AMARGINE

La strada che porta a Plaza, e i problemi delle gatte italiane – TheClassifica ep. 4/2021

Ben ritrovati. Quanto tempo! Quante cose abbiamo da dirci! Cominciate voi? Ok, va bene, come volete, comincio io. Ma volete che vi parli di rap italiano, o di Pinfloi? Volete burro o cannoni? Posso darvi tutti e due. E lo farò, per Giove! Ma per una volta, iniziamo dagli
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Altri argomenti da conversazione. Zero donne nella top 30 degli album. Ce n’è una nella top 20 dei singoli, ed è la nuova fenomena del pop moscino, Olivia Rodrigo, al n.16. Ma negli album, zero. Cioè proprio nessuna, LOL. Va beh, non è la prima volta. Se ricordo bene era successo anche a novembre. E comunque la colpa di chi è, del patriarcato? Dei boomer? Della destra? Dei media? Del panorama musicale che è pieno di urbanità dappertutto? Fact checking:
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Classifica USA: due album in top 10 (Taylor Swift, Ariana Grande. Mentre Megan Thee Stallion, rapper femmina, è n.12).
Classifica Brexit: tre album in top ten (Taylor Swift, Little Mix e addirittura un gruppo di suore al n.5) (…ma non li salveranno. Non se Dio sente le MIE preghiere)
Classifica Merkel: Zwei album di Frauen nella top zehn: Ina Müller e Daniela Alfinito (non saltate alle conclusioni, è il cognome da sposata, lei è una schlagerona bionda).
Classifica Ridateci La Gioconda: une femme e mezza tra i primi dix: (Aya Nakamura, più Vitaa con Slimane)
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E come vedete sto parlando dei primi DIECI. Da noi, zero nei primi TRENTA. Sono popoli più illuminati del nostro? Non è facile da accettare. Perciò a questo giro mi sentivo pronto ad azzardare una nuova teoria: forse la colpa è – tenetevi forte – del cosiddetto album, o quanto meno, di ciò che ne rimane, in tutti quei pezzi che escono contemporaneamente (con l’aggiunta, otto mesi dopo, di qualche pezzo che non c’entra niente, ma permette di inventarsi una versione deluxe). Col vostro permesso mi sono detto: in fondo a noi ITALIANI interessa ormai soprattutto la #narrazione, cioè le canzoni possono fare anche uno schifone imbarazzante, ma l’approvazione per l’album sottintende l’approvazione per il personaggio che ci racconta che viene dalla strada e che tutti sono invidiosi e il successo è solitudine però ci sono i bro e i fra. E in fin dei conti, sembrerebbe quello che tutti gli ITALIANI ormai vogliono sentirsi raccontare, da chiunque. Da Ultimo, da Sferone, e poi andando a ritroso in questi anni da J-Ax e Fedez Comunisticolrolex così come da Emma Marrone e pure da Elettra Lamborghini che sì, dai, pure lei più o meno viene dalla strada ad honorem e non a caso tutti sono invidiosi, e del resto pure IO vengo dalla strada e tutti sono invidiosi e io mi sento solo come un cane stupido ma so che ci siete voi, bro e fra e sista e cugi – e forse, ecco, ci vuole un album per dare consistenza a questa narrazione, i singoli non la possono puntellare. E per qualche bizzarra questione di aspettative, ai maschi si concede volentieri un album monocorde in cui ripetere sempre le stesse cose (ogni riferimento ad alcune superstar della nostra canzone d’autore è voluto. Ma non sono più così scemo da fare nomi, arrangiatevi). Mentre a una donna, fosse anche Baby K, è più difficile lasciarlo passare. E gli album delle donne di sesso femminile in gonnella, la gente non li ascolta. Che facciano, al massimo, i loro featuring nei pezzi dei maschioni – la loro #narrazione dev’essere quella… Beh? Cosa dite? Teoria che sta in piedi? Non ci sta? Non preoccupatevi, se cade sul proprio sedere non mi offendo di certo. Ma prendiamo ora
