AMARGINE

TheClassifica 79 – Cose che nessuno dice sui Modà

In teoria i Modà al n.1, nell’ennesimo cambio della guardia di quest’anno (il sedicesimo, a fare il preciso, in sedici settimane) mi verrebbero pure comodi, ché aMargine è un po’ giù di like. E niente porta su i pollici e i retweet come gli articoli in punta di lanciafiamme. I miei pezzi più letti sono quelli lì, è inutile che io snobbi me stesso. Quelli che poi la gente li condivide con le parole “Finalmente qualcuno lo dice!”. Lo vedo fare anche con altri articoli altrui, tendenzialmente scritti dall’alto di una ruspa. Ormai li aspetto ogni settimana. Quelli sui Coldplay usciranno in questi giorni, e mi aspetto parecchi “Finalmente qualcuno lo dice”.

Il problema coi Modà è che non c’è un “finalmente” che rompe un consenso pecorone. Apparentemente, tutti convengono che fanno schifo, c’è una convergenza abbastanza trasversale, frutto di un’intesa di massima rara a trovarsi in questo Paese travagliato. O perlomeno, così sembra. Perché ho scoperto dopo un rapido giro di google che nessuno ne parla davvero: tutti li esecrano, come punto più basso raggiunto dal pop (o dal rock?) italiano, ma è sempre un giudizio buttato lì passeggiando, mentre si parla d’altro e si mangia un gelato: pochissimi si mettono lì a cercare di spiegarmi i Modà – che pure, io ne avrei bisogno.

(ok, c’è il solito articolo melmosetto del tipetto che ha realizzato anche lui le potenzialità della stroncatura come clickbait, e ci si sta dedicando per ritagliarsi il suo spazietto) (ma più costui si fa largo, più mi sento pervaso da una gran voglia di parlare bene di tutti, di dire che io tra gli universitari radical-chic da una parte e i Modà e Antonacci e Il Volo, come Pasolini io sto dalla parte dei Modà)

(però ecco) (oh) (insomma)

È fin banale dirlo, ogni epoca ha avuto artisti e gruppi considerati vuoti e aberranti, che piacevano tanto a centinaia di migliaia di italiani che venivano ritenuti musicalmente ineducati, o quanto meno poco ambiziosi. Altrimenti, non avrebbero ascoltato i Pooh o Gigi D’Alessio, giusto? Non è solo un pregiudizio, in parte, è vero: la gran maggioranza dei fan della Musica Indifendibile non è sfiorata dal pensiero di “capirne di musica”. E probabilmente questo li rende più felici di noi.

Però ci sono alcune cose dei Modà che io trovo interessanti. Non parlo solo dell’intera operazione manageriale, RTL che fa quadrato, l’uso sapiente e reiterato della parola “Romantici” ovunque, l’attitudine (effettivamente mutuata dal romanticismo letterario) a inserire il clima in ogni strofa, che sia pioggia o vento o sole. Né dell’orgoglio di dichiarazioni come “Restiamo nazionalpopolari”.

No, c’è un tot di cose che io vorrei buttarvi lì prima che voi liquidiate i Modà come il peggior gruppo del mondo. E la prima è: il bruttismo militante di Kekko. Che sembra inserirsi in una tradizione di bruttini odiati dall’élite ma adottati dal cuore generoso delle masse in cerca di briciole di poesia basica. I colti di musica hanno sempre usato contro Albano, Totone Cutugno, Marco Masini, il succitato D’Alessio e Valerio Scanu anche l’argomento della sfigatitudine fisica (e se Cocciante e Lauzi non avessero scritto delle hit considerate irresistibili pure dai colti di musica, ho il sospetto che se la sarebbero passata maluccio pure loro).

Poi, c’è la sempre maggiore tendenza dei media a cercare il LEADER della band. I media cercano l’uomo forte, il brivido dello sguardo carismatico e volitivo che ci domini, viziose cortigiane che siamo. Un po’ come Mika a X Factor, non riusciamo a concepire una band senza LEADER. E i Modà, così come i loro piccoli epigoni Dear Jack o The Kolors, ottemperano volentieri a questa richiesta di accentramento statalista. 

