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The Dark Side of Marracash – ClassificaGeneration, ep. 28

Altri argomenti di conversazione. (questa settimana, comincio da loro). Per la quinta settimana consecutiva, il podio della classifica degli album è completamente diverso da quello precedente. È un periodo così, noi POPOLO esultiamo col nostro cuore ITALIANO per nuovi album ITALIANI e li mandiamo al governo salvo poi scoprire che ci tocca cambiarlo perché eravamo stati ingannati dall’Europa e dagli ebbréi e i negri e i buonisti. In compenso nelle prime venti posizioni ci sono venti artisti ITALIANI. Tutti maschi ITALIANI di sesso maschione, tranne una – che è Emma, la ex n.1, ora n.3. Ma vi annuncio che in questa nostra nerboruta nazione maschia, ha resistito l’antico record di permanenza di Titti Ferro, il cui TZN non verrà più insidiato da Hellvisback di Salmo, che è uscito di classifica dopo 195 settimane, stabilendo comunque il record per gli album veri e propri, laddove TZN ha resistito 206 settimane con una raccolta.
Ora sarebbe il momento di occuparsi come sempre del n.1 tra i presunti album. E invece no, rimandiamo ancora e partiamo dai
Sedicenti singoli. DanceMonkey di Tones and I abdica dal trono e scende al n.3, lasciando il n.1 a Supreme di Marracash featuring Sfera Ebbasta e, guardacaso, ThaSupreme. Ma anche al n.2, con il brano Crudelia, c’è Marracash. E incidentalmente, anche al n.4 e 5 e 6 e 7 e 8 e 9 e 10 e 11 e 12 e 13 e 15 c’è Marracash. E ora possiamo passare ai presunti album. Non indovinerete mai chi è
Il numero uno. Che ci crediate o no, è Marracash, con Persona. Ok, detto questo passiamo ad
Altri argomenti di conversazione (di nuovo). È la terza volta che l’Italia si trova davanti a una Drakata (o un’EdSheeranata, se siete filobritannici) (…siete filobritannici?) (FUORI DI QUI! Brexit!). L’invasione quasi completa della top ten dei singoli era stata messa in atto da Sfera Ebbasta (nove posizioni su dieci nel gennaio 2018) e da Salmo (stessa performance, novembre 2018). Poi, ha piazzato sette brani in top ten Gué Pequeno (che tra l’altro ha il filotto più lungo, dal n.1 al n.6, anche se con fior di featuring). E quest’anno l’allagamento si è verificato solo con le joint-venture (Machete Mixtape e Mattoni di Night Skinny e tanti frà). Il che ci conferma un po’ di cose che già sapevamo (…ma nella vita è sempre bello, non è vero?). In primo luogo, che di big in grado di fare un album che tanta gente vuole ascoltare, non ce n’è così tanti. Oh, magari di certi album si parla tantissimo – ma magari senza sentirli. In secondo luogo, ci viene confermato che lo streaming premia soprattutto i rappusi (purché ITALIANI). Sono forse riusciti in queste imprese altri idoli dei giovani? Ultimo? No. Irama? No. Benji & Fede? No. Oppure. Coraggio, ditemi qualche big. Chi? No, no. Se volete, potete verificare: giusto i Maneskin hanno avuto 4 pezzi tra i primi dieci, toh. Ma per il resto, si direbbe che gli utenti di Spotify e Applemusic e gli altri siano sbilanciati (o aiutati a sbilanciarsi) verso l’hip-hop. E sarà interessante vedere cosa succederà se e quando YouTube entrerà nei conteggi, perché il sospetto è che i compagni Benji & Fede e il compagno pop sarebbero vendicati. Ma finché TuTubo concederà giusto qualche centesimo ogni tanto, non succederà, quindi torniamo a
Il numero uno. Dicevamo del rap ITALIANO. Là fuori ci sono un centinaio di rappusi (maschi) che vi diranno che stanno avendo un successo ITALIANO gigantesco e maschio, ed è vero che tanti di loro si stanno togliendo belle soddisfazioni. Ma se mi permettete di lasciar fuori dal mazzo J-Ax e Jovanotti, per evidenti (e tutt’altro che imbarazzate) propensioni pop, e Fedez a seguito di autocombustione, alla fine i pesi massimi sono cinque: Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Gué Pequeno, Salmo, Marracash. Ognuno ha una gestione diversa della propria autoritas. Da Gué Pequeno, che non sa più cosa inventarsi per vedere fino a che punto può trollare il pubblico (…e l’ultima capriola, prima o poi, sarà la reunion con i Club Dogo se non addirittura con le Sacre Scuole) a Salmo, che ha scalato la montagna dal lato più ripido, a partire dal rapporto coi media. La cosa che impressiona di Marracash però è che nei quattro anni che sono passati dall’album precedente Status (2015), ha più che altro regalato la propria credibilità agli altri, lasciando che la propria crescesse sotterraneamente, senza coltivarla – the opposite of rap, vero? Anche se Status non è certo rimasto anni in classifica come Hellvisback (e forse non è del tutto giusto), la leggenda del re della Barona è andata lievitando come un soufflé, portando a Persona una cornucopia di ascolti e di recensioni entusiaste.
