AMARGINE

Classifiche primo semestre 2022 – aka: l’Analisina

Vi spiace se prima, premetto una premessa?
(col sorriso, eh 😊 )
Pur nella mia vasta esperienza di cose cretine lette e sentite e dette e scritte (non di rado da me medesimo) fatico a reggere questa crescente querelluccia tra generazioni, #meglionoi #poverivoi.
Non c’è nessun “noi”.
Temo sia il caso di chiarirlo prima di accanirmi – perché lo sapete, che accadrà – nella theclassificazione delle classifiche semestrali FIMI, la cosiddetta Analisina, della quale è come sempre madrina la cantante Annalisina, il cui broncio in questa foto esprime a malapena la disperazione interiore data dal ritrovarsi coinvolta nella lordissima porcheria estiva annuale dei Boomdabash – lo scrivo ovviamente con un sorriso di simpatia per gli amici producers e questa loro indifendibile tonnellata di monnezza 😊.
Ma tornando alla manfrina delle generazioni che tiene banco (e banchetto). Io posso capire che centinaia di penne scintillanti – anzi, tastiere scintillanti
(“Ghghg, ha detto penne, chi scrive più con la penna, boomer, etc.”)
debbano lucrare occupandosi di temi cicciosi, ma se la musica del 2022 vi fa schifo o vi manda in deliquio, non cambia nulla: resta sempre un prodotto realizzato in parti eguali dalle generazioni Z e X e Y e K (non so come si chiamino, non me ne intendo). Danno il loro contributo i vari Lucian Charles Grainge e SickLuke, i Lil Nas X e i Takagi & Ketra, i Gucci e le RedBull, gli Amadeus e i Bad Bunny, i Gazzelle e le Paola Zukar, le Maria De Filippi e i Michele Wad Caporosso, i Rollinstòn e i GingerGeneration, i Gianni Sibilla e gli Alessandro La Cava, i D’Alessandro e i Galli
(…mi fermo, anche se mi piaceva metterli dentro tutti, anche gli amici, in questa specie di girone dantesco. Però voi potete aggiungere nomi a piacimento) (anche il vostro nome, se volete. Date il vostro contributo anche voi. Quasi certamente, più di me).
Il punto è che non c’è UN epicentro, niente e nessuno è al centro esatto della musica, anche se la maggior parte di noi tossicodipendenti mancati vi millanta da sempre l’esistenza di figure (o fi-guru) DEFINITIVE, emblematiche, che hanno capito tutto e ci guardano dall’alto come novelli Braianìno.
Soprattutto, non c’è generazione che non abbia le mani in pasta col buono, il brutto e il cattivo che vi sta arrivando da quest’epoca – che comunque è ovviamente la punta di un iceberg immerso nel mare gelido del suo tempo un po’ complicato, in cui un algoritmo complicatissimo partorisce ritmi un po’ ripetitivi ma probabilmente legittimi (… proprio in quanto ripetitivi). Poi, cosa ci sia sotto il pelo dell’acqua è difficile scorgere: è notte e c’è nebbia e l’underground è diventato il sommerso – e in ogni caso, anche se mi costringo a sminuire questo bisinèss della musica che mi dà da vivacchiare, alzando lo sguardo verso i dintorni ci sarebbero questioni un po’ più importanti per la nobilitate di firme e firmette di fogli sovvenzionati in modo un po’ odoroso, che non queste schermagliette generazionali buone per i like.
(…Finito) (scusate il nervosino, ma negli ultimi 15 giorni alcuni amici, nel malcelato disegno di togliermi il sorriso, mi hanno sottoposto articolessə di inutilità rombante)

E comunque, resta un quadro parziale. Perché lassù lo sanno, che il piccolo boom della musica negli anni Venti non è trainato solo da questi nomi supergiovani, ma anche dal catalogo (aka: il vecchiume che vale oro) e dai concerti dei tardoni. Le classifiche non possono quantificarlo, proprio come rimane ai margini dell’equazione la piattaforma più ascoltata nella nazione, YouTube.
Eppure, detto questo, le classifiche FIMI restano l’unico tentativo di misurare la musica che gira intorno. Sono sicuro che siano falsate dall’Algoritmo e dai suoi deliberati capricci. Ma questo abbiamo. Perciò, accogliamolo con un sorriso 😊

