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TAFKAT (The Artist Formerly Known As TheClassifica) Ep. III: Heavy Meta

E dai e dai, Ermal Meta è salito dal n.5 al n.1. ERMAL-META-ABITO-SANREMOLo ha fatto in una fase dell’anno in cui, abitualmente, le vendite sono tutte in ribasso – ma è anche vero che lo ha fatto con le sue forze, più quelle della indie Mescal e di Artist First che gli distribuisce i dischi in luogo di una delle tre major. Lo ha fatto con un album doppio, giacché Vietato morire (che dura poco più di mezz’ora) viene via con Umano, il suo primo album, uscito nel 2015, che dura poco più di mezz’ora.

Non sono, per dirla con Sant’Eufemia, un fan di Meta. Perché ho il preciso sospetto che sia quel tipo di attaccante che appena mette piede in area si butta in terra invece di tentare il gol di fino. Ma Meta è in Italia da quando aveva 13 anni, non ha avuto una vita facile e ha (più che legittimamente) deciso di vincere il nostro campionato così come viene giocato. E come i più pallonizzati di voi avranno visto ribadire nei giorni scorsi, “rigore è quando arbitro fischia”.

Sicché tanto per cominciare si è impegnato per diventare una delle stelle di prima grandezza nella galassia di autori che danno canzoni ai talent. Il che ha voluto dire studiare il pop italiano, capire esattamente cosa ci fa invariabilmente piangere e cosa ci fa rimanere bietolosamente trasognati. Ha scritto brani per Francesco Renga, Emma Marrone, Chiara Galiazzo, Marco Mengoni, Francesca Michielin, Lorenzo Fragola, Giusy Ferreri, Sergio Sylvestre, Annalisa, Moreno (…strano che poi le canzoni dei fuoriusciti dei talent si assomiglino tutte, vero?) ermal metau

Ha studiato il nostro linguaggio, le nostre costanti lacrimatorie, le parole che immancabilmente squarciano un abisso nel pubblico imbelvito di Uomini e Donne. Secondo me ha accumulato una tale conoscenza delle nostre debolezze che potrebbe prendere il potere candidandosi in uno di quei partiti dove col minimo impegno diventi ideologo (non la Lega Nord ovviamente, lo stipendio è eccellente ma la compagnia è mortificante). Perché ci conosce e perché è molto intelligente, lo inferisco da come lascia fuori dai suoi manufatti tutto quello che non serve, tutto quello che sarebbe autoindulgente. Solo con molta cautela si regala qualche pezzo che è proprio suo – come i sei minuti di Voce del verbo, non a caso messi alla fine di Vietato morire, per non turbare le masse.

Ma per il resto, va incontro al pubblico con quel tipo di attitudine che ha reso famoso il pugilatore Roberto “Mano de pedra” Duran. Procedo ora a mostrare le prove a carico. Ermal-Meta-1

– “Tu sei come il mare, volevo dirtelo… È bello volersi bene e ogni tanto dirselo”. (Voodoo love)

– “Hai smesso di sognare per farmi sognare” (Vietato morire)

– “Ti va di passeggiare insieme? Meriti del mondo ogni sua bellezza”. (Piccola anima)

– “Un sognatore non si perde mai. Non dorme mai (è stato bello sognare) (è stato bello sognare) – è stato bello sognare… sognare insieme”. (La vita migliore) ermal-meta

Sono molto rari i momenti in cui Meta si annoia di questa feroce consapevolezza manifatturiera e si lascia andare, tipo quando ha dei momenti da aspirante rapper (“Beatrice non avrebbe niente da insegnarti” “Ogni cuore ha le sue pieghe ogni cuore ha le sue rughe” “Se tu fossi un superalcolico di gradazione 46 avrei già un buco nello stomaco e come Bob Marley non mi curerei”). Ma molto più spesso, come un cecchino, mette nel mirino la grossolana sensibilità di chi apprezza sinceramente Canale 5: “Domani sarà ieri ma sì, noi non saremo uguali ma dentro i nostri abbracci sì; nei tuoi occhi c’è il cielo più grande che io abbia visto mai – e le tue braccia uno spazio perfetto in cui ci tornerei per sempre, in cui ci resterei per sempre”. (Ragazza paradiso)

L’Antonacciometro esplode poi in “Non hai fatto mai promesse ma le hai mantenute tutte” – che devo riconoscere, è il tipo di frase che può vendere migliaia di t-shirt. Non è certo un caso se (ahimé) (e non dico “ahimé” per caso) a dare la sua benedizione a questo approccio compare (nel brano Piccola anima) Elisa, dalla quale non mi aspetto altro che un romanticismo da macellaia come “Piccola anima, la luce dei lampioni ti accompagna a casa innamorata e sola, quell’uomo infame non ti ha mai capita”. Ermal-Meta-Sanremo-2017-De-Filippi-Mannoia-373x480

Sono scelte. Nel primo album i gol di fino li aveva tentati, tipo il singolo Gravita con me in cui il vento era atletico e “il tuo viso è di un bello isterico”. Il primo album malgrado il terzo posto tra i giovani a Sanremo non era andato benissimo (di nuovo Sant’Eufemia, qui).

