AMARGINE

The Artist Formerly Known As Theclassifica. Ep. VIII – Fabri vibra

Provo sempre un piccolo dolore quando qualcuno argomenta partendo da sé come la quintessenza del blogger (“Quando avevo 15 anni, e guardavo Mtv…”), o come Aldo Cazzullo (“Mio nonno vs i giovani d’oggi”). O come un rapper (“Vi parlerò di io, di me, del sottoscritto. Voi? Boh, se foste interessanti, sareste io”).

Perciò scusate l’appiglio personale per illustrare una sorta di tesi. Il fatto è che nei mesi scorsi gli album italiani di cui i miei contatti (pardon: amici) su facebook hanno più discusso sono quelli di Baustelle e Brunori Sas. Di Fabri Fibra, n.1 della settimana con Fenomeno, hanno parlato in pochi, molto pochi.

Lo so da me, che questo dice delle cose sulla mia TL. Però nulla mi leva la sensazione che ne dica qualcuna anche su Fabri Fibra, su come è percepito (sia lui che il rap), sulla sua fatica nell’esser preso sul serio quanto i suoi colleghi col dna cantautorale e l’animo lacerato. E pensare che Fibra è altrettanto dolente di Bianconi e Brunori. E tuttavia è per metà buffone, il che screma via un sacco di gente che lo trova irritante quando – beh, quando è irritante. Perché lo è.

(devo confessare che per me l’autoflagellazione del 40enne di La verità di Brunori è più irritante, ma ammetto che la cosa è riconducibile a una scarsa propensione per l’autoflagellazione)

Ad ogni buon conto, Fenomeno è un aperto tentativo di rap italiano adulto. Fibra non è il primo a provarci, ma tra quelli che ci hanno provato è quello col seguito maggiore. E non lo fa con l’attitudine dello zio che parla a mamme e nipoti alla J-Ax, ma parla a chi lo ascolta scendendo dal piedistallo del rapper, trattando alla pari chi ascolta invece che intortarlo col pop-hoolismo (tanto per alludere a chi ne fa sapiente ed esplicito uso). Le carte sono in tavola da subito, fin dalla Intro in cui si dice qui di nuovo “a cercare di convincervi e di convincermi che sono ancora in grado di rappare. E poi, vale ancora la pena di rappare per me? Insomma, ho 40 anni. Il rap è una cosa per ragazzini”. Oppure, in Invece no: “Questi rapper sono tutti innocui, quasi fanno sembrare il mio genere un altro. Ho provato a puntare più in alto: rischi la crocifissione, Venerdì santo”.

Quindi come vedete l’intento è quello. Ma ci riesce, nell’intento?

Nella Mia Umile Opinione, ci siamo quasi. Non del tutto, perché questo è un disco bipolarissimo, e il Fibra-joker, quello che spesso si compiace delle sue rime e delle sue ironie (“Io sono il rapper più odiato d’Italia. Ma io vi amo! Hahaha!”) per sua natura cerca di sabotare il Fibra che vuol esser preso sul serio. Perché il punto è che pure il joker vuol essere preso sul serio. Ma è più difficile: per strano che sembri, oggi gli riesce più facile sfoderare momenti di verità quasi disarmanti sulle proprie relazioni personali, sulla fatica di fare il personaggio pubblico, sul tempo che passa (“Le nuove generazioni che parlano in codice e ti tagliano fuori, mani di forbice”) che non sfoderare il sarcasmo un po’ cialtrone del Mr. Simpatia che ritorna in pezzi come Cronico o Equilibrio.

Ma è evidente che quello che il grand’uomo sta cercando di dirci davvero sta in frammenti come “Neanche ti immagini quanta fatica – fa niente, all’alba vincerò… ero convinto di poterlo fare per sempre, e invece no. Io speravo di mancarti almeno un po’, mi aspettavo una chiamata e invece no. I nemici, quante energie mi tolgono. Tu pensavi fosse un sogno e invece no”. Oppure, nel mesto bilancio di una relazione: “Stavo pensando che non avremmo mai dovuto incontrarci”. Voi capite che fa il pezzo coi Thegiornalisti, ma è a tanto così dai Baustelle.

Resto della top 10. Se avete una certa familiarità con questa rubrica, sapete che a volte mi dilungo oltremodo sul numero uno anche per non soffermarmi sul n.2. Ebbene, questa settimana l’intero podio è nuovo, e dietro a FF ci sono al n.2 Levante e al n.3 i Deep Purple (!). Su Levante, la scelta di non sbilanciarmi è perché ho dei sospetti, ma aspetto ancora un po’ prima di formularli apertamente. Prendo tempo e tiro le prossime elezioni.
(se la prossima settimana sfonda e va al n.1 sono nei guai)
Quanto ai Deep Purple, come dire: hush.
Dal n.4 al n.10 ci sono Gattyno Ed Sheeran, i Depeche Mode, l’ex numero uno Jamiroquai, Benji & Fede, The Chainsmokers (altra nuova entrata, e tutto sommato bella alta, per essere una band che non è una boy-band), Mina&Celentano e MiticoVasco. Metà della top 10 è straniera, credo non capitasse dagli anni 80. E non sono nemmeno tutti inglesi, c’è persino un gruppo americano (i Chainsmokers, appunto). A voi sembrerà normale ma non lo è, e da tanto. Gli americani che cantano non ci piacciono più. Ma già dai tempi di Obama, forse prima.
Escono dalla prima diecina Ermal Meta, Paola Turci (dopo l’ingresso al n.2, scala bruscamente al n.16), Umberto Tozzi e Bob Dylan.