I presunti album.
Ci sono sei over 40 in top 20, uno dei quali è l’unica femmina (Elisa); gli altri sono dei big del rap italiano: Fabri Fibra, Marracash, Noyz Narcos, Gué (Pequeno), Luché, elencati in ordine decrescente di anzianità.
Sono invece tre gli over 30: Fedez, Coez, Mengoniz, elencati nell’ordine in cui me li ricordavo. Che siano metà dei 40enni (con Coez pronto a passare di categoria) non è un caso. Nessuno lo dice, ma gli artisti 30enni sono quelli che sono stati sacrificati sull’altare dell’ipernuovismo, e a buttarli a mare con entusiasmo sono stati soprattutto i loro coetanei banderuoli. C’è anche da dire che le galline dalle uova d’oro dei miagolanti anni Dieci anni erano le prime star dei talent: LaGiusy, Emma, Sandrina, The Kolors e ovviamente, Mengoni. Dopo di loro, l’interesse dei talent per produrre nomi durevoli si è presto rivelato inferiore alla necessità di fare programmi di prima serata per famiglie. Quindi no, i 30enni non hanno avuto né dei DeGregori né dei Max Pezzali. Però è significativo che anche nel rap, i teenager trovino più interessanti quelli che hanno sgomitato più di vent’anni, che non quelli inseritisi nella loro scia con l’ondata successiva – li ha portati via quasi tutti la risacca, e li ha spazzati la trap.


In ogni caso la maggioranza dei toptwentyers ha tra i 20 e i 29 anni. Evviva! Eccetera. Siamo pronti a marciare contro le altre nazioni, forti della nostra superiorità musicale. Che è evidente.

L’unico straniero tra i primi 20 è Harry Styles. Allargando ai primi 30, però, le femmine aumentano di un prepotente 100% – cioè, sono DUE: oltre a Elisa, Madame con l’album post-Sanremo2021. E lo stesso vale per gli stranieri, anche loro sono ben DUE (entrambi extracomunitari: Ed Sheeran e Harry Styles).
La metà esatta dei 10 dischi che hanno (ehm) venduto di più (finora) quest’anno sono in realtà usciti nel 2021. La quota è più o meno la stessa per la top 20 (undici su venti). Certo, qualcuno di questi sperava nelle vendite natalizie dei cd (Mengoni, Fedez) ed è uscito a dicembre, e la loro presenza è un po’ più naturale rispetto ad album usciti nella primavera 2021 che sono ancora ascoltati con insistenza più di un anno dopo (Rkomi, Maneskin).
I dischi del 2022 più (ehm) ascoltati nel 2022 sono, fin qui, Sirio di Lazza. X2 di Sick Luke. Il giorno in cui ho smesso di pensare di Irama. Salvatore di Paky. Virus di Noyz Narcos.
I primi nove album hanno (ehm) venduto sicuramente più di 50mila (ehm) copie tra gennaio e giugno. I platinati sono aumentati: era un dato in calo negli ultimi anni.

Tra i primi 30 album, 16 sono distribuiti dalla Universal Music. Che occupa tutta la top 5. Nelle 100 posizioni della classifica la superiorità stempera (39 su 100), e Sony si avvicina (31 su 100), ma voi capite che assicurarsi cinque delle posizioni tra 91 e 100 non spinge a fare caroselli. Perlomeno, credo. Che ne so. In fondo in Sony sono gente espansiva, magari hanno fatto il giro di Milano in pullman con i sigari.
La terza delle tre parche, Warner, ha due album in top 30 – lo stesso numero di Believe, che senza il malinconico declino di Ultimo avrebbe anche ottenuto di più. Allargando il campo alla top 100, Warner sale a 15 e Believe arriva a 5, numero comunque notevole che viene raggiunto anche da Artist First, che tra l’altro si è messa a disposizione di Maria e dei suoi Amici.

