AMARGINE

Marginalità – Cantanti italiani e (…senza offesa) impegno nel 2018

Primo, è legittimo non avere un’opinione. Persino in Italia.
Secondo, è legittimo non capirci niente.
Terzo, sono tanti i personaggi autorevoli – o presunti tali – che in questa fase se ne restano silenti, magari per capire meglio da che parte tirerà il vento.
Quarto, là fuori c’è gente con le zanne, gente che augura stupri e morte a te e ai tuoi figli.
Quinto, anche il più anarcoide degli artisti ha un manager. Che ogni giorno cerca di evitare imprudenze. E gli concede, al massimo, di saltare su carri di qualche vincitore, purché sia l’uomo giusto al momento giusto – tra i cantanti Veltroni aveva sicuramente più amici di Renzi, e Grillo aveva più amici di Di Maio.

Date queste premesse, visto che nei giorni scorsi si sono fatte notare le rischiose uscite di Francesca Michielin e Gemitaiz – e le reazioni acidule da loro ottenute (anche se non paragonabili per quantità ai “Portateli a casa tua” accumulati da Totti e Marchisio dopo aver pubblicato selfie con la scritta #withtherefugees) vediamo un po’ com’è la situazione. Sicuramente qualcuno mi è sfuggito – i cantanti di successo in Italia sono milioni, diciamo che questo cerca di essere un campione rappresentativo. Ma senza impazzirci, oh. Che lo faccia qualcuno di Repubblica, il lavoro accurato.
(ma no, ragazzi, scherzo) (continuate a fare quello che state facendo)

Cominciamo dai big. E chi è il big tra i big?
Sì, lui.
Ora come ora lui è in tour – stadi pieni come sempre etc. Quindi sulla pagina fb non parla d’altro. Qualche giorno fa però ha rilanciato un’intervista concessa al Giornale di Puglia. Vediamo se lo ha fatto perché contiene passaggi significativi. Forse questo.

D: E su Papa Francesco? A volte sembra una rockstar anche lui…
R: «È una grande rockstar!»
D:Qual è il suo rapporto con la fede?
R: «Io non credo. Io so».
D: Cos’è per Vasco la libertà?
R: «La libertà è una bella gatta da pelare!»

Va beh, non pretendiamo troppo, lui è il guru di noi tutti per qualsiasi aspetto dell’esistenza eccetto la politica, e ha sempre ringhiato nei confronti della antica parola “impegno” – che useremo solo per significare una minima presa di posizione impegnativa (specie perché potenzialmente pericolosa per i proventi. D’altronde, per la flat tax, molti suoi colleghi proveranno sincera gratitudine). Comunque ultimamente LA rockstar, quella vera, ha velatamente fatto capire di non essere ostile a uno dei due partiti al Governo (per la precisione, quello che sembrava avesse vinto) (e invece). Salutiamo quindi MiticoVasco e passiamo alla Undisputed Queen. Era dichiaratamente in area centrosinistra qualche anno fa. Adesso però ha altre priorità, è impegnata col nuovo singolo estivo piacione, e oltreoceano con il suo talent amatissimo dai chicos latinos. Quindi non si sbilancia su nulla. Però già che c’è, forse casualmente, forse no, invita ad aiutarli a casa loro:

Passiamo allora al terzetto più rappresentativo dell’impegno anni 90, quello che vent’anni fa prendeva posizioni due volte la settimana. LigaJovaPelù, ci siete ancora?

Jovanotti non si sbilancia da un bel po’, anche perché ammettiamolo, è un bersaglio facilissimo per chi detesta i Pidioti. Pure, in questi giorni ha pubblicato una sua foto con Saviano. E lo sapete che lui è un comunicatore sontuoso: l’ha intitolata “Con Saviano”. Okay, a voi sembrerà la semplice didascalia di una foto con una celebrity, ma rubrichiamola come Presa Di Posizione.
Questo è invece quanto ha da dire in questo periodo MiticoLiga.

(…#natura??) (e perché non #gattyni?) (buh)

Infine veniamo a Pierone Pelù, che sul palco si muove come nessuno ma giù dal palco ha inanellato una serie di gustose goffaggini alternate, lo puntualizzo per amor di cronaca, alle dichiarazioni di simpatia nei confronti di un certo Movimento. Uno dei suoi tweet recenti contiene la terribilissima parola ONLUS. Potete fare le vostre ipotesi.

