AMARGINE

Ho preso un Calippo con SferaEbbasta e CharlieCharles e Mahmood e Fibra e Dardust – ClassificaGeneration stagione III ep.15

«I have let him go.
The sand may sting my feet and the sky will burn
It’s a lonely time ahead
I do not ask him to return
I let him go»
(Calypso, Suzanne Vega)

Lamento iniziale. Non so se seguite regolarmente questa rubrica. Se sì, grazie.
Se no, grazie comunque. In entrambi i casi, apro con un dato statistico: sono mesi che non do in escandescenze. Quest’anno ho lasciato passare Sanremo, i n.1 di Fedez, MiticoLiga, Coez, Ultimo e il Concertone del PrimoMaggio senza quelle piazzate belluine che mi hanno dato piccolissima appiccicosa fama nella dolente compagnia di giro del giornalismo musicale italiano, facendomi accomunare a persone e testate e blog che io tendenzialmente depreco molto forte, considerati le stupide voci fuori da un coro altrettanto stupido. Garantisco che è una delle soddisfazioni più umilianti del mondo.
Me ne sto bravo e buono da un sacco di tempo. Se fossi un pittore, questo sarebbe il mio Periodo Affabile. Non stronco nessuno da parecchio. Tanto, cosa cambia? E anche quando sento cose apertamente miserabili, e ne leggo spumose apologie, respiro profondamente e conto fino a tre, poi fino a tredici, poi fino a – boh, non saprei dire: non conto molto.
Non è brutto. Alla fine, un po’ di maturità e serenità zen e quelle altre amebità, hanno effetti positivi: quando non ti va il sangue agli occhi si cominciano ad apprezzare le piccole sfumature di questa specie di lavoro che faccio. Tutte e due.
Però sta per finire. Non ce la faccio più. Sento avvicinarsi il momento in cui mi sveglierò la notte in preda al delirio e uscirò di casa per correre a picchiare delle foto su instagram e dare fuoco a dei tweet o fare brutto a dei video su YouTube. No, non a persone fisiche: tanto, il 90% di quelli che chiamiamo artisti, alla fine sono solo pantomima, sono sagomine su mille guanosi red carpet, sono un odore invasivo, sono fantasmi sullo schermo della mente, sono contenuti buttati lì perché non si scopra che il contenitore è stato svuotato, qualcuno si è preso tutto – e chi è stato?

«After all, after all it was you and me».  (cit.)

Comunque, dicevo, sono a tanto così dallo sclerare.
Ma non oggi.
Di conseguenza veniamo alla classifica dei presunti album. E sbrighiamoci, ché devo parlare della canzoncina Calipso e del punto di non ritorno che rappresenta.

Top ten. Ultimo è primo. Di nuovo. Anche questa settimana la principale nuova uscita si deve accomodare al n.2 e si tratta di Mostro con The illest vol.2, ovvero 34 minuti di rap (non so se ci avete fatto caso ma sono sempre più brevi, i presunti album e le presunte canzoni che li compongono) (…milioni di cassette da 90 minuti si stanno rigirando in fondo agli oceani) peraltro pubblicati dalla stessa etichetta indipendente di Ultimo, la romana Honiro che in questo momento grazie al romano Mostro e a due album del romano Ultimo (il n.1 e il n.10) (Ultimo è molto binario) ha in top 10 lo stesso numero di album delle multinazionali Sony e Warner messe assieme.
Siamo a maggio e tra gli album non abbiamo ancora avuto un n.1 che non fosse italiano, è uno degli anni più sovranisti di sempre. Supera il 2008 nel quale alla 18ma settimana il Candito Duro di Madonna aveva posto fine a un’egemonia paisà creata da Jovanotti, Pooh, Gianna Nannini e MiticoVasco (se non altro, erano bei pesi massimi). E per questo fanno notizia il n.3 di Billie Eilish e il n.4 dei Cranberries, il postumo In the end. Al n.5 Salmo risale la corrente con Playlist; completano la prima diecina Rkomi, Francesco Renga, l’AMICA Giordana Angi della Squadra dei Bianchi
(…Gesù Sincronetto)
e Coez.

Altri argomenti di conversazione. L’unico artista presente al Concertone del Primo Maggio che era in top 10, Achille Lauro, ne viene estromesso e scende al n.15 – con tanti saluti agli argomenti della sig.ra Angiolini. Entrano al n.28 il nuovo album di P!nk, al n.69 il nuovo J.J.Cale. Escono dalla classifica l’album di Eman e il live di Beyoncé (dopo una settimana), quello di En?gma & Kaizen dopo 3 settimane (una delle più fulminee scalate alla top 10 di sempre), quello di Labyrinth, Sia e Diplo dopo quindici giorni, e quello di Giorgia dopo 23 settimane. A questo punto non mi resta che dirvi che l’album di più lunga militanza in classifica è sempre Hellvisback di Salmo, che ci è entrato 169 settimane fa, davanti a The dark side of the moon, 130. E posso passare ai

Sedicenti singoli. Dopo mesi sotto la dittatura portoricana di Calma e Con calma, i tormentoni estivi di Pedro Capò & Farruko e Daddy Yankee, c’è una nuova n.1 ed è il Portorico all’italiana di Calipso, il brano partorito da cinque uomini d’oro del rap italiano: uniti come gli Avengers, sono Charlie Charles, Dardust, Fabri Fibra, Mahmood, Sfera Ebbasta.
Ed è qui che potrei sclerare.

