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Nuovi rapper per l’autunno-inverno 2018/19

Siamo a ottobre e i media non hanno ancora individuato i nuovi rapper che faranno tendenza in questo autunno-inverno. Comprendendo le difficoltà di un giornalismo anziano nell’addentrarsi in una scena che parla il linguaggio dei millennial e le necessità dei brand di legare la propria immagine agli artisti più freschi e irriverenti, aMargine presenta una guida ai nuovi protagonisti dell’hip-hop italiano di cui non avete ancora sentito parlare.

Islamo Ronaldo – Artista coraggioso che in questo delicato momento storico rivendica le proprie origini turche e si presta a fare da portavoce delle istanze dei giovani italiani di seconda generazione in nome di una fusione delle culture, nonostante il rivale AdidaSnike lo accusi di aver inventato tutto e nel brano Ah peracottaro alluda ai suoi capelli biondi e agli occhi azzurri (“Soffro di vitiligine”, si giustifica) con le velenose rime “Sei fàrzo più de Barabba / te fingi Egìzzio pe’ posh / ma pari uno degli Abba / naturalmente il più fròsh”.

Gattino – Canta in dialetto (veneto), nessuno lo ha mai visto in faccia ma i suoi concerti richiamano migliaia di giovani. Col suo singolo Ministro te voio bén ha conquistato un pubblico trasversale, e con scelta controcorrente, ha sfilato per alcune marche di abbigliamento non irriverenti né iconoclaste (ce ne sono due). Alcuni detrattori sostengono che abbia 89 anni e sia un ex sindaco di Treviso, ma i critici indie concordano sull’originalità della sua proposta musicale.

Pr€ggiudicato ricchis$imo – La sua è una storia di ricatto sociale, di perdizione e redenzione, un esempio per tutti i giovani che hanno cercato una risposta alle proprie ansie nell’illegalità più schietta. Dopo 48 ore agli arresti domiciliari per truffa reiterata ai danni dei propri genitori, scala la gerarchia del racket degli incidenti stradali simulati, arrivando a farsi stirare anche cinque volte al giorno – cosa che secondo Rolling Stone ha impreziosito il suo flow. Un giorno, mentre in un bar biascica fonemi incoerenti col suo assicuratore, un A&R della Sony lo sente e lo invita a mettere in rime infuocate il suo rancore verso le Renault Clio. Il suo stile, oltraggioso, sprezzante verso ogni regola e ogni perito fa di lui un nemico per l’establishment, e la sua ultima canzone, Winterthur, è anche il video italiano più visto su YouTube nel 2018 (100 milioni di visualizzazioni – solo il 90% delle quali, false): desta polemiche e tweet ministeriali la scena in cui, senza alcuna sensibilità per gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese, brucia con il massimo distacco alcune monete da 5 centesimi, tuttavia gli 11enni lo vedono come un modello di vita.

AdidaSnike – Ironico iconoclasta contrario a ogni ipocrita buonismo, nei suoi brani si limita a recitare nomi di celebri brand dai quali percepisce danaro, mostrando le ricevute nei video. Durante un’apparizione promozionale a X Factor, annuncia il suo sodalizio con uno dei giudici, l’irriverente QuattroStelle, col quale incide il fortunato album Imbecilli col Patek Philippe; dopo qualche tempo però il duo si scioglie con qualche acrimonia, forse anche a causa del matrimonio di QuattroStelle con la influencer Guccia Vuittoni, ma regalando ai fan un memorabile concerto d’addio sponsorizzato da una fabbrica di mine antiuomo.

Abbassolasquola & Vivaladrogah – Duo che rompe completamente col passato in tutte le sue forme, da quello prossimo a quello remoto (fin dall’acclamato esordio Io ieri è soffre). Non c’è convenzione linguistica che non attacchino, non c’è concordanza che azzecchino, non c’è regola della comunicazione o della grammatica più elementare che non infrangano; l’attacco frontale alle miserie della comunicazione moderna è evidente, come del resto testimonia un’intervista apparsa su Noisey (intitolata “Sono stato a merenda con due sesquipedali cretini e ho imparato moltissimo”) nella quale rifiutano ogni tipo di istruzione a favore dell’apprendimento tramite stato allucinatorio. Ricevuta una laurea ad honorem dallo IULM di Milano, la vendono immediatamente su eBay; la sera stessa festeggiano una partnership con Spotify con il brano Spo’, ti fai?, il cui testo non contiene consonanti. Ancora prima di essere inciso, il brano già totalizzava 14 miliardi di ascolti, ma l’ufficio stampa della popolare piattaforma che piace ai giovani assicura che è tutto regolare.