Altri argomenti di conversazione. Gli Ex-Otago ri-entrano al n.22, proprio una posizione sopra i TheGiornalisti – putacaso. Ingressi al n.36 per Mario Venuti, n.38 Pentatonix, n.42 Nada Trio. La raccolta di TZN festeggia le 124 settimane in classifica salendo al n.52. E a proposito di risalite, il live di Francesco De Gregori, uscito 10 settimane fa, improvvisamente rimbalza dal n.59 al n. 12. Wow, cos’avrà mai fatto De Gregori la settimana scorsa? È andato da Maria De Filippi. Vi sentite morire? Passiamo a chi lo ha già fatto.

Miglior vita. In classifica ci sono otto album incisi da artisti o gruppi guidati da artisti che hanno abbandonato questa valle di vaccini; li guida, come spesso succede, Nevermind dei Nirvana, disco che è a tutti gli effetti una specie di rito di passaggio per il giovane di questo secolo, persino più di quanto lo fosse per noi vecchiardi degli anni 90. Ma a proposito di riti di passaggio, lasciate che una volta tanto vi stupisca parlando dei

Pinfloi. The dark side of the moon sdrucciola lievemente verso il n.45, con The wall che rimane stabile al n. 64 mentre Wish you were here precipita al n.95, notizia che io accolgo con la malcelata libido di quelli che vedono il partito avverso crollare nei sondaggi. E tuttavia, il dato nel suo complesso non può non far riflettere, è una fase di disaffezione da parte dell’elettorato dietro alla quale chi governa deve saper anche cogliere il significato del calo dell’ecumenico Dark Side combinato con la stabilità del paranoico The wall. Non v’è chi non veda che fin quando le élite rimarranno testardamente sorde a questi segnali lanciati dal popolo, la deriva del Paese sarà inevitabile.

12 Risposte a “The Artist Formerly Known As Theclassifica. Ep. VIII – Fabri vibra”

  1. “Wow, cos’avrà mai fatto De Gregori la settimana scorsa? È andato da Maria De Filippi. Vi sentite morire?”

    Dici che era meglio quando faceva lo stronzone?

    1. No, mi fa piacere che sia diventato di colpo affabile. In realtà sono impressionato dal potere di un’apparizione ad Amici. E se solo ci fosse stato Morgan, chissà, forse gli avrebbe proposto di duettare su un pezzo di Sergio Endrigo. O di Sergio Endrigo. O magari di Sergio Endrigo.

  2. Boh…io c’ho provato col nuovo di Fabrifibra ma inizio a pensare davvero che il rap sia una cosa per ragazzini (fatta da ragazzini NON, per forza, da ragazzini). Cioè pensa alla fine di Frankie Hj-nrg.
    E poi comunque il problema del rap in italia sono quelle basi orrende, fuori tempo massimo. Dovremmo mandare qualsiasi brano prodotto da charlie charles al 1. Posto e invece siamo ancora qui con Fibra.
    Mi viene in mente TZN Ferro che nel nuovo disco fa un pezzo clone di Royals 3 anni dopo Lorde.
    Sempre in ritardo italiabella.
    Nota acida: Paola Turci e Levante
    Bravo Madeddu!

    1. Sì, anch’io ho pensato a Frankie mentre scrivevo – anche per quello sono stato specifico sul seguito di massa. Però – e qui il discorso si fa elitario, temo – non perdiamo di vista il fatto che il termine “adulto” oggi non indica persone con la pipa che riflettono gravemente sui cambiamenti della società, ma una pletora di buzzurri che condividono i post del Milanese Imbruttito, passano la giornata ad accusare i tifosi avversi di rosikare e sorridono felici quando Cruciani infila “sticazzi” e “siamo al top” nella stessa frase. Credo che Fibra provi ad arrivare persino a loro. Il che va a dimostrare che è più samaritano di quello che sembra.

  3. Beccato Man, anch’io mi diverto ascoltando Cruciani…..che ne pens del fatto che uno dei migliori dischi rock fino ad ora sia dei DP? la fine del tempo?

    1. Davvero? Ammetto di non averlo preso in considerazione. Voglio dire, se uno dev’essere vecchia scuola, allora i Deep Purple senza Blackmore e Lord sono come i Pinfloi (per dire il primo gruppo che mi viene in mente, non so perché) senza Roger Waters: ragazzi che si divertono.

  4. Anche gli Ex-Otago devono aver fatto qualcosa, il disco (bello) è uscito a ottobre 2016, il video di “rilancio” con l’ospitata di Jake La Furia è di gennaio, e in classifica non li avevi mai menzionati… saranno andati da Maria De Filippi, o esiste un’alternativa?

    1. Hai ragione, avrei dovuto specificare che ri-entrano. Comunque ho indagato: è uscita la versione deluxe dell’album con tante collaborazioni a coprire ogni settore del campo di gioco (Caparezza, Marianne Mirage, Jake La Furia, Levante, Claudio Coccoluto). Ed è partito l’immancabile instore tour.

  5. Chainsmokers americani sì, ma col singolone assieme a coso dei comesichiamano, quelli mosci come l’acqua della mozzarella, i Coldplay, che sono inglesi.
    Taac!

    1. Sì, ultimamente le ex colonie da sole non riescono a passare la dogana. In futuro, boh.

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