Mi si nota di più:
1) se faccio un altro pezzo sulle Azzeccatissime Hit Estive e scrivo che mi danno la nausea
2) se non lo faccio (anche perché mi danno la nausea) oppure se
3) scrivo un pezzo su quelli che scrivono i pezzi sulle Azzeccatissime Hit Estive?
Io provo con la terza. Non unirò l’utile al dilettevole (casomai, l’inutile al deprecabile), però posso prendere due livori con una fava, e sommergere di strali sia i cantanti che i colleghi. Who could ask for anything more?
Da anni l’articolo sui tormentoni è esso stesso il tormentone. Ammiccante, smaliziato, complice, fintamente autoironico, fintamente leggero. Non voglio chiamarmi fuori: anch’io ho dato il mio contributo al genere, sperando che la personale inclinazione al grand-guignol lasciasse un retrogusto di disgusto nei lettori, affossando il genere. Viceversa, una buona parte del pubblico si compiaceva nel vedere Baby K e i Boomdabash fatti a pezzi dalla mia vana e vanitosa furia vendicatrice, ma poi nessuno ha preso d’assalto – che so – la sede di Borotalco.tv, la produttrice della maggior parte dei video nei quali il cantante mette il prodotto in bella vista nella #splendidacornice indicata dalla pro loco. Affé mia, benché allontanatomi da Tormentonia, non posso non ammettere – e mentre lo scrivo digrigno tutto: anche le sopracciglia – che la hit estiva è oggi uno dei due pilastri sui quali si regge la canzone italiana. L’altro, dati di mercato alla mano, è il motivetto sanremese.
Però le canzoncine da kermesse sono più avanti nel percorso: tra quelli che un tempo qualcuno avrebbe chiamato Critici, la fase della riluttanza a occuparsene è superata e i giornalisti musicali adorano sinceramente la Kermesse, la amano con la stessa commossa partecipazione con cui Winston Smith vuol bene al Grande Fratello alla fine di 1984. Negli articoli sui tormentoni continua viceversa ad affacciarsi, qua e là, la piccola angoscia che siano prodotti di orgogliosa cretineria. Alcuni la ramazzano abilmente sotto al tappeto con l’alibi della ricerca di leggerezza. Tanti altri ripetono invece il concetto di “sfida”, come se non si trattasse di prodotti – mica c’è La Sfida dei Gelati o La Corsa al Tè Freddo Più Irresistibilmente Dissetante. Mi sovviene un antico precedente non sportivo di articoli pieni del termine sfida, ed è quello della Sfida dei Calendari. Vi ricordate, tra la fine dei ’90 e l’inizio degli ’00, quando le donne nude portavano sciami di maschi in edicola? Ho il sospetto che la sfida in questione la vincesse sempre il defunto Max (perlomeno fino al calendario di Lola Ponce). Forse, come per i calendari, il termine viene usato per dare lo spin amabilmente negligente della competizione a una roba un po’ discutibile e riservata a gente che sogna femmine e vacanze ritoccate. Resta il fatto che l’espressione “team vincente” o “mix imbattibile” sottintendono che spesso i cantori del tormentonismo si appoggino alla retorica analfabetista dei commentatori calcistici come per allargare il mal comune – e provare a suggerire un mezzo gaudio.
Oh, va bene, allora vediamo un po’. Chi vincerà LA SFIDA tra gli articoli sulla SFIDA dei tormentoni?
A occhio, quelli che ci tenevano di più sono due testate che da anni hanno superato il timore di indignare i propri lettori: Rockit e Rollinstòn.
Cominciamo da quest’ultimo, visto che sporadicamente ci scrivo, e la cosa mi mette in una posizione di contrito imbarazzo.
(non è vero, amo essere l’unico imbecille che denigra il giornale su cui scrive, ammetterete che questo fa di me un caso unico, oltre che un caso umano)
ROLLINSTON
Il prestigioso brand musicale ha commissionato una guida all’ascolto a Filippo Ferrari, che non ho il piacere di conoscere, ma si iscrive di slancio alla categoria degli Entusiasti. Ha recensito 23 canzoni (mica poche) inserendo sapientemente dei tormentoni a sua volta, ovvero indicando, per ciascuna, a) “Vi piacerà se” e b) “Verso migliore”. Per esempio,
Extasi di Fred De Palma
Vi piacerà se: vi piacciono i Mondiali, la birra e la figa.
