AMARGINE

The Kolors, visti dal vivo. Per così dire

DIECI COSE CHE MI SONO ANNOTATO DURANTE QUELLO CHE CON UNA CERTA DISPOSIZIONE D’ANIMO POTREMMO DEFINIRE UN CONCERTO DEI KOLORS, VISTO DURANTE EXPO2015

1. Anche se loro hanno un certo tiro, pochissima gente balla. Il pubblico è troppo impegnato a reggere telefonini e tablet, e voglio vedervi, a ballare e fare le foto e le riprese.
1 bis. (in effetti questo succede nel 9400% dei concerti. Perché sapete, per l’artista il palco è il momento della verità, ma per lo spettatore no, ha pagato e prima della verità vuole un momento filtrato attraverso l’istrumento per arricchire la sua vita social, ed è suo diritto, altro che ballare, che poi l’immagine viene mossa)

2. Dietro di me, a un certo punto, un papà ha detto le seguenti parole: “Sono proprio bravi musicisti”. IMG_2179Sottolineato in questo modo, sembra che io stia per irridere il papà, oppure che stia per negare che sono bravi musicisti. Non vorrei fare nessuna delle due cose. Però i Kolors, se non lo sapete, sono tre – eppure a un certo punto mi arrivavano il suono di almeno cinque strumenti – eppure in quel momento solo un Kolor (cioè Stash) stava effettivamente muovendo le mani su uno strumento. C’è ampio uso di basi, nello show dei Kolors.
2 bis. (questo lo rende meno vero?) (meno emozionante?) (direi che il loro pubblico non se la mena) (che sappiano suonare, lo hanno dimostrato) (in tv naturalmente) (…dove se no) (ma il loro uso di una base ricorda, in questo contesto, una specie di punto di incontro tra il Festivalbar e una performance hip-hop) (non ci sono nemmeno le premesse per creare scandalo, se capite cosa intendo)

3. Le ragazze non cantano le loro canzoni in coro. Nemmeno i ritornelli, in effetti.
3 bis. (questo, mi spiazza. Dopo decenni in cui migliaia di dannate galline obliteravano tutto quello che veniva dal palco, da Claudio Baglioni a Jovanotti, cosa sta succedendo qui?)

4. A un certo punto Stash ha preso un tamburone tutto bianco. Un ragazzo davanti a me ha avvertito gli amici: “Mo’ canta Il mondo“.
4 bis. (e in effetti ha cantato Il mondo di Jimmy Fontana, mixandolo con We are young dei Fun.) (i Fun.! Me li ero dimenticati) (evidentemente l’abbinamento tamburo-Il mondo è già proverbiale come quando Jimmy Page tirava fuori l’archetto del violino, e il pubblico faceva: “Uh-oh”)

5. Prima del concerto, una breve intro in video dice: “Hello,we are The Kolors, Let us explain what you are going to hear: you’re gonna hear some funk music. Some pop music.
(e qui, tre secondi di Moves like Jagger dei Maroon 5) IMG_2145
“Some electro”.
(e qui, mi è parso di cogliere un frammento di Skrillex)
“And someting you may consider shit, like this”.
(e qui, non so perché definita shit – specie dopo aver sentito i Maronn’ Five – The Rhythm of the Night di Corona)
“We love Michael Jackson”
(I’m bad, I’m bad)
5 bis. (la parte finale del parlato me la sono persa) (ho avuto l’impressione che citassero Maradona, e il fatto che passano la maggior parte del tempo su YouPorn o a bere vodka o a mangiare junk food, ma ogni tanto suonano dal vivo)

6. A un certo punto, in una pausa, diverse ragazze hanno intonato: “Sei bellissimoooo” (a Stash) (e chi se no), loredanaberteggiando.
6 bis. (ma non ha propriamente attecchito) (questo lo aggiungo soprattutto perché ormai ho messo dei bis a ogni singolo numero, e ormai sono condannato a procedere così)

7. Dopo aver taciuto nella prima metà del concerto, a un certo punto, Stash ha detto: “Questo per noi è un onore assurdo, noi veniamo dai localini e trovarci davanti a una scena del genere è proprio… …. … GRAZIEEEEE!!!!!11!1!!”
7 bis. (secondo un addetto alla sicurezza, c’erano 15mila persone, però senza contare le altre che si sono aggiunte a ondate durante la serata in quel di Expo2015, e sono state tenute lontane, dietro transenne, per evitare una Roskilde milanese) (sicuramente i Kolors, anzi, The Kolors, come mi ha spiegato una signorina di 11 anni, così tante persone non le avevano mai viste) (anche se sono stati visti da milioni di persone in tv, da milioni di persone su YouTube, il loro album è stato acquistato più di tutti gli altri sostanzialmente per tutta l’estate) (n.1 in classifica per otto settimane, davanti a gente più grossa di loro) (certo, lo spettacolo era gratis) (o meglio: costava almeno 5 euro, ovvero il biglietto serale per entrare a Expo, oppure 34 euro, in caso di biglietto per la giornata intera) (durante la quale uno scozzese in kilt è andato e venuto per il decumano con una cornamusa, battendo il mio personale record di testimonianza di casino fatto da un solo uomo) IMG_2172

