifica. Ma forse anche perché dalla classifica è difficile uscire. 17 album ci abitano da 100 settimane (guidati ovviamente da Re Mida di Lazza, 298 settimane, e Fuori dall’hype dei Pinguini Piacioni, 293) e altri due stanno arrivando nelle prossime settimane a ingrossare questo esercito. Non mi sto riferendo ad album stravecchi, agli undici album pubblicati più di due anni fa che rientrano in classifica per riempire il vuoto dentro di noi (da AM degli Arctic Monkeys a Santeria di Guè e Marracash). No, sto ovviamente alludendo a quelli che sono entrati in classifica quando sono usciti, nel 2019 o successivi, e non se ne vanno più come John Belushi a casa di Bill Murray ne La Cosa Che Non Se Ne Andava Mai. D’accordo, non sfonderemo il tetto del 20% fino all’anno prossimo, però cari frà, la verità è che i frà ascoltano sempre gli stessi frà, tutti i giorni frà, da due anni, frà, e allora frà tanto vale che i frà continuino a fare pezzi sempre uguali in cui dicono sempre le stesse cose frà, oppure edizioni deluxe della deluxe della deluxe, che aggiungano una mezza parola al titolo perché lo scopo è continuare ad avere l’album lì ad algoritmare per sempre e sempre come le gemelle morte di (spoiler alert), album stramorti di artisti mai stati particolarmente vivi. Detto ovviamente col sorriso – eccolo. 🙂
In ogni caso, siccome poi qualcuno ci ha lasciati, segnalo che il il live di Vinicio Capossela è andato sotto il n.100 dopo due settimane, mentre è durata anche meno la gloria di Giorgio Vanni, la risposta maschile a Cristina D’Avena, entrato per una sola settimana al n.15. Infine, è uscito di classifica dopo 9 settimane David Gilmour – avete presente, quello dei
Pinfloi. The Dark Side Of The Moon risale dal n.81 al 63 – e non grazie ai vinili: pensate, non è nemmeno in top 10. Al n.1 c’è Zucchero, con un album di cover che sembra quelli di Fausto Papetti, ma con Zucchero in copertina invece che le donne nude. Voi mi direte: “Ma glielo hai detto quando lo hai intervistato?” NO, perché lui non me lo ha chiesto. Nessuno chiede più all’intervistatore “Hai sentito il disco, ti piace?” Ma d’altra parte, perché dovrebbero, è perfettamente naturale che LUI sia interessante ma il prodotto non lo sia. Il prodotto non dev’essere interessante, non deve piacere a me, non deve piacere a nessuno, il prodotto ha come scopo il consumo – e ci consumerà, fra’. Ma col sorriso. Eccolo: 🙂 Grazie per aver letto fin qui! A presto, fra’.