Verso migliore: Volevo soltanto strapparti il vestito / Lo facciamo forte, mi dici: “Que rico!”
Mezzanotte di Ana Mena
Vi piacerà se: vi piace prendere il codino sul calcinculo.
Verso migliore: Scende piano dientro di me, come un sorso di vino che è più rosso del mio vestito
Ferrari sembra ostentare una completa approvazione dell’industria, in fondo non estranea alle ultime tre generazioni di critici musicali (compresa la mia), perché sì, il capitalismo avrà i suoi difetti ma ha vinto la SFIDA. Così, tra i giudizi non può che abbondare la parola “Perfetto”, in varie sfumature ferali (“Quattro sì” “Tutto così giusto” “Spacca” “Per noi è sì”). E quando non ce la fa proprio, non va mai per il colpo di scure (“Noemi e Carl Brave ci riprovano, non mi sento di giudicarli” oppure, Bolero di Baby K che “sembra che stia per partire ma alla fine non parte mai, che è un po’ quello che succede alla mia vita sentimentale”). Il suo articolo Vi piacerà se: il 2022 è il vostro anno preferito di sempre.
ROCKIT
Meno entusiasta e quindi più sottile e subdolo Simone Stefanini, che pubblica DUE articoli, e a differenza del competitor qui sopra azzarda uno sguardo d’insieme: “Ci siamo resi conto che della scomparsa (beh, quasi) delle canzoni reggaeton latine con le paroline in spagnolo un tanto al chilo e anche di Giusy Ferreri non ancora pervenuta, quindi l’estate non può ancora ufficialmente iniziare. Ci sono però altre canzoni da ascoltare per fingere di essere al mare, chiudere gli occhi e sognare le vacanze”.
(…quando poi le ascolterete al mare e in vacanza, aprite gli occhi e sognate di tornare a casa)
Gli “hook” di Rockit sono: a) Caracas, citata due volte, b) l’acquagym (altrettante), e c) i livelli di lettura, pregio sia de La Rappresentante Di Lista che di Dargen D’Amico. Ad attirare l’attenzione non sono i versi migliori (pochi cenni ai testi) ma i classici voti scolastici. Anche qui qualche personalismo (“Questo Tananai sa bene come farmi innervosire, come farmi perdere le certezze. Ha tutto per non piacermi ma mi piace”) e in un paio di casi, domande angosciate (“Sant’Iddio Irama, quanti volti hai? Quanti cantanti sei? Io non ti riconosco mai, né quando vai a Sanremo col pezzone drammatico né quando fai la tamarrata post trap reggaeton tremendissima come questa”. “Samuel, perché? Non hai bisogno davvero di questo, del tormentone estivo che dica sale luna limone faro blu stelle ore ed ore ed ore con gli occhiali da sole”). Tanti, TANTI voti alti, da Tommy Paradiso a Myss Keta, da Priestiess a Margherita Vicario, da DitoNellaPiaga a Blanco. Oltre a Samuel e Irama, la mannaia si abbatte su Bianca Atzei, trascurata dagli altri recensori. “Chica, cabeza, parole spagnole, musica latina, orticaria immediata. Ci vogliono almeno tre docce consecutive per togliere di dosso questa melodia appiccicosa come l’autoabbronzante”. Un momento: e se fossero stati livelli di lettura? Anche quelli sono difficili da togliere di dosso.
SORRISI & CANZONI
Giulia Ciavarelli sostiene che nell’estate 2022 c’è l’imbarazzo della scelta
(avrei giurato che ci fosse la scelta dell’imbarazzo)
(pausa per le risate) (…grazie, siete fantastici)
perché “Possiamo scegliere tra le atmosfere divertenti dal gusto retrò e la dancehall jamaicana, la freschezza delle ritmiche pop fino alle sonorità techno-rave degli Anni 90”. Nessun brano viene giudicato, è un semplice elenco, però interessante, perché “Non si ti tirano indietro gli artisti oltre oceano, da Harry Styles a Lizzo”. Ho la sensazione che partecipino alla SFIDA del tutto inconsapevolmente, così come Karol G (Provenza) e James Hype (Ferrari).
