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Classifica Generation. Episodio I. Gabbani ci sta Gabbando?

(ah, non fate caso al nuovo titolo della rubrica) (è che cercavo qualcosa di molto stupido e ho sempre pensato che a quelli che mettono “generazione” qua e là nei titoli gli vorrei ungere personalmente le camicie)

Dunque, Gabbani entra al n.1. Sei mesi fa – anche dopo aver vinto Sanremo Giovani – era pressoché ignoto alle genti, e ora è la Grande Speranza Bianca. Il disco che ha inciso dopo l’apoteosi sanremese è curiosamente conciso eppure discontinuo; ha dei momenti piacevoli e piacioni, ma rimane abbastanza enigmatico. Mi viene quasi da pensare che Gabbani stesso non sappia ancora chi è, e cosa può fare. Quello che NellaMiaUmileOpinione è più rilevante a questo punto, è casomai ciò che il pubblico ha visto e sentito in lui. Mi azzardo a dire che c’era voglia di uno scarto rispetto alla stasi devastante che impera da anni, alle copie di copie di copie che si copiano tra loro e copiano se stesse e copiano inammissibili fregnacce. C’era voglia di uno che desse perlomeno l’impressione di mettersi un po’ in gioco, ancorché sulle sempiterne ali di Run to me di Tracy Spencer (che rimane pur sempre genio italico. Meglio che copiare i fottuti svedesi). Che scommettesse, insieme, su divertimento e su parole diverse, o porcoddinci, dal vento e la pioggia e le nuvole e l’animaaaaa. Nei testi di Fabio Ilacqua molti individuano la scuola battiatesca, e come negarla: però è un Battiato che non ha un contrappeso di Pollution o di Cinghiali Bianchi, parte direttamente dalle pedane piene di scemi che si muovono – e non potrebbe essere altrimenti.

 

Gabbani tra l’altro viene accomunato a Rovazzi (perché se uno non eroga strazio a getto continuo dev’essere indubitabilmente un guittone) ma non gli sarà semplice spendersi come simpatico, perché non lo è del tutto. E naturalmente non potrà affettare una profondità che non ha. Anche se curiosamente si ritrova la faccia e il physique du rôle per cantare Amen e gli altri testi più ambiziosi di Ilacqua. Tra i quali è ovvio che il nuovo singolo su granate e granite porta argomenti per la sapiente guittata. Ma in definitiva non vi sembra granché, vi pare sotto la vostra soglia? Per me va bene, lo capisco. Ma ricordiamo sempre, sempre, sempre cosa c’è là fuori.

 

Là fuori ci sono RTL 102,5, Antonacci, Alessio Bernabei, Il Fatto Quotidiano. Ci sono Lorenzo Fragola, Cicciogamer, il ballerino dello spot Tim (“Oh, ah. Perepepè. Oh, ah. Perepepè”), Sofia Viscardi, le gallery su ChiaraFedez, Ballando con le Stelle, Made in Sud, Italia Uno, youtuber che fanno le PARODIE. O miei unici amici, là fuori ci sono cose orribili. C’è Cruciani, Despacito, la criminologa sexy, Il Volo, l’Isoladeifamosi, J-Ax che canta Maria Salvador, MiticoLiga che canta èvenerdìnoncirompeteicoglioni, Laura Pausini che grida canzoni di Natale. Ci sono film di Castellitto scritti dalla Mazzantini e con MiticoVasco che canta Vivereh, e interpretati ovviamente da Accorsi e Trinca che sono i campioni trionfanti (e con giro del campo) dell’attore italiano che si piazza davanti a una telecamera e fa una faccia sofferta immobile che dura 9 minuti perché le genti, massacrate da anni di risoluta devastazione estetica, capiscono quella faccia e pensano: ECCO cos’ho dentro, in fondo è tutto lì. E non lo è, ma è comodo che lo sembri, così come sono comodi il vento dei Negramaro e le nuvole dei Modà e l’animaaaa di Elisa e il ruggito di Emma, e le genti li capiscono e pensano che siano tutti butterati dalla sensibilità.

 

In tutto ciò, Gabbani fra due giorni ci dirà quello che noi non siamo mai stati bravi a capire: se un italiano può essere una popstar convincente o no. Perché noi non lo abbiamo mai capito di nessuno, ci siamo sempre vergognati dei nostri cantanti che piacevano all’estero, da Albano a Umberto Tozzi, da Ramazzotti alla Pausona. Una vergogna sempre autoriferita, s’intende, mai proiettata sugli stranieri cui piacevano quei bei leccalecca sonori di Ricchi e Poveri o Totone Cutugno. Era colpa nostra se a loro piacevano, perché se ci fossimo realmente impegnati avrebbero certamente apprezzato Manuel Agnelli – oh, non fatemi nemmeno cominciare. Anzi, finiamola, e passiamo al

 

Resto della top 10. Al n.2 c’è il live di Francesco Renga – capite quello che intendo dire, ora? Al n.3 c’è l’album dei Gorillaz, sul cui impatto aspetterei a pronunciarmi nella seconda settimana. Al n.4 c’è la raccolta a prezzo stracciato di MiticoVasco, al n.5 FabriFibra. Dal n.6 al n.10 Ed Sheeran, Depeche Mode, Laioung (ehilà), Cranberries (nuova entrata), Mina & Celentano.

