Ci sono un po’ di ragnatele, qui.
In effetti è un po’ che questa rubrica non dice niente. Se ne sta sulla riva del fiume, col sospetto che prima o poi vedrà passare sé stessa. Le ultime encicliche risalgono alla prima metà di maggio: c’erano Lazza in testa alla classifica dei presunti album con Sirio, e Rhove in testa a quella dei sedicenti singoli con Shakerando.
Siamo nella prima metà di luglio. Sirio di Lazza è al n.1 nella classifica degli album. Shakerando di Rhove è al n.2 tra i singoli, scavalcato da Fedez, Mara Sattei & Tananai che sono partiti prontivia con la prima delle Azzeccatissime Hit Estive di quest’anno.
E detto così, sarebbe facile per questa rubrica allargare le sue braccia rubate ad altre rubriche, e guardando al suo rispettabile uditorio con un sorriso allusivo, sottintendere che in cotanta stasi non aveva scelta migliore che starsene sulle sue, in sdegnoso autoesilio, distinguendosi da un opinionismo musicale tutto mantecato di euforia per questo 2022 che zampilla bellezza.
Invece no, non si può continuare così. È usurante. Per chi scrive e chi legge. Una rubrica deve saperle queste cose. Ogni rispettabile pubblico ha il diritto di stancarsi di un’ostilità improduttiva. In fondo si ha sempre voglia di leggere qualcuno più affabile e costruttivo, capace di ispirare con un sorriso – tipo il tipo degli oroscopi, Breznev. Non ha senso ostinarsi a negare, in nome di chissà cosa, che ci troviamo in un momento indimenticabile, una piena limacciosa di musica memorabile ed eccitantissima che fertilizza l’ubertosa valle di un’industria che sfodera numeri mirabolanti. Il prodotto piace, il prodotto genera indotto, il prodotto vince, tutti ne gaudono – e io mi sarei anche stufato di mugugnare amargine della festa mentre tutti limonano felici. Chi ha voglia di frequentare una rubrica che non sorride mai? Io, NO.
E dopo tutto, è anche una dimostrazione di aggiornamento professionale. Perché se c’è una cosa in cui il giornalismo musicale moderno si sta specializzando, è l’approvazione incondizionata del presente. E del futuro. E del passato.
LE CYPHRE
(potete saltarle, se volete) (è solo per chiarire che so chi ha ragione)
- Il settore discografico è cresciuto del 18,5% a livello globale. Non ci fosse l’inflazione a spanare tutto, il volume di affari sembrerebbe quello pre-Napster. Solo la Cina, ha portato un miliardo di dollari. Non a noi, eh. All’insieme.
- Il settore discografico italiano dopo 5 anni torna nella top 10 dei mercati importanti con un 27,8% di crescita e oltre 332 milioni di euro di ricavi, superando l’Olanda. Ripeto, l’Olanda.
- Nel complesso nel 2021 sono stati premiati 231 Album, 6 Compilation e 1.054 Singoli Digitali tra oro, platino e multiplatino. Nel 2021, ben 479 album hanno superato la soglia di 10 milioni di streaming: si tratta di 302 artisti in totale. 302 artisti platinati. E voi mi venite a dire che l’arte è uscita dall’edificio. Ma da chi lo avete sentito dire? Da me? Va beh, era il tipo di cose che dicevo prima di sorridere.
MA ORA HO CAPITO. ORA SO.
Le piccole sagaci ironie non portano a nulla, e le cifre non mentono.