SKYTG24
Sul sito c’è una anonima e laconica galleria con commenti stringati, però a loro modo utili, io per esempio ignoravo che nel video di Sferoso Famoso ci fosse la sua tipa che si scosciava (“la compagna del trapper, Angelina Lacour”) e nell’elenco viene inserita Tienimi stanotte, di Luigi Strangis. Sapete, è il “primo tormentone per il neo vincitore di Amici”. Auguri!
ANSA
Claudia Fascia stila un elenco che sembra sinceramente annoiato, dal quale molti colleghi hanno attinto aggettivi. Ci informa che “se su Spotify spopolano Fedez, Tananai e Mara Sattei, è la giovane Anna che dopo l’exploit di Bando due anni fa con Gasolina è la più cercata su TikTok” (ok, mi fido), mentre “Per l’immancabile quota latin, arrivano Solo Para Ti di Alvaro Soler con Topic, Romance di Fred De Palma e Justin Quiles, Suavemente di Soolking con Boro Boro”. E questa è sfuggita a tanti – che guaio.
IL FATTO QUOTIDIANO
L’articolo è stato scritto quando Travaglio era al Governo, credo che ora non valga più, mi spiace.
ROCKOL
Il pezzo è scritto a giugno, e l’incipit di Mattia Marzi è “I campioni del genere sono ai nastri di partenza, pronti per cominciare a correre non appena l’arbitro sparerà il colpo di pistola che darà il via alla gara”. Mi fermo prima del colpo di pistola perché ho paura che qualcuno si faccia male – sbaglierò ma anche Marzi non aveva voglia, o forse glielo hanno chiesto troppo presto, o aveva altri ottanta pezzi da scrivere. Qualcuno comunque ha proprio rinunciato: vi sorprenderà sapere che Andrea Laffranchi del Corriere della Sera, che come il sottoscritto ha spesso sguazzato nell’infame palude, si è chiamato fuori, e viene persino da pensare che abbia messo un veto alle decine di galleristi famelici di clic del quotidiano di Urbanetto Cairo. O forse la verità è che è impossibile elencarli TUTTI, gli aspiranti al trono di Tormentonia sono semplicemente centinaia. Forse avrebbe voluto sottrarsi anche il
QUOTIDIANO NAZIONALE
Un anonimə stila un elenco breve e perentorio: cinque pezzi, tra i quali troneggia ancora La dolce vita di Fedez, Tananai e Sattei, “Brano fresco e leggero che può contare su un’atmosfera retrò anni ‘60”. Gli altri pezzi sono Shakerando di Rhove da Rho – in classifica da gennaio, ma tutti la considerano tormentone estivo, quindi ok – Caramello di Hunt, Lamborghini e Lola Indigo (“ricorda le classiche hit latine, garanzia di successo durante la bella stagione”), Mariposas di Sangiovanni & Aitana (è Farfalle, portata a Sanremo, ma in spagnolo: “Il nuovo testo conferisce al pezzo un ritmo latino e molto estivo”). Completa il quintetto Giovani Wannabe dei Pinguini Tattici Nucleari, “ricca di citazioni sulla cultura pop e per questo è rivolta soprattutto a un pubblico di millennials. I trentenni e quarantenni possono infatti facilmente riconoscersi nel testo di questo pezzo”.
Quali sono i millennials, che non mi ricordo mai? Quelli tra Gen Y e Gen Z? E a che generation si rivolge
GINGER GENERATION
Il pezzo di Giovanna Codella è ammirato e particolareggiato e mette il comparto sul piedistallo che merita. Non di rado precisa i nomi di produttori, ditte che producono i video, location, come sigilli di garanzia. Per esempio, il nome indispensabile di Federica Abbate, autrice seriale di canzoni. Solo nel 2021 ha scritto meravigliose canzoni di pop ITALIANO per AlessandraAmoroso Elodie RoccoHunt Boomdabash TheKolors LorenzoFragola FredDePalma Aiello ElettraLamborghini J-Ax TommasoParadiso MarcoMengoni Nek LaRappresentanteDiLista Takagi & Ketra Clementino Takagi & Ketra Mr.Rain BoroBoro MatteoRomano MicheleBravi B3N.
