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TheClassifica 8. Mori? No. Moreni

Moreno, con un disco uscito da un mese, riesce a sbaragliare anche un n.1 annunciato come Gué Pequeno. Cioè, il rap della tv batte il rap vero minchiappericoloso. Che botta.

Nonostante un investimento possente dal punto di vista mediatico, era un po’ più facile che anche la nuova autocelebrazione di Max Pezzali soccombesse – infatti entra al n.3.

Ad ogni buon conto a questo punto, riepilogando, abbiamo in top 10:

1 nome straniero (Daft Punk, n5)
4 talent (Moreno, Greta, n.6, Emma, n.7, Marco Mengoni, n.9)
2 quarantacinquenni che si autoincensano (Pezzali e la raccolta di Jovanotti, n.8. ANCORA in classifica, da dicembre. E’ terribile)
2 rapper veri e propri (Gué n.2, Fedez n.4) 
1 malattia di quelle schifose, di quelle che tossisci pus e ti si squama la lingua (Modà, n.10)

(sapete, non è che io avrei esultato all’ingresso in top 10 dei Queens Of The Stone Age – il tempo in cui mi divertivano è un po’ passato. Però è desolante che si fermino al n.11, a causa del rientro nella diecina principale dei Modà, ai quali io non auguro nulla di male, anzi: possa il loro canto giungere a Dio) (al che io mi aspetto che Nostro Signore, una volta ascoltato Kekko, riprenda dimestichezza con almeno otto delle dieci piaghe d’Egitto e si occupi di loro come faceva Vincent Price ne L’abominevole Dr. Phibes – ma ammetterete che sarebbe una sua scelta, non mia)

Vi dirò. E’ una classifica un po’ disarmante. Mi sto spiacendo financo per l’uscita (a spron battuto) dalla top 10 dei rapper Clementino (dal n.4 al n.16) e Gemitaiz (dal n.3 al n.20). Mi spiaccio un po’ meno per quella di Verdiana (n.12). Di fatto, la situazione rispetto alla settimana scorsa vede la bilancia pendere dal lato dei talent, anche se al rap potremmo ascrivere anche Moreno e Jovanotti (ma vi ho già detto di no).
Sicché, sì disarmato, sono andato a dare un’occhiata alla classifica britannica. E sapete, non solo non c’è

nemmeno
un
singolo
rapper
nella top 10,

ma fatico anche a trovarne tra i primi trenta. Agli inglesi del rap non gliene può battere di meno. Ci hanno provato, eh. Professor Green, Roots Manuva, Ms Dynamite, Tinie Tempah, The Streets. Ma non c’è stato niente da fare. In questo momento sono in fississima con la dance (Disclosure n.1 negli album in questo momento, come due mesi fa Rudimental e prima ancora Duke of Dumont). Ma i Queens Of The Stone Age sono al n.2, Rod Stewart è al n.4, il giovane cantautore zuccheroso Mike Rosenberg aka Passenger è al n.5. Il prossimo n.1 dovrebbero essere i Black Sabbath. Insomma a quelli piace tutto, tranne il rap, tranne il rap, tranne il rap (cit.). E’ ben strana questa cosa, no? Forse gli inglesi non hanno delle città? Dev’essere quello, perché non c’è rapper che si rispetti che non chiuda almeno una rima con “…in questa cittàh (uh) (ah)”

Oppure abitano tutti in centro tutti e non ci hanno il disagio delle periferie.

Oppure sono tutti ricchi perché a Londra tutto è figo
(“mica come qui”)

Già che c’ero ho controllato, il rap non funza nemmeno in Germania. Ora come ora, per loro la musica o è rock, o è schlager, quel pop caramelloso che piace a loro e che noi cerchiamo di vendergli da sempre, da Ramazzotti a Luca Di Risio.
Viceversa il rap va forte in Francia, dove è appannaggio – come in America – della razza precedentemente nota come negra.
Ma da noi no, i nostri rapper sono tutti negribianchi come lo era Fausto Leali.

E quindi, cosa state cercando di dirmi, italiani? Che metà di voi viene formata da Canale 5, e l’altra metà è costituita da parolai attaccabrighe?

Ma se è così, se la classifica degli album riflette un 33% di grillini e un 33% di pidiellini, dov’è il bieco pidimenoelle? Non c’è scelta: i due tardoni. Jovanotti e Max Pezzali, l’uno Veltroniano per vocazione, l’altro che potrebbe essere per Letta (con alle sue spalle Cecchetto che manovra sempiternamente come D’Alema, e Pierpa Peroni – che non ho dubbi: è la Finocchiaro). E poi naturalmente, mica me la scordo, non può mancare la corrente hype del PD – anche le iniziali sono giuste: Punk Daft. Vediamo, c’è qualcuno nel PD che è carico di hype? C’è qualcuno che indica la via, che marcia verso il futuro rispolverando Nile Rodgers e Giorgio Moroder, che è avantissimo per definizione? C’è?
(…oh, che ve lo dico a fare)

Il resto non è interessantissimo. Tranne forse l’ingresso di Robin Thicke al n.89. Mooolto sotto l’ingresso di Gigi Finizio (n.18) e dell’intrigantissimo “Scritte per Mina… firmato Paolo Limiti” (n.17).
Buon weekend.

de-filippi

Una risposta a “TheClassifica 8. Mori? No. Moreni”

  1. Madeeeeeedddduuuuuuuu!!!

    Il disco dei QOTSA non lo voglio nemmeno e-mulato e se lo vedo lo faccio sotto i piedi. E che schifo! In GB se sono a disagio fanno il rock come gli Oasis e i Clash, oppure ballano per dimenticare come i Pogues e gli Style Council. Buon weeknd e tutto soprattutto tutto. Cià.

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