Così, basta essere metaqualcosa, metaMeta. Ora come ora Ermal Meta è il De Gregori di chi ha sempre sentito canzoni brutte, di chi pensa che i pezzi di Tiziano Ferro siano troppo complicati, di chi a San Valentino va a cercare le frasi d’amore sulla pagina fb FRASI D’AMORE. È una critica, questa? Sono (o-ho!) uno snob? Devo aspettarmi l’assalto offeso della fandom di Ermal Meta?

Boh, può darsi. Non mi interessa più molto, sapete. Quel che è certo è che a Meta, giustamente, interessa ancora meno: ho ragione di credere che abbia messo in conto qualche inutile critica. Ma nemmeno tante. In fondo, in questo Sanremo ha preso il leggiadro premio della leggiadra critica musicale.

E con questo davvero, come direbbe il preclaro Gump, non ho altro da dire su questo argomento. gump

Resto della top 10. Pochissimi cambiamenti, non sta uscendo praticamente nulla e anche diversi sanremesi aspettano tempi migliori per pubblicare gli album, a cominciare dal vincitore Gabbani. Perciò al n.2 troviamo TZN, al n.3 Mina&Celentano, al n.4 scendono i ComunistiColRolex (mmh. Di già?), al n.5 staziona la Mannoia e al n.6 entra Elodie. Chiudono MiticoLiga, Giorgia, MiticoVasco e Sergio Sylvestre. Per un totale di 4 sanremesi tra i primi 10, non c’è male rispetto al solito. Escono dalla prima diecina Marco Masini e LP.

Argomenti da aperitivo. Per trovare un album che non sia cantato in italiano bisogna scendere al n.16, dove ci sono i giovani Rolling Stones. A proposito di giovani, il giovane Lele vincitore di Sanremogiovani scende al n.25. Scopro altresì che l’album di Nesli al n.44 si chiama Kill karma, per felice coincidenza karmica non solo con Occidentali’s Karma di Gabbani ma anche con Questione di karma, film con Fabio De Luigi, il king of comedy adeguato a questi tempi pieni di variegato strazio. tzn bestIl best di TZN è sempre l’album da più tempo in classifica (117 settimane) (dal novembre 2014) (potrebbe durare più del governo Renzi, visto che è al n.32). Ma naturalmente, mentre sollevate uno Spritz niente può farvi fare bella figura quanto discettare sulla musica che è passata a

Miglior vita. Un decimo degli album in classifica è riconducibile ad artisti o gruppi guidati da artisti che hanno lasciato questa valle di scatti che fanno impazzire il web. Nonostante un’impennata di Nevermind dei Nirvana dal n.79 al n.51 dovuta forse a qualche torva notizia dagli Stati Uniti, a guidare questa parata (che marcia ovviamente sulle note di When the saints go marchin’ in) c’è al n.47 Luigi Tenco, che si gode il suo anniversario. Altri anniversari verranno – presempio, quest’anno festeggiamo 50 anni di

Pinfloi. The dark side of the moon sale dal n.42 al n.37, che è sempre un segnale di fiducia e un indicatore positivo dell’autostima giovanile, al quale gli analisti riconducono il necessario corrispondente calo di The wall dal n.46 al 55; si inserisce in questo bipolarismo la morbida desolazione di Wish you were here dal n.65 al 45. C’è spazio anche per la raccolta A foot in the door al n.94 – ma non ne parlo volentieri perché è come parlare di Adinolfi, già testimoniare della sua esistenza è una sconfitta, anche solo al n.94.

2 Risposte a “TAFKAT (The Artist Formerly Known As TheClassifica) Ep. III: Heavy Meta”

  1. “Artisti o gruppi guidati da artisti che hanno lasciato questa valle di scatti che fanno impazzire il web.”

    Oh, ma come ti vengono?

    1. Grazie, ma il problema forse è come vengono in mente a qualcuno titoli come “lo scatto che fa impazzire il web” 🙂

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