Ma non lo faccio.
Mi limito a dire che se cinque uomini di questo lignaggio, con il vento che mai come ora gli soffia a favore, con il timone saldamente in mano, uniscono le forze giusto per cavarne il tormentone estivo alla Baby K – e nessuno ci trova niente da criticare, allora è finitissima, saludos amigos, urrà per i brand che ci ammanniscono la musica supernuova, urrà per i Rolex, urrà per il tatuaggio di Sfera Ebbasta, urrà per Rollistò e Noisey e gli altri ancora più bolliti che fanno da perentori scendiletto ai trappusi, urrà per l’Italia tormentona, e viva il re, viva gli sposi, viva la mamma, evviva i tifosi, viva la pappa col pomodoro (cit.). E viva soprattutto i cinque artisti perché alla fine hanno ragione loro, volevano il n.1 e lo hanno ottenuto, con tanto di

“La strada del successo fa vincere soldi, fa perdere amici, oh no”
(…questo è quello che si è fatto quei famosi sei tatuaggini in fronte)

“Corro, corro, corro, siamo stanchi ma giovani
Corro, corro, corro, dammi forza per non fermarmi
Se questa vita può prendermi”
(questo invece è quello che ha fatto pacina con il Ministro dell’Interno)

“Mi nascondo dentro a una canzone, così nessuno mi trova qui”
E questo infine è quello che continua a trollarci a colpi di featuring perché è il SUO modo di essere bravo e buono, è il suo Periodo Affabile, e non è che non ti stia sgamando, ragazzone – del resto gli indizi ce li stai buttando in faccia: a tale scopo sottopongo a voi giurati il recente featuring di Fabri Fibra in Box logo di Lazza:

“Certe cose sai che non le cambi, questo pezzo neanche so di che parla”
(n.d.r.: LOL)
“E appena dico, “Ah” sale l’hype – fammi una foto qua, metti like
Cazzate che ripeto, lo sai (lo sai), il video di ‘sto pezzo in un night”.

Vedete perché è un genio? Si chiama fuori mentre featura. Volendo, è la rappizzazione del dilemma di Nanni Moretti: la festa non gli piace, ma lo si nota più se non featura del tutto o se featura con l’aria annoiata?
Che poi va beh, pure io scrivo per alcuni giornali che fatico a difendere – quindi cosa parlo a fare? Alla fine, bene così – come detto, volevate il n.1 ed è arrivato, non sclererò per questo. Perché c’è solo una cosa che posso dire davanti allo sclero.
Ed è: “Non oggi”.

(…ma sinceramente penso di farlo tra un paio di giorni)
(se non sarò passato a)

Miglior vita. In classifica, sette album di artisti o gruppi trainati da artisti che hanno abbandonato questa valle di militanti di Casa Pound. Nevermind è al n.82. Album italiani in classifica che contengono almeno una rima nella quale è citato Kurt Cobain: sei.
Tre di questi, sono di Sfera Ebbasta.
Se non vi garba, siete dei vekki ai quali piacciono i

Pinfloi. The dark side of the moon scende dal n.45 al 50, e anche The wall perde qualche posizione, dal n.56 al 64, la forbice tra i due partiti aumenta ma forse nel complesso è solo un’indicazione da parte del POPOLO in direzione del Grande Centro della classifica nonché verso il basso, verso quelle masse alle quali voi, che nei salotti pasteggiate a tartine al caviale inneggiando a Macron, non sapete più rivolgervi.

(cit. da The Rolling Stones, Sympathy for the devil, e The Zen Circus, Viva)

2 Risposte a “Ho preso un Calippo con SferaEbbasta e CharlieCharles e Mahmood e Fibra e Dardust – ClassificaGeneration stagione III ep.15”

  1. Pure le citazioni in fondo alla pagina, è proprio un periodo affabile. Demolizione del pezzo del momento da parte degli artisti del momento a parte.
    La butto lì: secondo me Fibra è davvero convinto che nessuno si accorgerà che trolla nei pezzi, siamo troppo abituati alla presa in giro sottolineata, ripetuta e con tanto di cartelli. Tutto sommato mi sembra molto più esplicito il suo smarcarsi nei vestiti scelti per la foto: è l’unico che non sembri un pappagallo, o ostaggio di un tappezziere impazzito.
    Per quanto riguarda la classifica, noto che va bene Ultimo (cioè, insomma), ma anche Salmo non scherza in quanto a strapotere. È una mia impressione o di lui ci si occupa molto meno di quanto non venda? Ha due album in classifica, uno dei quali da più di tre anni, ha una fidanzata modella, è stato da Cattelan: eppure ha molta meno attenzione mediatica di altri. Mi chiedo se lo ignorino, se lui si faccia ignorare o entrambe le cose.

    Unica precisazione così almeno rendo questo commento utile: i sei tatuaggini Sfera se li è fatti sulla fronte, non sul collo.

    Alla prossima Classifica, così leggo un commento su Billie Eilish o su Izi (non credo, ma una ci spera sempre).

  2. (chiedo scusa per il ritardo, sapevo che dovevo rispondere ma non trovavo mai il momento di saggezza adeguato) (però la correzione sui tatuaggi l’ho fatta subito, grazie mille)

    – su Salmo, quanta verità. Credo che la risposta sia: entrambe le cose. Bisogna anche tenere conto che oltre ad essere meno pupazzo degli altri piacioncini, è anche meno giovane, e (anche) per questo meno gradito agli sponsor, che tengono su metà del business del rap italiano.

    – su Fabri, probabilmente è un segno di maturità anche della scena, che ha perso l’ossessione della credibilità e del rischio di perderla. Non che ce ne sia tanta, in giro. Lui comunque si sente oltre questo rischio, e penso che abbia ragione.

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