Non avevo notato come le megaditte alimentari hanno invaso il mercato estivo con gelati che sono la versione rinfrescata e ipercalorica dei loro prodotti invernali di punta. In era pre-Covid avevo assaggiato gli Oreo (o erano i Ringo?) versione gelato, e ovviamente sembravano il re-boot ammiccante e tristo del film originale. Però quest’anno la mera quantità rivela una determinazione feroce. Gelati Loacker, Rocher, Pocket Coffee, Estathé, Baiocchi, KitKat, Mars, Gocciole, Bounty, Kinder Bueno. Le menti migliori del marketing mondiale ci stanno dicendo:
“La vostra golosità è ripetitiva”.
Da anni l’industria musicale ITALIANA si è polarizzata allo stesso modo. Con le tre megaditte stupende e fonte di salvezza che – forti di consumi in continua crescita, gnam, gnam, gnam – sottopongono i loro prodotti alla nazione famelica pensando a due precisi momenti dell’anno, sistemati a distanza pressoché semestrale:
1) Febbraio (la Sacra Kermesse)
2) L’estate – pazzissima e #tuttadavivere. Le canzoncine fresche e azzeccatissime e pop ed evviva, urrà, vanno sul bancone a giugno, e nessuno chiede nient’altro.
Vi ho già sottoposto questo dato e mi duole ripetermi. Ma devo pensare alla metà di voi che non mi legge con inspiegabile costanza. A quei tre, devo fare presente che per tutta l’estate gli ITALIANI ascoltano sostanzialmente la stessa top 10, perché è la top 10. E quindi Spotify e YouTube e la loro banda di cuori solitari tendono a reiterarla e noi a rimasticarla, per la nostra paura di essere tagliati fuori, la stessa FOMO per la quale alla fine di questo articolo non vi farò mancare il mio commento sulla reunion degli Oasis e l’album dei Fontaines DC e la gaffe di Venditti.
Sempre per questo (piccolo) Desiderio di Essere Come Tutti, vi sottopongo lo stesso articolo che ogni testata ha pubblicato, ovvero quello in cui si fa il confronto tra le hit estive ITALIANE e quelle del resto del mondo.
…Non è vero, non lo hanno fatto. Toccherebbe spiegare anche come mai siamo l’unico Paese al mondo che da decenni basa il suo consumo di musica su
1) uno show televisivo che dura una settimana ma che aleggia minaccioso per un anno intero
2) le azzeccatissime canzoncine estive, che governano la nazione nei 4 mesi in cui questa si blocca esausta per l’intensa attività intellettuale e spirituale degli altri 8 mesi.
Non vi fidate di me? Ho qui con me l’illustre Luca De Gennaro che ve lo può confermare. Non è forse vero quello che dico, Luca?
Siccome non si è mai abbastanza equivocati, preciso: NON STO DICENDO che nel vasto mondo non capitino, qua e là, canzoni estive. Sto dicendo che il resto del globo NON spende metà del suo slancio artistico in una lotta a sprangate per accaparrarsi il featuring di Annalisa o le partnership con birre&calippi. Credetemi, è uno dei motivi per cui ogni estate mi prendo una pausa dal nostro Paese e dalla sua infinita voglia di lobotomia, e vado in ogni altrove che posso. Ma anche senza farlo, potete verificarlo con le charts.
GERMANIA
Questa è la top 5, con due brani stranieri (ach so) che un tempo avremmo definito radiofonici, poi un pezzo rap ortodosso, un altro più ibrido con la gattosa Ayliva e il manzo-rapper Apache 207, entrambi con ascendenze turche, e al n.1 Bauch Beine Po, inno post-ironico all’importanza di dedicare la vita al lusso, alla cosmetica e alla perfezione fisica: lo interpreta Shirin David, celebrosità youtuber lituano-iraniana nata ad Amburgo, che già ha dedicato all’importante tema il brano 90-60-111 (non è il suo numero di telefono). In top 10 segnalo anche un altro nome straniero, Sabrina Carpenter, con Espresso. Segnatevelo. No, non fatelo, è un’espressione scema: ve lo ricorderò io più avanti. Nessun altro di questi pezzi ha quei requisiti da spiaggia che noi accetteremmo. Da queste parti i brani estivi sono quasi sempre legati agli anni 80, da Sunshine Reggae a Carbonara – e sì, certo, anche Eros Ramazzotti e Albano & Romina.
FRANCIA
Qui le canzoni scemone e cariche di “nrj” non mancano mai, così come i paciughi latini (No lo sé e Gata only tuttora in top 10) ma non per questo la playa e il calor vengono buttati nel calderone gallico, malgrado il caldo assassino che ha fatto pure lassù. Non c’è discontinuità tra quello che si sente d’inverno e les tubes de l’été: il re incontrastato è stato anche nel 2024 (Maitre) Gims, che dal suo stile non ha motivo di smuoversi. Incidentalmente: se ho capito bene, qui le radio FM si stanno spegnendo come le stelle di Arthur Clarke, a favore di quelle satellitari. Sulle FM, da Parigi fin su a nord, potete sentire spesso i Maneskin. Ho persino sentito presentare il loro singolo come trés excellente. Non sto inventando. Comunque in qualsiasi zona siate, ci sarà sempre una radio che manda Teléphone, Etienne Daho, Clash e Cure tre volte al giorno, e io approvo incondizionatamente. Ah: benino anche qui Espresso di Sabrina Carpenter. Ma ora come ora, in discesa.
