AMARGINE

Tell me what’d I say

Questo pezzo uscì su Urban nel febbraio 2002, ispirato da un articolo su Q Magazine di qualche mese prima. Le frasi dei rocker inglesi non avevano riscontro nel panorama italiano (per esempio, i riferimenti a droga, alcol e risse) ma non avevo dubbi: quelle sentite da cantanti e gruppi della nostra scena nei miei primi cinque anni da giornalista musicale erano anche più folgoranti.

In realtà inizialmente avevo pensato di fare un giochino, inserendo le soluzioni. Ma poi ci ripensai: non aveva senso. Il bello stava proprio nel fatto che queste frasi sono nel repertorio del 75% degli artisti italiani, e sono certo che le abbiate sentite o lette anche voi: non c’è mai stata penuria di altisonanti frasi fatte tra i nostri più ispirati, intensi artisti. Però potete provare ad attribuirle. Probabilmente c’è chi le ha dette tutte.

(…okay, non resisto, ve ne dico uno solo) (l’ultimo) (è Marco Castoldi, in arte) (e QUANTA arte) (Morgan) (il penultimo, invece, non ricordo proprio)

“Questo disco rappresenta una sfida, un cambiamento di rotta”
(“Se nemmeno questo vende, mi tocca andare da Costanzo”)

“Dietro a questo disco c’è una sorta di urgenza di comunicare”
(“Dietro a questo disco c’è il mio commercialista”)

Dal punto di vista delle sonorità abbiamo cercato di evocare l’energia primitiva del punk.
(“Suoniamo come cani da caccia”) 

“Sanremo? E’ solo un divertimento. Personalmente mi interessava l’idea di suonare con l’orchestra”.
(“Se nemmeno questo vende, mi tocca andare da Paolo Limiti”)

“Ho voluto curare personalmente la produzione per crescere dal punto di vista musicale”.
(“Ho schiacciato due bottoni – che sballo, oh!”)

“Il nostro obiettivo era un lavoro di ricerca sulla forma-canzone”
(“Il nostro obiettivo era il 40enne depresso e il suo portafogli”)

“Il mio matrimonio? Questi sono fatti privati. Io sono un musicista e parlo di musica”.
(“Ho dato l’esclusiva a Sorrisi & Canzoni”).

“Io penso che gli adolescenti non siano così stupidi come si crede”.
(“Schifosi piccoli mostri, comprassero il mio cd invece di piratarlo”)

“Per il tour ci piacerebbe fare qualcosa in piccoli posti da 200 persone, più intimi, col contatto diretto col pubblico”. 
(“L’ultimo palazzetto l’abbiamo riempito nel 1987”)

“Influenze musicali? Musica elettronica francese, e new wave anni 80”.
(“Influenze musicali? Tiziano Ferro – cribbio quanto ha venduto, je possino”)

“Avrei facilmente potuto insistere sulla falsariga del mio ultimo successo. Ma un artista deve rinnovarsi”.
(“Quell’imbecille del mio autore le canzoni decenti le dà tutte alla Pausini”)

“Il nostro disco nasce all’insegna della contaminazione”.
(“Il nostro disco è un po’ un pastrocchio”)

“E’ stata una separazione consensuale, siamo rimasti amici e auguro ai miei compagni la migliore fortuna”.
(“Non voglio più rivedere quei bastardi”)

“Sono finalmente riuscito a raggiungere in questo disco un punto di equilibrio tra le mie diverse inclinazioni emotive”.
(“Se qualcuno di voi scrive che è la solita lagnetta gli spacco la faccia quant’è vero che mi chiamo Gianluca Grignani”)

“Non mi sono venduto. Voglio provare a cambiare le regole del gioco dall’interno del sistema”.
(“Mi hanno dato 300 milioni! Per tre dischi! Ahahahaha!”)

Una risposta a “Tell me what’d I say”

  1. I Butthole Surfers furono più sinceri dichiarando: “non posso credere che quei cazzoni della casa discografica abbiano sganciato un milione e mezzo di $ per un disco chiamato ‘il salone del verme indipendente’ “

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