(non dicono nemmeno la verità, se è per questo: le cifre affermano sé stesse)
Cionondimeno, se solo noi lo vogliamo, con il nostro giovane dinamismo, faremo dire alle cifre che siamo sommersi da un’ondata di creatività senza precedenti, grazie all’energia positiva che viene da artisti fantastici i cui capolavori redimeranno le nostre stolte vite. E se i nuovi déi non vi piacciono, siete vecchi come Madonna, siete ancorati ai vecchi linguaggi come Tom Waits, siete snob come I.M., l’ormai memizzato addetto alla sicurezza del concerto di Paky. Invece dovremmo tutti essere come Brian Eno, che ha detto forte e chiaro che c’è in giro musica fantastica. Ovviamente non ha detto quale, vecchio bagascione che da 50 anni ammassa denari provenienti dalla nostra calda ansia di essere abbindolati. Eppure non c’è più nessuna direzione in cui guardare, c’è solo un modo di guardare, ed è guardare con fiducia. A cosa? Guardare con fiducia alla fiducia stessa. È un’epoca d’oro. E io sorrido. 😊
Ma a parte questo: cosa è successo nel frattempo.
A parte noiosissime discussioni sui Maneskin? Vediamo.
(ho un sacco di pratiche inevase, ci sono due mesi di numeri uno che languono irredenti, quindi scusate ma sarò lungo quasi quanto Stranger Things)
Nel dopoSanremo sono andati in vetta alla classifica dei presunti album Irama, Bresh, Paky, due settimane di FabriFibra. Una settimana di Luché.
Ah, ovviamente una settimana di Elisa. Unica femmina al n.1 quest’anno, ed è già metà della quota prevista: l’anno scorso erano andate in vetta Madame per una settimana dopo Sanremo e Billie Eilish per una settimana ad agosto (mentre i maschi erano distratti).
Poi è uscito Lazza, ed è stato al n.1 per cinque settimane.
Poi cinque settimane di altri, a turno. Gemitaiz. Harry Styles. La Colonna Sonora di Blocco 181. Luigi Strangis. Alex W. Questi, me li sono persi tutti.
Beh, rimediamo. Sorridendo. 😊
Gemitaiz. Eclissi.
Secondo Rockol, “Che Gemitaiz sia uno dei personaggi centrali nella rivoluzione che è avvenuta nella musica italiana negli ultimi anni è difficile negarlo”, mormora Ernesto Assante. “Il rapper romano ha, nella sua lunga avventura musicale, segnato con la sua musica e le sue collaborazioni, molti dei punti di snodo dell’evoluzione del rap e della canzone italiana. E lo fa ancora con Eclissi, che arriva a quattro anni dal precedente Davide. Quattro anni nei quali è successo di tutto, pandemia compresa, quattro anni nei quali Gemitaiz è cresciuto, musicalmente e personalmente, e di questa crescita l’album rappresenta il punto di arrivo”. Ha l’aria di non voler dire apertamente che non gli è piaciuto, vero? Il voto è 7. Come dire: mi ha annoiato, ma ho paura dei fan tignosi. Lo capisco benissimo. Passiamo a Rolling Stone, che proclama che Gemitaiz “Non è intercambiabile, non segue le mode della scena italiana, non ha paura di mostrarsi più introspettivo”. Ehi, buon per lui. Secondo Gemitaiz medesimo, «Quando mi chiedono che tipo di musica facciamo in questa o in quella canzone non saprei rispondere, quindi forse tanto vale definirla bella musica. Qualcuno lo ha chiamato pop di qualità, e mi sta più che bene». Qualcuno CHI? Non so, ho googlato, ma non ho trovato. Gli Arcade Boyz invece erano a tanto così dallo stroncarlo, si vedeva chiaramente. Però poi alla fine La settimana dopo, al n.1 c’era
Harry Styles. Harry’s house.
L’unicorno! È uscito da cinque settimane ed è ancora adesso in top ten. Voi direte, e allora Rkomi che è uscito da più di un anno e non si schioda? Lo so, ma Styles non è ITALIANO. Di solito i dischi non ITALIANI durano tre settimane e poi vengono fatti accomodare. Per dire, Post Malone che è Post Malone non è entrato in top 10. Chissà, forse non siamo xenofobi e chiusi come diceva questa rubrica (prima). Forse la gente ascolta più a lungo gli album ITALIANI per una questione linguistica. Nel senso che ripete l’ascolto in loop nello sforzo disperato di capire se per sbaglio hanno qualcosa da dire.
