AMARGINE

TheClassifica 33 – Saving Mr. Floyd

Sanremo (sì, ancora). E i Pink Floyd. E il film Saving Mr. Banks – Walt Disney, Mary Poppins eccetera. Comincio dai Pink Floyd. Così poi, chiudo coi Pink Floyd. Dunque. A Milano ci sarà una mostra su di loro, i Pink Floyd. Durerà un mese. Lo hanno annunciato oggi. La notizia è andata in home page su tutti i quotidiani on line. Sarà a settembre. Ecco, questa cosa che la mostra sui Pinfloi senza Pinfloi viene annunciata da tutti i giornali sette mesi prima, e ci sono i biglietti a 17,50 € in prevendita online già da oggi – ma, a quel che ho capito, all’ingresso della mostra non ce li troverete – mi mette a disagissimo. Niente gruppo, forse niente musica (che poi, a che servirebbe? Chiunque entri ce l’ha già in testa). Ma l’Evento c’è lo stesso, e a prezzo quasi da concerto. Chi vuole (qualcuno non vuole??) può pagare di più, e avere un biglietto speciale che darà diritto a robine memorabiliose. Chissà quanto andrà avanti, fino a quando spremeremo l’Epoca d’Oro.
Effetto Sanremo! Eccolo, eccolo: MiticoLiga si conserva il suo n.1 in classifica. Forse lo avrebbe conservato anche senza andarci, chi lo sa. Comunque al n.2 entra Noemi, al n.3 Arisa. Poi al n.4, bang, già finito l’effetto Sanremo: c’è Bruce Springsteen – il quale, forse lo sapevate, è detto il Boss. Il suo disco è uscito 6 settimane fa. Ora. Io (ma anche voi) il fan di Springsteen lo conosco. Non riesco a credere che abbia aspettato un mese e mezzo per comprare High hopes, anche se gli concedo che non è il disco più essenziale degli ultimi 35 anni di carriera del ragazzo del New Jersey. Ma la medesima considerazione mi viene per altri dischi presenti in top ten. Chi sta comprando il loro disco ADESSO? Perché hanno aspettato? Il dubbio si attaglia al trio di divas anni 90 che troviamo in fila indiana tra il n.5 e il n.7: The Pausa, Elisa, Giorgia, uscite tutte e tre strategicamente 15-20 settimane or sono. Ma è quando vedo Emma al n.10, che mi scatta l’ignoranza come a Ringhio Gattuso. Quel disco è uscito 46 settimane fa. QUARANTASEI! PLZ! Ed è sempre più o meno lì in quelle posizioni di classifica. Chi, chi, chiiiiiii continua a comprarlo? Eh? Fatemeli vedere in foto, Gesùspiritoso. Non è ragionevole. Ho una sola risposta – ed è che quel disco che sta in top 10, vende cento copie da Trieste in giù.
Mi voglio rovinare – posso arrivare a centocinquanta copie. Ma non di più.
E secondo me le vende perché ogni settimana c’è gente che compie gli anni – il mondo è pieno di gente che compie gli anni, continuamente – e il mondo è pieno anche di persone che non sanno cosa regalare, continuamente. E si scrivono su whatsapp: “Cosa regaliamo a Crapone?” “Anche niente – ahahahahahahahahahahahahahahahaha” “Gli piace il rock” “Allora prendiamogli 1 cd roc” “Conosci cantanti rock, tu?” “Ma, i giornali parlano sempre di Bruce Springsting” “Qual è?” “E’ quello ke kiamano il Boss” “Ah, ho capito chi è, quello che canta – bah, non so, comunque ho capito chi è. Va bene, prendiamogli il cd, sarà contento”. Non vi ripeto la pantomima, ma io vi dico che ho la sensazione che la stessa cosa valga per le cantanti femmine – con molta più scelta: alle dive di cui sopra potremmo aggiungere anche Mika, n.9. Quel che è importante è che in entrambi i casi la scelta viene fatta in quello scaffale dell’Autogrill – o del Media World o della Feltrinelli – dove è esposta la top 10. Che quindi, tragicamente si perpetua. 

In realtà in top 10 c’è un altro pizzico di effetto Sanremo: Stromae. Il superospite che nessuno conosceva. E’ al numero 8. E’ andato lì, ha fatto l’artista, non ha nemmeno proposto il singolo che va in radio. Ma c’era talmente poco altro attorno a lui che ha fatto un figuronissimo. Dev’essere tutt’altro che uno scemo. Posto che è belga.

(rapido elenco di musicisti esportati dal Belgio negli ultimi 25 anni: Technotronic, Hooverphonic, K’s Choice, dEUS, Milow) (Ayo technology, vi ricordate?) (e poi Stromae e forse ora Ozark Henry) (rapido elenco di musicisti esportati dall’Italia negli ultimi 25 anni: Andrea Bocelli, Laura Pausini, Tiziano Ferro) (i belgi devono aver capito qualcosa che noi non abbiamo capito) (posto che sono belgi)