8. Sono molto funk, i The Kolors. Onestamente, ho visto pochi gruppi italiani avvicinarsi così tanto allo spirito dei Duran Duran della seconda fase, quelli Nilerodgersizzati.
8 bis (il che mi farebbe dire che i Kolors su una copertina di giornale nel 2015 ci stanno come i Duran Duran nel 1985) (con lo stesso contorno di schiamazzi da parte degli indignosi di cui questo fortunato Paese abbonda) (ma questo potevo risparmiarmelo) (adesso penserete che ho scritto questa cosa per aziendalismo, visto che scrivo per quel giornale lì che li ha messi in copertina) (ma vi dirò una cosa) (un giorno capiterà anche a me di essere aziendalista) (ma non questo giorno)

9. Il concerto – o che dir si voglia – doveva cominciare alle 20.30. Ma ho il forte sospetto che sia iniziato quando lo ha deciso Rtl 102,5.
9 bis. (Rtl 102,5 è la radio che è anche casa discografica dei Kolors, che ha trasmesso il concerto e lo presentava sul palco di Expo nella persona di Angelo Baiguini) (che normalmente conduce un programma dall’azzeccatissimo, immaginifico titolo W l’Italia) (Rtl si definisce la radio delle very normal people) (e per mantenere very normal tali people infligge loro Pierluigi Diaco – e quando leggete questo nome, potete sputare per terra, sparare a dei gatti, ardere vostra madre) (il concerto è iniziato solo poco dopo le 21, quando è finito il programma di Diaco)

10. La serata ha avuto un momento extramusicale interessante quando Federica Gentile, sidekick di Diaco, ha annunciato la vittoria di Roberta Vinci (o, per Angelo Baiguini, Flavia Pennetta) su Serena Williams, e il pubblico ha applaudito l’annuncio spontaneamente ma in modo effettivamente molto normal, senza quel tifo brutalista che il mondo intero ci invidia. IMG_2140Con una certa indulgenza, ho deciso che era un pubblico di brave persone. Tante famiglie, sedute come se stessero guardando la tv, e una forte componente di ragazze adolescenti, però molto educate anche loro, più delle loro mamme o sorelle maggiori in occasione dei concerti ormonali dei loro tempi. Quando sono apparsi i The Kolors, non si sono abbandonate all’isteria.
10 bis. (e con questo, ho finito) (non ho rilievi critici) (ci mancherebbe, dopo un pezzo lungo come i fratelli Karamazov) (io vi ho solamente raccontato, senza niente inventare) (…testimone del mio tempo, come Enzo Biagi) (poi, quello che ho veramente visto, ditemelo voi) (ciao, grazie per avermi letto) (a presto)

8 Risposte a “The Kolors, visti dal vivo. Per così dire”

  1. Solo per segnalarti (ma sicuramente già lo sai, nevvero?) che il cantante dei Fun ha pubblicato pochi mesi fa il suo esordio da solista. Disco molto Mika ovviamente, ma secondo lo spirito dei tempi che tutto immischia (e che a quanto pare è una cosa un sacco bella ed evoluta) con un paio di collaborazioni che una dozzina di anni fa sarebbero parse sacrileghe: Beck e Tweedy, Beck con la solita ballatona folk anonima, Tweedy con un assolone molto fico.

  2. Nel 1985 i Duran Duran erano conosciuti almeno in mezzo mondo, questi colorati non li conosce nemmeno mezza Italia, e quella mezza che li conosce probabilmente tra 30 anni non ricorderà nemmeno una loro canzone.
    Save a prayer

  3. @lory: faccio una precisazione – molto secchiona – al tuo commento (che nella sostanza condivido): nell’85 buona parte del mondo aveva smesso di occuparsi dei duran già da un po’ : sfruttarono il boom a scoppio ritardato in alcuni stati europei, in particolare l’Italia. (Poi siccome il tempo e’ galantuomo il mondo si corresse e riprese a interessarsi ai duran).

    1. Beh, se ricordo bene il pezzo per il film di James Bond era dell’85, e Live Aid (da Philadelphia) pure. Come dire, qualche apparizione minore riuscivano ancora a raccattarla.

  4. Il pezzo per il film di James Bond venne registrato a band sciolta, e il live AID secondo John Taylor fu il momento effettivo del passaggio di consegne agli U2.
    La band veniva dal mezzo passo falso di Seven and the Ragged Tiger (salvato dal remix di The Reflex, che è anche uno dei miei primi ascolti da bambino).
    Poi è chiaro, nell’85 non erano all’oblio. Ma il mondo stava guardando da un’altra parte (era uscito The Unforgettable Fire).

    1. Ah, parlerei di questa cosa per mesi 🙂
      Ma cercherò di essere sbrigativo: non credo che “Il mondo stesse guardando da un’altra parte”, questo mi pare troppo. Il mondo, come sempre, guardava un po’ dappertutto. E’ ben vero che Seven era stato una mezza delusione e continuava a venir fuori gente di tutti i tipi (dagli Smiths – brrr – ai Pet Shop Boys alla rampante Madonna) ma lo hype era ancora consistente. A un certo punto la chiara sensazione fu che a loro, prima ancora che al pubblico, non importasse più molto, che volessero fare più passi indietro – non so se hai mai visto Working For The Skin Trade, tra l’altro autocritico come pochi documentari di una band.

  5. Il documentario lo devo recuperare. Però la sensazione che a loro non importasse più molto è abbastanza evidente dagli sviluppi successivi, tra giri del mondo in barca a vela e Robert Palmer.

    Per il resto, hai messo la parola Smiths in una discussione sui Duran Duran, e a fianco di Pet Shop Boys: trova tu la penitenza adatta.
    Suggerisco visita a Expo con pasto esclusivamente vegano. E insetti, che magari a Morissey vanno bene.

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