Comunque Harry regge così bene che a volte mi viene il dubbio che forse, di nascosto, lo ascolti anche qualche maschio.
(io no) (nel senso che non lo ascolto di nascosto, lo faccio in pubblico) (ero anche un Directioneer, non ho problemi a fare coming out)
Blocco 181. AKA “La serie con Salmo”
La colonna sonora era andata al n.1 un mese fa per sette giorni, ora fluttua poco sopra il 30esimo posto nonostante sia tutto sommato un album di Salmo infiocchettato di featuring (Gué, Ensi, NoyzNarcos, SixPM, Ernia, Night Skinny, Rose Villain, Nerone – ce n’è a frotte). La serie era andata in onda su Sky, forse come compensazione per aver sempre rifiutato di fare XFactor. Anche per l’anno prossimo niente da fare, i giudici saranno Fedez, Rkomi, Dargen D’Amico e Ambra. Tre partecipanti a Sanremo su quattro – più la sempiterna vedette del Concertone del PrimoMaggio. Vedete che Sanremo alla fine ritorna sempre. E io approvo, sorridendo. 😊
Luigi Strangis e Alex W.
Come sempre prima dell’estate irrompono i nuovi Amici di Maria e fanno a pezzi chiunque sia così incauto da uscire in contemporanea: ne hanno fatto le spese nomi illustri come Capo Plaza e i planetari BTS, entrambi relegati al n.2. Gli Amici hanno anche potuto giovarsi di un’abitudine che sembrava perduta: i firmacopie nei centri commerciali – ah, quanti ricordi, vero? Però Strangis dal 24 al 30 giugno, tra Le Terrazze di La Spezia e il Costaverde di Montenero di Bisaccia (CB) non ha frequentato i megastore, e questo ha causato la violenta estromissione del suo album di debutto dalla top ten (dal n.4 al 27). Confido però che si sia giovato del tax credit per le nuove opere come il suo collega Alex W, che per contro, nella settimana in cui Strangis non firmava copie si è saggiamente sottoposto al simpatico bagno di selfie da Le Gru di Torino a Le Zagare di Catania, e pertanto è tuttora in top 10.
E alla fine arriva Lazza.
Del quale ho già parlato. Sarà il disco dell’anno, come quello di Rkomi l’anno scorso? Davvero a Calvairate – quartiere non frizzantissimo di Milano – si produce la musica più rappresentativa del momento? Siccome non mi stanco di regalarvi un sorriso, 😊, vi sottopongo la sua flame con l’altrettanto milanese Rocco Tanica.
(in realtà non finisce bene: Lazza posta se stesso che suona Chopin al piano, Tanica dice che allora è bravo Chopin, mica lui, e arrivano i fan di entrambi che la buttano in scontro generazionale come tutto quanto ormai da quando è comparso in Italia il termine #Boomer – e tutti da entrambe le fazioni pongono la stessa domanda che è il massimo dell’ingiuria possibile in questo secolo, ovvero MA TU, CHI SEI?)
Sedicenti singoli.
