AMARGINE

TheClassifica n.16 – C’è bisogno di afffffetto

Non si può proprio stare tranquilli. E non perché ci sia stato un altro cambio al vertice – no, non c’è stato. Ma la cosa fa un po’ specie lo stesso. Sandrina Amoroso, prodotta da Michele Canova, rimane al n.1. Mentre Luca Carboni, che invece è prodotto da Michele Canova, non ci è andato. E’ uscito e si è accomodato al n.2. Dietro di lui, al n.3, Gianni Morandi con Bisogna vivere (…è kome un komandamento, diceva il Kom).
Poi, cascasse il mondo, la raccolta di Jovanotti è sempre al quarto posto. Justin Timberlake, ovviamente n.1 in Usa, da noi è quinto, e già può bullarsene, che qui da noi è un po’ che non è aria per gli yankee. Al n.6, tiene più del dovuto lo sconsolante The last ship di Sting. Al n.7, per la terza settimana, in top ten, ripeto la terza, unoduetre, Deja vu dei Negrita. Al n.8 Fritz da Cat. Che secondo me è il primo che non ci può credere.
(sapete chi è Fritz da Cat, vero?)
Al n.9, davanti ad Emma, gli Alter Bridge, cioè fondamentalmente i Creed ma senza il preoccupante Scott Stapp. Probabilmente sono in quota VirginRadio. Me li spiego ancora meno degli Avenged Sevenfold, i fenomenini Metallici di un mese fa, che ora come ora languono al n.74. Sapevate che c’è una diffusa teoria sul fatto che sia una buona cosa dare al gruppo un nome che inizia per A? Una volta dicevano che era perché così eri nel primo scaffale del negozio, e il cliente entrava e bang, inciampava nel tuo disco. Ora a maggior ragione sei all’inizio di tutti gli elenchi possibili, anche nel tuo medesimo lettore mp3. Ed ECCO perché AAAlessandra AAAmoroso è al n.1, davanti a Luca Carboni!

Ok, io la soffro un po’ questa cosa. Ma d’altra parte, se la soffre anche Luchino, è un bene per tutti: Luchino rende il quadruplo, quando soffre – con la sua voce da gatto picchiato. Essere il n.2 per lui è più appropriato – per lui eterno venticinquenne, confuso, incerto, fisiologicamente incapace di avere i 50 anni che ha. E forse la generazione di Luchino ha accolto male il duetto con Fabri Fibra (peraltro, secondo me lontano dal suo meglio nel rap di Fisico e politico) (perché dai, con quel ritornello, tu ancora percuoti il torrone con l’industria discografica, e le tue rime, e blahblarablah?) (con la gente che nei pezzi di Luchino tollerava giusto per gentilezza i rap di Jovanotti?) (…ecco, adesso che ci ho detto così non mi parla più) (anzi, peggio: parlerà con tutti tranne me, tranne me, tranne me)

Probabilmente le vendite andranno meglio quando entrerà in circolo il duetto con Elisa, anche se lei ha la sensualità di uno spot per un collutorio. O il pezzo nuovo scritto da Ligabue. Che tra l’altro, secondo me non è mica un caso se Carboni ha iniziato a declinare col decollo di MiticoLiga. E’ esploso nel decennio in cui Luchino, che era il punto più alto del cantautorato pop, ha cominciato a cadere a vite. E intanto tutti gli altri prendevano da lui. Però senza andare troppo lontano. Tant’è che a risentirli oggi questi pezzi, stanno in piedi che è una meraviglia, e non solo: il disco è pieno di gente che non può non dirsi Luchina. Almeno un po’. Voglio dire, Cesare Cremonini, Samuele Bersani, ovviamente Jovanotti (diventato cantautore grazie a lui). Ma soprattutto Biagiantonacci, che per una volta ad ascoltarlo non mi pare di sentire un uomo con dei dolori mestruali, ma è credibilissimo, perché chi, più di lui, da bambino voleva fare il BENZINAIOH!
(potrei parlare di Luchino Carboni ancora per interminabili paginate, sapete) (ma se preferite vi dico dei Dream Theater, passati dal n.2 al n.12)
Stavo dicendo: Luchino. Questo disco di pezzi reinterpretati (tranne tre) (tranne tre, tranne tre, tranne tre) è tipo la sorniona rivelazione, la Lettera di Luchino agli Italici, a dir loro che dopo di lui, un cantautore così musicale non c’è più stato, e soprattutto uno che fosse candido in modo straziante, che nella vita serve sempre; e alla dimostra ha portato, come prove, gli ospiti. Il più buffo di tutti è CapireBattiato, che una volta degurdjeffizzato, se messo lì a salmodiare “Silvia lo sai…”, scatena ineluttabile il ghignetto. Ma anche Jovanotti, alla fine, a fare il muscolare in Ci vuole un fisico bestiale – quando il vero sganascio era sapere che Luchino, di tortellino in tortellino, il fisico non ce l’aveva affatto. Poi va beh, Miguel Bosé tutto incazzoso che canta Inno nazionale come se fosse lì pronto a caricare i tifosi avversari con la lama, no, dai. Il duetto migliore è quello un po’ a sorpresa con Alice Carla Bissi, in Farfallina. Ecco, qui è il tombino in cui è caduto il pop italiano alto, nel passaggio da Alice che mormora a Elisa che strilla.