Ok, ora facciamo rotta verso il mainstream. I vincitori di Sanremo? MetaMoro, in pratica i nuovi LigaJovaPelù, con il loro fermo sdegno nei confronti delle vostre inutili guerre?
Fabrizio, hater di Napolitano, non ha espresso pareri su Mattarella (al contrario di Daniele Silvestri, che in un tweet ha notoriamente definito le sue decisioni inaccettabili, sbagliate, miopi, pericolose, irrispettose vs cittadini) (poi ha dato una spiegazione interminabile, dicendosi “pentito del tweet, ma non del suo pensiero”) (questo per dire che se leghisti e grillini sono pronti a inalberarsi, non è che a sinistra vi sia indulgenza per le opinioni sgradite) (che nel caso di Silvestri sono state considerate “tradimento”)
Ma tornando a Fabrizio Moro, da tempo non sta esprimendo pareri, ma solo piazzando il merchandising. Si può acquistare una maglietta con la scritta “La libertà è sacra come il pane”. Sulla Nutella, un silenzio sospetto.

Diverso il caso di Ermal Meta, che per giunta qualche settimana fa è stato tirato dentro a forza in una gag sugli albanesi venuti qui con le barche da due comici sbraconi durante il più famoso programma di Canale 5 (apprezzato anche dal Premier Salvini). Malgrado una fama (non casuale) di blastatore, ha mantenuto il suo aplomb. E qualche giorno fa ha twittato:


Ovvio che tra le 411 risposte ci sia di tutto. Pescando rigorosamente a caso:

Manuela‏ @Manuela01923770
Stiamo vedendo con i nostri occhi dove va’ a finire l umanità !
Elix‏ @Elix14503715
Che brutta situazione!
🐺💛 ‏ @Loryandres
Il Grillo di Pinocchio è morto secoli fa.. Le nostre coscienze sono sporche.. Io ho paura dell’uomo bianco con la coscienza nera e non dell’uomo nero con la coscienza bianca.
0 risposte 0 Retweet 0 Mi piace
Aury Aury ‏ @Aury65820445
Noi esistiamo per l Europa solamente per i doveri….per i diritti però non esistiamo…..
andrea pizzi ‏ @andreapizzi6
Non c’era niente da salvare!!!! Erano già tutti salvi, al sicuro ed assistiti!!! Smettere di fare bassa demagogia sulla pelle dei clandestini!!!! VERGOGNA!!!!

Le risposte sono un rischio, così come la perdita di clienti. Quando per esempio Elisa posta

le arriva una risposta come quella di R. Piccinato («Già consigliere comunale città Pordenone, assicuratore, scrittore, amministratore della pagina FB #BastaEuro e rompi balle») che le fa sapere «Dovevo venire al tuo concerto ma, grazie, andrò altrove. #stopinvasione».

Sarà vero? Difficile dirlo – però la sola intimidazione, per molti promoter, è sufficiente. Uno che pur parlando tanto non sta dicendo niente, è Caparezza, che ha molti estimatori tra i Movimentisti. Per lui, solo notizie sul tour. Al contrario, parla Mannarino, che retwitta un tweet polemico di ACAD (associazione per la Difesa dei diritti delle persone soggette ad episodi di abusi da parte delle forze dell’ordine) contro il Ministro Unico Salvini e il suo entusiasta appoggio a chi, per proteggerci, è talvolta costretto a darci botte da orbi.
Ma sapete chi non ha avuto paura di criticare il Movimento?

Beh, proprio lei.

E immancabilmente, tra i commenti si è scatenata la bagarre, tant’è che Fiorellona medesima a un certo punto commenta: “Grullini? Pidioti? Ma dove siamo, all’asilo?”
Una causa antigovernativa ammissibile, che i social media manager consentono pur con qualche evidente tremito, è quella contro il medievalismo del Governo Perbene. Si sono spesi contro il bigottone Fontana (NdR: è un ministro) (…naturalmente, nessuno lo è realmente: solo Salvini è Ministro Di Tutto) Emma Marrone, Sandrina Amoroso e Tiziano Ferro.