La nazione ha amato tre canzoni in questi cinque mesi. Brividi, consacrata dalla Sacra Kermesse, Shakerando di Rhove, La dolce vita di Fedez, Tananai e Mara Sattei. Piove di Lazza e Sferoso Famoso si è inserita per una settimana in questi settennati (la classifica dei sedicenti singoli assomiglia sempre di più alla presidenza della Repubblica: una volta che uno sale al Colle, lo si rinnova quasi in automatico). Incidentalmente, prima di Sanremo, Sferoso Famoso era stato al n.1 con Sick Luke. Mi chiedo se faccia ancora qualcosa da solo. È pur vero che Shakerando di Rhove finora è l’unica n.1 di quest’anno priva di featuring o joint-venture. Forse nessuno vuole avere a che fare con Rhove da Rho. Rollinstòn non lo nomina MAI (ho cercato) ed è davvero bizzarro: qualunque rapper italiano ignaro della propria esistenza viene immancabilmente paragonato a Majakovskij, lui invece viene schifato anche se, come tutti noi, appartiene alla Universal. Forse è perché è ostentatamente juventino – e per qualche motivo a me ignoto i rapper sono al 90% milanisti (il 10% è romanista). Di certo il suo album di debutto è andato male rispetto al singolo (a malapena un n.10). Non so, non ho certezze – tranne che per vedere una femmina al n.1 tra i singoli è necessario che sia accompagnata da un maschio alfa: Rkomi, o Fedez & Tananai per Mara Sattei ed Elodie. Mi corre l’obbligo di segnalare che l’album di Jovanotti è andato malissimo, ma veramente, terribilmente male, mancato ingresso in top 100, una cosa che i miei colleghi atterriti hanno evitato di scrivere per timore della furibonda ritorsione del sempre sorridente Jova al quale ovviamente sorrido. 😊 In compenso il singolo I love you baby con Six PM ha sfiorato il n.1 e non gli succedeva da tantissimi anni. In definitiva, Jovanotti is the new Orietta Berti.
Tanti saluti. Album durati poco. O tanto.
Sono durati una settimana in classifica: Motomami di Rosalia, Eurovision Song Contest, Dropout boogie dei Black Keys, Pornostalgia di Willie Peyote (entrato al n.5, finito sotto il n.100 sette giorni dopo), C’mon you know di Liam Gallagher, Cari Fottutissimi Amici dello Zen Circus.
È durato due settimane: We degli Arcade Fire.
Sono durati tre settimane: Skinty Fia dei Fontaines D.C., Buona fortuna parte seconda dei Modà (li avevate rimossi, vero?)
Sono durati otto settimane i Red Hot Chili Peppers.
Diciotto settimane per Bella vita di Niko Pandetta.
Ventidue settimane per Dawn FM di The Weeknd.
Trentasei settimane per Montero di Lil Nas X, ottimo risultato per un rapper non ITALIANO.
Sono durati più di un anno Sour di Olivia Rodrigo (53 settimane), Ok un ca**o di Ga**elle (67 sett), Gemelli – Ascendente Milano di Ernia (101).
Ed è uscito di classifica Gemelli – Ascendente Milano di Ernia dopo 101 settimane, a tanto così dal festeggiare i due anni consecutivi, un po’ come quei poliziotti dei film che vengono stesi tre settimane prima di andare in pensione.
FINE. Anticipazioni sulla prossima settimana.
NON intendo fare il pezzo ghignoso sulle Azzeccatissime Hit Estive. Scordatevelo. 😊
Però sto pensando a un’altra cosa, ancora più miserevole.
(…non una discussione sui Maneskin) (non trovate anche voi noiosissime le discussioni sui Maneskin? Mai vista una cosa simile. Mi annoiano sia quelli che li deplorano che quelli che li propugnano) (…io, se proprio vi interessa, penso che)
Grazie davvero per aver letto fin qui.
Bentornato! In effetti,non è che ci sia tutto questo granché da dire, ma almeno si sorride…però senza il pezzo sulle hit estive ci resto male!
insomma, é dunque giunto il momento di parlare dei pinguini tattici nucleari?
Diciamo che il momento incombe.
Sta a noi sfuggirgli.
Che bello sei tornato! Questa rubrica la leggo sempre con un piacere ghignoso.
Domandina credo retorica, Shakerando è un rifacimento in italiano (non del tutto) di qualche canzone francese (per fare le rime ci sono spesso idiomi francesoni)
So che è una presa di posizione discutibile, ma ho completamente smesso di pormi il problema di canzoni che si somigliano.
Voglio dire, ormai i buoi sono scappati (a Bergamo si dice: “l’è ‘ndacia la quaja”). No?