Dead Lamborghino – Giovane artista a tutto tondo, si cimenta anche con installazioni e performance molto critiche nei confronti dell’hip-hop, la più famosa della quale è ovviamente Dead Lamborghino Dead, realizzata in partnership con una nuova applicazione di Apple, durante la quale rimane inerte e riverso sul pavimento senza dare segni di vita per 24 ore con il suo singolo Rolex fermo x sempre in sottofondo in loop. La cosa ha indotto le autorità preoccupate per i giovani a lanciare l’allarmato invito “Non fate questo a casa” (riferendosi più che altro all’ascolto del singolo). Anche se durante la performance il rivale Islamo Ronaldo pubblica un video che dimostrerebbe che il giovane artista non è affatto impegnato nella performance bensì allo stadio a guardare Inter-Pordenone, il suo messaggio giunge anche alle generazioni meno giovani, a cominciare dai 16enni.

Bitchy Bitchin’ Bitch – Prima donna nel rap italiano a entrare nella top 10 degli album più venduti grazie al suo debutto, Succhio tantissimo. Dopo la vittoria a Sanremo Giovani con Vi pompo tutti, l’anticonformista “Tripla B” fa esplodere l’orgoglio dei suoi connazionali riportando l’Italia a vincere dopo trent’anni l’Eurovision Song Contest col brano Fuck like an Italian, malgrado alcuni Paesi politicamente ostili e antitaliani rifiutino di mandare in onda la sua esibizione, contestando la sua comunque ineccepibile interpretazione del termine “esibizione”. Diventata presidente di Universal Music Italia, sta lavorando a una serie tv sulla sua vita intitolata Fra’, sono tro’; i diritti sono già stati acquistati dalla Rai, la cui nuova dirigenza guarda con interesse a una partnership con YouPorn “perché parla il linguaggio del popolo”.

Tano Ciarla – L’artista che forse più di ogni altro smentisce ogni accusa di superficialità e qualunquismo rivolte alla sua generazione: il suo brano No a Salvini e a Di Maio e a Coso e a Renzi e a Berlusconi e a Casa Pound e a Mattarella e all’Europa e a Big Pharma e anche agli altri è un folgorante brano di debutto, malgrado alcuni lo accusino di essere prolisso, cosa cui lui risponde con un manifesto irridente che immediatamente diviene inno generazionale – parliamo ovviamente di “H“, conciso rantolo che domina le classifiche di iTunes per tre minuti e mezzo (la mattina presto, un martedì). Da segnalare il feud che infiamma il web, quello con il rivale Quattro Stelle (suo cugino) che lo accusa di non rispettare la metrica: nel giro di pochi minuti risponde con Non rispetto la metrica e nemmeno the power, frà, video più visto su Corriere.it, in parte anche grazie al fatto che esegue il brano ingoiando quindici banane, a ribadire il suo gusto per le intelligenti provocazioni.

Plat One – Esponente di una nicchia meno compromessa col mainstream, rappa esclusivamente in greco antico fino all’album della svolta e consacrazione, tutto in latino, intitolato Juventus. Dopo un mese al n.1 della classifica FIMI, in un’intervista a Repubblica confessa il dubbio di non esser stato capito; gli dicono che è il destino di tutti i grandi, lui ribatte “No, non avete capito”, quelli insistono che è il destino di tutti i – e insomma dopo un mese di crisi e travaglio interiore cambia identità e si presenta come Shemo, ottenendo subito una hit con Il pezzo di Shemo, nel quale recita barzellette sui cinesi. Un mese dopo stravince alle primarie del PD.

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