…Volete sapere dei flop, vero?
Esistono dischi che il pubblico ascolta – anche più di quanto sarebbe ragionevole supporre – e altri che non ascolta. Di questi ultimi, è buona abitudine commentare che beh, per forza, hehe. Siete liberi di farlo, se lo ritenete. Per vari motivi, questi dischi non sono entrati nella top 100 dei più ascoltati nel primo semestre.
Sferoso Famoso (Italiano), Rancore, Rhove, Achille Lauro (Idol Superstar), Willie Peyote, Zen Circus, Francesco Gabbani, Jovanotti (sia La primavera che Mediterraneo), Giusy Ferreri, Enrico Ruggeri, Liam Gallagher, Arcade Fire, Black Keys, Fontaines D.C., Jack White, Camila Cabello, Stromae, Tears For Fears, Eddie Vedder, Placebo, Machine Gun Kelly.
Ci sono, ma sono un pochino bassi, e temo che potremmo non rivederli nella classifica annuale – a meno di riedizioni deluxe con singoli azzeccatissimi:
Ghali (n.65), Tommaso Paradiso (n.51), Red Hot Chili Peppers (62), Mara Sattei (70) Il Pagante (79), Dargen D’Amico (85)
Non vi sto a ripetere che in una classifica cumulativa, chi esce a gennaio ha un certo vantaggio.
No: ve lo ripeto, invece. Con un sorriso 😊

Sedicenti singoli.
Mica avrete pensato che Universal si accontentasse di quella top 5 degli album, eh. Poiché sono i singoli a trainare, proprio come negli anni spensierati di Rita Pavone e del Geghegè, la Megaditta oltre a portare a casa anche qui tutto il podio, ci prende tutti per le orecchie (con un sorriso 😊 ) e piazza 8 canzoncine tra le prime 10, sedici tra le prime venti, e regge questa media fino al 53% finale dei 100 singoli più ascoltati quest’anno.
Del resto è qui che alberga la musica del 2022, tra motivetti e tormentoni. Le Raccolte Precedentemente Note Come Long Playing sono un gioco riservato a chi lo sa e lo vuole giocare. La maggioranza ha rinunciato – e se per esempio siete di sesso femminile, vi hanno sostanzialmente costretto.
Con la sola eccezione di Rhove, esordiente non apparso alla Sacra Kermesse, la fregola della nazione per Sanremo si spande gioiosa su tutta la top 10 e i suoi protagonisti: il rap italiano, dominatore assoluto delle charts di questi anni, deve cedere il passo (Love di MarraGué al n.16). La partnership tra il Festival e la piattaforma verde ha indotto Spotifone a mobilitare tutte le sue risorse per spingere le meravigliose tiritere peraltro cantate e ballate orgiasticamente nella sala stampa della cittadina ligure (il che conferma che per 5 euro e un saluto “a tutti quelli che mi conoscono” i giornalisti musicali si farebbero iniettare anche l’aviaria). Video, spot con influencer, e soprattutto playlist che imponevano Tananai anche a chi cercava i Kraftwerk, sono stati i cannoni di Navarone che hanno fatto in modo che gli utenti decretassero spontaneamente la stupendità delle canzoncine selezionate da Amadeus. E spero che ne siate felici quanto me 😊