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Il numero uno. Plaza di Capo Plaza per quanto mi riguarda è un buon disco. Se non ve la menate troppo con le parole (…una volta credevamo che nel rap fossero importanti. Ma ci sbagliavamo), tra musica e flow c’è un’ansia alla quale mi sento istintivamente di credere. E non so come dire, non ci sento quello strato di compiaciuta pallosità che il 90% dei PRODUCERS italiani spacciano per fighissima, finendo per convincere se stessi (…e un’orda di giornalisti musicali ipergiovani che sulla strada dovrebbero starci veramente, ma in mezzo alla carreggiata, al buio, vestiti di nero e con un secchio in testa). I primi pezzi sono faticosi da ascoltare perché uno tende a dare peso alle rime che sono sempre quelle, e quindi lui viene dalla strada, e sono tutti invidiosi, e ci sono i bro e i fra e il successo che però è un po’ triste. L’autonominato Giovane Fuoriclasse non si cura troppo di essere originale per convincere gli ascoltatori, tanto sono già convinti, vogliono già crederlo, è la premessa che li ha portati lì, quindi perché perder tempo con le parole per dirlo? Ma la musica e il flow ci sono, tant’è che alcuni di quei big che è andato a prendere per fare il grosso (Gunna, Sferoso Famoso, A Boogie Wit Da Hoodie) fanno una misera figura, descansateve niños. Ogni tanto una traccia fluisce nella successiva, come se il 22enne Luca D’Orso da Salerno non volesse perderci per strada – sempre la strada, la strada, c’è solo la strada, che ne sappiamo noi di un campo di grano. Tant’è che c’è un pezzo che si chiama (tanto per essere didascalici) Street. Contiene un campionamento da Dilemma di Nelly, con tanto di Kelly Rowland che fa “Oooh!”, uno dei dieci pezzi più famosi della storia del rap: dev’essere costato quanto tutti i proventi dell’album precedente di Capo D’Orso, intitolato 20, attualmente al n.35, uscito 145 settimane fa e da allora in classifica (fanno due anni e mezzo). Considerazione che ci porta di gran carriola nella sezione
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Lungodegenti. Come il citato disco di Capo Plaza, sono in classifica da più di 100 settimane anche Re Mida di Lazza (esattamente 100), PostPunk di Gazzelle (113), Playlist di Salmo (116), Diari aperti/Segreti svelati di Elisa (118), Pianeti (152) e Peter Pan (155) di Ultimo. Poi c’è un disco in classifica da più di 200 settimane, ed è il segnetto ÷ di Ed Sheeran, pubblicato 204 settimane fa. E tutto questo, non so se ci siete già arrivati o lo avete letto altrove, implica che proprio nella settimana in cui è caduto il Governo Conte, è caduto – dopo 220 (duecentoventi) settimane anche The dark side of the moon dei
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Pinfloi. Qualche giorno fa, mentre ero in mezzo alla strada, insieme ai miei bro e i miei fra, a sentire tutta la solitudine del mio successo, mi ha telefonato la redazione di una radio per chiedermi conto dell’uscita di classifica del prismone del 1973 con su Money e l’Eclipse e il lunatic in the grass. La speaker mi ha brillantemente introdotto agli incolpevoli ascoltatori come “Sentinello di The dark side of the moon”, e lì ho iniziato a ridere scompostamente perdendo, presumo, ogni autorevolezza (e se credete che vi dica di che radio sto parlando per andare a cercare una registrazione, siete dei great illusi in the sky). Ma con il piglio di chi cerca di dare un senso a quello che fa nella vita, ho fatto presente agli attoniti ascoltatori che The dark side of the moon era in caduta libera già da qualche settimana, e incredibilmente era uscito dalla top 20 dei vinili – e vi faccio presente che è stato per quattro anni il vinile più comprato dagli ITALIANI. Cos’è successo, allora? Ovviamente ho una teoria. Che si appoggia barcollante sul fatto che The wall è ancora in classifica al n.59 che se la ride (…beh, relativamente) e tra i vinili si trova al n.8 (sul podio dei 33 giri ci sono Capo Plaza, Samuel, e Harry Styles). Lasciando da parte per una volta la disposizione d’animo completamente opposta dei due dischi, che in un’epoca più cupa finisce per giocare a favore di The wall, forse c’è anche la possibilità che The dark side of the moon, anche come vinile, subisca il momentaccio dei negozi, essendo anche (o forse soprattutto) un oggetto che la gente ama prendere di persona, tenere in mano, portarsi a casa e coccolare con gli occhi. Prenderlo su Amazon, non ha nessun valore emozionale. Su Amazon puoi casomai comprare The wall, che peraltro è anche contento, se non provi emozioni in sua presenza (lo conosco, è fatto così).
