AMARGINE

Polemistan 2. Le migliori polemiche del giugno 2017

Un mese è lungo. E quelle polemiche che un mese fa riempivano la nostra giornata come una piena del Nilo, lasciandoci ricoperti di fertile limo, ci sembrano oggi così lontane. Per esempio, vi ricordate di quella tra Stefano Gabbana e Miley Cyrus, che aprì il caldissimo giugno andato? Come già Elton John, Miley ha incautamente espresso su Instagram un parere sulle esternazioni conservatrici dei due noti gay omofobi (“D&G, I STRONGLY disagree with your politics …” – e a nulla è servito ringraziarli per aver fatto sfilare il fratello (“but I do support your company’s effort to celebrate young artists & give them the platform to shine their light for all to see!”). La risposta di Stefano Gabbana è stata un proclama: “Noi siamo italiani e della politica non ci interessiamo, di quella americana ancora meno. Noi facciamo abiti e se tu pensi di fare politica con un post sei semplicemente un’ignorante”. Io vi dico forte e chiaro che è venuto il momento di togliere qualcuna delle inconcludenti strofe di Goffredo Mameli dall’inno di Novaro e aprirlo viceversa con queste veritiere parole.

Possiamo realmente considerare “polemica” un ennesimo kitemmurt da Liam a Noel Gallagher? Forse solo per un  motivo: perché convoglia il pubblico buonsenso (la stoffa di cui sono fatti i sogni) e ci spintona a schierarci insolitamente con Liam. Salvo poi leggere un comunicato degli organizzatori che ammettevano di non aver invitato l’orso maggiore (pare ci sia pure rimasto male) ringraziandolo anzi per aver concesso i diritti di Don’t look back in anger alla raccolta fondi. E ora tutto quell’utile sdegno è svanito come lacrime nella pioggia.

Una polemica un pochino vecchio stile (il playback!!! Ma su) per Rovazzi e Gianni Morandi che cantano Mi fa volare boccheggiando fuori sincrono ai Wind Music Awards. Ecco, pure i loggionisti dei Wind Music Awards ci volevano – paladini della ricchezza cromatica del tormentone estivo. E comunque, se non c’erano altri cinque big italiani in playback vi ridò indietro i soldi dell’articolo. Morandi in ogni caso morandeggia ineffabile: “Tutto vero, non so più cantare”.

Ma guarda se quello non è Bob Dylan, cittadino onorario del Polemistan: va a prendersi il Nobel ma nel sacro sermone di 4mila parole tenuto per riscuotere il bottino ha tirato su qualche frase da un bigino on line su Moby Dick. E tutti a dirgliene – invece di complimentarsi con chi fa i bigini, perno dell’istruzione occidentale, salvezza di ogni studente che non capisce cosa diavolo stiano dicendo quei premi Nobel mancati che insegnano o scrivono i libri di testo.

Concerto dei Guns’n’Roses a Imola. La base per la polemica è: Axl Rose è grasso. Come potete immaginare ne consegue un dibattito dai livelli altissimi, di fantasmagorico spessore critico e sociale. In ogni caso, è grassa anche Rihanna, che è molto più grave, no?

Passiamo a Roger Waters. Che ruba le idee a Emilio Isgrò, unico al mondo ad aver pensato di fare un cut-up cancellando le parole su una pagina. Non mi ricordo più se questa cosa c’era già in un giallo di novant’anni fa di Wallace (Edgar) o di Ellery Queen. O tutti e due. Ma NON vi scomoderò per così poco.

Passiamo ai Radiohead. La popolarità della gag sui biglietti in vendita, poteva non suscitare qualche sclero? NO, ovviamente – ma NON vi scomoderò per così poco.

Perché in offerta speciale, io ve li do insieme, Radiohead e Roger Waters! Il pesantone anziano ha sgridato il pesantone meno anziano (Thom Yorke) per un concerto dei in Israele, invitandolo ad annullarlo “per protesta contro il sistema di segregazione imposto dagli israeliani ai palestinesi”. Ora, non so se ci avete mai fatto caso ma Thom Yorke sul palco è afflitto come un budino ma appena ne scende è reattivo come Ringhio Gattuso. E infatti, ringhia: “Questo non è costruire un dialogo, è creare divisioni, muri” (MURI??? Waters??) “È veramente irritante che artisti che rispetto molto pensino che non siamo capaci di fare delle scelte etiche e morali per conto nostro, dopo tutti questi anni. Ci buttano giù alla prima occasione e trovo sconcertante che credano di avere il diritto di farlo. È desolante che scelgano di smerdarci in pubblico piuttosto che confrontarsi con noi personalmente”. Waters dice di averci provato. La cosa che io trovo cospicua è che tutti quelli che hanno riportato la notizia in Italia (ho controllato) hanno detto che nel gruppo di firmatari dell’appello di Waters ci sono anche Robert Wyatt e Thurston Moore. Nessuno ha citato Desmond Tutu. Sapete, non credo sia perché è un negro – il fatto è che il ricicciatore medio di notizie italiano a tutti gli effetti non sa chi sia. Ma no, forse sono io che sono cattivo, è pura e semplice fretta di correre al concerto degli Spasmodically Boring, ci sono gli altri autorevoli ricicciatori che stanno già twittando.

