«Tutto è perduto, fuorché l’ospite d’onore».
(Marcello Marchesi)
Buongiorno, benvenuti qui, A margine. A causa della prolungata assenza, oggi, dose doppia.
(mettetevi comodi)
In menu abbiamo:
1. I numeri uno, Tananai e The Night Skinny. Cioè, Rai e Mediaset?
2. A proposito di tv: la serie tv sugli 883. Vorrei dire la mia anch’io.
3. No, scherzavo. Non ci penso nemmeno. Voi siete matti. E lo dico da 883ista. Qualunque stupida cosa possa voler dire.
4. Chissà chi scriverà la serie tv su Morganetto. Io dico: Isabella Santacroce, fatti avanti. I tempi sono maturi per la rivalutazione.
5. E nella parte del protagonista, un’intensa Ambra Angiolini.
6. Fedez. È veramente finito? O ha preso nuove maligne forme, come Tommaso Paradiso?
7. Il pregiudicato della Warner SimbaLaRue sta scalando la top 10 con Mi piacciono le armi. Mentre gli altri rapper insistono su Glock, brand non ITALIANO, Simba raccomanda agli adolescenti una Beretta. Che però dovrebbe fare di più per la #scena – no ?
8. Il maglione natalizio di MiticoVasco. Cominciamo da qui.
Poi, andiamo, com’è opportuno, ai
NUMERI UNO. Non sono stati al primo posto nella stessa settimana – orsù, non è possibile. Questa rubrica, con arroganza pari soltanto alla sua pigrizia, ha però deciso di accorparli e chiedersi:
The Night Skinny (produzer molisano 41enne che in ogni disco ospita almeno venticinque famosi rapper ITALIANI (tra i quali, a volte, anche una femmina)
e
Tananai (29enne di Cologno Monzese, ex musicista elettronico convertitosi molto volentieri alle canzoncine pop cuoriciose)
…sono, alla fine, le due facce della stessa medaglia di bronzo, facce di bronzo, tizzoni d’inferno, serpenti a sonagli in questo nostro Nevada, vada come vada?
(questa sarebbe la tesi)
Alberto Cotta Ramusino e Luca Pace dovrebbero sedere nelle riunioni di Confindustria (se ne fanno ancora). Sono due eccellenti fabbricanti di suonini e rimette, i loro prodotti sono il frutto di una conoscenza del mercato e di un’analisi capillare delle esigenze dei consumatori, la loro penetrazione del territorio è completa e i loro prodotti hanno il raro pregio di raggiungere diverse fasce di età, anche se è ovvio che il core business di Luca Pace (The Night Skinny) sono i portatori di brufoli maschi, mentre quello di Alberto Cotta Ramusino (Tananai) è più largo anche se ora come ora meno potente, e sono femmine sospirose tra i 15 e i 28 anni.
I loro prodotti sono i più impeccabili che l’industria ITALIANA può offrire in questo momento, e le due megamultinazionali straniere che li distribuiscono possono davvero esserne orgogliose. Malgrado il loro pedigree musicale, nessuno dei due ha ritenuto di infastidire gli ascoltatori con troppe pretese musicali, cercando di dare alla clientela una rassicurante prevedibilità. E nessuno vuole candidati complicati o prodotti complicati (fatti salvi i prodotti hi-tech, da decenni salpati allegramente nella direzione opposta alle parole “user friendly”. Ma questo esula da questa rubrica). Nessuno vuole musiche troppo complicate. O parole complicate.
A proposito di parole, qui iniziamo a incasinare la tracklist e skippiamo al punto 6, ovvero
Fedez. È ancora tra noi? È ovvio che non lo troverete tra i 27 ospiti di Containers di The Night Skinny. No, le sue tracce sono casomai nell’altro prodotto, CalmoCobra di Tananai. Che con Federico Lucia (e Mara Sattei) ha inciso una azzeccatissima hit estiva, La dolce vita. E con lui condivide uno dei RE MIDA delle canzoncine, il 41enne Davide Simonetta da Lodi in arte d.whale. Simonetta meriterebbe un discorso a sé, è uno dei protagonisti di questa stagione incestuosissima del pop italiano in cui gli stessi 5-6 nomi ricorrono nelle canzoni dei nostri milleeuno straordinari artisti dei suonini e delle rimette,
(…e chissà, chissà come)
questo numero limitatissimo di strepitosi, inarrivabili RE MIDA che nobilitano un panorama musicale entusiasmante, del quale noi addetti ai lavori non facciamo che scrivere le lodi con le mani e soprattutto con i piedi,
(E CHISSÀ COME)
ci ritroviamo con una sbobbetta che spesso sembra tutta uguale – ma beninteso, è una sbobbetta meravigliosa ed irripetibile, non siamo mai stati così felici.
Ma torniamo a Tananai. Il suo album ha un pregio: è breve. I suoi testi, come se fossero scritti da un consumato pubblicitario che sa cosa può eccitare un potenziale acquirente, hanno la stessa astuzia di quelli di Tommaso Paradiso (ve lo ricordate, sì?): banalità ritrite ma collaudate, che vengono movimentate dall’introduzione, assolutamente gratuita ma di grande effetto, di parole come “punk”, “Radiohead”, o “borghese”. Che era una parola difficile con la quale Fedez aveva conquistato l’attenzione dell’elettorato di un partito in disgrazia quanto lui.
