AMARGINE

Lazza ovvero le Scuole Medie della Vita – TheClassifica 40/2024

“We learned more from a three-minute record, baby, than we ever learned in school”.
(Bruce Springsteen, No Surrender)

Forse avete una certa familiarità, anche solo per esservi incappati involontariamente in libreria, con Greg Heffley, personaggio creato da Jeff Kinney, scrittore e disegnatore del Maryland. È il protagonista della serie di libri – e di film – Diario di una schiappa (“wimpy kid”). Rispetto alla tradizione di ragazzini esasperanti che va da Giamburrasca a Bart Simpson, in Greg c’è qualcosa di diverso. Benché i libri abbiano lo scopo di divertire (e non di rado ci riescono, perché Kinney tende alla pirotecnia), è arduo provare empatia per il preadolescente Greg Heffley. Egoista ancora prima che egocentrico, ossessionato da fama e ricchezza, è totalmente autentico e contemporaneo: uno sfigato sociale che prova orrore per la sua condizione di sfigato sociale, da lui combattuta con fantasie di celebrità planetaria indiscussa e/o Presidenza del mondo – ma soprattutto, rifacendosi attivamente su chi è messo peggio di lui. Per lui non c’è la redenzione di Pinocchio: quando la sua meschinità si ritorce contro di lui, come ogni politico di altissimo livello – che potrebbe pure diventare, un giorno – inizia a valutare strategie per limitare i danni, incluse le pubbliche scuse, l’orgoglio non è un fattore.
Greg ha iniziato le scuole medie, suo ambiente naturale, nel 2004. Non essendo uno di quei personaggi che rispettano una cronologia naturale, tipo Harry Potter o Doonesbury, non è mai cresciuto, come i Peanuts (o Bart Simpson). E non è mai uscito dalla scuola media.

Nel 2004 anche Jacopo Lazzarini in arte Lazza, cresciuto nel quartiere milanese di Calvairate, frequentava le scuole medie. E quando lo vedo col suo vestitino da supereroe sul fisico minuto e volto da ragazzino, dubito che gli sia mai riuscita, la fuga dalla scuola media. Oggi, a 30 anni è il rapper più vicino al suo pubblico vessato da brufoli e da tanto testosterone che non sa dove andare. È cosa nota che abbia frequentato il Conservatorio; lo è un po’ meno che non lo abbia concluso, per passare al Linguistico – e se ho inteso bene, non ha mai finito nemmeno quello. In pratica, gli manca la Maturità, e benché sia un gioco di parole stantìo già dal secolo scorso, credo sia una parte cruciale del consenso di massa di cui gode.

Con la sua apparizione alla Sacra Kermesse cantando la dolciastra Cenere, ha raggiunto un target sottovalutato ma potenzialmente prezioso per gli imprenditori dei suonini e delle rimette: le donne di mezza età. Nel nostro mercato sanremato, i brufolosi Spotify e TikTok trovano un naturale complemento nell’attempato YouTube, dove il pop Amico di Maria bullizza gli idoli dei marmocchi che sognano di spacciare droga. E il suo personaggio di ragazzino problematico suscita nelle mamme e le nonne quella comprensione istintiva che Laurona Pausini ha descritto in un lunghissimo endorsement su Instagram, atto a cementare la loro alleanza nel singolo Zeri in più. Grazie al quale Laurona è finalmente riuscita a tornare al n.1 della classifica dei singoli dopo 11 anni.

Quanto a Lazza, segnatevi questa cosa da dire alla vostra prossima cena per stupire il borghese: Jacopo Lazzarini da Milano è l’autore dell’album che ogni settimana batte il record di settimane consecutive in classifica. Non importa se siamo in un’altra epoca rispetto a Baglioni o Zucchero o Celentano e persino MiticoVasco. Con il suo terzultimo Re Mida, ancora adesso in top 30, Lazzinho li guarda tutti dall’alto di 292 settimane consecutive in classifica senza mai uscire. Se proprio non volete accettare che il disco più ascoltato di ogni epoca in questa nazione, è sicuramente quello cui una generazione di giovani si è aggrappata in modo viscerale, grazie alla stupendità immortale di inni come Gucci Ski Mask, Netflix, Porto Cervo.
Né va trascurato che il penultimo album, Sirio, uscito più di due anni fa (130 settimane consecutive in classifica) è tuttora in alta classifica (n.12 oggi).