Altri, hanno preferito glissare anche su questo tema. Che io sappia. Perché poi seguire i social è più facile che monitorare le interviste, e mi scuso per quelle che mi sono sfuggite – certo non mi illudo che ce ne siano di belle come quella di Carmen Consoli a 7 del Corriere della Sera, che ne vale venti (sapete, quella in cui ha spiegato di essere per la famiglia tradizionale, e di come alle Maldive si è messa a pensare alle case, alle terre ereditate, perciò ha deciso di concepire qualcuno cui lasciarle).

Ma noterete che sto parlando solo di anzyani. E allora gettiamoci estasiati nei due generi che stanno rinfrescando la SCENA e ispirando noi giovani. Che fanno, indie e trappusi?
Cominciamo da questi ultimi. Ghali e Sfera Ebbasta hanno storytelling diversi
(lo sapevate, che l’avrei detto)
il primo è il giovane figlio di immigrati i cui statement diventano canzoni – Cara Italia è l’esempio più ovvio. Il secondo irride qualsiasi ipotesi di pensiero elaborato, e le sue istanze sociali di ragazzo di periferia approdano ai famosi Rolex al concerto del Primo Maggio e alle sue ultime emoji, ghignose esortazioni a sballarsi di Purple Drank (aka Lo Sciroppo) – una campagna che al Caro Leader Salvini farà solo piacere, più i giovani si friggono il cervello meglio è.

Beninteso, la generazione precedente, da Fabri Fibra a Gué Pequeno è altrettanto silenziosa, e peraltro è arduo negare che la maggior parte dei rapper italiani e dei loro seguaci sia vicina in persona o in ispirito a Marco Travaglio, Uomo Libero (cit.) – e se Fedez e J-Ax sono sostanzialmente al Governo, per gli altri la posizione sembra essere: “Prendiamo posizione in ogni rima, siamo rapper non tweetstar”. Può darsi che sia giusto. Ma allora come mai non arriva un pezzo o un freestyle alla Eminem adesso, subito – perché il momento è molto interessante, no?
Ciò detto, veniamo agli indie: Calcutta non ha nulla da dire (se non: “Sold out”, che come insegnano Thegiornalisti, è un concetto indiessimo), Cosmo sfila, Lo Stato Sociale dopo aver cippirimerlato Renzi nel video e nel testo di Una vita in vacanza, è putacaso entrato in quella fase per cui il privato è politico eccetera. Perché tra un invito e l’altro ad andare ai loro concerti e ascoltare il loro nuovo parapapunzi estivo (ma IRONICO) suggeriscono che l’amore salverà tutti.

Chi lo sa, magari ci salverà davvero.
Forse non quest’anno.

4 Risposte a “Marginalità – Cantanti italiani e (…senza offesa) impegno nel 2018”

  1. In questo momento per un artista è rischioso esprimersi. Per fare un esempio Kanye west dopo aver preso deliberatamente posizione a favore del governo Trump è stato dapprima demistificato con un solido lavoro retroattivo di propaganda femminista e liberal che consigliava al suo pubblico di non ascoltare più i suoi dischi soltanto perchè improvvisamente il loro beniamino appoggiava quello che viene definito un fasciata reazionario ect. Qualcuno di voi ha mai visto un corto Di WC.Fields o dei Fratelli Marx? Sono pura antiretorica tesa a smascherare il politicamente corretto. Stessa cosa per quanto riguarda Mark Twain. Trump è un politicante come tanti altri ma è capitato in un momento molto particolare della storia dell’umanità. I social network sono una cassa di risonanza mediatica enorme e Trump li ha usati con grande furbizia attirandosi odio e spargendo odio su delle personalità prive di senso dell’umorismo che al cittadino medio danno molto fastidio perchè, in parole povere, sono ricche da far schifo. L’arte è sempre stata anti establishment. Ultimamente è diventata verbosa e accademica e non vedo perchè dovrei trovare all’interno di un brano musicale pro-liberal dei significati che non emergono lasciando che sia un critico a speculare sul mio processo ricettivo. Gli Stones parlavano di pace, amore e fratellanza universale? I Velvet Underground? Qual era il messaggio di una canzone come Stairway to Heaven o Desolation Row? O di Penny Lane e Sheena is a punk rocker?
    Eppure il loro periodo storico non era meno turbolento del nostro. Siamo davvero sicuri che schierarsi politicamente consenta a questi artisti di ottenere ulteriore credibilità artistica? Io penso invece che i critici pretendano da loro ulteriore credibilità mediatica sostituendoli a chi la politica la deve fare sul serio. Mick Jagger e Jim Morrison non avevano delle idee politiche molto chiare. Erano due personaggi molto singolari e non so dire come avrebbero interpretato questa realtà. Nella recensione dell’ultimo album di Nas prodotto da Kanye West su Pitchfork, il recensore non ha analizzato la struttura musicale del prodotto, ma si è espresso solamente riguardo ai testi. Li ha interpretati. Secondo il recensore Nas ha parlato di vaccini, teorie del complotto e ovviamente non poteva proprio concedere a Nas di scrivere quel cavolo che gli passava per la testa esprimendo liberamente le sue facoltà artistiche. Siamo davvero sicuri che non sia il pubblico a pretendere dagli artisti una presa di posizione isterica? Perchè ovviamente alcuni di loro sanno che non appena dopo essersi espressi potrebbero rischiare il linciaggio invece ad altri interessa soltanto esprimersi artisticamente o guadagnare.