 

Altri argomenti di conversazione. Quattro stranieri tra i primi dieci, è  un’invasione, dove andremo a finire. Escono dalla top ten l’ultimo di TZN, Ermal Meta, i Comunisti col Rolex e Jamiroquai. Entra al n.28 Syria, e al n.34 Lea Michele. L’album da più tempo in classifica è sempre la raccolta di TZN, che festeggia salendo al n.64 le sue 127 settimane (fate un po’ i conti); lascia letteralmente un anno a Passione maledetta dei Modà (75) e Coldplay (74). Più di un anno di presenza per pochi altri dischi: Sandrina Amoroso (n.17, ed è uscito 15 mesi fa), Salmo, Zucchero. Lascia del tutto la classifica Lady Gaga, a 26 settimane dall’uscita di Joanne – tutto sommato, ha resistito meglio che ha potuto. E poi in fin dei conti è stata al Superbowl, ha fatto i salti e le piroette e tenuto in equilibrio una foca sul naso. Ma ora lasciate che sfoderi lo

 

Speciale Concertone Primo Maggio. I titoloni e le home page hanno giovato a Lo Stato Sociale, che si inerpica perentorio dal n.49 al n.35. Rimbalzino anche per Brunori Sas, dal n.37 al 18. Voi direte: tutto qui? Oh, Gabbani è entrato al n.1, che ne sappiamo che non è merito della presentazione di Camila Raznovich? In fondo il suo album precedente è balzato dal n.98 al 48. Diciamo che Ermal Meta (dal n.7 al n.12) non ha ricevuto benefici apparenti, così come Levante (dal n.14 al n.19) e Fabrizio Moro (dal n.29 al n.31) e Clementino (dal n.28 al 51) e i supergiovani Ex-Otago (dal n.52 al 58). Tuttavia Samuel ascende dal n.48 al 36, ma pure Sferaebbasta che ha marcato visita, dal 62 al 55.Tagliamo la testa al coro, l’autentico trionfatore è stato Vasco Brondi – Le Luci della Centrale Elettrica sale imperioso dal n.61 al n.60. Bella Vasco, avanti così, pasito a pasito, suave suavecito.

 

Miglior vita. Solo sette album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di allenatori dell’Inter. Naturalmente l’attenzione di tutti è per Nevermind dei Nirvana, che questa settimana sale dal n.71 al 61. Ok, nevermind. E per finire,

 

Pinfloi. Questo il quadro della situazione:

 

Dark side of the moon – dal n. 36 al n. 43
Wish you were here – dal n. 89 al 63.
The wall dal n.63 al n.68.
Secondo gli analisti, il calo di Dark side e quindi dell’alienazione dal volto umano potrebbe avere le sue radici nelle preoccupazioni per le smanie guerrafondaie di Trump, mentre secondo il Financial Times e l’Economist il calo di The wall, con il sempre spiacevole sorpasso di Wish you were here testimonia sia fisicamente che psicologicamente la mestizia legata al periodo della dichiarazione dei redditi – perché vorrei che tu fossi qui, o danaro che ieri siccome diamante pazzo con me brillavi, e domani sarai solo un lontano magnamagna.

 

6 Risposte a “Classifica Generation. Episodio I. Gabbani ci sta Gabbando?”

  1. usti! sento del risentimento in the air! 🙂
    comunque:
    1) a fine mese esce il disco di Ghali e Marco Columbro scomparirà.
    2) felice per Laioung. il disco è bello. c’è gente che ascolta anche roba decente
    3) il disco di Sandrina lo ascolto ancora: è un ottimo prontuario per gli autori di oggi e continua, al di là della bontà delle canzoni che contiene, a dare istruzioni su cosa deve avere un disco per funzionare oggi (sob!): testi di amori sfiorati (Sandrina non pronuncia mai la parola sesso), lo strillozzo immanente (nel libretto viene nominato un vocal producer. addirittura), regionalismi (“o” ed “e” aperte a caso), suoni piattissimi e cori da stadio,
    4) Quest’anno l eurovision prova a prendersi un po’ più sul serio con canzoni moderne (Belgio) e anche favolose (Portogallo). Ma forse vincerà la scimmia. come vuole l’involuzione

    1. Risentimento? Non penso. Ma accetto l’ipotesi. Sicuramente ne ho per chi compra Wish you were here. Che comprino Meddle, che c’è su San Tropez! Che tra l’altro non avevo mai fatto caso che si chiama proprio San Tropez all’italiana e non “Saint”.

      1. in effetti “risentimento” non è la parola corretta. sono stato fuorviato da quel “porcoddinci” :-). tuttavia mi piacerebbe argomentassi di più sulla questione battiatesca e soprattutto quel “e non può essere altrimenti”. è forse per via del balletto con la scimmia o c’è dell’altro?

      2. “Che comprino Meddle, che c’è su San Tropez! Che tra l’altro non avevo mai fatto caso che si chiama proprio San Tropez all’italiana e non “Saint”.

        Beh, è titolato all’italiana perché si cita Rita Pavone, no? 😀

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