(Placebo e Marco Mengoni e Kings of Leon e Samuele Bersani escono dalla top 10. Bersani scende al n.20. Kings of Leon addirittura al n.34. Dopo una sola settimana. Sapete una cosa? Solo 42 album sono presenti nella classifica da almeno 10 settimane. Intendo dire che il compraefuggi è sempre più la regola) (volete altre osservazioni al fulmicotone sulla classifica della FIMI?) (okay: più di ¼ dei 100 dischi che la compongono sono raccolte o live) (poi, non sto a dirvi dei bestseller – che so, The Dark Side of the Moon, che recupera due posizioni e sale dal n.83 al n.81) (è in classifica da 106 settimane, sono due anni e passa)
Ma il concetto è che Luchino per 6-7 anni ha tenuto la canzone italiana in mano. La sua influenza sul gusto degli ascoltatori è stata più grande di quanto siamo stati disposti ad ammettere, e il fatto che Tiziano Ferro si sia precipitato a duettare su Persone silenziose, una canzone chiave della sua vita (cfr. la sua autobiografia), è emblematico (come lo è il fatto che Ferro abbia scritto e prodotto il disco di Sandrina Amoroso che nega a Luchino il n.1). Luchino era il cantautore sensibile capace di vincere a mani basse il Festivalbar senza sputtanarsi. Poi si è lasciato naufragare, come farebbe qualsiasi persona sensata. Ed è affogato in un mare, mare, mare di intimismo. Ricordo un cantautore importante della generazione precedente che stralunava per una canzone in cui Luchino spiegava che andava a cercare “il caldino” di lei nel letto ma lei aveva i piedi gelati perché girava senza calze. “Manca solo che si strugga perché deve far pisciare il cane. A me mi impallinavano per molto meno”.

(due nuove entrate anche al n.18 e n.19) (il primo è Moby) (e sapete, io l’ho sentito, il disco di Moby) (n.18) (cosa vi devo dire) (mi sento uccellato, come un Abbiati qualsiasi) (e al n.19, Cher) (e ribadisco la sensazione. Mi sento uccellato. Immaginatemi che fisso i dischi di Cher e Moby che mi entrano in porta mentre mi tuffo goffamente per dimostrare che la classifica degli album più venduti ha un qualche senso)

Non so bene perché vi ho sommerso con questa tirata su Luchino. Dev’essere una cosa generazionale. Oppure no, oppure è che per me Luchino è talmente centrale nella musica italiana, al crossroad tra pop e Canzonedautore e rap e dolce rockettino bolognese, che lo uso come parametro – sempre generazionale – per capire cosa frulla in testa a chi oggi compra Sandrina Amoroso oppure il rap italiano, finendo per mandare in top ten Fritz da Cat per la prima volta dopo 15 anni di attività. Intendo dire: a noi veniva dato uno zio o fratello maggiore che ricordava insieme a noi un Dio cattivo e noioso, preso andando a dottrina, che come un arbitro severo fischiava tutti i perché (…e su questo vorrei da voi il quieto applauso tipo pubblico di Fabiofazio, quegli applausi che vengono da sotto il doppio mento). A loro viene dato tutt’altro, gli tocca Sandrina Amoroso, puro amore mio ti ho cresciuto nei miei sogni e ti ho tatuato sul mio cuore. Poi dice che uno si butta nel Club Dogo.
(ah, sapete chi è entrato in classifica?) (i vecchi album di Mika) (Life in cartoon al n.86, The origin of love al n.52)
(di Lorde, nessuna notizia. Il disco in America è uscito, ed è al n.3) (noi dobbiamo aspettare il mercato inglese, che siamo sotto il tallone di Londra) (but we’ll never be royals)

2 Risposte a “TheClassifica n.16 – C’è bisogno di afffffetto”

  1. La prima canzone di Carboni che ho sentito aveva un ritornello che faceva “in o-ra-ri-o o-ra-ri-o” che voleva di’?

    1. Credo in realtà che fosse “rio, ariò”. Oppure “Rio, a Rio”.
      Non ha tanto senso, però nemmeno shoo be doo be doo.
      Madonna ci ha pure intitolato una canzone, “Shoo be doo be doo”. Molto bella tra l’altro.

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