Ora però prendete un attimo questo volo pindarico con me.
Vi dicevo di questo film – Saving mr. Banks. E’ il making di Mary Poppins, almeno quanto Hitchcock è il making of Psycho. Solo che qui come personaggio, abbiamo Walt Disney. Ecco, Disney era quasi certamente un negriero naziparanoico, ma di sicuro ci aveva la visione. Molto probabilmente in tutta la sua vita ha fatto tre disegnini e anche brutti, che non hanno lasciato granché traccia: senza Ub Iwerks e Carl Barks non potremmo attribuire al nome Disney dei personaggi originali (in buona sostanza: i topi, i paperi). Biancaneve, Pinocchio, Bambi, Peter Pan: lui si occupava soprattutto di aspirare storie da una decente biblioteca per bambini. Però era anche il tipo che guardava continuamente avanti, che prendeva i suoi disegnatori e li portava a vedere le mostre, che contattò Dalì, che capì l’inizio dell’era della televisione e inventò i parchi tematici. Sapeva guardare avanti, penso di poter dire. Ecco, ora con questo film la Disney non guarda avanti: fa del retroDisney. Appropriato: in questo decennio l’Oscar è andato a un film sull’epoca del muto, a un film sul re d’Inghilterra durante la Seconda Guerra Mondiale, a un film sulla crisi degli ostaggi in Iran nel 1979. Darlo ad American Hustle sarebbe coerente: sempre, sempre a guardare indietro, indietro, indietro. Chissà quanto andrà avanti, fino a quando spremeremo le mille e una Epoca d’Oro. Sapete chi ha mandato in classifica il festival di Sanremo, quello sulla contemporaneità? Al n.11 è entrato in classifica Creuza de ma di Fabrizio De André (prima serata, l’omaggio di MiticoLiga); al n.15 la raccolta di Cat Stevens (sempre prima serata, l’omaggio di Yusuf Islam). Solo dopo di loro, comincia l’elenco degli album sanremesi. Non è fantastico? Il botto a Sanremo lo fanno due album del secolo scorso.

Però vi devo anche dire una cosa, perché non posso mica dirvi balle.
(stupidaggini sì, balle no, dai. Non si fa) (a meno che voi non insistiate. Cosa preferite? Stupidaggini o balle? Fatemi sapere)
Chi ha partecipato al Festival, ha comunque vinto. Perlomeno nella gara con se stesso. Guardate:
Francesco Sarcina, n.16. Il suo disco con le Vibrazioni Le strade del tempo (2010), era andato al n.17.
Renzo Rubino, n.17. Il suo disco di debutto, Poppins (2013), era stato al n.55.
Antonella Ruggiero, n.18. Nel 2010 con I regali di Natale, fu n.96.
Giuliano Palma, n.27. Con i Bluebeaters è stato al n.28 con l’album Combo, nel 2009.
Riccardo Sinigallia, n.30. Incontri a metà strada, nel 2006 risultava essere entrato in classifica al n.91.
Cristiano De André, n.32. Come in cielo così in guerra, senza le due canzoni di Sanremo 2014, era entrato al n.13 nell’aprile 2013. E’ l’unico a essere andato peggio.
Zibba & Almalibre, n.34. Mai entrati prima in classifica. Adesso, come mi diceva il flessuoso Zibba, potranno andare a suonare in qualche città in più senza che la gente chieda “E voi chi sareste, ragazzini?”
Frankie Hi Nrg, n.36. Col suo ultimo disco Deprimo Maggio, del 2008, andò al n.41.
Ron, n.37. Nel 2013 Way out fu n.51.
Perturbazione, n.40. Nel 2010 al n.68 con l’album Del nostro tempo rubato.
The Niro, n.71. Nel 2012 The Ship non era entrato in classifica.
Quanto alle due campionesse al n.2 e al n.3, Arisa era stata al massimo al n.5 al debutto con l’album Sincerità. Noemi con l’ultimo RossoNoemi era stata al n.6.

Quindi, Sanremo quelle tre copie in più te le fa vendere. Ma a che prezzo.

Aggiungo i risultati degli ospiti:
Claudio Baglioni sale dal n.26 al n.24 con l’ultimo Convoi, ma entra al n.68 con la raccolta Tutti qui. Renzo Arbore entra al n.38 con Renzo Arbore & the Arboriginals, nonché al n.69 con L’Orchestra Italiana at Carnegie Hall, New York, uè, uè, uè.
Paolo Nutini entra al n.75.
Rufus Wainwright entra al n.82.

E con Sanremo, per oggi avrei finito.

Ah, poi vi devo le uscite dalla top ten: Two Fingerz precipitano dal n.7 al n.39, Margo Mengoni dal n.9 al n.14, e i Modà dal n.10 al n.12: dev’essere la diciassettesima volta che dopo esserci rientrati tornano a uscire dalla top ten, ma annunciarlo è sempre un piacere di quelli da sorseggiare seduti con lo sguardo appoggiato sul fuoco del caminetto, carezzando un gatto.

L’album Banco del Mutuo Soccorso entra al n.53. 

E per concludere, The Dark Side of the Moon scende al n.64, The Wall al n.66, Wish You Were Here al n.80. Tutti giù. E’ stata una settimana difficile per i Pinfloi. Ma le cose cambieranno. E senza che loro facciano assolutamente niente. Loro sì, sono sempre stati avanti.

2 Risposte a “TheClassifica 33 – Saving Mr. Floyd”

  1. Ma la domanda a questo punto diventa: se un album al decimo posto vende dalle 100 alle 150 copie, quante ne vendono quelli over cinquantesimo posto? 10? 20?

  2. Rimanere fermi come condizione necessaria e sufficiente per “essere avanti”.

    Il Belgio, la nuova Darmstadt degli anni ’50.

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