(strano che il pop italiano si somigli un po’ tutto, no?) (sono in sei a scrivere ogni anno cinquemila delle irresistibili canzoni che danno linfa a questo momento fantastico per la musica italiana)
L’articolo ha una certa empatia con le canzoni: “Il testo de La dolce vita, esattamente come le sue note, ci catapulta nell’atmosfera spensierata, allegra e divertente degli anni ’60. Gli anni del boom economico, gli anni in cui la vacanza diventa un rito per tutti gli italiani. Il mare, il sole, i ragazzi e le ragazze che giocano in spiaggia e ballano il twist sono i protagonisti questo scenario. Un pezzo da ballare e cantare, un inno alla spensieratezza, alla gioia di vivere e alla voglia di innamorarsi. Il video, diretto da Olmo Parenti e prodotto da Borotalco.tv, è stato girato sulle spiagge di Rimini”. Ogni tanto sembra emergere un po’ di gelida passivoaggressività, come quando dà la parola ai Boomdabash: visto che la canzone si commenta da sé, che loro si commentino da soli. “Tropicana è un’esplosione di energia allo stato puro che intende regalare gioia, felicità, e solo good vibes. La musica ha il grande potere di unire le persone e di regalarci emozioni positive cercando di distrarci dalle mille difficoltà quotidiane”. Ci sapete regalare anche delle bellissime parole, ragazzi vi auguro che la vostra canzone vi esploda proprio
…Proseguendo apprendo che Bubble di Takagi & Ketra è “l’anti-tormentone estivo, una traccia che rievoca le sonorità techno-rave anni ‘90” (dove l’ho già sentita?) “quando i rapper si avventuravano su tempi veloci per infuocare i dancefloor di tutto il mondo”. Gosh. Però un momento, se è l’anti-tormentone può essere incluso nell’elenco? Oppure ascoltato al contrario i 90 diventano 60? Perché stante l’abitudine occidentale di dare una personalità ai decenni, è arrivato il momento di parlare di uno dei sei-sette decenni più popolari del secolo scorso.
LEGGO
Francesca Binfaré sostiene che Fedez ha fatto ricorso a “il kit del tormentone perfetto”: “La dolce vita è un tuffo negli anni 60 dell’Italia fatta di villeggiatura e spensieratezza. La frase chiave è ‘La vita senza amore dimmi tu che vita è’, l’ironia del testo completa il kit”. Però alla fine si chiede allarmata: “E se il tormentone 2022 fosse un brano internazionale? Per esempio, As it was di Harry Styles”. Che però non parla di spiagge e di cocktail, Styles dice che la canzone è sul suo senso di solitudine. Verso migliore: “Harry, non è bene che tu stia solo, perché stai in casa seduto sul pavimento, che pillole stai prendendo?” In ogni caso apprezzo che qualsiasi canzone possa essere ricoperta dallo strato felicemente melmoso del tormentonismo, credo sia una specie di ansia nazionale, noi ITALIANI sentiamo come missione quella di buttare ogni aspetto della vita in caciara, se d’estate passasse Beethoven chiederemmo pure a lui “A Luiggì, facce sto Inno a’a Joia che famo er trenino, daje”.
TODAY
Inizio: “La sfida è avvincente e la partita apertissima, giocata tutta in casa, alla faccia dello snobismo”.
Mmmh.
Mi piace questo piglio sfrontato e orgoglioso, sì, mi piace. Bravo, Today.
Passiamo subito ad altro.
REPUBBLICA
Gino Castaldo sale sul palco e subito intona uno dei suoi tormentoni. “Una cosa è assolutamente sicura: gli anni Sessanta non sono mai finiti, hanno sparso semi potenti che hanno continuato a crescere nei Settanta e Ottanta, si sono ricreati in mille revival, sono rimasti sottotraccia con un canzoniere infinito, pronti a tornare in auge a ogni pur banale pretesto, e oggi ci siamo di nuovo, più di sempre, con un’estate di musica che sembra voler parlare in ogni modo possibile la lingua felice dei felici Sessanta. Terzinati, i giri del Do che spuntano ovunque, come hanno già fatto artisti culto come Andrea Laszlo De Simone o Tha Supreme, lo dicono citazioni, riferimenti, le good vibes da jukebok sulla spiaggia, anche se i jukebox non esistono più, ce lo dicono gli ultimi Sanremo con i cieli in una stanza, i dove si balla e le canzoni leggerissime”.