In effetti, così entusiaste che mi chiedo se chi lo incensa lo ha ascoltato davvero, denso e ambizioso com’è: sono molto invidioso della capacità degli altri di capire subito le cose, io ci ho messo tantissimo tempo per scoprire tutte le cose che veramente mi piacciono negli album di rap che veramente mi piacciono. Allo stesso modo ci sono cose di Persona che mi sono piaciute subito, altre che non mi sono ancora arrivate, altre che forse non mi piaceranno o che sono troppo stupido per cogliere, ma forse mi saranno rivelate una sera in cui mi troverò in strada da solo o un pomeriggio in cui perderò il treno o quando contro l’invecchiamento berrò la centrifugata con l’avocado e zenzero o quando tutto questo niente sarà mio. L’unica cosa su cui mi sento di sbilanciarmi in modo assoluto è che spero che qualcuno dei mille rappusi d’Italia, magari pure qualcuno che è stato persino al n.1 in una settimana in cui tutti erano distratti, ascoltino questo album e si convincano di poter fare una cosa così. Che prima che la razza si estingua dicano a se stessi “Ce la posso fare”.
(…anche se non possono)
Detto questo, vado ad ascoltarlo ancora perché non si sa mai, pure La fabbrica di plastica di Grignani, la prima settimana sembrava a tutti un gran disco.
(…scusate, questo era un po’ un inside joke per Marracashers)
Resto della top ten. Entra al n.2 il Sole ad Est di Alberto Urso, il tenorino di Amici, e scende al n.3 Emma Marrone, la star di Amici. In effetti, dal n.2 al n.7, è tutto un trenino di bel pop melodico all’italiana, con Marco Mengoni al n.4, Renato Zero n.5, Ultimo n.6, Modà n.7. In fondo al treno però ritorna il rap: rientrano infatti tra i primi dieci Rocco Hunt, il Machete Mixtape, e Lazza.
Altri argomenti di conversazione (ancora, e ancora). Ci sono state alcune uscite un po’ brusche dalla top ten. Per esempio Benji & Fede, dal n.3 al 24, ed erano al n.1 quindici giorni fa. Oppure Enzo Dong, entrato al n.6, retrocesso al n.25 in sette giorni. Oppure ancora, Willie Peyote, entrato al n.5, subito derapato al n.40.
Altri argomenti di conversazione. Qui è dove controllate se si è accomiatato qualcuno che vi è simpatico, e la sua buonuscita: sono stati estromessi dalla classifica anche Frah Quintale e Post Malone (entrambi dopo 43 settimane), Liberato (dopo 23), Lil Nas X dopo tre mesi, Twerking queen di Elettra Lamborghini (19 settimane), poi due album che sono stati al n.1: Junior Cally, che ha dominato la nazione sei settimane fa, e MiticoLiga, che era uscito 8 mesi or sono. Poi fuori Taylor Swift dopo nove settimane, Liam Gallagher dopo cinque, i Blink-182 dopo una ventina di giorni come del resto Angelo Branduardi e Gio Evan e i Lacuna Coil. Ma naturalmente non mi riferivo a chi si è accomiatato definitivamente, cioè chi è passato a
Miglior vita. Otto album di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di madri cristiane; è un negligente piacere rivelarvi che al n.88 c’è Nevermind, e dovrebbe sempre essere lì, come le candele nel cassetto della cucina che non si sa mai. E passiamo ora ad
Altri argomenti di conversazione. (ehi!!) (ma come?) Sì, perché mi stavo dimenticando di dirvi che se Hellvisback non è più l’album da più tempo in classifica, il club dei centenari si assottiglia, ora i titoli sono cinque ovvero ÷ (cioè il segnetto di Ed Sheeran, da 140 settimane), Evolve degli Imagine Dragons (124 settimane), Polaroid di Carl Brave x Franco 126 (123 settimane). Ma
(è dall’inizio che fremo per dirvelo)
non ho ancora nominato, in realtà, l’album da più tempo in classifica ORA.
Sì, raga, è lui. Sono loro. Siamo noi. Sono i
Pinfloi. The dark side of the moon, con 157 settimane di militanza tra i primi cento, ha alfine visto il fiume portare via i cadaveri dei suoi avversari pieni di contemporaneità, e non solo: anche The wall ha superato i due anni dall’ultimo ingresso (106 settimane); si trovano rispettivamente al n.49 e al n.74. Per festeggiare, hanno invitato anche l’amico Wish you were here, che entra al n.99 – per fortuna verrà come sempre sparato via subito come un tappo di champagne. Col quale potete festeggiare anche la fine di questa TheClassifica così interminabile ma così ITALIANA; grazie per essere arrivati fin qui, a presto.