Ma c’è vita, oltre Sanremo? Poca. C’è un lieve calo delle canzoni in joint-venture (solo 7 in top 20), anche se il re del bob a due, Sferoso Famoso, piazza 7 singoli in top 100 – nessuno da solo, tutti e sette con partner diversi. Sferoso è veramente il Clemente Mastella della musica ipergiovane.
In top 20 abbiamo tre femmine non accompagnate – nessuna in top 10, ci mancherebbe (…lo so, lo so, La Rappresentante Di Lista. Ma è un gruppo, sbaglio? Come i MeControTe). La prima è anche in questo caso Elisa, ovviamente con la canzone di Sanremo. Elisa, con MiticoMarra e MiticoGué, fa anche parte del terzetto di over 40 in top 20 (terzetto con due canzoni, essendo Gué e Marra, di fatto, una coppia. Sarebbe bello fossero anche una coppia di fatto. Anche se io so che prima o poi uno di loro fuggirà con Fedez, ricordatevi di chi ve lo ha detto per primo). Ma oltre a Elisa al n.13, in top 20 ci sono anche Elodie al n.15 e l’unica straniera tra i primi venti, Gayle con la non freschissima ABCDEFU, classica canzone vaffancula – genere che piace sempre molto alle giovani italiane, e vedendo come vengono trattate dall’industria musicale è difficile dar loro torto. Per questo motivo, ci sta che una canzone non ITALIANA, peraltro autenticamente raffinata, si inserisca tra le eccellenze del nostro imperituro territorio.

Dettaglio. Rkomi, re tra i presunti album, si inserisce nella classifica dei sedicenti singoli grazie al brano presentato a Sanremo (Insuperabile). Lazza, che è sul podio degli album del semestre, a Sanremo non ci è andato, perciò appare solo al n.48 con Uscito di galera. Controesempio: come detto Jovanotti, con l’ultimo EP (però lungo come il suo primo LP) non è entrato in classifica, ma il suo singolo con SixPM, I love you baby, ottiene un decoroso n.22, posizione che da anni vedeva solo col suo cannocchiale di pirata pieno di contagiosa energia. No, amici, non c’era mai stata così tanta discrepanza tra le due classifiche: se vi ricordate, ci si preoccupava che gli album di successo occupassero militarmente la classifica dei singoli. Ora sono due mondi diversi. Ma sono sicuro che non ci sono state forzature in questo senso. 😊

E quindi, in pratica. Niente stranieri, femmine in un angolo a non dare fastidio, Sanremo domina. In pratica, questa nazione coolissima, sgamata e ipergiovane è tornata indietro di settant’anni. Perfetto. Nel migliore scenario possibile, al Governo andrà un nuovo Fanfani – e ci chiederà sacrifici con l’autotune.

Grazie per aver letto fin qui, ho finito.

PS: se vedete una discussione sui Maneskin da qualche parte, allontanatevi senza dir niente. Con un sorriso, naturalmente. 😊

 

7 Risposte a “Classifiche primo semestre 2022 – aka: l’Analisina”

    1. Le altre, nemmeno quelle.
      Però i dischi in classifica non sono importanti, se si ha un buon manager.

  1. “al Governo andrà un nuovo Fanfani – e ci chiederà sacrifici con l’autotune” te ci ruzzi ma…

  2. Ma sbaglio o gli EP non possono entrare in classifica per qualche regola della fimi? Non so Mediterraneo, ma quello di Sfera Ebbasta altrimenti sarebbe entrato sicuramente.

    Impressionante la quantità di album dell’anno scorso, nella classifica semestrale dell’anno scorso i primi 10 erano tutti del 2021 o sbaglio?

    1. No, ci entrano!
      Questa settimana ce ne sono tre in fila indiana dal n.11 al n.13 (Pinguini, Shiva, Anna Pepe).
      E nel 2021 il primo più ascoltato del primo semestre era Sangiovanni, un EP uscito nel 2021!
      Quanto a Italiano. Nessuno dei pezzi che lo componevano è andato al n.1. Ma soprattutto, sono quasi tutti usciti di classifica molto presto: Sola e X6 dopo 2 settimane erano fuori dalla top 100, mentre Italiano Anthem ha resistito eroicamente 7 settimane.
      Insomma non è piaciuto. Onestamente non saprei dire perché 😮

  3. Controllato, non entrano se hanno più di 5 tracce, quindi Italiano non aveva i requisiti.

    Gli è convenuto perché come dici tu è in calo, ma in classifica sarebbe entrato sicuramente.

    1. …aspetta, non facciamo confusione.
      Entrano quelli che hanno più di 5 tracce. Italiano ne ha 5. Direi volutamente, a questo punto.

I commenti sono chiusi.