Un’altra cosa che va forte, e si osserva molto bene tra i tifosi di calcio – ma diverse formazioni politiche non fanno eccezione – è la sindrome del “Soli contro tutti”, un mourinhismo anche piuttosto combattivo, che ha portato MiticoVasco a diventare un KOMandante: questa fantasia è ben assecondata dai Modà in un video nel quale, vestiti da gladiatori, si dirigono verso gli stadi (che si sono meritati) dopo aver combattuto eroicamente contro foglietti di carta su cui c’è scritto “False promesse” “Invidia” “Tradimento” “Malelingue”. Questo ai fan piace. E l’astuto Silvestre, gli dà anche questo.
E gli dà infine anche l’italiano volutamente storpiato, a suggerire una fresca, spontanea cafoneria, ovviamente studiatissima come le barzellette zozze di Berlusconi: “Stringimi forte amore e dimmi che hai capito pure TE”, per non parlare di un uso del “C’hai” e del “C’abbiamo” del tutto gratuito, superiore a quello della media dei rapper. Se potesse, canterebbe “NN tutti sanno ke le stelle brillano x tutti ma nn brillano x me”. Questo perché “Non sono un cantautore impegnato: ho una semplicità di linguaggio capace di arrivare a tutti. Quando ascolto una canzone non ho voglia di parlare delle cose che sento tutti i giorni al telegiornale, e che per giunta mi fanno girare i coglioni”.
(VAI KEKKO 6 1 VERO!!!)

In tutto ciò, so di aver parlato pochissimo di suoni. C’è anche un motivo logistico: nessuno mi manda i loro dischi (non me ne lamento), ma sono assenti anche da Spotify e da YouTube. Ebbene sì, nessuno ne parla ma Kekko è la nostra Adele, e a quel che ho capito ora come ora il nuovo album dei Modà è solo su cd o su iTunes – o su Rtl 102,5, naturalmente. Quindi, sentire qualche pezzo di Passione maledetta mi è stato maledettamente difficile. In base a quel poco che ho recuperato, la svolta art-rock si direbbe scongiurata (e di tanto). I Modà continuano a rappresentare una derivazione malata dei Negramaro, con il melodismo a sciabordare in minore su una indistinta minestra di chitarre elettriche – però il singolo E non c’è mai una fine, pubblicato il 2 novembre (LOL) sul loro canale YouTube inizia con dei violoncelloni usati come una chitarra, alla Coldplay, recentemente diventati punto di riferimento anche di Giuliano Sangiorgi (lui nega) (ma io insisto). Tant’è vero che il mio sogno è vederli insieme, Kekko e Giuliano, per l’unico, vero, definitivo duetto di cui questo Paese avrebbe bisogno. Voi potreste dire che sono un romantico – ma non sono il solo. Spero che un giorno vi unirete a noi. E l’Italia sarà una cosa sola.

Ecco, adesso potete farlo. Liquidare i Modà come il peggior gruppo del mondo, intendo.

Il resto della top ten. Siccome c’è già una nuova classifica che incombe, con Mengoni a farne da LEADER, sarò breve su tutto. Dietro ai Modà entra al n.2 Emma, sulla quale non ho niente da dire. Veramente. Quindi, siamo in due a non aver niente da dire. Scende al n.3 Adele, unica superstite della precedente top 5, visto che al n.4 entra la raccolta di Biagio Antonacci e al n.5 quella di Francesco Guccini. Vi sottopongo la copertina dell’album del vecchio Dolorimestruali, che forse voleva essere sexy, a me fa uno schifo colorito – ma presumo di non essere il Vanity Target di Biagio. La top ten si chiude con Jovanotti (risale dal n.14 al n.6), Laura Pausini, TZN, One Direction, Gue Pequeno con la Royal Edition di Vero.
Escono dalla top ten. Il Volo, CapireBattiato, Andrea Bocelli, Justin Bieber, Francesco De Gregori ed Enya (la più bassa, al n.18) si accomodano fuori.
Sbrigativamente il resto. Non resisto, devo dirvi che il Christmas Album di Tony Hadley è entrato al n.31! Poi vi consiglierei di salutare Ellie Goulding, perché dopo 4 settimane è già al n.100, e pure Bennato al n.87 non lo vedo tanto bene. Tra un paio di giorni, nella TheClassifica su Mengoni, vi saprò dire come è andata (potrei guardare già ora, in effetti, ma non voglio spoilerarmi).
Anche se poi. Io di Mengoni non ho voglia di parlare, mi annoia tantissimo – dehehihohu. Finalmente uno che lo dice!

5 Risposte a “TheClassifica 79 – Cose che nessuno dice sui Modà”

  1. Ha senso scriverti 2 mesi e 1 Sanremo dopo che hai scritto Just Jack ma intendevi Dear Jack? Forse sì, se i clickbait col lanciafiamme sono destinati anche un po’ aigli indignati posteri.

    1. Scrivermi ha sempre senso (beh, non esageriamo) (diciamo che a me fa sempre piacere) ma in questo caso ha particolarmente senso – grazie per la correzione (…chissà se qualcuno si ricorda Just Jack).

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