AMARGINE

TheClassifica 94. Oops, Britney lo ha fatto per la prima volta

Vorrei fare un annuncio impressionante. Poiché questa sarà la prima classifica di una nuova stagione – o la nuova classifica dell’ultima stagione – o l’ultima classifica e basta
(perché qualcosa deve cambiare) (non è così?)
cambiamo un po’ e cominciamo dalla fine, guadagnando con fatica e indicibile affanno la via verso l’Olimpo, proprio come avrebbe fatto Lelio Luttazzi, e anche il DJ Super X. E qual è di solito l’ultima rubrica di TheClassifica?

Pinfloi. The wall sale al n.8, e solamente a colpi di vinili. Sì, amici, ce l’abbiamo fatta! Il 1982 è di nuovo con noi. I possessori della ristampa limitata dell’edizione deluxe dell’edizione speciale del sesto anniversario del ventunesimo anniversario hanno sentito un vuoto enorme nelle loro vite e sono corsi ad acquistare l’ennesima versione a 33 giri del capolavoro, onde godere di un po’ di refrigerante pessimismo paranoide in queste ultime calde sere d’estate. Il richiamo pavloviano di The division bell invece non è risuonato abbastanza forte, sicché l’esecrabile album di David Gilmour si ferma al n.55 nella classifica generale pur essendo al n.2 tra i vinili, il che enfatizza il botto di The Wall, che è pure doppio, anche se c’è qualche saliscendi di prezzo. Feltrinelli lo vende a 40 euro, Amazon a 25. geldof the wallE tuttavia, questi ultimi hanno saggiamente lucrato sugli smaniosi, come desumo da questo commento scritto il 4 settembre sul sito da Cliente Amazon: “Il prodotto è buono ma non condivido che dopo due giorni dall’uscita il prodotto è sceso del 30% e non ho diritto alla differenza del prezzo. E’ vero che potrei restituire e ricomprare altrove però non lo faccio, va bene cosi”. Ah, adoro l’idea di spremere i malati – credo che Apple dovrebbe fare lo stesso – che so: “Volete avere iPhone 73 con tutte le sue strabuzzanti novità 5 minuti prima del vostro vicino di casa? SI’, voi SAPETE che lo volete: quindi forza, fuori 40mila euro oggi, e i segreti del croccantissimo telefonetto saranno vostri alle 23.55 del 1 novembre 2150”. Intanto The dark side of the moon, la cui vinilità i gongolanti ristampieri della Universal si tengono stretta per il bagno di sangue natalizio, resta al n.89.

E coi Pink Floyd per oggi ho finito, ma tra qualche giorno ci tornerò sopra, come su un cuscino di venti (…avvertite gli amici). Passiamo ora alla penultima rubrica fissa di TheClassifica:

Miglior vita. Una buona estate per i deceduti: ben 14 album su 100 sono di artisti o gruppi guidati da artisti che hanno lasciato questa valle di like. A guidarli al n.34 c’è Nevermind dei Nirvana, con il suo sapore di amori estivi e di cedrata Tassoni.

Dischi che hanno suscitato tra gli addetti ai lavori un appassionante dibattito che ha cambiato per sempre la musica più o meno come il panc – temo che questa rubrica abbia un nome troppo lungo, ma non posso non aggiungere che Panc is not dead!!! Uscito due settimane fa, Blonde, di Frank Ocean, è al n.27. Una posizione davanti a Greatest hits dei Guns’n’Roses (in classifica da sei mesi). Calcutta, che ha ricevuto l’endorsement di Roberto Saviano, è al n.87. Aggiungo una frase a caso perché la rubrica non sia più corta del suo titolo.

Long Sellers. Sono innocente di MiticoVasco è al n.24, ed è in classifica da 95 settimane. Beh, non ditemi che non lo avete in casa.

Peter Sellers. Quest’estate Pop-hoolista Cosodipinto di Fedez era uscito di classifica, ma ora ci è rientrato ed è al n.86. Però è ora che il vulcano torni in piena attività. fedez si torna in italiaE sta per succedere. Eccolo qui ritratto in tutto il suo giovane malcontento.

Nuove uscite. Al n.12 Barbra Streisand (woo-oo-ooh-ooo… cfr. Duck Soup) con Encore, un album di brani di musical in duetto con star maschili che vanno da Antonio Banderas a Seth McFarlane. Un disco del genere un tempo avrebbe accompagnato le serate di Batman e Robin, ma apparentemente è stata una settimana intensa per tre generazioni di pazzeregine: tanto per cominciare c’è Celine Dion al n.3. Non scherzo, venite in top 10 e verificate voi medesimi.

Top 10. Intanto, Zucchero scende al n.2, e non chiedetemi come sia rimasto al n.1 così tanto. Ma Celine Dion è davvero al n.3 con un disco che putacaso si chiama quasi come quello di Barbra Streisand (woo-oo-ooh-ooo… etc) ovvero Encore un soir, tutto in francese. Questo, mentre lo spagnolo Alvaro Soler fluttua al n.4, e Sandrina Amoroso (uscito a gennaio) al n.5. Chiudono la prima diecina Red Hot Chili Peppers, Coldplay, il succitato The wall, Marracash & Gué Pequeno, Elisa (era al n.40 la settimana scorsa) (ed è uscito quasi sei mesi fa) (boh, sarà andata in tv).