Certo, non va nemmeno trascurato il fatto che se Re Mida uscisse domani di classifica, il record potrebbe andare a Fuori dall’hype dei Pinguini Piacioni (uscito 287 settimane fa, tutte passate in top 50, attualmente al n.40). Quindi la prossima volta che sentirete qualcuno paventare che un popolo di barbari costumi sostituisca la sua cultura alla nostra, suggeritegli che dal punto di vista musicale questo potrebbe significare riprendere vigorosamente quota.

Ovviamente, ovviamente, ovviamente c’è da fare la solita tara a tutto questo discorso, no? C’è un peso specifico diverso tra album che si pagavano con soldi veri e una volta sola, e streaming che non si pagano realmente e vengono ascoltati migliaia di volte in un anno da 15enni maschi per capire esattamente quanti orologi di lusso possiede l’artista, che li cita senza sosta in infinite originalissime metafore (“Il tempo passa in fretta sopra al mio Daytona però non cura” “Ho dieci orologi ma non recupero gli anni” “Ho due orologi ma son sempre in ritardo” “Ho un orologio da 200, come cercassi scuse per ripagare il mio tempo”). Con questi mille orologi, per lui l’ora di Arte non arriva mai. Lo Chopin che sbandiera minaccioso verso chi lo discute e che immancabilmente noi mediapeople citiamo in ogni articolo (incluso questo) è una skill da usare nel suo (rap) game per uccidere i nemici o quanto meno provare a zittirli.
Nei 59 minuti delle 18 tracce di Locura, i 13 produttori (lui compreso) non hanno sfoderato intuizioni fantasmagoriche, e dopo tutto, perché dovrebbero? Collettivamente, hanno dato un colpo al cerchio del pop e un altro alla botte del rap, con qualche stanca velleità di suono internazionale, buona per i recensori in servizio entusiastico permanente (ma qualcuno, e lo apprezzo, a questo giro si è finalmente chiamato fuori dalla routine dell’album #importanteperlascena).

 

 

In compenso, i testi sono messi insieme con una sensazionale povertà di vocaboli (credo che il dizionario di Lazza abbia 5 pagine) e una calcolata povertà di argomenti già sentiti in un milione di altri album di Rapexan (il rap al Topexan), ma sempre un pochino meglio. Al confronto, Sferoso Famoso sembra Leonard Cohen. E siccome Lazza è un imprenditore milanese 30enne che non fa nulla per caso, compreso allearsi con Fedez e la Curva del Milan per imporre a San Siro una bibita certamente eccellente, deduco che c’è, almeno in parte, del dolo. Non è solo mancanza totale di cose interessanti da dire: la miseria espressiva con cui parla delle miserie della sua fantasmagorica ricchezza deve essere, almeno in parte, studiata a tavolino. Come lo è – e lo dico assolutamente ammirato – la scelta di Locura dell’oggi 80enne José Luis Perales come cavallo bianco sul quale far cavalcare la Diva Laura nel suo featuring.

Forse, la più chiara manifestazione di intelligenza che si riscontra nelle 18 canzoni dell’album, è la assoluta ostilità a manifestazioni di intelligenza. Il che chiude la porta in faccia anche a due elementi essenziali per la nascita e poi per la storia del rap, fin dagli anni 70: divertimento e ironia. Non indulge nemmeno nella pratica di mettere le risate alle proprie battute, e persino l’immancabile Gué (Pequeno) per una volta se ne astiene, persino quando dice “Lei vuole stare nel mio iPhone come la Polizia”. Ma l’ironia diranno quelli tra voi che hanno studiato, non è connaturata nel bambino, è uno strumento acquisito con la crescita.

Ultimamente, in un programma trasmesso da Sky, Jake La Furia ha rivendicato di avere solo la licenza media – cosa che da un lato glorifica il tronfio boomerismo della “università della vita”, e dall’altro fotografa la chiusura di un ciclo per questa festosa nazione: gli umili che studiando avevano scalato qualche piolo della scala sociale rispetto ai loro genitori, sono diventati genitori di figli che, per scalarne qualche altro, pur avendo la possibilità di farlo optano per non studiare. Poi, così come Sorbona e Statale di Milano non sono la stessa cosa, le università della vita e della strada non sono tutte uguali. E il sospetto è che sempre meno rapper si iscrivano a una delle due: tutto quello che sanno viene dal rap italiano, dai brand delle pistole di lusso ai film che giurano di vedere ogni mattina appena svegli (quest’anno il claim de L’Odio di Kassovitz viene citato il 68% in più rispetto al 2023 e il 77% in più rispetto al 2022. Sugli anni del Coronavirus, mancano i dati precisi). E ok, Springsteen esaltava chi imparava più da una canzone di 3 minuti che da tanti anni di scuola. Però la realtà lui, leggendo Melville e Faulkner è diventato Springsteen invece che Bon Jovi
(il quale invece ascoltava Springsteen e imparava dalle sue canzoni di 3 minuti)
(e magari non ha imparato molto) (però è più divertente di lui – anche se del tutto involontariamente)
(ehi, basta aprire parentesi, torniamo a Lazza) (…no?) (dite che può bastare?)