    1. Partiamo dal “politicamente corretto” – esiste ancora? E ha una sua mistica, che qualcuno rispetta? Personalmente non mi pare. Anche accettando l’appunto, la necessità di attaccarlo in favore della libertà di pensiero nell’America di quasi cent’anni fa era molto diversa rispetto a quella attuale. In secondo luogo, il punto non sono nemmeno le canzoni (posto che gli Stones in pieno 68 si dicono vicini agli Street Fighting Man che dimostrano in strada e i non vedo perché citare ad arte Desolation Row come se invalidasse With God on our side o Oxford Town). Nessuno dice che TUTTE le canzoni di un artista devono essere #impegnate, può anche non esserlo nessuna, appunto perché non ho mai accennato alla “credibilità artistica”.

      Ma se l’utilizzo della propria celebrità torna utile per sfilare per Gucci o propagandare gelati, può essere interessante valutare se artisti che spesso hanno dato la sensazione di prendere posizione (ivi inclusa Laura Pausini) per caso se la sono sentita di sottoporre ai fan (che, si suppone, li amano) la propria opinione su certi argomenti presi d’assalto dal nuovo Capo del Paese. L’articolo ha solamente questa intenzione, e chi scrive non sarà certamente portato ad apprezzare Emma Marrone rispetto a Fabri Fibra, se non per quel pizzico di maggiore coraggio nello sbilanciarsi, rischiando vendite di biglietti, inviti in trasmissione, e tweet deliranti e insultanti.

  2. Si, hai perfettamente ragione riguardo alle responsabilità che un personaggio del mondo dello spettacolo si assume una volta che accetta la notorietà e il successo, in particolare modo quando il successo deriva dall’impegno politico. Il fatto è che il gatto si morde la coda ogni qual volta un artista sfrutta l’impegno per avere successo e per questo motivo il discorso riguardo alla tiepida accoglienza riservata all’album di Nas deriva da tutte le speculazioni politiche che vedono come protagonista Kanye West. Mi sono sempre piaciuti gli artisti che non si adeguano a qualsiasi tipo di propaganda ed esplorano l’Altro, che sia Dio, il sesso, le droghe, il nulla, e in questo momento, la post-verità. Per quanto riguarda W.C.Fields è la cosa più simile a Trump che io ricordi, ma gli stessi Marx Brother e alcuni paradossi di Mark Twain rendono l’idea.

    1. L’album di Nas ha avuto un’accoglienza tiepida perché è ritenuto, se non universalmente comunque da gran parte della cosiddetta “critica”, abbastanza scialbo e povero di contenuti; e, essendo Nas un rapper diventato ricco e famoso grazie ai suoi testi e al suo flow, per forza viene criticato su queste stesse basi.
      Se ti (pemettimi di darti del tu) sei accorto della “propaganda femminista e liberal”, come la chiami tu, nei confronti di Kanye West solo dopo il suo pubblico sostegno a Trump, mi sa che non sei molto edotto della sua storia artistica – e questo fa trasparire un minimo di pregiudizio dalla tua analisi, francamente.
      Per tornare “in topic”, West dopo la sparata sulla schiavitù e il cappellino MAGA ha addirittura rifatto da capo completamente l’album che aveva già annunciato, cambiandone evidentemente temi e testi (circostanza raccontata da lui stesso e dai suoi collaboratori) e questo perché la reazione del pubblico è stata talmente negativa da mettere seriamente in discussione l’eventuale successo di vendite.

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