Ed ecco la numero 1. Al n.1, Glory di Britney Spears. Che a 35 anni è per la prima volta n.1 in Italia. britney 2Brìttni!!! Permettete, intanto che pontifico, di sottoporvi dei frammenti affascinanti della Britneypagina di Wikipedia.

«Britney Spears è una soubrette, anche se molti critici ritengono sia in realtà un contralto che ha scelto di cantare in Soubrette».

Brìttni, ora lo sappiamo, è stata l’annuncio delle cose a venire. Per tanti motivi, non ultimo quello di avere portato tra noi il re di Svezia Max Martin, e il suo pop orgogliosamente fine a se stesso. Ma soprattutto, Brìttni ha aperto le porte per le sue imitatrici così come le sue finte opponenti (da Avril Lavigne a Pink). Senza Brìttni non ci sarebbero state centinaia di popstar, di Christine e Keshe e Miley e Azalee e non c’è veramente tempo per elencarle: a quasi vent’anni dal suo esordio, resta lo standard con cui si confrontano le signorine popstar. britney madonna christina

«I giornalisti Erika Montalvo e Jackie Sheppard del Rocky Mountain Collegian osservarono: “Qualcuno potrebbe sostenere che la Spears non è solo una brava cantante, ma anche un’importante icona culturale”»

Brìttni è stato il primo vero assalto a Madonna, sapientemente rintuzzato dalla vecchia strega col bacino lesbo-chic davanti alle telecamere di Mtv. Brìttni ha inventato molte cose, per esempio l’espediente della verginella Disneyana che per un incantesimo si tramuta in porcona, ma ha anche contratto il virus di Frankenstein, ovvero delle star presumibilmente create su un tavolo che improvvisamente vanno fuori di controllo per motivi di inarginabile umanità (Katy Perry e Taylor Swift sembrerebbero perfettamente immuni). A un certo punto, il gioco con l’assalto cannibale dei media e dei fan l’ha vista soccombere, e ce la siamo ritrovata a convolare a nozze di due giorni, a vedersi sottratti i figli, pelata, rinchiusa tra pareti di gomma. E a maggior ragione, tutti volevano pezzi di lei. britney shaved

Brìttni proietta ombre che la linguetta scema di Miley Cyrus non prevede, ma tutto sommato nemmeno le pose artistoidi di Lady Gaga. Il problema è che certe ombre, nel pop di questo secolo, non sono previste. Lo scopo di ogni prodotto pop è diventato un’eccitazione rapida e velocemente appropriabile, deve risultare subito evidente come quegli articoli che la gente condivide senza prendersi la briga di leggerli. Ma come puoi giocare ancora quel gioco quando hai visto cose che forse nemmeno Marianne Faithfull?

«Sal Cinquemani di Slant Magazine ha definito il sound del disco “innovativo e maturo”, ma criticò la canzone “Private Show”, etichettandola “l’unico vero colpo mancato dell’album”. Lodò il cantato della Spears in evoluzione ma aggiunse che se ne notavano comunque i limiti». (…incidentalmente, sulla fastidiosa Private show sono d’accordo con il prestigioso collega che certo conoscerete di una testata importantissima che certamente conoscerete)

Hanno lavorato a Glory trentadue autori e sedici produttori, il doppio dell’album precedente (in cui però c’erano big shot come Dr.Luke, William Orbit e will.i.am). britney
E il risultato, pur tra i mille trucchetti buttati nel minestrone dai cinquanta cuochi invitati, tra brani con un certo tiro (Do you wanna come over) e inaspettate seriosità Depechiane (Coupore électrique) comunica uno strano disagio: suona totalmente privo di due elementi-cardine del pop: il divertimento (anche isterico) e la finzione. Non c’è autotune o woo-hoo, strofa in spagnolo o featuring che riescano a distrarre dal sospetto che Brìttni sia passata a un livello borderline superiore, quello in cui riesce a tenere l’instabilità più completa dietro la maschera, invece che ostentare una pericolosità nemmeno troppo interessante come le colleghe che l’hanno seguita. E Nella Mia Umile Opinione, è proprio questo a rendere Glory un’occasione sprecata per il pop – forse una delle ultime che ha avuto per uscire dalla plastica: l’importante icona culturale poteva dare per la seconda volta un segnale alle sue imitatrici, poteva dire qualcosa – ché le icone pop di quest’epoca iconeggiano senza nulla da dire (l’invito della zia, Express yourself, ha portato giusto “Ho baciato una ragazza, uh!” “Ho il sederone grosso!” “Mi vesto tutta di bistecche, guardate!” “Guardate il mio selfie, sono nuda e porcona!” “Mio marito è un bastardo ma lo amo!”) (vado avanti?) (laddove l’icona rock Roger Waters/Pink/Bob Geldof in The wall sclerava e si radeva a zero esattamente come Britney, ma poi saliva al proscenio e diceva “Fosse per me, farei sparare a tutti voi!”) (oh, là!! Questo è parlare) (…d’altra parte, conosceva i suoi fan).

O forse no, non poteva. Forse Brit è troppo impegnata a non impazzire di nuovo. Comprensibilmente preoccupata di tenere assieme i “pieces of me”. Come, sostanzialmente, tutte le sue coetanee, toh.

2 Risposte a “TheClassifica 94. Oops, Britney lo ha fatto per la prima volta”

  1. Una volta comprai un vinile dei The Last Shadow Puppets sull’Amazon e mi arrivò The Wall. Gridai al complotto.

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