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Resto della top ten. Ridiscende al n.2 Sferoso Famoso, mentre Medioego di Inoki, che aveva debuttato al n.2, è già slittato al n.28. Restano al n.3 i Pinguini Tattici Nucleari, la band principale del lockdown, tanto che hanno un disco anche al n.9. Sotto il podio, al n.4 c’è Ernia e al n.5 i rapper della Sony (…ameranno molto questa definizione) con Bloody Vinyl 3. Poi al n.6 entra Samuel, e al n.7 c’è un disco non ITALIANO (quello di The Weeknd, uscito 45 settimane fa), al n.8 Persona di Marracash (65 settimane fa). Chiude la top ten il meglio dei Boomdabash. E non è un disco vuoto.
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Sedicenti singoli. Al n.1 La canzone nostra, di Mace, Blanco & Salmo, la prova che se il rap italiano vuole può essere lagnoso come la musica leggera che mandava RadioRai negli anni 70, ed è suo diritto esserlo. Tra i primi dieci ci sono sette brani di Capo Plaza, guidati da Non fare così, al n.2; è un pezzo del tutto privo di featuring e tutto sad perché yeah, è finita con baby, e ognuno è andato – non lo indovinereste mai – uoh, uoh, per la sua STRADA.
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Non benissimo. Gente, non so se ve ne ho già accennato: mi hanno tolto The dark side of the moon. Mi sento come se il nucleo del pianeta Terra fosse uscito per andare a fare un giro. Con chi posso sfogarmi? Provo a concentrare tutte le mie frustrazioni su chi dovrebbe avere motivo di essere più frustrato di me perché il suo #progetto non è andato benissimo in classifica. Per esempio, Ariana Grande il cui singolo è n.2 in USA, mentre da noi è entrato al n.82 ed è uscito subito. Credo dipenda dal fatto che gli ITALIANI non sanno che la canzone intitolata 34+35 dice un sacco di porcherie. Ariana dice che vuole Frequently Asked Questions fino all’alba (se ho capito bene), Doja Cat dice che vuole che la sua gatta spruzzi e schizzi e allaghi e annaffi ovunque (…spero abbia una lettiera enorme) mentre Megan Thee Stallion dice che la sua gatta è rasata e vorrebbe che qualcuno si comportasse da cane con lei. Alla fine torna a chiudere la questione Ariana, che siccome non ha molta fiducia nella scolarizzazione del suo pubblico spiega lentamente che se non ci siamo arrivati, 34 più 35 fa 69, e che vuol farlo anche lei, ci teneva a chiarirlo. Chissà se a risollevare le sorti delle gatte italiane in classifica sarà un singolo con queste vispe istanze. Per ora, Pezzo di cuore di Emma e Sandrina, dopo il n.2 iniziale è subito uscito dalla top 20 ed è al n.22, dove andremo a finire? (ancora più giù, direi). Non che vada meglio alle illustri Billie Eilish e Rosalia, il cui Lo vas a olvidar debutta con un diversamente prestigioso n.74 in classifica.
Concludendo, il singolo Famoso di Sfera Ebbasta, uscito DOPO l’album Famoso, è uscito anche dalla top 100, dopo sole 5 settimane.
E ne sono dispiaciuto almeno quanto voi.
Grazie per aver letto fin qui. A presto.