Riprendo questa rubrica antica per motivi personali – una specie di tentativo di star dietro alle cose da cui mi sento escluso, che forse un giorno potrebbe avere una specie di utilità. Queste sono state, a quanto ho capito, le polemiche più sentite di questi giorni.
- Blonde (on Blonde)
Blonde è un film su Marylin Monroe. Cioè, film: è una roba su Netflix, che è sempre più il fornitore di argomenti di conversazione. “Ehi, ma quanta violenza a Woodstock ’99!” “Che tipo quel Dahmer, no?” “Ah, Wanna Marchi, simbolo per eccellenza degli anni 80 e 90 e 100”. A quanto ho dedotto, secondo un bel po’ di gente Blonde è poco accurato, molto inventato, morboso, lungo. Cose che sono considerate difetti. Non credo che molta gente sotto i 25 anni conoscesse Marylin Monroe. Ma d’altra parte, non credo che molta gente sotto i 25 anni conosca film girati prima degli anni ’70 – versioni originali, dico, non remake/remodel/reboot. Gli anni 70 invece hanno tramandato alla gioventù attuale Il Padrino, Star Wars, Frankenstein Jr. Forse anche Lo chiamavano Trinità. Tutto questo per dire che è una polemica di mezza età, che non interessa a noi giovani.
(sì, lo vedo che il tema del giorno è il rapporto di Cristina Capotondi con Andrea Pezzi) (ma non voglio dar la sensazione di farmi imporre l’agenda delle polemiche da Rollinstòn, quindi farò finta che non sia il tema del giorno)
- Ciacci the man
Non ho veramente idea. Sono tagliato fuori dai reality, li trovo più noiosi della televisione che hanno sostituito, proprio come Piersilvio Berlusconi è più noioso di suo padre. Però una sera mi è apparso questo intervento della vecchia virago. E mi ha affascinato.
Non so davvero di cosa – e di chi – stia parlando ma sembra un intervento autorevole, mi sento istintivamente di schierarmi con lei e una forza superiore mi spinge a commentare con una delle frasi-chiave degli anni 00 e 10 e 20.
Ovvero: “Finalmente qualcuno che lo dice!”
- Francesca Michielin vs The Governists
Come tanta gente, ha preso malissimo il trionfo di Giorgia Meloni, e ha twittato “Da oggi inizia la Resistenza”. È stata schernita a colpi di foto in cui sfila per qualcuno, da influencer vari o gli opinion leader che ci meritiamo (D’Agostino, Crusciàni). Credevo che il pensiero pop avesse legittimato la connivenza con i brand della moda, perlomeno quelli ITALIANI prodotti dal genio ITALIANO. Ma mi avvedo che no. Poi, io non ho una particolare simpatia per lei, finora la sua carriera è stata quella del 90% delle cantanti ITALIANE, ovvero fare il featuring femminile nei pezzi dei rapper maschioni che dicono di vivere la vita della strada ITALIANA. Mi sorge il dubbio che a Elodie, che ha la street cred, l’uscita sarebbe stata perdonata. Ma soprattutto mi sorge il dubbio che a un rapper maschione sarebbe stata perdonata. No, sto scherzando, non ci sarete mica cascati: nessun rapper maschione ITALIANO si metterebbe contro un governo di fascisti ITALIANI. Comunque, pochi giorni dopo Michielin è stata di nuovo in modalità polemizzata, perché ha parlato di fingerpicking in tv. Questo, già lo capisco.
- L’influencer misteriosa
Questa invece è stata additata al pubblico linciaggio da Selvaggiona Lucarelli, col glaciale commento “la sinistra milanese”. Questa polemica è iniziata poco prima di ottobre, subito dopo le elezioni, e me ne scuso. Però è andata avanti un bel po’, prolungata anche dalle scuse della tipa. Che – mi duole dirlo – non conosco. Prendo per buone le informazioni contenute nella parentesi.
La tipa è furiosa con i vecchi e dice che non dovrebbero votare. Il backlash nei suoi confronti mi ha stupito perché mi sembrava un punto di vista molto popolare. O forse sono io che vivo in un ambientino in cui tutti deprecano i vecchi – cioè, quelli sopra i 35 anni. E i primi a deprecarli sono loro, del resto (…con più di un’ottima ragione). Poi, la tipa in realtà è di Parma. E in realtà a Milano la sinistra ha tenuto, quindi forse la sinistra milanese funziona. Non so, non mi raccapezzo proprio nei confronti di questa nuova canzone di Selvaggia. Il fatto è che bisogna conoscere talmente tanto sottotesto, per capire una polemica contemporanea. Forse la cosa migliore da fare è entrarci augurando morte e dolore come fanno milioni di ITALIANI che hanno la contemporaneità dentro.
- Casa Pausini
Spot pubblicitario per il nuovo televisore che esalta i programmi di Sky.
L’ho visto (lo spot, non il televisore). E l’ho visto anche esecrato da varie parti, però a me è piaciuto tantissimo: è uno spaccato di tutta la noia che si può provare in un salotto pieno di celebrities contemporanee. Forse avrebbero dovuto buttare nel salotto anche Ciacci, chiunque sia: la rappresentazione di serata perfettamente imbecille sarebbe rimasta invariata, ma parecchia gente si sarebbe appassionatissima.
- La caduta
Di Baby Gang, trapper che invece di limitarsi a sognare di essere un gangster come tutti gli altri, apparentemente lo è davvero.
Poi, messa così sembra una caduta di stile. Che diamine, le scarpe Gucci con la tuta del Milan.
Che qualcuno sbuffi, è il minimo.
- “Governo Bastardo!”
Due anni fa Roberto Saviano ospite di qualche roba su La7 disse che Salvini e Meloni, con le loro politiche sui migranti, erano dei bastardi. A suo parere stava esercitando diritto di critica. Meloni lo sta portando in tribunale per diffamazione. Facendo una ricerca con l’hashtag #Saviano, la cosa toccante è vedere che su Twitter tutti i fanboys del Governo difendono lei, ma nessuno difende Salvini. Che solo tre anni fa, i social erano il suo impero, guai a fare il suo nome, significava scatenare l’inferno. La sua caduta è come quella di Baby Gang: le tute della Polizia, le felpe, le sciarpe del Milan. È difficile rimanere di moda a lungo. Non so se gli daranno un ministero, io in realtà credo che lui possa salire a un livello superiore, io sogno di vederlo a tu per tu con Ciacci e tutte le altre celebrities del GF Vip – lui, BabyGang, Francesca Michielin, Selvaggia Lucarelli, Del Piero, Tommaso Paradiso, Wanna Marchi, tutti a casa di Laura Pausini, questo è un reality che potrei guardare.
PS:
No, in realtà no. Non lo guarderei.
Tra i film degli anni Settanta meglio noti ai giovani, citerei anche Fantozzi. I più eruditi tra i commentatori del Foglio si operano quotidianamente affinché perduri la memoria di quel capolavoro sconfinato.
Certo, che i giovani leggano Il Foglio è un’ipotesi suggestiva, ma effettivamente Fantozzi ha delle chance. 🙂