Tananai e Simonetta e Paolo Antonacci (sì, sì: figlio di Biagio, nipote di Gianni Morandi) hanno infilato la parola “borghese” nella prima strofa della vera grande hit estiva del 2024, Storie brevi, che resta l’unico brano significativo del suo CalmoCobra: un pastiche anni ’60 nobilitato dalla diva Annalisa ma soprattutto da un video in cui Annalisa e Tananai interpretano la fantasia definitiva degli ITALIANI: essere belli e ricchissimi, coppia più bella del mondo cui non dispiace per gli altri, ma neanche un po’, gli altri si fottano.
Nella Mia Umile Opinione, questo rende Tananai un perfetto programma per le reti di Piersilvio Berlusconi.
Mentre The Night Skinny, che per vocazione cavalca quel featurismo che ormai è irrinunciabile in quella kasta che è ormai il rap italiano, somiglia più a quei programmi con cui la Rai ci ha cresciuti, con gli stessi ospiti che si ripresentavano instancabili in scenografie pacchiane per reclamizzare la propria mercanzia, i loro bravi filmini, i loro bravi librini, i loro bravi dischini, il loro bravo successino che gli permette di sfoggiare il brandino e l’automobilina. Luca Pace è il Pippobaudo o la Maravenier che li riunisce tutti e li mette in condizione di fare la loro cosa nella (sua) casa.
E se devo sbilanciarmi (devo? No) (ma fa niente), malgrado i suonetti scelti da Skinny siano più scientifici che eccitanti, tendo a preferire il suo festival del featuring al Canalecinquismo cantato messo in piedi da Tananai. Ma per una sola ragione: nella sfilata di ospiti d’onore troviamo chi ha bisogno di farsi conoscere e pur di farlo rinuncia volentieri ai suoi neuroni (ed è solo per questo che perdono, per esempio, Artie 5ive e Kid Yugi, che ritengo capaci di ben altro), chi coltiva senza posa il cretinismo giovanile con l’approvazione totale di questa nazione oltre che delle megamultinazionali dei suonini, ma anche chi, pur non avendone stretta necessità perché già si è arricchito con la rappusità, cerca di dire delle cose. Per esempio, mastro Tedua o i due vecchi arnesi Noyz Narcos e Gué Pequeno. Cosa vi devo dire, magari mi sto accontentando di poco pure io.
RESTO DELLA TOP 10. Nessun’altra nuova uscita si è fatta largo nella top 10 tutta ITALIANA, nella quale Alberto Cotta Ramusino è l’unico non provvisto del patentino di rapper. Quindi riepilogando rapidamente: n.1 Tananai, n.2 (ex n.1) The Night Skinny, n.3 Lazza, n.4 Simba La Rue, n.5 Anna, n.6 Geolier, n.7 Shiva, n.8 Tony Effe, n.9 Tedua, n.10 Astro.
SEDICENTI SINGOLI. Tananai è stato premiato dalla disponibilità delle sue giovani fans all’acquisto di una copia in plastica della sua opera negli affollati firmacopie celebrati in tutta Italia. Decisamente inferiore, anche più del prevedibile, la risposta delle piattaforme di streaming, ostaggio di giovani maschi in cerca non di sentimenti ma di microcriminalità: delle nuove tracce uscite su CalmoCobra, il miglior risultato lo ha ottenuto il brano Punk Love Storia, che forse per il titolo ribaldo ha ottenuto un roboante n.62.
Continua pertanto a regnare sulla nazione Per Due Come Noi di Olly, Angelina Mango & JVLI, che resistono al debutto di Alfa al n.2 con Il Filo Rosso. Ma c’è incredibilmente un 45enne sul podio, ed è Cesare Cremonini, che sale al n.3 con Ora Che Non Ho Più Te.
C’è poi un’altra nuova entrata tra le prime 10 canzoncine ed è Mi Piacciono Le Armi, birbante provocazione targata Warner Music Italy del sempre arguto pregiudicato SimbaLaRue, a pochi giorni dalle notizie sui teenager che sparano in faccia ad altri teenager o accoltellano teenager – ma nessuno faccia del moralismo, siamo qui per produrre prodotti, Dio ci scampi e soprattutto scampi la megamultinazionale Warner e il suo esercito di analisti da qualsiasi sensibilità morale o artistica. Però sarebbe bello se si diffondesse un po’ in particolari sulle armi. Io, per averne fatto moderato uso mentre difendevo tutti voi dal nemico là fuori, ogni tanto rimango ingegneristicamente affascinato dall’evoluzione dello strumento in questione, e trovo che i trapper siano talmente generici quando parlano di armi, è così fastidioso. Ma d’altro canto, se i figli 13enni dei discografici italiani sognano di crivellare di colpi i genitori, è giusto intervenire nei loro sogni con sordidi dettagli tecnici? Lasciamoli sognare finché la trivialità della vita non appesantirà la loro bella fantasia. Guardatevi intorno, scegliete il vostro terreno e volate in alto, come dicevano i
PINFLOI. The Dark Side Of The Moon scende dal n.71 al 73, ma resta l’unico album non ITALIANO dei 15 (tutt’altro che pochi, vero?) in classifica da più di due anni consecutivi. Scende al n.97 e minaccia di uscire nuovamente dalla top 100 quello che sembrava essere il suo corrispettivo per le giovani generazioni, AM degli Arctic Monkeys. Però ci sono tanti album non ITALIANI in classifica a questo giro, addirittura 24 su 100. C’è da dire che cinque sono degli One Direction. Chissà chi sta scrivendo la serie tv su di loro. Chissà chi la sta scrivendo sui Pink Floyd. Sicuramente alla fine gli farà fare la pace. Così Gerry Scotti è contento. Grazie per aver letto fin qui. A presto. Forse.