AMARGINE

10 cose che Gabbani ha detto presentando il suo album – meno una.

  1. “Il disco è corto. Sono nove pezzi per una durata di 31 minuti (ndr: prezzo Amazon e Feltrinelli, 12,72). Penso che la tracklist sia godibile e lasci a chi è arrivato in fondo la voglia di riascoltarla. Io sono grande sostenitore della sintesi. Noi abbiamo un bel portfolio di canzoni essendo anche autori, ma abbiamo pensato che queste fossero quelle che ci volevano, poi se fornisci troppi angoli visuali perdi di vista il tutto. Per il tour il materiale non mancherà, ho altri due album cui attingere per un live che spero risulti divertente, godibile”.
  2. “Sì, un pensiero all’estero ce lo abbiamo fatto. Quando mi sono esibito ad Amsterdam e Londra per i test dell’Eurovision ho avuto un responso che non mi aspettavo e questo apre alla possibilità quanto meno di provarci. Ma vogliamo arrivare all’internazionalità portando la nostra lingua. Occidentali’s karma non è stata tradotta, e la versione internazionale dell’album sarà diversa solo per titolo, che invece di Magellano sarà Magellan, la copertina e la tracklist, perché inseriremo Amen”.
  3. “Ascolto ogni tipo di musica. Ho iniziato a suonare nel giro di jazz, blues e soul, ma ho un ascolto variegato. Non ho un limite di genere, e lo considero una fortuna. Ho un grande rispetto in generale per chiunque faccia musica”.
  4. “La scimmia ha fatto il suo tempo. Entrerà nella performance per il pubblico europeo perché ha divertito già quello italiano ed è servita ad attirare l’attenzione sui contenuti del brano. Ma dopo l’eurovision mi piacerebbe esprimermi per quello che sono indipendentemente dalla scimmia. Nel sistema in cui ci muoviamo oggi, in cui tutto è veloce e frenetico, la dimensione più ironica e scanzonata e sarcastica mi torna a favore per attirare di più l’attenzione. Mi piace pensare che chi arriverà attirato da brani apparentemente più scanzonati veda che c’è anche un Gabbani che nell’album canta anche pezzi come Foglie al gelo o La mia versione dei ricordi. Però non è una forzatura, non rinnego la scimmia – fa parte della mia espressività. Ma ho anche una dimensione intima… Non sono del tutto a mio agio a usare l’espressione dimensione intima, con tutto quello che è stato scritto durante il Festival”.
  5. “I cento milioni di visualizzazioni su YouTube, li guardo come dall’esterno. Perché mi piace pensare che canzone ha preso una sua vita e io la sto osservando. In fondo ho sempre pensato che le canzoni non sono di chi le scrive ma di chi le prende e le fa diventare sue”.
  6. “Avevo pensato di smettere. Non perché il successo non arrivava, anzi, ci avevo fatto un pensiero subito dopo la vittoria a Sanremo Giovani. Però era più un’ipotesi di fare un passo dietro rispetto ai riflettori, non per abbandonare la musica. Oggi si dà per scontato che per fare musica e vivere di musica bisogna essere famosi. Io penso che non sia così”.
  7. “Penso che il nuovo singolo sarà Tra le granite e le granate. Del resto parla di estate, non potevamo tenerla per dicembre. È anche l’unico pezzo che non esisteva già quando ci hanno comunicato che avremmo partecipato al Festival di Sanremo, e nella categoria dei Big, cosa che non era affatto scontata. Naturalmente è un brano che cerca di far breccia con ritmo e melodia ma già che c’è vuol far pensare al fatto che siamo tutti un po’ succubi del desiderio sfrenato di trovare a tutti i costi il divertimento, specie d’estate. Spero che faccia un po’ riflettere. Se poi fa solo ballare, bene lo stesso”.
  8. “Sono contento di andare al Concertone del Primo Maggio. È uno dei palchi più ambiti in Italia, crescendo ho visto tanti artisti suonarci sopra. Poi non mi va di entrare nel dettaglio del significato politico della mia partecipazione: anche se ci tengo a proporre riflessioni sulla sfera sociale, non mi espongo politicamente. Ma da sostenitore dei diritti dell’essere umano sostengo anche chi cerca di garantire il diritto al lavoro e quindi anche il Concerto del Primo Maggio”.
  9. “Sono due mesi che sto leggendo Stoner, di John Williams. Solo che il momento in cui lo apro è prima di dormire – continuo ad addormentarmi col libro sullo sterno”.
  10. “Personalmente ho dei problemi di interazione con il contemporaneo, mi sento a disagio, a volte ho persino dei sensi di colpa quando agisco, cammino, faccio cose nel contemporaneo, ma insomma… ti adatti. La vita quotidiana, in un certo senso, è più semplice, anche se paradossalmente può avere ripercussioni più forti: stai male perché non ti senti rappresentato dal tuo tempo. Il mestiere di chi scrive canzoni è più complicato, perché quello che rischi non è il dolore personale, ma il vuoto”.

9 Risposte a “10 cose che Gabbani ha detto presentando il suo album – meno una.”

    1. Probabilmente in questi giorni sei rimasto immune dal nefasto contagio delle liste su facebook tipo “Dieci concerti che ho visto davvero, meno uno” – agli amici il compito di indovinare l’intruso. In questo caso la decima frase, pronunziata dall’esimio Francesco Bianconi dei Baustelle.

  1. Sembrerebbero affermazioni più o meno tutte equilibrate e sagge. Ma su quel “meno una” mi aspetto un commento 🙂

  2. Peccato, l’idea di Bianconi che si abbioccava con la bavetta con l’emolibro del 2013 era potente.

    (Peraltro, grazie per avermi fatto trovare l’intervista della Raimo, che contiene meravigliosi passaggi di pura demenza da ambo i lati)

  3. Ehi, leggeteli i commenti, prima di farne 😀
    Ho già svelato l’arcano, era la numero 10, affermata in tutta la sua gravità da Francesco Bianconi.

I commenti sono chiusi.