RESTO DELLA TOP 10. Sembrerebbe una tipica settimana di incontenibile vitalità nel panorama musicale contemporaneo: una sola nuova entrata in top 50, ed è una raccolta di Ed Sheeran che si piazza al n.15 con tutti i suoi segnetti: x, +, :, -. Per il resto, alle spalle del prodotto del 30enne imprenditore Lazza c’è quello dell’imprenditore agli arresti domiciliari Shiva. Con Vera Baddie, Anna Pepe chiude un podio identico a quello della settimana scorsa – ma mi voglio rovinare, l’intera top 5 è identica a quella delle settimana scorsa con i prodotti di Geolier e TonyEffe al n.4 e 5.

SEDICENTI SINGOLI: ma in realtà È una settimana di incontenibile vitalità nel panorama musicale contemporaneo: tra le canzoncine succede di tutto, a cominciare dal repentino balzo in avanti, fino al n.1, di Per Due Come Noi, realizzata dalla partnership aziendale tra Olly, Angelina Mango e JVLI: l’intenso motivetto uscito un mese fa stazionava al n.14 fino a sette giorni or sono, poi vai a capire cosa è successo.
E se è vero che le azioni di Fentanyl, frutto di una joint-venture tra gli imprenditori milanesi 30enni Lazza e Sferoso Famoso, ha abbandonato subito il n.1 per scendere al n.4, il Lazzificio mantiene sul podio al n.2 Canzone d’odio, con un featuring MarcoMasiniano e tristolino di Lil’Baby. La segue TTlegirlz di Anna e Niki Savage, cosa che fa sì che sui tre posti del podio ci siano sette giovani imprenditori, una soddisfazione per le forze produttive della nazione. C’è stata una strana scossa sismica che ha portato in alto diverse canzoncine che prima stavano nelle retrovie: i Pinguini Piacioni (dal n.17 al n.6), Karol G (dal n.19 al n.8) e la immarcescibile Storie Brevi di Tananai & Annalisa, che rimbalza nostalgica dal n.20 al n.9, riportandoci tanti ricordi della nostra caldissima estate ITALIANA #tuttadavivere.

ALTRI ARGOMENTI DI CONVERSAZIONE: Ne volete davvero? Ok. C’è un’invasione di stranieri sul sacro suolo: addirittura 8 album non ITALIANI in top 50. Se continua così, tra cinque anni potrebbero essercene nove, e non dite che non vi avevo avvertito.
Poi, gli estimatori della megamultinazionale Universal possono tirare un sospiro di sollievo: ha ripreso saldamente il dominio della classifica dei presunti album, con 39 prodotti distribuiti, davanti alle altre due megamultinazionali, cui dobbiamo 25 (Warner) e 22 (Sony) prodotti. Anche tra i sedicenti singoli le cose vanno benone al Leviatano dei suonini, con 42 canzoncine; anche qui la Warner, per anni la sorellina negletta, è saldamente seconda con 35 motivetti, mentre Sony si difende con 16.
Quindi ecco, io nel complesso direi che per ora non corriamo il rischio che qualcuno ci esponga a prodotti che non rientrano nelle strategie delle tre megamultinazionali. Perché alla fine, se non ti fidi del capitalismo, di chi ti puoi fidare? Rispondete pure, sono qui. Dove volete che vada.

PINFLOI. The dark side of the moon resiste in classifica e in effetti sale dal n.72 al 59; David Gilmour resiste da un mese in top 10 con Luck and strange (n.7) e forse resisterà anche alle proposte di reunion con Roger Waters. Sapete, io vedrei più volentieri una reunion con da una parte Liam Gallagher e David Gilmour, dall’altra Noel Gallagher e Roger Waters, mi chiedo perché nessuno ci pensi mai, invece di sognare le reunion più ovvie, io credo che uno di questi potrebbe davvero essere un grande concerto in cielo e in terra, ma non saprei realmente quale – però grazie per aver letto fin qui, a presto.