(improvvisamente non ho niente da dire, mi manca la lingua felice. Però occhio, non sono i Sessanta che ci meriteremmo, ma quelli di cui abbiamo bisogno)
“Cosa vorrebbero essere e dove vorrebbero stare i giovani? Sicuramente non qui e non ora. E allora ci sono i Sessanta, abbastanza lontani da essere un mito, abbastanza irreali e distanti da poter essere considerati una sorta di Paradiso Perduto, l’Eden dell’innocenza dalla quale siamo stati irrimediabilmente scacciati. (…) È un diluvio che non si ferma e sta riempiendo ogni spazio possibile e immaginabile, basta evadere, sembrare spensierati, divini, un bouquet di agrumi e cannucce da consumare al tramonto, come se fuori il mondo non stesse andando in pezzi, come se stessimo nel pieno degli anni Sessanta, quando per sorridere ci bastava canticchiare Con le pinne il fucile e occhiali o Quando calienta el sol. Funziona, ma solo a patto di rivivere gli anni Sessanta non come sono stati davvero, ma come ci piace immaginarli”.
Per quel che ne capisco di #giovani (meno che di #wannabe), non credo che distinguano gli anni Sessanta dai Novanta o dai Trenta, e anche se in tutto questo Castaldo finisce per elogiare immancabilmente l’amico Jovanotti, apprezzo il tentativo di individuare una tendenza e farsene una ragione. Lo fa anche
IL FOGLIO
Ginevra Leganza parte castaldeggiando, poi si inerpica d’impeto sul Monte Parnaso: “La tendenza è nel ritorno a un’età dell’oro che però non luccica. L’effetto è piuttosto sgranato e l’atmosfera tristanzuola. (…) Prometteva bene un titolo: Bagno a mezzanotte. Protagonista è il corpo perfetto di Elodie, che col suo lato B rimorchia 16 milioni di visite su Youtube. Il punto, però, è che di solo culo non si vive mai. E infatti di erotico, estivo e sognante c’è quasi niente. Tutto è spento: la musica grigia, il video in bianco e nero… E alla fine si salvano i soliti sempreverdi, i Jovanotti e i Cremonini. I love you baby di Jovanotti e Chimica di Cesare Cremonini sono le sveglie che suonano l’estate. Niente malinconia, nostalgia mai in eccesso, voglia di scatenarsi, belle giacche e desideri tangibili. Insomma, se la progenie è sterile bisogna tornare ai padri per cavare un accenno di tormentone. Perché il ritmo è linfa della stagione estrema che cade, prostrata in riposi enormi. Ed è giusto una canzoncina che dà oro ai più vasti sogni. Non ci sono tormentoni di Natale o Carnevale. Ma solo d’estate. Per questo il vintage non basta e bisogna impegnarsi di più. Perché è nel solstizio prossimo che tutto nasce e tutto muore. E nella musica, come nella vita, esiste quasi solo l’estate”.
Voi capite che se commentassi, sembrerei lo scemo dell’ultimo banco che col suo grugnito crasso e triviale cerca il ghigno che liberi i compagni – ma non lo farò, a costo di rinunciare a tirare un fendente a quel dannato fogliaccio che ha babbato miliardi di denari pubblici e l’unica volta che ha pubblicato un mio pezzo non me l’ha pagatə. A proposito di soldi: nessuno cita mai i prodotti piazzati in bella vista dagli artisti ITALIANI nei video delle loro belle canzoni. Io vi avverto, questo finirà per scoraggiare la generosità dei brand che stanno animando questo Rinascimento Musicale.
AMARGINE,
chi vincerà la sfida, eh? E chi lo decreterà? La FIMI? YouTube? RTL 102,5 con la sua classifica delle Power Hits? Tim Summer Hits su RaiDue? Il Cornetto Battiti Live di Radio Norba su Italia Uno? Il CocaCola Summer Festival, Precedentemente Noto come Wind Summer Festival, su Radio105? No, lo sappiamo chi sono gli arbitri della avvincente sfida. Saranno #igiovani la sera in spiaggia, riuniti come negli #anniSessanta intorno al fuoco. A suonare i loro algoritmi.
(ho finito, grazie per aver letto fin qui) (a presto)
Ha riconosciuto gli inserti cardarelliani nella prosa della Laganza? Quelli sì che son bei versi…