(sono polemico, dite?) (ehi, sarei qui per questo, veh)

Polemiche rap. Sferaebbasta e Charlie Charles hanno litigato. Così si dice. Ma hanno fatto già pace. Così si dice. Ma si dice anche che non avevano litigato affatto, che era tutto storytelling. Querelare, quello è un altro livello. E Fedez, chi se no, ci è arrivato. Lui, J-Ax e Rovazzi hanno querelato Mike Highsnob, ex rapper di Newtopia lasciatosi malissimo coi due sottosegretari al rap: Highsnob aveva ironizzato sul fatto che tre mesi dopo aver pubblicato la sua Fa volare, Rovazzi era uscito con Mi fa volare. Quando Salmo aveva parlato di plagio per il video di Tutto molto interessante, non c’era stata nessuna querela, perché la strada ci insegna che è sempre meglio andare addosso a chi non ha soldi per gli avvocati (che poi, ci avevano sempre detto che il bello del rap era massacrarsi di dissin e non di esposti). Ma è anche vero che con la Ferragni un po’ in ribasso sulla homepage di Corriere.it, a Fedez tocca tenere alta la visibilità con un’attività legale forsennata: spalleggiato da Movimento 5 Stelle e dalla task force del Fattoquotidiano è anche in ballo con Siae e il ministro Franceschini per un presunto conflitto di interessi della moglie del ministro. La faccenda è intricata, personalmente ho la sensazione che Fedez, che come editore NON ha mollato Siae, stia facendo da testimonial per Soundreef così come lo fa per Sisley e tutte le altre robe che appaiono nei suoi selfie (e mai con la sobrietà di Anna Tatangelo, come vedete da voi nella foto più in alto). È nel suo diritto, veh. Il mio e vostro reale problema è che nel giro di 10 anni Fedez sarà presidente del Consiglio, e che la sinistra gli contrapporrà Jovanotti. Questo all’inizio – poi viste le polemiche, ripiegherà su Laura Pausini. Sono serio, eh.

A PROPOSITO! The Big Pause vedendo il concerto di Manchester ha twittato per ricordare il concerto delle Amiche per l’Abruzzo – aggiungendo “Peccato che allora nessuna TV italiana ci aiutò”. D’altronde la sera in questione, 21 giugno 2009, su RaiUno c’era Italia-Brasile. Tre a zero per loro (doppietta di Luis Fabiano, autogol di Dossena). Incidentalmente RaiUno, come vedete, aiuta moltissimo i due futuri leader del primo partito d’Italia, di immenso amore giovanissimo e supersocial. #etuttiMUTI #unsoldoutdopolaltro #eniente

Per finire. Il festival a Monza, come si chiama, iDays. La polemica finisce a malapena sui giornali (Il Giorno, Corriere della Sera. Quando ci sono, giusto dirlo). Tutti gli altri probabilmente sono mediapartner e hanno l’ordine di spiegare che è tutto fantastico e cool. Che poi, la coolness è il problema vero: per motivi di sicurezza non si possono portare bottigliette e ci sono sessanta gradi all’ombra e per comprarne una autorizzata nei chioschi bisogna indebitarsi in token.

Alle quattro del pomeriggio peraltro le bottigliette sono finite, ciao.

Non escludo che qualche ora dopo siano riapparse su Waterbay o Watergogo, per il secondary drinking – perché in fondo, la domanda, l’offerta, il mercato, ehi, non capisco perché fare polemiche.

Una risposta a “Polemistan 2. Le migliori polemiche del giugno 2017”

  1. Beh, ultimamente il buon Thom Yorke è molto meno afflitto nei concerti. Tant’è che, quando ho visto in streaming il concerto a Monza, a un certo punto ho pensato che quello che faceva il piacione col pubblico dicendo intere frasi in italiano fosse un sosia. O forse è solo l’effetto positivo della nuova fidanzata italiana.

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