SPAGNA
Questa classifica mina vigliaccamente la mia tesi e mi irrita oltremodo – ma credetemi, è ingannevole: in Ispagna LA canzone di questa primavera-estate è stata il jolly pescato dalla fantina 37enne Isabel Aaiún, che tre anni fa ha inciso senza alcuna pretesa un pezzo a sfondo ippico, di stile vetusto, intitolato Potra salvaje. Remixato da un DJ l’anno scorso, è diventato il talismàn di tutti gli spagnoli impegnati a vincere nel calcio o nel tennis o alle Olimpiadi. Per farmi dispetto, ha abbandonato la vetta la settimana scorsa, lasciando il posto a Karol G. Che sì, ostenta della (s)piaggeria nel suo Si antes te hubiera conocido. Ma è un pezzo che definirei pressoché esente da cafonaggine da bagnasciuga, anzi, mi meraviglio che anche qui da noi sia riuscito ad affacciarsi in top 10 rompendo il monopolio delle licenze musicali estive, che credo sia gestito (brillantemente) dallo Stato come quello degli stabilimenti balneari. Peraltro, se anche vogliamo includerlo nella musica da spiaggia, è d’importazione: la Carolina non è spagnola ma colombiana come Shakira e Juan Cuadrado.
REGNO UNITO
Non ci sono andato – state scherzando, ci sono italiani e inglesi ovunque. Comunque, qui in top 10 una canzone spiaggiata in effetti c’è, ed è Espresso di Sabrina Carpenter al n.2. Sono cauto nei confronti del personaggio, ma la canzone in questione ha una certa sottigliezza ritmica, ricorda le cose più accattivanti di Katy Perry e non le basi zanzarone dei nostri prodücerz. Da noi è al n.33.
USA
Madonnina, ve la buco ‘sta Bar song. (…no, non è vero, quando la sento pesto coi piedi come uno scemo e faccio “Hey! Hey!” come fossi in un cavolo di saloon). Ma questo sì che sta diventando un generone, il country da centro commerciale. A francesi e tedeschi piace UN SACCO, si sono messi a farlo anche gli australiani, ci si sono tuffati gli irlandesi. Ciò detto, a parte l’Espresso della Carpenter, non riscontro altrove il mareprofumodimare. Tranne nel video di Bruno Mars & Lady Gaga, in cui credo che lei nasconda un polipo nei capelli. Ma definireste uno di questi pezzi un “tormentone”? La verità è che solo noi abbiamo questa smania e questa estasi del cretinismo. Mi duole essere brutale, perché poi non è che siamo circondati da popoli particolarmente brillanti – ma le nostre canzoncine suggeriscono con una certa decisione che potremmo essere il popolo più deficiente in circolazione, e dannatamente felice di esserlo. E quindi,
ITALIA
Per tutta l’estate non c’è stato niente da dire. La top 10 è stata praticamente sempre uguale, con Sessoezzàmba di Tony Effe & Gaia al n.1 fin dal 31 maggio. È stata in testa per tutto il mese di giugno, per tutto il mese di luglio, e per poco non è riuscita a completare agosto: 30° di Anna, sul podio per tre mesi, dopo tanta attesa lungo la riva del fiume ha finalmente sopravanzato l’altro tormentone. Alle loro spalle pochissime oscillazioni in graduatoria per i pezzi estivi di Geolier, Rose Villain, e in generale diversi altri protagonisti della Sacra Kermesse di febbraio (persino Alessandra Amoroso & Big Mama). Milioni di ITALIANI hanno ripetuto ogni giorno per tutta l’estate il rito delle stesse 10 canzoni, e Spotify e YouTube li hanno assecondati e incoraggiati a ripeterlo come un rosario.
Ma a suo modo, quest’ultimissima settimana di agosto il cambio della guardia al vertice (pur tra tormentoni) spezza un po’ l’incantesimo. Anche se ci riporta a primavera, quando Annina Pepe era al n.1 in entrambe le classifiche. Tra i presunti album il suo Vera Baddie non ha mai lasciato il primo posto: con 9 settimane consecutive sta andando all’attacco della striscia di Lazza. Ovvero 10 settimane di fila per Sirio, nel 2022.
Poi, due album stranieri di un certo peso nel mercato internazionale hanno incrinato un po’ la nostra fiera autarchia ottenuto un piccolo spazio in fondo alla top 10: Fontaines DC al n.8, la già stracitata Sabrina Carpenter al n.9.
Insomma, il grande spiaggiamento sta finendo. Le prossime settimane non saremo più arenati sull’arenile. Mentre un’altra estate se ne va, nelle ombre di un sogno o forse in una fotografia, attendiamo con fiducia la poltiglia urban, lontani dal mare, con solo un geranio e un balcone e una reunion da commentare.
Grazie per aver letto fin qui. A presto. E bentornati. Ma non guardatevi indietro.
Il disco della Carpenter però a parte un paio di momenti è degno di una Sandrina Amoroso
Onestamente ho sentito poche cose, mesi fa e distrattamente, rimanendo poco impressionato. Però questo singolo, se rapportato alla media di dei nostri ascolti fatti al 100% con mangime italiano finisce per sembrare di una qualità sopraffina.